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TNA POINT #20 - Nell'abisso del male: Parte 2

Come promesso settimana scorsa prosegue questa settimana(tra l'altro oggi festeggiamo l'edizione n° 20,un gran bel traguardo) il racconto della storyline tra Abyss,Mitchell e Sting con un mio commento finale...Buona lettura!!

L’Impact seguente Final Resolution si apre subito con un video nel parcheggio dell’arena dove viene inquadrato uno Sting senza trucco e “in abiti borghesi” che butta nel cofano della sua vettura un riluttante James Mitchell, dopo averlo malmenato con tutti gli oggetti che gli capitavano a tiro. I due partono così diretti verso chissà quale destinazione. Abyss che osserva la scena impazzisce e urla, scatenando la sua rabbia dando pugni al muro. Nel corso della puntata viene poi mostrato un video di Sting e Mitchell davanti alla stessa nota prigione apparsa nelle precedenti settimane. Sting chiede a Mitchell quale sia il segreto e lo picchia duramente per farlo parlare. Mitchell però non sputa il rospo e anzi gli domanda come mai s’interessi tanto di Abyss, che altro non è che spazzatura, lo strumento che gli permette di vivere. Sting gli risponde che quando guarda negli occhi Abyss vede un essere umano ma quando guarda negli occhi Mitchell allora sì che vede spazzatura. E così dicendo ammanetta alla rete metallica il manager promettendo di chiedere personalmente al mostro il suo segreto senza averlo tra le scatole. Sting così ritorna nell’Impact Zone, sempre senza pittura in viso e il suo classico attire. Chiama fuori il mostro che puntualmente si presenta. Sting lo invita a rivelare a tutti il suo segreto a liberarsi di questo peso. Abyss prende in mano il microfono, sembra voglia parlare ma poi ci rinuncia. Sting lo incalza con la sua baseball bat ma non c’è nulla da fare: Abyss ha paura e non vuole parlare. Sting rassegnato dice che allora dovrà scoprire per conto suo la verità e lascia il ring.

7 giorni più tardi, Sting torna ad Orlando, dopo attente e approfondite ricerche, con una notizia bomba: Conosce finalmente il segreto del mostro e ha intenzione di rivelarlo a tutto il mondo per il suo bene. Sting così sale sull’esagono in un momento di grande pathos e tensione. Sting dice che tutti quanti hanno i propri demoni, lui compreso, e che non c’è nulla di male nell’ammetterli perché se davvero si vuole un'altra vita, prima è necessario “morire”, è necessario andare sopra il passato. Anche se ammette di essere rimasto parecchio shockato quando ha scoperto la verità nascosta di Abyss. Ecco perché ha deciso di rivelare il segreto di Abyss, pur essendo conscio che rischierà la sua salute facendolo: Perché vuole liberare Abyss da questo fardello insopportabile e cercare di capire perché sia arrivato a tanto. Sting dice Abyss un giorno aveva sparato ad un uomo, conficcandogli tre pallottole nella schiena e mandandolo in coma. Il problema è che quell’uomo era….era suo padre!! Ora Sting vuole sapere come un uomo possa fare una cosa del genere al proprio padre…Ma non fa neanche in tempo a finire la frase che giunge di corsa sul ring un Abyss furioso e fuori di sé. Abyss massacra letteralmente lo scorpione sballottandolo per tutta l’arena come un pupazzo, colpendolo con ogni cosa. Addirittura i due finiscono nel parcheggio dove il mostro continua imperterrito a sfogare la sua frustrazione su Sting. Come ciliegina sulla torta, un Mitchell al settimino cielo pensa bene di sparare in faccia al povero Sting una fire ball, una palla di fuoco che ustiona l’ex campione mondiale, costretto ad abbandonare l’arena, in condizioni gravi, in ambulanza.

