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WWE INSIDER #137 - It's been so long

IT’S BEEN SO LONG

 

Era il lontano 12 Aprile quando l’ultimo numero del WWE Insider è stato pubblicato. Devo fare mea culpa: sono stato colpevolmente assente per troppo tempo. Certo, non è che la federazione di Stamford mi abbia dato grandi motivi per rimanere, almeno fino a poco tempo fa. Se il mese scorso scrivevo infatti che Extreme Rules prometteva bene, infatti, basta guardare il Coverage di WrestlingRevolution per capire che quel PPV è stato un clamoroso fallimento. Addirittura è stato peggio di Payback, che di norma è uno degli eventi più tristi dell’anno. Insomma, Extreme Rules aveva dalla sua parte le stipulazioni speciali, in teoria, ma ci si è ridotti a Russian Chain Match e persino Kiss me arse Match; mentre almeno a Payback si è visto un “I quit” che ha offerto un bello spettacolo, finale a parte.

Il proposito di questo editoriale non è affatto quello di bastonare la WWE per le cattive scelte degli ultimi mesi, anzi l’esatto opposto. Dopo quell’obbrobrio di Extreme Rules la situazione degli show settimanali si è un po’ risollevata e, per quanto Payback non sia stato un PPV straordinario, è comunque risultato migliore dell’evento che lo ha preceduto; segno che ci si sta muovendo nella giusta direzione. È già alle porte, tra l’altro, un altro PPV: Elimination Chamber, che andrà in onda in diretta dalla città che se mi leggesse mi odierebbe, vale a dire Corpus Christi, Texas. In un tempo in cui le ristrutturazioni delle arene delle grandi città rendono impossibile il montaggio della struttura metallica, solo un posto poteva regalarci l’immensa gioia che proveremo nella notte di domenica prossima: la fantastica Corpus Christi con il suo American Bank Center da quasi 8000 posti a sedere.

Scherzi a parte, Elimination Chamber potrebbe davvero essere un buon PPV, per quanto costruito in poco tempo. Payback infatti non ha cambiato nulla in termini di storyline (ad eccezione dello split tra Lana e Rusev) e dunque non c’è bisogno di ricominciare da zero, si può continuare sulle fondazioni già presenti. Ecco dunque che Dean Ambrose va ad affrontare Seth Rollins per il WWE World Heavyweight Championship, andando a riproporre uno scontro che ha caratterizzato il grande 2014 degli ex membri dello Shield. Se il (probabile) Main Event sembra effettivamente un po’ scontato, per quanto potrà essere un bel Match da vedere, ci pensano i due incontri a stipulazione speciale ad aggiungere imprevedibilità all’evento.

Si terranno due scontri nell’Elimination Chamber: uno andrà ad assegnare il vacante Intercontinental Championship e l’altro invece sarà valido per i titoli di coppia del New Day. Parlando del primo, coinvolgerà King Barrett -che figone con il mantello, la corona e lo scettro-, Sheamus, Ryback, Dolph Ziggler, Rusev e R-Truth. Devo dire che nel leggere questi nomi storco un po’ il naso per un semplice motivo: manca Neville. È vero che è ancora presto per affidargli il titolo intercontinentale che fino a poco tempo fa era in mano a Daniel Bryan -mica bruscolini- ma non è certo necessario che vinca in un incontro così duro e dove si può giustificare la sua eliminazione nelle modalità più disparate. Non è un one-on-one dove o si vince o si perde; è un match senza squalifica a sei uomini, dove magari Sheamus e Barrett potevano farti fuori in due contro uno, giusto per fare un esempio.

Al suo posto invece ci ritroviamo R-Truth. Che bello. L’unico suo pregio è quello di non dare troppi grattacapi al team creativo: se anche decidessero di eliminarlo dal match, chessò, scappando alla vista di alcuni ragni, a nessuno importerebbe un fico secco. Insomma, è come se fosse un match a cinque. Altro nome che non avrei voluto vedere nella Chamber è quello di Rusev. Non fraintendetemi, il bulgarusso ha senz’altro lo status più alto tra i sei che si daranno battaglia a Corpus Christi, ma ha appena avuto più di una chance per lo United States Championship di John Cena. Una scelta del genere dà l’impressione che un titolo valga l’altro e che non ci siano degli ideali dietro la cintura per la quale si combatte. Per tal motivo spero che né lui, né Dolph Ziggler trionfino.

