ROAD TO WRESTLE-MEH-NIA
Con quel grandissimo PPV di Fastlane -andate a leggere i voti di WR per farvi un’idea di cosa è stato- ormai consegnato agli archivi, siamo tutti pronti per buttarci a capofitto nel periodo più emozionante dell’anno per un fan di Wrestling: la fase conclusiva della Road to Wrestlemania. In questo momento, tutti noi dovremmo essere euforici al pensiero di vedere il vincitore della Royal Rumble sfidare il WWE World Heavyweight Champion… O forse no. Perché quest’anno la Road to Wrestlemania è stata, ad esser buoni, mediocre già dalla Royal Rumble.
Nel Pay Per View svoltosi a Philadelphia, a dire il vero, le cose non erano cominciate poi tanto male, anzi: il Triple Threat titolato tra John Cena, Seth Rollins e Brock Lesnar è stato grandioso. Il problema è ciò che è successo immediatamente dopo, vale a dire il Royal Rumble Match a trenta uomini. Ne abbiamo già parlato in altri contesti: gestione disastrosa, con Bryan eliminato a caso a metà match, senza un minimo di build-up ad un momento che avrebbe distrutto le speranze di qualsiasi arena, tanto più una tra le più calde dell’intero panorama USA come il Wells Fargo Center. Ah, e poi ha vinto Roman Reigns.
Se la gestione del match è un problema che ricade sostanzialmente solo sul PPV in sé, la vittoria di Roman Reigns è una di quelle cose che ci si tira appresso come un macigno. È come sbagliare a scrivere la traccia di un esercizio di matematica: qualsiasi cosa si faccia dopo, non sarà mai corretto. Non a caso siamo ancora qui a parlarne, perché è un tema logicamente attuale ad un mese di distanza da Wrestlemania, in cui il nostro caro Roman Reigns se la vedrà con Brock Lesnar. E magari vincerà pure. Il problema, come al solito, è che Reigns non ha nulla del Main Eventer in grado di sconfiggere il conquistatore della Streak.
I fan hanno subito provato ad esprimersi, cercando di replicare la storica impresa dello scorso anno che ha visto Daniel Bryan trionfare a Wrestlemania in un Triple Threat Match contro Randy Orton e Batista. Anche in quel caso il Main Event era stato inizialmente concepito come match a due tra i soli Orton e Drax il distrut… ehm, Batista. Al “WWE Universe” ciò non andava bene, si è fatto sentire e la WWE ha corretto i piani in corsa come meglio ha potuto, trasformando la contesa in un three-way. Quest’anno era difficile ipotizzare che Bryan riuscisse di nuovo, dopo un lunghissimo infortunio, a tornare subito in vetta alla federazione. Il sostegno dei fan non è mancato, ma la WWE non ha creduto in lui per il secondo anno di fila. È rimasta ferma sulla propria posizione, la quale vedeva Roman Reigns come avversario di Brock Lesnar a ‘Mania. È da mesi che si pensa a questa ipotesi; sostanzialmente dallo split dello Shield, un periodo in cui i pop che si beccava Roman Reigns erano decisamente più forti di adesso.
Da allora, però, sono cambiate molte cose nella concezione che il pubblico ha dell’ex powerhouse dello Shield. Se nei match di coppia o, ancora meglio, nei three-on-three si esaltava con le sue manovre ad alto impatto; la sua carriera in singolo ha messo a nudo tutte le lacune del samoano. Carenza di fiato, scarso parco mosse, assoluta incapacità di introdurre un pizzico di psicologia nei suoi scontri… Insomma, non proprio il ritratto ideale per un lottatore che con tutta probabilità si imporrà sul dominatore di tutto il 2014 e questa prima parte del 2015 in WWE, vale a dire Brock Lesnar.
Al pubblico tutto questo non piace, e non piace nemmeno il fatto che a Fastlane c’è stata un’occasione per cambiare il Main Event di Wrestlemania, ma non la si è sfruttata. Nell’ultimo PPV Reigns ha affrontato Daniel Bryan in quello che di fatto era un #1 Contender’s Match per Wrestlemania, riuscendo a portare a casa la vittoria anche in questo caso. A dire il vero, non sarebbe stato il massimo cambiare il Main Event del Grandest Stage of ‘em All in questo modo, perché dacché mondo è mondo il vincitore della Rumble deve essere nel Main Event. Un’aggiunta come l’anno scorso è un conto, una sostituzione è un caso diverso che non avrei mandato giù di buon grado, sebbene sarebbe stato sicuramente meglio che avere Reigns nel match.
