BRIEFCASE OF DISDAIN
Abbiamo un vecchio/nuovo campione WWE, Shawn Michaels ha più o meno turnato heel, Roman Reigns al contrario sta probabilmente passando pian pianino tra le fila dei buoni, AJ Lee mantiene il titolo, Dolph Ziggler vende merchandising random, CM Punk riesce finalmente a pestare come si deve Paul Heyman, John Cena torna e vince il World Title contro Alberto Del Rio… E poi c’è Damien Sandow, che ancora non sa cosa fare con la sua cara valigetta.
Questo era, a grandi linee, lo scenario della WWE subito dopo Hell In A Cell. Una situazione abbastanza interessante, ma che vedeva tagliato fuori il Money In The Bank Winner Damien Sandow. Perciò, lunedì notte a Raw si è pensato bene di mandarlo così, dal nulla, contro un John Cena sì ancora convalescente, ma comunque in grado di battere Del Rio la sera prima. Uno degli incassi più brutti che ricordi, parecchio illogico, che pare avere il solo scopo di, senza giri di parole, levare Sandow dalle scatole. Non ci si è sforzati minimamente di rendere l’intellettuale uno sfidante credibile, ma francamente si trattava di un’impresa quasi impossibile, soprattutto con Johnnyboy con la cintura attorno alla vita. Considerato lo status di Sandow, le strade erano due: o si rimandava all’infinito l’incasso, arrivando ad un regno probabilmente fallimentare (vedasi Ziggler); oppure si affrontava subito il problema. Personalmente non me la sento di criticare il Creative Team per aver scelto la seconda opzione, tuttavia esso non è esente da colpe. L’errore, a mio parere, è stato commesso a Luglio in quel di Philadelphia: Sandow non doveva vincere affatto quella valigetta, ma l’ha vinta lo stesso, per il semplice fatto che era il compagno di coppia di Cody Rhodes. Il turn face ed il feud con Sandow dovevano portare Cody nella parte alta della card, ma la cosa è sfumata nel nulla. Cody è riuscito a farsi strada diversamente vincendo i titoli di coppia con suo fratello Dustin; mentre per Sandow non ci sono state altre occasioni. Il punto è che la faccenda è stata gestita male perché si è pensato solamente alla rivalità tra questi due, non a dei piani effettivi per la valigetta.
Dando uno sguardo alle statistiche si evince poi che quello di Sandow non è un caso isolato. Negli ultimi tre anni, su sei valigette vinte, solo due sono servite a qualcosa di concreto. Daniel Bryan ha avuto un regno da World Champion di tutto rispetto nella prima parte del 2012, salvo il modo in cui ha perso la cintura; Randy Orton invece ha incassato la valigetta a Summerslam 2013 e, malgrado abbia perso il WWE Championship dopo meno di un mese, continua ad essere in lotta per riconquistarlo. Le altre quattro valigette, invece, sono di fatto andate sprecate. Alberto Del Rio ha ottenuto con la sua un regno ridicolo; il MITB di John Cena, vinto in un ladder match idiota che comprendeva solo ex campioni, snaturando il concetto del Money In The Bank, è stato incassato in maniera “pulita” in un match finito per DQ; Dolph Ziggler, lo ricorderete, ha effettuato il cash-in la sera dopo Wrestlemania XXIX e ha perso subito il titolo anche lui, colpa anche (ma non solo) di una commozione cerebrale. Arriviamo dunque a Sandow, che si è sportivamente suicidato questo lunedì a Raw.