Che c’entra il povero Ziggler? Purtroppo (o per fortuna, solo il tempo potrà dirlo, ma al momento sono scettico) il nostro è andato a rompere le uova nel paniere a Rusev. Cioè, diciamo che da quel che si è visto a Raw è stata Lana a far tutto, però è normale che Rusev ce l’abbia a morte con Dolph. Preferirei personalmente che l’Intercontinental Championship rimanesse fuori dalla questione Rusev-Ziggler, pertanto anche il caro Ziggy che tanto apprezzo non andrebbe bene come vincitore. Ad ogni buon conto, la rivalità tra i due è iniziata sui binari giusti, il problema è il prosieguo che avrà fino a Summerslam, suppongo. Rusev è reduce da diversi match contro John Cena, mentre invece Ziggler parte da più in basso, ossia dal feud con Sheamus. Su chi si deciderà di puntare è un punto interrogativo al momento. Personalmente, non vedo in Rusev una futura top star, mentre Ziggler è garanzia di qualità sul ring e nel corso degli anni è migliorato molto anche al microfono. Il punto è che non sono io a decidere, per cui c’è ancora da attendere per capire quali saranno i piani in questo senso.

Parlando dell’altra Elimination Chamber, la cosa interessante è che per la prima volta ci saranno non sei, ma dodici persone a combattere. Infatti si giocheranno i titoli di coppia il New Day, Kidd & Cesaro, Los Matadores, i Prime Time Players, gli Ascension e i Lucha Dragons. Sicuramente è un incontro da guardare, ma in termini di storyline non c’è molto in ballo. Il New Day aveva una rivalità con Tyson Kidd e Cesaro, sì, ma pare essere giunta già alla sua naturale conclusione. All’orizzonte le uniche due possibilità sono i Lucha Dragons o i Prime Time Players. I primi garantirebbero ottimi match, ma sono sostanzialmente il nulla al microfono; i secondi sono bravi intrattenitori, ma sul ring lasciano parecchio a desiderare. C’è da fare una scelta, ma per il momento c’è solo da aspettare la Chamber.

Un altro match di Elimination Chamber di cui vorrei parlare, sempre in riferimento a quello che succede a Raw (e non solo), è quello tra John Cena e Kevin Owens. Gli aggettivi si sprecano per commentare il suo debutto a Raw: semplicemente fenomenale. Owens non ha un fisico imponente; non è un high-flyer, insomma è l’anti-Superstar WWE. Però è un grande. Con ogni suo gesto riesce a trasmettere qualcosa, che è una qualità che pochi hanno. È Kevin Owens sul ring, quando cammina, quando è intervistato… È divino nell’interpretare il suo personaggio. E sul ring, malgrado la stazza, si muove abbastanza bene. I complimenti però non sono tutti per lui, ma anche per chi ha deciso di mandarlo fuori a Raw a stendere Cena. Nel suo attacco allo US Champion non c’è solo la volontà del dominatore assoluto di NXT di estendere il suo controllo anche a Raw. C’è il dissidio interiore di un uomo tormentato da Sami Zayn. Non va dimenticato, infatti, che solo due settimane prima era stato proprio Zayn a sfidare John Cena.

A Kevin Owens, che si dice un “prize fighter”, uno che lotta solo quando c’è qualcosa in palio, non interessa lo United States Championship. Lui ha già un titolo. È l’NXT Championship. Addirittura Owens calpesta il titolo degli Stati Uniti. A lui importa di far meglio di Sami Zayn, ad ogni costo. Il suo obiettivo è quello di levarsi di dosso l’enorme ombra del suo vecchio amico; è questo ciò che lo tormenta. Se già ad NXT la rivalità ci è stata proposta in questo modo, estenderla anche nel Main Roster è stata una scelta davvero azzeccata. Non sappiamo se dopo Elimination Chamber Kevin Owens continuerà ad apparire a Raw (ne dubito) né tantomeno se il suo match contro Cena si risolverà in una cocente sconfitta per il talento di NXT. Ciò che non si può negare è che il lavoro svolto con Owens, finora, è stato assolutamente perfetto. E lui è contemporaneamente in feud con Cena, Zayn e Samoa Joe. Giù il cappello.


 

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