La WWE avrebbe dovuto pensarci prima; oramai il Main Event che ci aspetta non può cambiare. Così come non può cambiare di colpo la mentalità dei fan. Se è vero che Roman Reigns ha una sua fetta di sostenitori, infatti, è altrettanto vero che questa è poca roba in confronto a quella di Daniel Bryan e che la differenza tra le due fanbase si sentirà ancora di più a Wrestlemania, evento in cui di solito il pubblico è quasi interamente smart. Già nelle ultime puntate di Raw (quelle di Smackdown non fanno testo causa editing selvaggio e svergognato dei cori del pubblico) si è avuto modo di sentire come il pubblico non sostenga Reigns nella sua crociata contro Brock Lesnar. Insomma, è tifato soltanto dalle ragazzine a cui interessa più il suo aspetto fisico che l’abilità sul ring e da gente che ancora nel 2015 non ha capito che il Wrestling è scriptato e se Reigns vince non significa affatto che è “il più forte”.
La federazione, dal canto suo, sta contribuendo a far odiare ancora di più Roman Reigns. I fan, come anche la federazione mi verrebbe da aggiungere, sanno benissimo che Reigns è un wrestler inferiore a Daniel Bryan. Cosa fanno dunque? Fanno dire in un promo umiliante a Bryan che Roman Reigns è grandioso, ha la stessa passione di Bryan, riesce a fare cose che nessun’altro sa fare sul ring e così via. Ed anche Paul Heyman, che di talento se ne intende (non a caso al suo fianco ha avuto non solo Lesnar, ma anche gente come CM Punk e Rob Van Dam), è costretto a dire che Reigns vincerebbe contro chiunque: contro Stone Cold, contro The Rock, contro la fame nel mondo, contro Capitan America… Ma ovviamente non contro Brock Lesnar. A molti, me compreso, queste affermazioni sono sembrate oltremodo forzate e non sono servite a rafforzare il personaggio di Reigns, proprio perché i suoi detrattori sanno benissimo che quello che ci viene detto è scritto su un copione. Non si può imporre Reigns.
Abbiamo parlato abbastanza dei problemi di Roman Reigns, parliamo ora dei miei problemi che sono sicuramente più interessanti. Bene, sto diventando un tristissimo fan di Randy Orton. Eh già, una volta ero un bravo ragazzo che seguiva il Wrestling e che sapeva che Orton è fondamentalmente una pippa; ora invece mi fa piacere vederlo sullo schermo. Sarà che tra Reigns che urla a caso e R-Truth che ruba cinture per darle senza fare storie a Dean Ambrose è quello messo meno peggio; sarà che su WWE Immortals il tizio più forte che ho in squadra è proprio Randy Orton, il punto è che The Viper sta facendo secondo me buone cose dal suo ritorno.
Più che per suoi effettivi meriti, il successo di Orton deriva dalla gestione che sta ricevendo. Già prima della sua sosta era uno dei personaggi più interessanti della WWE, ora la WWE sta continuando ad utilizzarlo in modo particolare, senza relegarlo al ruolo di face classico che non fa per lui. Certo, probabilmente dopo Wrestlemania arriverà ad essere un face classico e perderà quell’aura di faigaggine che lo sta caratterizzando, ma per il momento mi piace vederlo colpire gente a caso con la RKO, senza schierarsi apertamente con nessuno.
Lasciatemi ora chiudere parlando di quel gran figone di Bad News Barrett. È stato recentemente reso noto che questi difenderà il suo Intercontinental Championship in un Ladder Match a più uomini a Wrestlemania. Premesso che probabilmente a ‘Mania avremo un bel match, volevo soltanto dire che il povero Barrett non merita tutto ciò. Non merita di essere ammanettato al ring post da Dean Ambrose, non merita che lo stesso Ambrose gli rubi la cintura, non merita che addirittura R-Truth gli sottragga il titolo… È ora di dire basta. Barrett-iani di tutto il mondo, unitevi e sostenetelo in quel di San Francisco. Io, come al solito, sono fiducioso per lui, e vi lascio con una bold prediction che più bold non si può: se perde a Wrestlemania, Barrett vince il Money in the Bank. E no, non parlo del mio WWE Universe sulla Playstation.