La domanda, a questo punto, sorge spontanea: ha ancora un senso la valigetta del Money In The Bank? Al di là della qualità dei ladder match, che quest’anno è stata eccelsa, mi rendo conto che fare qualcosa di originale ma comunque sensato con il MITB diventa sempre più difficile. In taluni casi inoltre esso arriva addirittura a fare del male, a livello di status, agli atleti. Prendiamo appunto Sandow come esempio: senza valigetta avrebbe potuto volgere la sua attenzione ad un titolo secondario, obiettivo a lui decisamente più consono rispetto al World Heavyweight Championship; con il MITB è stato invece “costretto” a dare l’assalto ad una cintura per cui semplicemente non è pronto. Altro caso simile Del Rio, per nulla pronto per il WWE Championship, calato nella considerazione di molti (me compreso) dopo i due mini-regni scaturiti dalla vittoria della valigetta. Insomma, il Money In The Bank pare essere diventato, più che un’opportunità per un atleta di imporsi nel Main Eventing, un impiccio di cui bisogna disfarsi, un intralcio a qualsiasi storyline sia in corso. Chi scrive apprezza parecchio l’idea del Money In The Bank, sia per quello a cui può portare la valigetta che per il lottato che offre. Sarebbe doloroso perdere questo match caratteristico della WWE; tuttavia non si può continuare a gestirlo in questo modo. O ci si punta seriamente, scegliendo accuratamente il/i vincitore/i; oppure si vira verso nuove idee. Sotto questo aspetto, penso farebbe bene tornare ad un solo MITB Ladder Match anziché due all’anno: se già è difficile curare una valigetta, figurarsi due. Così facendo, inoltre, si eviterebbe la presenza di personaggi messi lì solo per qualche spot o, peggio, per occupare un posto. Per capire di cosa parlo prendete il MITB di Smackdown dell’anno scorso: Damien Sandow era lì per puro caso, tant’è che non ha fatto assolutamente nulla in quell’occasione; gente come Tyson Kidd e Sin Cara serviva per “volare”, ma non avrebbe mai potuto vincere; Santino Marella e Tensai… Insomma, avete capito. Un solo match, con sei o otto contendenti credibili, è a mio avviso molto meglio che due zeppi di tappabuchi. Infine, con un solo MITB, si tornerebbe ad avere un senso di incertezza riguardo al cash-in: il vincitore potrebbe infatti incassare sia sul WWE Champion che sul World Champion, rendendo le cose più interessanti.
Parlando d’altro, pare finalmente arrivato il momento dello split dello Shield. Non li vedremo l’uno contro l’altro già da domani, certo, ma se finora i tre sembravano un gruppo unitissimo, ora stanno venendo fuori alcune divergenze. In particolare, Roman Reigns sembra aver maturato uno spirito più combattivo rispetto ai suoi due compagni. Nell’ultimo Smackdown, per citare un esempio, Reigns non voleva ritirarsi come Ambrose e Rollins, bensì avrebbe preferito lottare contro tre avversari (nella fattispecie gli Usos e Big E Langston). Sapete come la penso sull’eventuale split dello Shield, ne ho già parlato in altre occasioni e non vedo motivo di ripetermi; su questo fronte ora c’è solo bisogno di aspettare e vedere come si evolverà la faccenda.
Passiamo ora a CM Punk. Come accennato in apertura, il Second City Saint ha finalmente portato a compimento la sua missione, massacrando Paul Heyman sulla cima dell’Hell in a Cell. Non è stato poi così emozionante, così come il match con Ryback non ha convinto pienamente, ma il lato positivo è che, finalmente, dovrebbe essere finita la faida tra Punk e gli Heyman guys. Con Ryback nuovamente battuto (sia ad HiaC che a Raw) e Curtis Axel infortunato, ora non c’è più nessuno che possa lottare con il Chicago Kid ed è il momento per lui di muoversi verso nuovi obiettivi. Se avete visto Raw, non c’è nemmeno bisogno che vi dica quali: la Wyatt Family ha infatti attaccato CM Punk al termine dello Street Fight Match vinto contro il Big Hungry. Wyatt Family che nella stessa serata ha attaccato anche Daniel Bryan nel backstage, spedendo il Dazzler in ospedale (kayfabe). Aggiungeteci che il prossimo PPV è Survivor Series e pare abbastanza logico ipotizzare una contesa a squadre incentrata sui lottatori appena citati. Mancano dei componenti in entrambi i team, ma a cosa servono le settimane seguenti, se non proprio ad individuarli? Uno di questi componenti potrebbe essere The Miz, che ha un conto in sospeso con la Family; dall’altra parte invece vedrei bene Kane e Randy Orton: il primo se l’è presa anche lui col povero Miz e al momento sembra essere sotto il controllo di Stephanie McMahon; il secondo è il campione WWE ed è attualmente impegnato con Daniel Bryan. Mancano due lottatori tra i buoni a questo punto. Uno potrebbe essere il bandito a vita Big Show, sull’altro non mi viene in mente nessuno. Un buon gruppo di questo match a squadre in costruzione comunque è già stato individuato, buon segno che preannuncia delle Survivor Series come si deve, quantomeno sulla carta.
Avrete sicuramente notato che non si è parlato di Shawn Michaels e del WWE Championship; argomenti che sicuramente tratterò nel prossimo numero. Per oggi ho preferito concentrarmi su altri temi, in attesa anche di ulteriori sviluppi della storyline principale. È dunque tutto per questo numero dell’Insider, alla prossima!