LIKE IT NEVER EXISTED
Sono passate due settimane dall’uscita dell’ultimo numero di questo editoriale; se allora il tema caldo era il dismembramento dello Shield, a quattordici giorni di distanza… È ancora quello. Chi scrive è tra i pochi i quali, vedendo Seth Rollins colpire con una sedia Roman Reigns e Dean Ambrose, non ha rivolto parole di disprezzo alla federazione di Stamford. Sono un grande estimatore dello Shield, ma era da tempo che mi auguravo i ragazzi prendessero ognuno la propria strada, perché onestamente i tre avevano raggiunto tutti i traguardi possibili per una stable priva di un leader. Sono ancora convinto, dunque, che lo split dello Shield sia stata una buona scelta, ma ciò poteva, anzi doveva, avvenire in maniera sensata e non, come è stato, completamente random.
Sapete cosa mi ricorda questa situazione? Un match tra Dolph Ziggler ed Alberto Del Rio. Ziggy era il World Heavyweight Champion e rientrava, da heel, da una commozione cerebrale causatagli da un imprudente Jack Swagger a Smackdown. Il messicano, al contrario, arrivava a quel Payback 2013 da face. Anche lì la scelta effettuata è stata del tutto condivisibile: un doppio turn. Del Rio stava andando malissimo nel suo stint da “beniamino” -si fa per dire- del pubblico; al contrario Ziggler, pur comportandosi in maniera disdicevole nel corso dei vari show, era sempre più sostenuto dal pubblico.
Il problema, allora come adesso, risiedeva nell’esecuzione materiale dell’idea di fondo. Se da un lato ci stava il cambio di attitudine di Alberto, che voleva fortemente riconquistare il titolo; dall’altro non ha avuto un briciolo di senso che Dolph Ziggler, uno che non si era mai fatto problemi ad usare qualsiasi tipo di scorciatoia, decida di lottare con le proprie forze proprio quando si trovava in condizioni fisiche precarie.
All’epoca, quella sembrava una buona idea, un “capolavoro” addirittura per molti. Per me non lo era affatto, poiché sebbene il doppio turn avrebbe potuto portare a qualcosa di buono, era stato eseguito in maniera insensata. Ma a molti andava bene lo stesso, hanno sacrificato un match in PPV e la logica di una storyline, convincendosi anche che ce ne fosse in ottica mark, per raggiungere uno scopo: il turn face di Ziggler, che poi purtroppo non è andato come si sperava, ma non è questo il punto.
Non vedo cosa cambi con la situazione attuale. Si è sacrificata la logica, non un match in PPV (perché comunque Shield vs Evolution è un candidato match dell’anno), per raggiungere uno scopo: lo split dello Shield. È una decisione che mi aggrada? Assolutamente no, ma come era stato per il turn di Ziggler l’anno scorso può portare sicuramente a qualcosa di più interessante dell’ennesimo three-on-three senza nulla in palio dello Shield, un gruppo che ha fatto la storia ma che francamente non aveva più nulla da dire, avendo battuto chiunque.
Le cose sarebbero dovute comunque andare diversamente. Ci sta l’attacco di Seth Rollins verso i suoi compagni, non mi rimangio affatto ciò che ho detto due settimane fa, e ci sta anche che a Smackdown decida di non esporsi, mantenendo un alone di mistero sulle proprie azioni. Nel Raw successivo, però, Rollins, Triple H o chiunque altro avrebbe dovuto dare un senso a ciò che ha fatto il nativo dell’Iowa. Con Money In The Bank alle porte, si pensava ad un suo inserimento nel Ladder Match valido per la cintura, una sorta di ricompensa da parte di Trips per il suo tradimento. Invece no, Rollins si siede sul ring con Michael Cole, farfuglia qualcosa sull’adattarsi, l’evolversi e fondamentalmente non dà nessuna spiegazione per il suo gesto. Seth ha creato lo Shield e quindi può distruggerlo, questa l’unica pseudo-giustificazione di quanto compiuto. Semplicemente l’Architetto ha voluto distruggere una mega-villa da lui progettata. Roba normale, no?
Qualcosa, comunque, sarà rimasto dello Shield, due anni di dominio non vanno via così in fretta, pensavo. Beh, mi sbagliavo. Se è vero che la stable ha lasciato il segno nella storia del Pro-Wrestling, altrettanto lo è che a giudicare da quanto si vede negli show settimanali, pare che i tre ex-membri non abbiano un passato comune alle spalle. Seth Rollins ora è da solo, senza nessuno a bordo ring durante i suoi incontri, e passa il tempo a provare costumi di dubbio gusto e sconfiggere gente di dubbio calibro. A dargli fastidio c’è Dean Ambrose, da lui pugnalato alle spalle. Il Mad Dog ha intrapreso una crociata personale e non avrà pace finché non l’avrà fatta pagare a Seth.
E Roman Reigns? Beh, a Roman Reigns frega ‘na ceppa di Ambrose e di Rollins o dell’Authority. Separatosi per motivi che noi comuni mortali non siamo tenuti a sapere anche da Dean Ambrose, a Reigns importa semplicemente vincere il WWE World Heavyweight Championship. Finita la sua carriera da ariete dello Shield, l’atleta di origini samoane ha fatto di tutto -letteralmente- per avere un’opportunità di entrare nel Ladder Match di Money In The Bank. Il suo piano geniale prevedeva far sentire male Stephanie McMahon e Triple H in modo tale che il controllo dello show fosse assunto da Vickie Guerrero la quale, perchessì, avrebbe dovuto inserirlo nella Battle Royal di qualificazione per il Ladder Match. Tralasciando i mezzi utilizzati da Reigns, ha funzionato e si ritrova ora nel Main Event del prossimo PPV.
Tornando a Rollins, che in teoria è quello meglio visto dalla dirigenza, dov’è lui che si è donato anima e corpo alla causa dell’Authority, che ha dato via tutto ciò che aveva per Triple H e Randy Orton? Quest’ultimo è nel Main Event insieme a Reigns, mentre lui, sempre per motivi che noi comuni mortali non siamo tenuti a sapere, si ritrova nel Ladder Match “di serie B”, quello che vale per una valigetta e non per i due titoli. È chiaro, è comunque una buona opportunità, ma è paradossale pensare che Dean Ambrose e Roman Reigns hanno avuto un’opportunità di entrare nel Main Event e lui invece no. È ancor più paradossale notare che in quel Main Event ci sarà persino gente come Alberto Del Rio.
Insomma, l’hype per Money In The Bank c’è, non potrà mai svanire, specie considerando che due Ladder Match a sette uomini li vedrei in qualsiasi momento (a meno che i sette uomini non siano davvero indecenti). È pur vero che la WWE ce la sta mettendo tutta, di questi tempi, per farlo abbassare. La speranza è che la qualità del lottato riesca a risollevare il morale di molti fan, ma francamente servirebbe un miracolo.