Ci sono atleti nel mondo del pro wrestling che, grazie al loro innato talento o semplicemente a un colpo di fortuna, raggiungono un successo esagerato, costellato di main events, titoli di campione, grandi feud e una solida presa sul pubblico... e poi c'è Ryback! XD
Scherzi a parte, ho aspettato la fine di Elimination Chamber per scrivere questo editoriale proprio per dedicarlo al Big Guy, nella speranza che vincesse il suo match nella Chamber valido per il vacante titolo intercontinentale (anche se la mia prima scelta sarebbe stata Bray Wyatt, però era solo un sogno che non si è realizzato).
Forse molti di voi si staranno chiedendo una semplice, singola domanda... Perché? Beh è semplice, perché il ragazzone che si veste come Rob Van Dam ha raggiunto finalmente un traguardo significativo, ottenere il primo alloro in WWE dopo ben 10 anni di "onorata" carriera!
Ma partiamo con ordine, nel 2004 un simpatico programma di nome Tough Enough (che tra l'altro ripartirà a breve) vede tra i suoi concorrenti un omone dall'aspetto decisamente poco gradevole di nome Ryan Reeves; il ragazzo sembra saperci fare, ma nonostante tutto non riesce ad uscire vittorioso dal programma, impressiona però positivamente la WWE che decide comunque di dargli una chance nei suo territorio di sviluppo.
Dopo qualche annetto per il nostro affamato atleta si presenta una ghiotta occasione per emergere in WWE, ovvero la prima stagione di NXT, programma dedito a creare nuovi talenti e farli diventare vere e proprie Superstar WWE; inutile dire che il Big Guy, che in quell'occasione portava il nome di Skip Sheffield (in cui "Skip" era probabilmente l'azione preferita dai fan nei momenti in cui lui era sullo schermo), non riesce ancora ad avere la fortuna dalla sua parte e viene eliminato dal programma; la vittoria della prima edizione andrà poi all' "imbattibile" Wade Barrett, tanto per la cronaca.
Ma dove la fortuna non arriva ci pensa l'ingegno, perché il buon Skip si ritrova nel gruppo giusto al momento giusto, i rookie della prima stagione di NXT infatti riescono a crearsi uno spazio (e che spazio) nel main roster della WWE invadendo letteralmente lo show e facendosi successivamente chiamare The Nexus. La stable, una delle migliori degli ultimi anni dopo il più recente Shield, fa il bello e il cattivo tempo a Raw e Smackdown e da modo a ogni singolo componente di farsi un nome a spese dei veterani del business; indelebile nella mia memoria è senza dubbio la prima invasione del gruppo, che attaccò John Cena e vide anche un efferato Daniel Bryan strangolare il ring announcer Justin Roberts (motivo poi per il quale non fece più parte del Nexus e venne addirittura licenziato).
Tornando però alla base del discorso, il nostro amico Sheffield spiccò nella stable per la sua forza fisica e la sua aggressività, ma la sfortuna si abbatté su di lui per l'ennesima volta, costringendolo a un lunghissimo stop a causa di un infortunio alla caviglia.
Col passare del tempo i fan si erano completamente dimenticati di quel burbero e muscoloso omaccione dal sorriso smagliante, fino a che all'improvviso costui fece un ennesimo debutto in WWE, stavolta con il nome di Ryback.
La sua gimmick era semplice e d'impatto al tempo stesso: "Salgo sul ring, spacco tutto, vinco il match e torno a casa"; per parecchi mesi il Big Guy ci ha "deliziato" con questo mantra stile Brock Lesnar e con le sue 2 Moves of Doom (Meat Hook e Shell Shocked) fino ad arrivare addirittura a buttare giù il grosso muro del mid-card ed entrare nel giro che conta; Ryback ebbe infatti il privilegio di affrontare niente meno che CM Punk per il WWE Championship, il che ha segnato senz'altro il picco più alto della sua carriera.
Da li in poi è arrivato il depush, quello brutto, pesante e dal quale difficilmente ci si riprende... il Big Hungry viene preso di mira inizialmente dalla nuova stable proveniente da NXT che ha invaso la WWE, lo Shield (non ricordo neanche più quante Triple Powerbomb si sia beccato il povero Ryback), le cose però non vanno di certo meglio dopo questo periodo, perché Mr. Feed Me More viene sì scelto come Paul Heyman Guy da parte del manager più in gamba di tutti i tempi, Paul Heyman, ma finisce per essere diseredato da quest'ultimo perché non all'altezza di far parte della scuderia dell'avvocato di Brock Lesnar.
La sorte del nostro eroe viene quindi segnata da un evento che cambierà per sempre la sua vita, l'alleanza con Curtis Axel! Sia chiaro, io stimo molto Curtis, il problema è che è uno degli atleti più sottovalutati dell'intera WWE (basti guardare alla fine che ha fatto ora con la Axelmania).
Va beh, fatto sta che i due diventano amiconi e insieme condividono il loro triste destino comune di possibili top star diventate però meno importanti e vincenti di El Torito; dopo svariati tentativi di accaparrarsi i titoli di coppia (uno dei quali a WrestleMania 30, a cui ho assistito in prima persona) il duo si separa consensualmente, mantenendo una bella e duratura amicizia (più o meno).
Il Big Guy riprende quindi la sua carriera da singolo, ma non riesce proprio a brillare in mezzo alle tante stelle che nel frattempo affollano il roster della federazione di Stamford; in confronto a Seth Rollins, Dean Ambrose, Roman Reigns, Bray Wyatt e veterani come John Cena e Randy Orton che continuano a dominare la scena, l'ex Skip Sheffield risulta essere solo una piccola goccia dispersa nel mare dell'indifferenza.
Il feud più degno di nota a cui il "Dumb as F**k" prende parte riguarda la rivalità tra l'Authority e John Cena, feud nel quale esce vincitore assieme al suo team a Survivor Series, ma poco tempo dopo viene licenziato insieme ai suoi compagni di merende Dolph Ziggler ed Erick Rowan.
Ah, a proposito di "Dumb as F**k", vale anche la pena segnalare che il povero Ryback è stato anche oggetto di scherno e insulti vari da parte di CM Punk durante il mitico podcast fatto con l'amico Colt Cabana; il Best in the World non si risparmiò in quell'occasione, definendo Ryback un perfetto idiota e asserendo che lottare contro di lui equivale a perdere 20 anni di vita.
Ma andiamo oltre, cioè a concludere l'epopea del nostro novello Ercole, che di fatiche per rimanere a galla in questa piscina piena di squali ne ha dovute fare ben più di 12; l'ultimo capitolo della storia del Big Guy risale a pochi giorni fa, nella splendida e ingabbiante cornice di Elimination Chamber.
In quell'occasione Daniel Bryan, costretto ad uno stop (forse definitivo) per colpa dell'ennesimo infortunio, presenzia a bordo ring per osservare le soldi del suo (e di Vacant) Intercontinental Championship, che verrà riassegnato a colui che sarà in grado di uscire vincitore dal temibile Elimination Chamber Match.
I partecipanti alla contesa oltre a Ryback sono il re dei jobber King Barrett, il biondo con la bionda Dolph Ziggler, il galletto celtico Sheamus e l'immancabile quanto inutile R-Truth; nel match ci sarebbe dovuto essere anche l'ex bulgarusso Rusev, ma essendo infortunato è stato sostituito da Bra... Ah no aspetta, Mark Henry... Mark Henry.... Cioè, Mark Henry... Anche basta!
Comunque, tutti (e dico proprio tutti) davano per scontata la vittoria del Celtic Warrior Sheamus, che da quando è tornato in questo suo stint non ha combinato praticamente niente di buono; tant'è che si pensava: "non ha mai vinto l'IC Title, ancora non ha avuto vittorie significative, vincerà lui di sicuro", e invece TIE' a tutti quanti! il latticino con la cresta ha fallito miseramente anche stavolta ed è stato sconfitto all'ultimo proprio dall'uomo a cui ho dedicato il mio Fil's, Ryback!
Piuttosto emozionante, per me, è stato vedere la consegna del titolo da parte di Bryan nei confronti di Ryback, e i ringraziamenti di quest'ultimo al Dazzler per essere stato di ispirazione a lui e a milioni di fan; non so perché, ma io vedo un fantomatico passaggio della torcia da parte di Daniel al buon Ryan, è pur vero che a livello di talento c'è un abisso tra i due, ma Reeves ci mette passione, cuore e anima in quello che fa, proprio come fa il nostro Bryan; quindi spero vivamente che a Ryback sia riservato ciò che doveva essere dato a Bryan, ovvero un regno da fighting champion in cui il Big Guy magari possa anche crescere qualitativamente affrontando ottimi avversari e regalandoci buoni match da guardare.
Sopravvaluto troppo Ryback? Forse... Ma se devo proprio essere sincero preferisco lui all'ormai trito e ritrito John Cena, che vince tutto da anni e non ha più niente da dire... Ryback può ancora dire qualcosa, e ora che è campione può cominciare proprio dalle parole che hanno definito la sua carriera finora:
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