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19-0: Triple H (WrestleMania XXVII, No Holds Barred Match)

19-0

Dopo la vittoria a Wrestlemania XXVI che ha posto fine alla carriera di Shawn Michaels, le cose non sono andate proprio benissimo per Undertaker. Prima un infortunio in un match contro Rey Mysterio, poi una faida fratricida con Kane terminata male, malissimo per lui: prima il tradimento dello storico manager Paul Bearer ad Hell In A Cell; poi, a Bragging Rights, Taker finisce sepolto vivo da Kane grazie all’aiuto del Nexus.

Per quanto riguarda quel che sarà il suo avversario, non se la passava poi tanto meglio. A Wrestlemania XXVI aveva affrontato (e sconfitto) Sheamus, il quale però non si dà per vinto e ad Extreme Rules non solo batte The Game, ma lo infortuna in modo serio, costringendolo fuori dalle scende per diversi mesi.

Nessuno dei due futuri contendenti si fa vivo fino al 31 Gennaio, il giorno dopo l’annuale edizione di Royal Rumble. Nel Raw successivo va in onda un filmato criptico che vede un uomo con un lungo cappotto nero entrare in un rudere in mezzo al deserto, in una notte piovosa. Lo schermo diventa nero ed una data compare su di esso: 2-21-11. 21 Febbraio 2011. Si va avanti così per le settimane a seguire, arrivando a mostrare in questi video alcuni tratti del volto dell’uomo in nero.

Finalmente arriva il 21 Febbraio e nel corso della puntata di Raw sul titantron compare un countdown che, giunto a zero, mostra The Undertaker in quel rudere, sulle note di Ain’t No Grave di Johnny Cash. Risuonano poi le classiche campane e Undertaker compare sullo stage e si dirige lentamente verso il ring, accompagnato dalle urla del pubblico. Una volta nel quadrato, il Phenom si leva il cappello e, prima che possa fare altro, ode la theme song di Triple H. È tornato anche lui, per il delirio dei presenti. Il Deadman è una statua durante tutta l’interminabile entrata di Hunter. Quando finalmente i due incrociano gli sguardi e vanno faccia a faccia, la situazione non cambia: Taker è impassibile. Tocca quindi al Cerebral Assassin fare la prima mossa, ovvero indicare con lo sguardo l’insegna che recita “Wrestlemania XXVII”. Anche Undertaker si gira ad osservarla, poi torna verso Triple H, sogghigna, mette il cappello e fa per andarsene. È quasi alle corde quando si ferma e, dopo parecchi secondi, si gira di scatto e torna a fissare il King of Kings. E lì, un gesto che vale più di mille parole, quello del cut-throat, che non lascia spazio a dubbi. Hunter risponde a tono, con un Suck it che manda il pubblico in visibilio. Niente parole, niente scontro fisico, il primo confronto della nuova faida tra Triple H ed Undertaker si chiude così, con i due che si guardano.

Nelle settimane a seguire i due parlano in diverse occasioni di quanto sia importante questo match che, annuncerà proprio Undertaker in una puntata di Raw, sarà un No Holds Barred. Nella storia entra, gioco-forza, Shawn Michaels, colui che era stato sconfitto un anno prima da Taker, nonché amico storico di Triple H. Sentimenti contrastanti affiorano in lui: da una parte tiferà per il suo compagno d’avventure, dall’altra non sa come si sentirebbe qualora questi dovesse riuscire a fare ciò in cui lui ha fallito per due volte, ossia porre fine alla Streak. Sarà proprio HBK a dire sul ring, a meno di una settimana dallo storico match, che Triple H non può battere Undertaker.

Si arriva così a Wrestlemania XXVII. Il match non ha nulla a che vedere con il precedente scontro a ‘Mania tra i due: sono cambiate un sacco di cose, la tensione si sente nell’aria. La domanda nella testa di tutti gli spettatori è una sola: riuscirà Triple H a fare ciò in cui Shawn Michaels ha fallito? Riuscirà a porre fine alla Streak? I pensieri dei fan vengono interrotti ad un tratto dal suono della campana; finalmente sarà il ring a decretare un vincitore. I contendenti si dimostrano subito intenzionati a sfruttare appieno la stipulazione No Holds Barred, con Triple H che a pochi minuti dall’inizio dell’incontro prova una Pedigree sul tavolo dei commentatori, ma finisce invece a terra con un back body drop. Il ritmo naturalmente non è velocissimo, ma i lottatori sono bravissimi a trasmettere l’epicità della battaglia. Ogni manovra è “sentita”, come la Spinebuster sul tavolo di commento spagnolo che Triple H manda a segno intorno ai dieci minuti di match.

Colpi durissimi si susseguono da una parte e dall’altra, The Game va anche a segno con un Pedigree dopo aver subito una Chokeslam, ma non basta. In balia dello sconforto, finisce preda della Last Ride di Taker, ma neanche questa è abbastanza. I due sono stremati ed è rimasta solo una cosa da fare per il Phenom: Tombstone Piledriver. HHH non oppone resistenza, ma riesce incredibilmente ad uscire dal pin. I dubbi dei tifosi sull’integrità della Streak aumentano, ma ci pensa Taker a spazzarli via, momentaneamente, sopravvivendo a una seconda Pedigree. Neanche si rialza il Becchino che se ne becca una terza, ma ancora non è pronto ad abbandonare la sua striscia vincente.

Hunter perde le staffe, assaltando l’avversario con una sedia. Undertaker ci mette oltre un minuto a rialzarsi, ma Triple H lo colpisce in testa con la sedia, roba che in era PG vuol dire tanto. Dopodiché, un barlume di lucidità affiora nel Cerebral Assassin, che arriva a colpire il rivale con una Tombstone. Ma neanche questa basta. L’arena è una bolgia. Disperato, Hunter raccoglie da bordo ring uno sledgehammer, ma nel momento in cui va ad utilizzarlo su un Undertaker ancora a terra finisce vittima della Hell’s Gate. Secondi, minuti di sofferenza, ma alla fine Triple H è costretto alla resa.

Durante i festeggiamenti entrambi i lottatori restano a terra. Dopo qualche minuto è Triple H a rialzarsi e uscire sulle sue gambe. Taker non ce la fa. Arrivano i medici. