Da quando ci eravamo lasciati prima che l’estate entrasse nel vivo molte cose sono successe e molti avvenimenti hanno cambiato il volto della TNA ancora una volta. Senza ombra di dubbio l’evento più significativo di questo periodo è stato l’ingresso nel roster della federazione degli ex ECW e il loro relativo PPV personalizzato, Hardcore Justice. Su questo PPV si è scritto e detto molto, spesso e volentieri in maniera faziosa a seconda della federazione preferita. I fans WWE hanno inveito contro questo show perché non all’altezza del predecessore “One Night Stand” e i seguagi TNA hanno risposto descrivendo “Hardcore Justice” come il PPV dell’anno. E’ una banalità sconcertante ciò che sto per affermare ma del resto corrisponde al vero: la verità sta nel mezzo. Hardcore Justice è stato un evento commovente e amarcord, una rimpatriata tra vecchi amici e colleghi per ricordare i gloriosi tempi che furono. Più che uno show vero e proprio, Hardcore Justice è stato un ideale tributo versato dai protagonisti di un fenomeno che ha realmente cambiato la concezione di wrestling e che tanto ha portato a questo movimento in generale. Certo i corpi degli eroi di una volta erano lacerati, invecchiati e ingrassati e le loro azioni rallentate e appesantite. Certo la qualità degli incontri non è stata superba né ha fornito momenti tecnici degni di nota. Certo mancavano il geniale ideatore di quella pazza idea chiamata ECW e la voce storica che, come un Omero moderno, ne ha decantato gesta ed imprese. Tutto vero. Ma è stato impossibile, almeno per il sottoscritto, non percepire l’amore riversato da personaggi come Tommy Dreamer, Raven, Rhino, il Team 3D e tutti gli altri protagonisti in una federazione che non era una semplice compagnia di wrestling ma una filosofia di vita.
Non è retorica, non è un apologia, non è ruffianeria. E’ semplice constatazione. Un gruppo di ragazzi che oltrepassò le colonne d’Ercole della moralità del wrestling americano di inizio anni novanta e lo fece con strafottenza, con coraggio, con sfrontatezza. Il wrestling così come ora è concepito è figlio di quel manipolo di uomini e donne che trasformò un prodotto per famiglie colmo di colori, personaggi folkloristici e scenette comiche in uno spettacolo per adulti con storylines shakespeariane sospese tra bene e male(vedi Raven/Dreamer e Raven/Sandman), violenza estrema, linguaggio forte e colorito e donne in abiti succinti. A capo di questo gruppo di rivoluzionari, un “mad genius” che osò sfidare le sacre ed inviolabili regole auree della “keyfabe” e giocò con il concetto di work/shoot prima di allora considerato un tabù per ogni show di wrestling. Ebbene ad Hardcore Justice ho avvertito nell’atmosfera di quell’evento il tributo e i ricordi a questo movimento del mondo del wrestling che tanto ha fatto per questa disciplina. Per questo motivo ritengo superflue e pretestuose le polemiche suscitate da chi ha strumentalizzato questo gruppo di nostalgici per attaccare la TNA. Anche se non ha mostrato la qualità in-ring di One Night Stand e anche se non ha avuto a disposizione tutti i protagonisti principali, Hardcore Justice è stato un giusto e piacevole omaggio verso una grande federazione. Giudicare il PPV secondo altri punti di vista è un operazione faziosa e poco credibile.
Conclusa la parentesi “storica” dedicata all’invasione pacifica di ex ECW, è meglio tornare ad occuparsi di attualità vista l’incombenza ormai imminente di Bound For Glory. Inutile negarlo. Quest’anno l’hype, la tensione e l’attesa per il PPV più importante dell’anno è ai minimi storici. Non ricordo altre edizioni così poco attese come quella di quest’anno. Sembra che il prossimo PPV sia un normalissimo evento e non lo show per eccezione della compagnia. Nemmeno una pubblicità particolare, non una parola dai protagonisti se non il desiderio di “lottare per il titolo a BFG“. Ricordo che nel 2006 il main event per BFG fu sancito addirittura la puntata successiva al PPV di agosto, Hard Justice, e con due mesi d’anticipo al culmine di una faida ufficialmente iniziata a Turning Point(dicembre) dell’anno precedente. Infatti un altro imbarazzante paragone per la BFG “in fieri” è dato dal main event. Nell’incontro principale si sfideranno Kurt Angle, Jeff Hardy e Ken Anderson per il titolo mondiale TNA. Se si effettua il raffronto rispetto ai match di cartello del passato(Jarrett-Nash, Jarrett- Sting, Angle-Sting, Sting-Joe, Sting-AJ Styles) ci si rende conto di come questa sfida a tre poco c’entri con gli altri main event. Sembra di vedere il gioco della “Settimana Enigmistica” in cui si chiede al lettore di individuare l’elemento fuori posto all’interno di una categoria di oggetti collegati da un senso. Eppure nella mente di quei geniacci di Orlando l’incontro si presenta epico ed imperdibile per i fans. Sullo stesso ring quello che è definito, circa 150.000 volte a puntata, come il “miglior wrestler al mondo”, Jeff Hardy, ovvero “uno dei migliori wrestlers del mondo” e Ken Anderson, una delle rivelazioni di questo 2010. Seguendo la logica TNA è un match che si può comprendere e persino ritenere ricco di star power ma certamente non lo si può considerare figlio dell’anno appena trascorso. Se BFG dovrebbe essere una sorta di trait d’union tra le due edizioni comprese nello stesso anno, quest’anno non assisteremo alla conclusione di nessuna storia iniziata un anno fa.
Se ci pensate a BFG 06 abbiamo visto la fine di un feud tra JJ e Sting iniziato quasi un anno prima. A BFG 07 si sono sfidati Angle e Sting in un incontro che è nato solo due mesi prima ma che quantomeno ha proposto come protagonista l’Angle pigliatutto e arraffone di quel 2007. A BFG 08 si è conclusa la storia tra Joe e Sting iniziata nel corso dell’estate e che aveva visto protagonista Sting, vincitore del main event dell’anno precedente. A BFG 09 AJ ha battuto Sting dopo una faida che tra alti e bassi, attitudeturn e cambiamenti di storylines era iniziata con la fondazione dei MEM un anno prima e si era conclusa con AJ finalmente vincitore su Sting. Quest’anno invece ci saranno Jeff Hardy e Ken Anderson che un anno fa erano in tutt’altre faccende affaccendati, come si suol dire, e un Angle che sarebbe dovuto uscire dalla zona main event già a Lockdown 2008 e che invece si ritrova ancora una volta protagonista.
Se la TNA non avesse talenti su cui puntare si potrebbe capire. Se la TNA non avesse pushato con insistenza nessuno si potrebbe comprendere. Ma dopo aver visto push forsennati e imperiosi come quelli di Pope, Abyss, AJ e RVD risulta difficile cogliere il senso della loro esclusione dal main event che conta. AJ è stato lanciato in pompa magna fin dall’arrivo di Hogan in TNA. Presentato(giustamente) come il “miglior wrestler del mondo”, AJ ha sconfitto nel suo regno Sting, Kurt Angle, Samoa Joe, Christopher Daniels, AByss e Pope, è stato affiancato da Ric Flair ,che lo ha definito il suo erede, e ha infranto il record di detenzione della cintura. Dopo un anno del genere ritrovarselo nel main event avrebbe dovuto essere un must, una soluzione obbligata. Lo stesso potrebbe dirsi di Abyss. Anche lui pushato dall’arrivo di Hogan, per tre mesi era divenuto imbattibile. Capace di distruggere il ring con la forza di una chokeslam e di affrontare anche cinque avversari alla volta, Abyss era diventata la forza della natura della TNA. Una sorta di John Cena Superman made in Orlando e con la benedizione di Hogan. Nel frattempo era stato lanciato nel firmamento TNA anche D’Angelo Dinero soprannominato “Pope”. Il Papa nero, come canterebbero i Neri per caso, era diventato uno dei wrestlers più over dell’Impact Zone. Bravissimo al microfono, divertente, carismatico, bravo anche sul ring. Erano fioccati i paragoni(forse irriverenti) con The Rock e il futuro sembrava radioso per lui. Tanto spazio in tv, una lunga striscia di vittorie e il main event titolato a Lockdown. Poi la sconfitta con AJ, l’infortunio al braccio e il simpatico Pope viene, senza motivo alcuno, rispedito nel mid-card. Tocca poi ad RVD, a cui viene assegnata la cintura dopo neanche due mesi di permanenza. Anche per lui si sprecano vittorie e consensi e sembra assicurata la sua presenza nel main event di BFG. Invece i geniacci di Orlando si accorgono che lo stanno utilizzando troppo, che presto avrebbero finito le date che lui avrebbe potuto effettuare secondo contratto. Così s’inventano un infortunio, lo privano della cintura e lo faranno rientrare settimana prossima per preparare forse un match per BFG, che in ogni caso non sarà titolato.
Invece nel main event ci saranno Kennedy, unico sensato del trio in base al push ricevuto, Kurt Angle, che ha passato un anno lontano dal titolo, e Jeff Hardy, che prima di aprile non combatteva neanche in maniera fissa nella compagnia e che prima di luglio non lottava neanche in singolo. Qualcuno vi intravede anche il minimo senso? Io oggettivamente no. Fosse un match straordinario dal punto di vista tecnico potrei anche capire e sarei anche entusiasta ma accidenti stiamo parlando di un wrestler assai modesto dal punto di vista delle in-ring performances(Anderson) e un altro che ha costruito la sua fama su tre signature moves e sui suoi celebri botch(Hardy). Sembra quasi che Bishoff e la Carter ti prendano in giro a ricordarti quanto sia epico, straordinario, sublime, meraviglioso, “super califragiristi che spirali doso” questo incontro pseudo importante.
La Carter, ma sì parliamo ancora una volta di questa genia incompresa del mondo del pro-wrestling. Che fosse stupida lo davo per assodato, ma che fosse pure cieca non ne ero a conoscenza. E’ proprio vero che a volte piove sul bagnato. La poveretta, trasformatasi nella versione Winnie The Pooh di Vince McMahon, è uscita sullo stage per affermare che “Angle vs. Jeff Hardy è stato uno dei suoi match preferiti in TNA” dopo che l’altro illuminato di Bishoff aveva appena detto che “In 20 anni di wrestling non ho mai visto un match così bello e così intenso”. Quindi da spettatore ho tratto le seguenti conclusioni: a) Angle-Hardy eguaglia in bellezza AJ vs. Joe vs. Daniels, AMW vs. Triple X, Jarrett vs. Sting e Angle vs. Jarrett. Buono a sapersi. b) Bishoff quando erano andati in scena il main event di WMXX, l’HIAC tra Undertaker e Mick Foley, Angle vs. Lesnar in un iron man match o quando in WCW c’era stato Bret Hart vs. Chris Benoit evidentemente era stato colpito da un terribile attacco di dissenteria e si li era persi. E’ vero, si tratta di hyppare il main event dell’anno e pushare all’inverosimile i propri talenti ma si potrebbe farlo tranquillamente senza scomodare paragoni e superlativi assoluti che tolgono credibilità al discorso. Avete presente la nota storiella di “al lupo, al lupo”? Ecco, se ad ogni incontro sopra la media si parla di “greatest match of all time” e di “One of the best match that I’ve ever seen” va a finire che lo spettatore non si fida più . Questo discorso non vale solo per la TNA. Ricordo che nel 2005 un agghiacciante Benoit vs. Orlando Jordan a The Great American Bash fu definito “great match” da Cole e Tazz. E’ la stessa cosa dell’ormai odiosa espressione “raise the barr”.
Ora, escludendo i riferimenti urologici della frase, ma che cosa vorrebbe dire questa locuzione ripetuta ossessivamente da Hogan? Il baffone vede Angle vs. AJ e subito corre per dire: “Guys, you raise the barr!!”. Vede RVD campione mondiale e corre a dirgli: “ Rob you raise the barr!!”. Vede Lethal battere Flair e corre a dirgli: “Jay, you raise the barr”. Vede i MCMG e i Beer Money dare spettacolo e corre a dire loro: “ Guys, you raise the barr”. Vede Hardcore Justice e invita gli ex ECW per dirglI: “ Guys, you raise the barr”. Tutte queste barre alzate non si vedono neanche in un film porno e pare che Hogan adesso si sia organizzato e sia entrato nel mondo del commercio. Se volete festeggiare una promozione o una laurea in grande stile, a prezzi modici potrete avere Hulk Hogan intervenire alla vostra festa e dire che “you raise the barr!!”. Scherzi a parte, ma vi rendete conto della retorica e della finzione di questo modo di parlare nel 2010?
Il fan di oggi, non solo nel mondo del wrestling ma in tutti i settori dello spettacolo, è a conoscenza di fatti, notizie e aggiornamenti che probabilmente ignorano gli stessi protagonisti. Davanti allo schermo possono esserci ragazzini che conoscono a memoria il repertorio di Chris Hero, Claudio Castagnoli e KENTA e magari devono sorbirsi i peana e gli elogi a non finire per un buon incontro ma nulla più come Angle vs. Hardy. E se davanti allo schermo ci fosse il cosiddetto fan generico, pensate davvero che gliene importi qualcosa della qualità dei match? Ne dubito. Se si vuole fare seria concorrenza anche ad altri programmi e migliorare gli ascolti si deve svecchiare il linguaggio, si deve lottare di meno in settimana e raccontare più storie, si devono creare personaggi moderni e accattivanti. TNA Reaction in questo senso è un ottimo prodotto e in molti casi si fa preferire ad un Impact con match inutili dilatati per 7-8 minuti di sbadigli e noia. La TNA deve tornare ad essere meno “finta”, meno impostata, meno rigida e più libera, controversa, irriverente e anticonformista per sperare in futuro roseo.
Tra due settimane approfondiremo tutti i discorsi legati a Bound For Glory.