La settimana dopo, Mitchell in un promo svolto sul ring, dopo aver mandato il suo mostro a scovare Sting, afferma che ha una proposta per Sting: O lui accetta di sfidare Abyss ad Against All Odds in un match da lui inventato, il Prison Yard Match, dove l’obbiettivo sarà inserire in una gabbia l’avversario, oppure lui invierà alla polizia il video della settimana precedente, dove è stato brutalmente attaccato e ammanettato alla prigione. Sting compare sullo stage con sul volto la stessa identica maschera di Abyss e per il momento si limita a guardare torvo il manager. La risposta non tarda ad arrivare. Nell’Impact appena tre giorni prima il PPV, Sting compare sul titantron, sempre con addosso la maschera del mostro, dopo un incontro combattuto da Abyss. Sting dice che ora capisce bene cosa deve voler dire vivere ogni giorno dietro una maschera del genere. Per questo accetta la sfida per domenica ed è contentissimo di farlo perché ha uno scopo ben preciso in mente. In cambio però chiede di vedere ancora una volta Abyss faccia a faccia stasera.

Sting dunque chiama più tardi nel corso dell’evento Abyss, facendo contemporaneamente calare sul ring la gabbia dove è racchiuso il suo manager, James Mitchell. Sting consiglia ad Abyss di guardarlo bene perché è l’ultima volta che lo vedrà dal momento che lui verrà ad AAO con un solo scopo indipendentemente dalla vittoria o dalla sconfitta: Mettere KO definitivamente Mitchell, in modo da avere campo libero con Abyss. Il mostro però si arrabbia a vedere rinchiuso il suo manager e attacca brutalmente Sting, colpendolo, anche grazie all’aiuto del suo manager all’interno della gabbia, con una sediata violentissima alla testa. La sfida tra i due è dunque lanciata. Si arriva ad Against All Odds e Sting nel promo pre-incontro, con indosso ancora la maschera di Abyss, dice di aver capito molte su “Chris” indossando la sua stessa maschera e per questo è ancora più intenzionato a mettere KO Mitchell. E stasera, quando Abyss, l’unica cosa che lo ha inspiegabilmente protetto in questi mesi, sarà rinchiuso nella gabbia, lui resterà solo con Mitchell e allora saranno dolori…Il match si rivela essere molto violento e inizia fuori dall’arena. L’azione è sostanzialmente equilibrata ma dopo una terribile powerbomb di Sting su Abyss che vola attraverso un tavolo ricoperto di filo spinato a trionfare è proprio lo scorpione, che chiude dentro la gabbia il mostro. Sting si trova così solo con Mitchell. Lo scorpione non ha alcuna pietà e malmena il povero manager, strozzandolo fino a fargli perdere i sensi. Interviene la sicurezza a dividere i due ma ormai c’è poco da fare: Mitchell è definitivamente KO e Sting ha ottenuto ciò che voleva.
Abyss urla disperato ma Sting esce dall’arena soddisfatto…

Nelle settimane successive vengono mostrati ad Impact dei filmati in cui Sting viene ripreso all’interno di una bara. Sting dice che ora che Abyss non ha più nessun diavolo a suggerirgli cosa fare, deve compiere la sua scelta: Cambiare o restare il mostro che è stato negli ultimi anni ma Sting dice che crede profondamente in lui. Ma per rinascere prima è necessario morire e per questo Sting sfida Abyss a Destination X in un Last Rites Match, un incontro dove l’obbiettivo è chiudere l’avversario in una bara. Il mostro intanto è spaventato e infuriato senza Mitchell e gira per il backstage portandosi appresso la foto del suo manager. Abyss pare confuso e incomincia a massacrare chiunque gli capiti a tiro: Jeremy Borash, l’intervistatore TNA, Christian Cage, Tomko, Samoa Joe, Hector Guerrero, lo shoot fighet Andrè Rison, addirittura arriva quasi a strozzare un cameraman. Abyss pare essere tornato il mostro di una volta senza la guida e il controllo di Mitchell. Nelle puntata pre PPV, Abyss, che stringe tra le mani la foto di Mitchell che osserva con nostalgia, viene avvicinato nel backstage dal campione in carica, Christian Cage. Il canadese gli dice che capisce cosa prova in questo momento, senza Mitchell che per lui deve essere sicuramente come un padre(ehm….devo aggiungere altro?) ma proprio per questo gli chiede di aiutarlo nel main event a combattere Samoa Joe e Kurt Angle. Lui sapeva il segreto ma lo ha tenuto per sé, lui non ha messo KO il suo manager. Se sta cercando una famiglia, lui può dargliela e può dargli anche qualcuno su cui sfogarsi. Cage gli lancia contro il povero Borash (che viene malmenato dal mostro) e gli ricorda che più tardi potrà fare lo stesso su Angle e Joe…Al termine del main event, puntualmente si presenta sul ring Abyss che colpisce Angle con una black hole slam e che fa piazza pulita dell’esagono. Le luci vanno giù e poco dopo Sting appare sul ring. Lo scorpione mette in fuga Abyss che è costretto a scendere dal ring. I due si guardano intensamente e si rinnovano la sfida per il PPV di domenica.

A Destination X va così in scena il Last Rites Match tra i due. L’incontro è violento ed equilibrato e vede Sting sanguinare parecchio, come raramente gli era successo in passato. Sting però riesce a superare le difficoltà e a rinchiudere nella bara il mostro, vincendo così il match.
Abyss dunque è finito nella bara e dovrà presto compiere una scelta definitiva: Cambiare oppure rimanere com’è. Ad Impact Jim Cornette annuncia un Lethal Lockdown per l’omonimo PPV tra il Team Angle e il Team Cage. I due capitani iniziano dunque a cercare i loro alleati. Christian allora invita fuori un suo carissimo amico e nuovo membro della sua squadra….Abyss!! Il mostro compare sullo stage ma non sembra ancora intenzionato a scendere la rampa. Compare così Sting alle sue spalle che ricorda al campione che dopo Destination X Abyss è un uomo nuovo e cambiato e presto lo dimostrerà. Cage ricorda al mostro che è stato proprio Sting a rivelare al mondo il suo segreto, non lui, ma Abyss non sembra volerlo ascoltare. Interviene così Cornette che annuncia per la settimana seguente un match tra Abyss e Sting contro Christian Cage ed AJ Styles. Sting dice che non ha intenzione di aspettare altri sette giorni e insieme ad Abyss si dirige sul ring malmenando i due loro avversari.

Così si arriva al tanto atteso Impact. Sting nel backstage in compagnia di Abyss gli dice che arrivare a questo punto gli è costato tanto. A Destination X Abyss gli ha quasi portato via un occhio ma questo ormai non conta più, perché è ad un passo dalla luce, dal rinascere. Non sarà facile cambiare, sarà faticoso ma ormai il più è fatto. Ora sta tutto nelle sue mani ma la fine è vicina. Mentre Cage ed AJ dovranno subire la forza e l’aggressività del nuovo esplosivo tag team… Si arriva dunque al main event: Abyss e Sting vs. Christian Cage ed AJ Styles. L’incontro è abbastanza equilibrato ma dopo un periodo di diffidenza Sting e Abyss diventano una coppia inarrestabile e fortissima. I due riescono a dominare gli avversari senza particolari difficoltà. Proprio sul più bello, mentre i due si apprestano alla vittoria, vediamo comparire sullo stage niente meno che il rientrante James Mitchell accompagnato da una signora. Abyss abbandona immediatamente il ring per andare ad abbracciare questa signora, abbandonando da solo sull’esagono Sting, che viene così battuto(anche grazie ad un interferenza di Scott Steiner) in una sorta di handicap match da Cage ed AJ Styles. Mitchell ride satanicamente mentre Sting appare davvero disperato…Ma chi diavolo è questa donna?

