Nick Dinsmore. Probabilmente questo nome non fa affiorare nessun particolare ricordo in mente, ma se si butta un occhio sui trionfi che quest'ultimo ha ottenuto nella OVW (che ai tempi ricopriva la posizione di federazione di sviluppo), sicuramente ci si immagina che questo wrestler abbia raggiunto altrttante soddisfazioni sui grandi palcoscenici della federazione di Stanford. Undici titoli di coppia, per ben nove volte campione mondiale, un palmares che nemmeno gente come Batista, John Cena e Brock Lesnar era riuscita ad eguagliare prima di passare in un main roster della WWE. Tanto ci si poteva aspettare da Nick Dinsmore, ma sicuramente in pochi credevano che un atleta di primissimo piano nella Ohio Valley Wrestling avrebbe fatto il suo grande esordio interpretando la gimmick del nipote ritardato di Eric Bischoff e, a più di sette anni dalla sua prima comparsa a RAW, sappiamo tutti come è andata a finire...
Proprio il recente licenziamento di Eugene mi ha dato lo spunto per questo secondo numero del Business Sheet:
NEW EVENTS, FREEDOM AND LIMITATIONS
Il periodo attraversato dalla WWE tra il 1985 ed il 1997, viene definito: era gimmick. Questa denominazione deriva dalla continua proposizione, da parte della compagnia, di character decisamente marcati, in parole povere, i wrestler interpretavano dei personaggi steriotipati, spesso ricollegabili ad ambiti lavorativi molto comuni. The Undertaker, oggi simbolo della WWE, è anche uno dei maggiori rappresentanti di questo particolare periodo storico del wrestling. La carriera di Mark Calaway, infatti, è riassumibile in due sue "interpretazioni", quella del becchino e quella del biker. Le sue sono definibili come interpretazioni, perché durante tutta la sua carriera in WWE si è dovuto attenere puramente ad un ruolo da interpretare, senza aver mai potuto far trasparire il suo aspetto "umano", senza aver mai potuto essere se stesso.
Mark Calaway e Nick Dinsmore , due wrestler le quali carriere sono agli antipodi, non associabili nè per quanto riguarda i successi, nè per quanto riguarda la fama, solo una cosa gli accomuna: il loro nome sarà sempre legato ad una gimmick. Mentre per il primo, interpretare il character di un becchino, è stata una benedizione, per il secondo, aver interpretato Eugine, è stata una rovina. Cos'è quindi meglio per un wrestler, essere stessi o vivere sotto una maschera dettata dal suo personaggio?
Certo, parlare di essere se stessi, è abbastanza difficile nel wrestling, alla fine bisogna attenersi a dei copioni e non si può pensare che un heel sia tale anche nella vita reale. Però, a differeza di un character marcato, può sicuramente dare una sua interpretazione, far risaltare delle caratteritiche personali, ha più libertà in generale. Libertà; probabilmente questa è la parola giusta per separare chi ha una gimmick e chi non la ha. Chi interpreta un character preciso ha delle grosse limitazioni, non potrà mai dare un'interpretazione personale, perché in quel modo uscirebbe dal seminato. Libertà e limitazioni, parole contrapposte che suddividono due categorie di wrestlers.
Torniamo un attimo all'attualità, precisamente ad Hard Justice, match d'apertura: Steel Asylum. Quello è stato l'incontro che ha bagnato il battesimo di Elijah Burke in TNA. L'atleta di colore era reduce da un avventura in WWE, caratterizzata da degli alti e dei bassi. Nel suo stint nel roster ECW, ha dimostrato di avere grandi potenzialità come leader del New Bread. Certo, non era poi difficilissimo spiccare in un roster limitato come quello del terzo brand WWE, ma sicuramente non ha mai deluso quando è stato chiamato in causa. Nella federazione di Orlando, invece, ha subito un "restyling" completo. Gli è stato affidato un ring name (fino a quel momento aveva lottato con il suo vero nome) ed una gimmick (che ha comunque bisogno di chiarimenti). Tralasciando l'abbigliamento utilizzato da quest'ultimo (esageratamente vistoso e sfarzoso), il cambiamento portato dal personaggio di "the Pope", è evidente nei segmenti extraring. Durante le sue interviste (finora rilascite solo off screen) egli ha affermato di voler purificare i suoi avversari per fargli trovare una nuova strada (o almeno questa era all'incirca l'idea di base). Ora, Elijah Burke, un wrestler che non ha dimostrato mai particolari carenze nè sul ring nè al microfono da dover interpretare una gimmick, ha realmente bisogno di essere un purificatore? Ma soprattutto, un personaggio del genere, riuscirebbe mai ad imporsi nel main eventing? La TNA ha sviluppato alcune delle sue principali storylines puntando su un approccio shoot, cioè che ricalca anche alcuni eventi reali, a questo punto, un uomo che parla di far trovare nuove strade e di formare dei nuovi discepoli, avrebbe mai futuro?
Sempre per restare sul connubbio TNA - gimmick, sposterei il discorso in specifico sulla X Division. Ho già parlato di D'Angelo DiNero, esordiente proprio in questa categoria, ma guardiamo un attimo su coloro che hanno animato questa divisione negli anni d'oro, quando questa era ancora il fiore all'occhiello della TNA. Chris Sabin, Low Ki, Petey Williams, AJ Styles, Samoa Joe, Jerry Lynn e Christopher Daniels. Probabilmente questi sono stati i wrestlers simbolo della X Division, essi riuscivano a ritagliarsi un importante spazio nonostante lo show avesse la durata limitata di un'ora. Oggi, invece, le cose sono cambiate, con iMPACT! che ha raddoppiato il proprio tempo a disposizione, la X Divison ha dimezzato il proprio. Ormai sono poche e messe da lato le rivalità per quella cintura ed il roster ha subito una totale rivisitazione. Togliendo il fatto che manchi un wrestler che faccia da fulcro, un punto di riferimento (che ai tempi era sempre stato AJ), gli atleti che sono stati in orbita titolo negli ultimi anni sono stati sempre dei gimmick wrestlers. Mi sento di escludere da questa lista i soli Alex Shelley ed Homicide, ma a parte loro ci troviamo di fronte a Black Machismo, Abdul Bashir, Suicide, "Maple Leaf Muscle" Petey Williams ed ora Samoa Joe, ben diverso da colui che era diventato il volto della TNA durante tutto il periodo della Winning Streak, surclassando addirittura AJ in quanto popolarità. E' questo il problema della X Division attuale ed è questo il problema delle gimmick in generale, le limitazioni date dai personaggi.
Ma torniamo all'appena nominata Samoan Submition Machine, ora divenuta Nation of Violence. Come affermto prima, Joe rientra tra i personaggi più popolari della storia della TNA, essendo riuscito addirittura ad ottenere la nomina di Most Outstanding Wrestler nell'annuale classifica di Sport Illusttrated (che notamente tende a premiare atleti WWE) ed è il terzo Original, dopo AJ Styles ed Abyss, ad aver conquistato la cintura mondiale. Che bisogo c'era di trasformarlo in monster heel?
Settimana scorsa ho affermato che per una federazione è un azzardo voler puntare su un volto nuovo, ma è altrettanto rischioso per un wrestler accettare di interpretare una gimmick. Il tuo destino sarà sempre legato a quell'immagine fin quando tu non deciderai di distaccartene. Mick Foley lo fece, lui che in una notte riuscì ad interpretare tre personaggi differenti, lui che entrò nella storia volando per due volte dalla cima della gabbia nei panni di Mankind, lui uscì dai panni dei suoi tre personaggi ed ora, lo si ricorda per le sue grandi gesta passate, ma lo si riconosce come Mick Foley interprete di Mankind, Dude Love e Cactus Jack. Lui si è tolto la maschera ed ha continuato a prendere parte al business, senza mai risentire della sua scelta. Mark Calaway, Glen Jacobs e quella stretta cerchia di gimmick wrestlers che sono nel main eventing, continueranno per sempre ad essere the Undertaker, Kane e via dicendo, continuando ad essere l'ombra del proprio personaggio.
Un attore ha il grande vantaggio di poter cambiare ruolo in ogni pellicola che interpreta, la vita di un wrestler, invece, è parallela al suo personaggio. Kane potrà essere l'uomo più osannato dai fan, ma dovendo rispettare la gimmick della Big Red Machine, per lui sarà sempre difficile sostenere un regno decente, le rivalità di un gimmick wrestler sono portate avanti da chi il peso di un character non lo deve sostenere, perché un gimmick wrestler non potrà mai sviluppare una storyline essendone il protagonista principale.
Pochi sono i gimmick wrestler sopravvissuti con il passare degli anni, ancora meno quelli che hanno raggiunto la gloria e, guardando il roster WWE e mentre pensiamo a quanti wrestler al quale è stata affidata una gimmick sono lì da più di un anno, Nick Dinsmore starà a casa o a lottare in qualche federazione indipendente, legato ancora a quel personaggio, perché la gente vuole Eugene, perché le speranze che aveva quando era in OVW si sono dissolte con una sola parola: gimmick.