KOFI KINGSTON: SARÀ MAI PRONTO PER IL GRANDE SALTO?
Nelle federazioni di wrestling c’è sempre stato un grande via vai di atleti. Non è come il mondo del calcio dove le finestre di mercato, quelle che consento di tesserare professionisti, sono temporanee, qui le Superstars firmano dei contratti, che sono facilmente rescindibili, dietro pagamento di penali, da ambo le parti. Il perdurare di una Superstars in una federazione dipende da tanti fattori: innanzitutto conta il parere della dirigenza, poi conta il riscontro ottenuto dal pubblico e solo in ultima analisi si considerano le capacità sul ring (ahimè che cosa triste).
Proprio perché esiste questa scala di valori, da tenere in considerazione, molto spesso abbiamo assistito a debutti annunciati, come se dovesse arrivare il cosiddetto “Salvatore della Patria”, che si trasformavano in veloci ritorni nel dimenticatoio, in brevissimo tempo. Spesso ci siamo trovati ad aver a che fare con vere e proprie meteore. Poi, invece, ci sono coloro che riescono a superare lo scoglio del debutto iniziale e si affermano, così, nelle federazioni.
Le Superstars che riescono a rimanere, in pianta quasi stabile, nella federazione si lanciano poi nella competizione per i titoli della stessa. In realtà è come se i lottatori fossero divisi in varie categorie. Sia chiaro non sono categorie vere e proprie, nel senso che non sono ufficiali, non sono riconosciute dalla federazione, ma sono date per esistenti grazie a fatti concludenti. Mi spiego meglio, prendiamo il caso della WWE, anche qui ci sono queste categorie. Ci sono gli atleti che sono considerati come “jobber”, che servono solo a pushare le Superstars in rampa di lancio. Un po’ più su ci sono quelle Superstars che sono destinate comunque a pushare le altre, ma almeno non prendo parte ai cosiddetti squash match. Dopo di questi abbiamo i contendenti ai titoli minori (titolo intercontinentale e titolo Usa) e poi abbiamo i contendenti ai titoli principali (titolo WWE e titolo World Heavyweight). Infine ci sono quelle Superstars, come HHH, Undertaker e Lesnar, che tornano solo per alcuni match, soprattutto per aumentare l’appeal della federazione verso il pubblico. Coloro che invece lottano per i titoli di coppia fanno categoria a se.
Alcuni atleti sembrano essere nati proprio per le categorie minori, nel senso che avranno sempre qualcosa che gli mancherà per fare il cosiddetto salto finale. Sono coloro che non sarebbero credibili come campioni assoluti della federazione. Una Superstars che a pieno rientra in questa categoria è Kofi Kingston.
Kofi nasce, in Ghana, il 14 Agosto 1981, e firma un contratto di sviluppo con la WWE nel 2006. Il suo debutto nella federazione principale, avviene il 22 Gennaio 2008, nella allora rediviva ECW. Riesce velocemente a scalare posizioni nella federazione, tanto è vero che conquista il titolo Intercontinentale pochi mesi dopo, il 29 Giugno 2008, battendo Chris Jericho. Lo perderà solo due mesi dopo, per mano di Santino Marella. Ad Ottobre però si unisce con Cm Punk e conquista i titoli di coppia, titoli che resteranno nelle loro mani fino al mese di Dicembre. Il 1 Giugno 2009 conquista il titolo USA battendo MVP. Manterrà la cintura fino al mese di ottobre. La sua carriera prosegue sempre nel giro dei titoli minori, conquistando altri due titoli Usa (uno è quello attuale) e altri tre titoli Intercontinentali. Sempre dal 2010 ad oggi riesce ad arricchire il suo palmares con due titoli di campione di coppia (uno con Evan Bourne ed uno con R-Truth).
Analizzando la carriera di Kofi, ed i tioli da lui vinti, si potrebbe dire che Kofi ha fatto incetta di titoli, inoltre se si analizzano tutte le sue partecipazioni ai PPV, si nota che quasi sempre era coinvolto in un match titolato. Quindi si potrebbe dire, senza dubbio che sia stata una buona carriera. Questo è il nodo gordiano della situazione, che ci porta a fare una analisi più approfondita della carriera di Kofi.
Partiamo analizzando i PPV. Kofi da quando è in WWE ha preso parte a quasi tutti i PPV, mandati in onda dalla WWE, ed in molti di questi ha preso parte a match titolati. Esattamente da quando ha debuttato in WWE ha preso parte a 47 match in PPV. Di questi 47, 5 sono partecipazioni alla Royal Rumble (che non gli hanno fruttato la vittoria), 4 sono partecipazioni a Money in the Bank (anche questi culminati senza vittoria), 13 sono match senza nulla in palio (di cui ben 11 sono sfide di coppia o a squadre), 8 sono match con in palio i titoli di coppia, 9 sono match per il titolo Intercontinentale, 6 sono match per il titolo USA, e solo 2 sono match con in palio il titolo WWE, ma sono due Elimination Chamber, conclusisi senza una sua vittoria. Quindi Kofi non ha mai avuto match 1vs.1 per conquistare un titolo assoluto. In più gli unici match in cui in palio c’era qualcosa di veramente importante, che gli permettesse di fare il cosiddetto salto di qualità (Elimination Chamber, Money In The Bank e Royal Rumble), li ha sempre, e dico sempre, falliti, regalandoci, si, qualche prestazione da ricordare, ma mai una vittoria.
Questa analisi, un po’ più approfondita, mette in risalto il fatto che Kofi si sia dimostrato un cosiddetto “atleta di categoria”, ovvero una Superstars che riesce bene, anche benissimo, quando si cimenta in quello che gli compete, ma che non riesce mai ad imporsi e a sfondare quando viene chiamato in causa nel giro che conta. Quindi la domanda è: “Sarà, Kofi, costretto a stare sempre al di sotto della categoria principale, o prima o poi riuscirà ad emergere ed affermarsi anche lì?”. Con questo interrogativo levo fiato alle trombe e cedo a voi la parola…