CHRIS BENOIT: LA SUA FIGURA SARÀ RIABILITATA IN FUTURO?
Siamo ormai a ridosso di Wrestlemania, il ppv per eccellenza, firmato WWE. L’ansia e l’adrenalina iniziano a farsi sentire, nonostante la card non sia la migliore di sempre, Wrestlemania è pur sempre Wrestlemania, crea Hype da sola, figuriamoci quest’anno che festeggia il trentennale. Quando ho immaginato quale potesse essere la tematica principale di questo articolo mi è venuta in mente un’unica cosa: la streak. Come non poter parlare di Undertaker e la sua mastodontica striscia di vittorie consecutive nel ppv più importante di sempre?
Mi sentivo carico e pronto alla stesura dell’articolo, quando girando su internet ho trovato una video intervista a David Benoit, figlio del defunto wrestler Chris Benoit, che mi ha fatto cambiare idea. In un estratto di questa lunga intervista David si è detto fermamente convinto che suo padre Chris dovrebbe, prima o poi, essere introdotto nella WWE Hall of Fame, aggiungendo che bisognerebbe focalizzare meglio l'attenzione sulle cose positive che su quelle negative.
Chris Benoit è scomparso il 24 giugno 2007, in una controversa e tragica serie di eventi che ne hanno portato alla morte, e per mano sua sono scomparsi anche sua moglie e suo figlio Daniel. In quel periodo, della tragedia che investì la famiglia Benoit si sono riempiti le bocche tutti gli enti mondiali di informazione. La persona di Chirs Benoit è stata messa alla gogna e la WWE si è distaccata immediatamente dal Canadian Crippler, eliminando qualsiasi collegamento esistente tra la federazione e l’atleta. Tutti i match passati di Benoit vennero eliminati dalla programmazione della WWE e a tutti i suoi dipendenti e stakeholders venne vietata la possibilità di fare qualsiasi riferimento sul Rabid Wolverine. Come se il non nominarlo più lo facesse scomparire dalla memoria della gente…
Parlare di Chris Benoit mi mette sempre di uno strano umore, è grazie a lui che ho amato il Wrestling alla follia (non dimenticherò mai la galoppata che lo porto al titolo a Wrestlemania 20) ed è purtroppo sempre a causa sua che ho abbandonato la disciplina, nel 2007, per un po’ di tempo. Mi ero ormai rassegnato al fatto che il mio beniamino non avrebbe mai ricevuto il giusto riconoscimento sportivo.
In molti hanno asserito che non è possibile considerare solo un lato di una persona senza considerare tutte le sue sfaccettature. Sono pienamente d’accordo, però vorrei evidenziare una cosa: una persona a cui volete veramente bene, una persona diciamo fondamentale nella vostra vita, oppure il vostro idolo, colui al quale vi ispirate mentre crescete, potrà mai essere screditato realmente e definitivamente ai vostri occhi?
Credo di no, potrà deludervi, potrà non essere più una parte della vostra vita, ma i momenti che vi ha fatto vivere, le emozioni che vi ha fatto provare, non potranno mai sparire; sono questi elementi, che vi hanno segnato, che non potranno mai essere rimossi, indipendentemente da cosa quella persona potrà mai fare.
Quando la tragedia della famiglia Benoit era appena avvenuta si era creato un vero e proprio tiro al bersaglio sull’atleta: tutti sparavano le cattiverie più infide, sia su di lui che sulla sua famiglia che sul wrestling in generale; è infatti in questi periodi che i pregiudizi delle persone si fanno largo e sfociano nelle critiche, proprio perché hanno atteso tanto a lungo affinché un piccolo varco gli aprisse la strada per infangare una disciplina, o una Superstar, odiata a prescindere, indipendentemente se le abbiano mai viste o si siano realmente informate sulla faccenda. È molto più semplice essere cinici verso qualcuno che non si conosce, piuttosto che verso qualcuno che si conosce realmente.
La cosa che più mi rattrista di questa vicenda è che un wrestler dannatamente bravo, forse uno fra i primi 5 wrestler tecnici nella federazione di sempre (sfido chiunque a dire il contrario), verrà conosciuto dalle nuove generazioni come un pazzo con manie omicida (è un po’ cruenta come espressione, ma estremizza al meglio la situazione). Nessuno dei nuovi fans potrà dire di aver visto le sue meravigliose proiezioni, le sue manovre di sottomissione, i suoi favolosi match.
È brutto e degradante non poter fare apprezzare un atleta, per le sue reali capacità, alle persone solo perché hanno la mente offuscata dai pregiudizi. Il fatto che poi la WWE ne abbia preso le distanze non aiuta la situazione. Immagino che una federazione, soprattutto se quotata in borsa, voglia mantenere le distanze dai cattivi eventi, in modo da non uscirne screditata, ma il non parlarne di certo non cancella l’evento dal passato. Ormai che è passato un po’ di tempo potrebbe gradualmente riavvicinarsi a Benoit, in modo da dargli il giusto tributo e da fare contenti i suoi fans, che nonostante tutto sono ancora molti.
In conclusione i quesiti che si possono sollevare sono: “La WWE riabiliterà mai il nome di Benoit? Riuscirà mai ad essere introdotto un giorno nella Hall of Fame? I suoi fans lo dimenticheranno mai?”. Con questi interrogativi levo fiato alle trombe e cedo a voi la parola… anzi ne approfitto per fare un’ultima comunicazione. Dopo anni passati a scrivere, pieni di passione ed enfasi, grazie anche al corrisposto apprezzamento di alcune persone, ho deciso di posare la penna per un po’. Questo al momento sarà l’ultimo numero del Parallel Lives e mi è sembrata la più naturale conclusione del ciclo, chiudere questa collana così come era iniziata, con un numero su Chris Benoit. Grazie per il supporto e l’affetto, lo ho apprezzato davvero molto. A presto!