7 giorni dopo Impact si apre in maniera molto particolare. Viene mandato in onda un video della Paparazzi Production di Alex Shelley in cui viene mostrato James Mitchell a colloquio con Sting(senza trucco e in “abiti borghesi”) durante un pranzo. Sting chiede chi sia quella donna e Mitchell rivela che si tratta della madre. Il manager prosegue dicendo che Sting sa solo una piccola parte di tutta la grande storia. In realtà a sparare al padre è stata proprio la madre, per legittima difesa dopo i continui attacchi, le continue violenze, i continui abusi del marito nei suoi confronti e nei confronti di suo figlio Abyss. Così il ragazzone che aveva assistito alla scena senza muovere un solo dito per aiutare il padre, per non fare finire in prigione per tanti anni la tanto amata madre, decise di toccare la pistola, lasciando così le sue impronte e prendersi la responsabilità dell’omicidio, finendo nel carcere che lo ha fatto impazzire e diventare il mostro che oggi è. Sting diventa veramente nervoso e sta per aggredire Mitchell ma il manager gli consiglia di non farlo se non vuole che faccia sapere alla polizia tutta la verità su Abyss e la madre. E Sting non potrebbe sopportare di vedere il suo Abyss impazzire nuovamente di dolore. Perciò gli ordina di non farsi mai più vedere anche solo vicino al suo mostro perché se lo farà lui andrà subito dalla polizia…Mitchell se ne va, lasciano pure il conto da pagare a Sting, mentre lo scorpione appare triste e abbattuto. Mitchell ha definitivamente vinto. Mitchell che trova un accordo economico con Christian Cage per far entrare Abyss nel suo team per il lethal lockdown. Ovviamente il mostro non è contento ma viene convinto brutalmente dal suo manager a fare ciò che gli è stato chiesto se non vorrà vedere sua madre dietro le sbarre. Abyss quindi viene maltrattato da tutti gli altri componenti del gruppo e gli viene affidato il compito di fare il lavoro sporco, venendo realmente trattato come un animale.

Sting nel frattempo rilascia un intervista a Mike Tenay dicendo che sente, per la prima volta nella sua carriera, di aver fallito. Negli ultimi mesi ha fatto di tutto per aiutare Abyss e ora sentire Mitchell dire quelle cose e vedere Abyss trattato e comportarsi esattamente come 6 mesi prima gli fa passare la voglia di andare avanti. Tutto ciò in cui ha creduto è andato perso. Per questo ha bisogno di una pausa, di andare a casa e riflettere perché per la prima volta in vita sua ha dubbi sul suo futuro nel wrestling…Sting così si allontana dalla TNA per due-tre settimane per essere poi richiamato da Kurt Angle, per entrare a far parte del suo team. Sting accetta dicendo che il wrestling è sempre stata la sua vita e che è ora, dopo un momento così triste e doloroso, di andare avanti per cercare di dimenticare quanto successo.
I due team si fronteggiano nel lethal lockdown, dove a vincere è il team di Angle, grazie ad un schitarrata terribile di Jeff Jarrett sulla testa di Abyss, che lascia allo scorpione l’onore di schienare il mostro e prendersi così la title shot al titolo mondiale per il PPV seguente.

Ovviamente la Christian Coalition non prende affatto bene il fatto che Abyss si sia fatto schienare e chiede spiegazioni a Mitchell. Il manager se la prende duramente con il suo “assistito” e propone al canadese di far coppia con il mostro contro i neo-campioni del Team 3D, offrendogli la possibilità di diventare anche campione di coppia in riscatto per quanto successo a Lockdown. Cage accetta e mentre Abyss tenta una reazione, viene nuovamente zittito dal manager con la minaccia di dire tutto alla polizia. Abyss affronta così con Cage il Team 3D per i titoli di coppia, nel main event di Impact. Ma anche questa volta, qualcosa va storto e il Team 3D riesce a vincere schienando ancora una volta il mostro. Cage se la prende con lui e lo schiaffeggia. Il mostro sembra pronto a reagire ma interviene prontamente Mitchell che lo minaccia di stare attento a ciò che fa.

Abyss però lo afferra e….BLACK HOLE SLAME SU MITCHELL!! Il mostro finalmente reagisce contro il suo manager!! Abyss è finalmente libero!! La sua gioia però dura poco, dal momento che ben presto intervengono AJ Styles e Tomko che, aiutati dal loro capo Christian Cage, malmenano il povero Abyss in uno dei più brutali, violenti e sanguinolenti pestaggi della storia del Pro-Wrestling. Un pestaggio già entrato nella storia della TNA. Filo spinato, sedie, spranghe: Niente viene risparmiato al povero mostro che sanguina come un maiale sgozzato e subisce pure le tre finisher dei membri della Christian Coalition. Abyss è tagliato dappertutto, al volto e sulle braccia e giace a terra privo di sensi mentre i tre della Coalition festeggiano felici e contenti sul ring.
E Abyss scomparirà dalle scene per un bel po’…

Il resto è storia recente. Abyss ritornerà e se la prenderà con la Christian Coaliti0n(regalando anche un grande incontro a Slammiversary)mentre Mitchell attraverso dei promo presenterà al mondo il suo nuovo mostro, suo figlio Judas Mesias. E sempre Mitchell rivelerà al mondo che in realtà è lui il padre di Abyss, spiegando così molte parti dell’intera storyline. Ecco perché Abyss si fidava ciecamente di lui ed eseguiva ogni suo ordine. Ecco perché Abyss era così restio ad abbandonare il suo manager nonostante fosse trattato malissimo e nonostante la fiducia di Sting. Ecco perché Sting non era riuscito a trovare la madre, mentre il manager sì. Ecco perché Mitchell odiava così tanto la madre e così esaltava nei suoi promo il padre. Ecco perché era da sempre ossessionato da Abyss.
Tutto perfettamente logico.

Una storyline che trovo semplicemente geniale, che spiega in maniera psicologica un personaggio che fino a questa storia non aveva mai dato spunti di grande interesse a livello di character. Una storia che è molto Burtoniana. Tim Burton, noto regista cinematografico, da sempre punta su un concetto che è possibile ritrovare in gran parte delle sue pellicole: Non sempre ciò che sembra malvagio lo è davvero. Chi non ricorda quello straordinario personaggio interpretato da Johnny Deep che è Edward mani di forbici? Un prodotto di laboratorio, una sorta di robot umanizzato creato da un anziano scienziato morto prima di riuscire a completare la sua opera, lasciando così Edward sprovvisto delle mani, prontamente sostituite da un paio di lunghe cesoie da giardino. Una macchina umana dall’aspetto lugubre e terribile, con due armi al posto degli arti superiori, non poteva che incutere timore e paura in ogni persona incontrata sul proprio cammino. E così la gente del paese diffidava di Edward, ne parlava male, lo considerava a tutti gli effetti un mostro capace solo di uccidere e distruggere, al punto di accusarlo di omicidi e crimini opera invece magari dei loro amici o dei loro vicini, così inappuntabili in apparenza. Solo una ragazza(la Sting della situazione), rimasta colpita dai suoi sentimenti puri e genuini, dalla sua particolare visione del mondo, riuscì ad andare oltre l’aspetto apparentemente mostruoso, per scoprire una persona come tutte le altre, dotata di una grande sensibilità e per questo più fragile. Le persone però non potevano accettare un diverso e finirono, con il loro odio, con la loro rabbia, con il trasformare un ragazzo dalle buone e pie intenzioni in una macchina dalla rabbia incontrollata.

Ma si potrebbero citare anche film come Nightmare before christmas, dove un gruppo di terrificanti mostri di Halloween decide di dare una vacanza a Babbo Natale e di organizzare loro il Natale, venendo però attaccati dall’esercito per via del loro aspetto poco rassicurante e per via della loro diversità, Batman il ritono, dove il Pinguino burtoniano non è un mostro, non è uno spietato criminale ma solo un bambino che è stato rifiutato dalla madre, che è cresciuto in mezzo ad un fogna e che ha visto da sempre negati sentimenti di stima e affetto, o Big Fish, dove un gigante, ritenuto dagli abitanti del villaggio il mostro da abbattere e il responsabile di crimini in realtà mai commessi, si rivela un essere dalla straordinaria sensibilità e bontà d’animo.

Tutte storie in parte simili alla nostra che condividono il medesimo pensiero di fondo: L’apparenza inganna. Forse è tautologico dirlo ma non è così scontato nella società odierna che vive di immagini, simboli, mode ed estetizzazione quotidiana. Dove tutto, anche i sentimenti umani, le grandi tragedie e persino i delitti, vengono spettacolarizzati e cannibalizzati dallo show televisivo. Sembra di essere tornati ai tempi degli antichi greci, che esaltavano il kalòs kai agazòs, il bello e(ma in realtà sarebbe meglio dire dunque) buono, e disprezzavano il brutto dunque cattivo e malvagio,qualcuno da prendere in giro e dileggiare (il Tersite dell’Iliade per esempio). Ecco che allora, per una società del genere, deve essere per forza Abyss, il mostro, l’uomo malvagio, quello di cui diffidare e da condannare e non certamente quel rispettabile uomo di mezz’età dall’aspetto vagamente mefistofelico, vestito in maniera gotica ed elegante, colto e forbito nel parlare, vero e proprio affabulatore, e dai comportamenti raffinati e fascinosi. “Ci sono persone che non hanno ucciso nessuno ma sono più malvage di persone che ne hanno uccise cinque” diceva il grande Dostoevskij. Infatti Mitchell non gettava gli avversari sulle puntine da disegno, non li colpiva con la mazza avvolta nel filo spinato, non li attaccava alle spalle nel backstage, non li puniva con la black hole slam. Era Abyss a farlo, lui che c’entrava in fondo?

Così avevamo pensato per anni, così giudicavamo questi due personaggi. Ma Sting ha fatto il “Dostoevskij” della situazione e ci ha aperto gli occhi: E’ vero Abyss si comporta da mostro, Abyss ha fatto tutte quelle azioni deplorevoli ma solo perché spinto da Mitchell, lui sì vero manipolatore diabolico della mente di un povero ragazzo disturbato, che una vita sfortunata, un padre malefico e la violenza della società hanno trasformato in un mostro. In fondo Chris non cercava che un po’ di affetto e amore, due sentimenti per lui sconosciuti fin da quando da ragazzo fu costretto a finire in prigione e a perdere così l’amore materno, l’unica ad essersi realmente interessata a lui. Un po’ come un moderno Frankstein, il noto mostro di Mary Shelley, che si affacciò al mondo pieno di speranze e buoni propositi, che aiutò a far sopravvivere una povera famigliola di contadini, vedendosi però sempre rifiutare un affetto per via del suo aspetto orribile, che lo portò a diventare un assassino, un mostro, non sono nelle sembianze, ma anche in fondo al cuore. Non è un caso che Chris appena incontrata una persona come Sting in grado di stimarlo ed amarlo per ciò che era davvero, e non per le sua forza e brutalità nel ring, abbia saputo cambiare, diventare più umano e ribellarsi all’autorità paterna.

Le citazioni però non finiscono qui. L’ultima parte della storia, quella in cui Abyss dopo il periodo di libertà con Sting, dove ha potuto sperimentare l’ebbrezza dell’indipendenza, il calore di una persona che ti vuole bene, si è trovato costretto a tornare sotto le grinfie di Mitchell, sotto le percosse e gli insulti dell’intera Christian Coalition, che lo trattava come una bestia, mi ha ricordato per certi versi il capolavoro di David Lynch, Elephant Man. La storia (vera) di un uomo colpito da una grave patologia che gli aveva deturpato orribilmente il volto e l’intero corpo e che era finito, per questa ragione, a “lavorare” come fenomeno da baraccone in un circo, salvo poi essere salvato da un medico(il grandissimo Anthony Hopkins), in grado di apprezzarne le doti umani, che lo avrebbe poi educato e aiutato a socializzare con la realtà circostante. Anche in quella storia il protagonista finì per ritornare dal vecchio padrone tiranno, ritornò ad essere trattato come un animale, con l’aggravante che avendo assaggiato la libertà ora la prigionia era decisamente più difficile da sopportare. Proprio come Abyss con Mitchell e la Christian Coalition.

Dostoevskij, Tim Burton, David Lynch, Omero,rappresentante del pensiero della Grecia classica,e la sua Iliade, Mary Shelley: Nomi pesanti, citazioni straordinarie, capolavori cinematografici e letterari, concetti filosofici, sociologici e morali. Questa è la storyline Abyss/Mitchell/Sting e ditemi se riuscite a trovarmi, nella storia delle disciplina, qualcosa anche lontanamente simile a questa. Francamente non ci sono riuscito.

E con questo è davvero tutto, a settimana prossima dove torneremo finalmente ad occuparci di stretta attualità. Buon fine settimana, ciao a tutti!

 

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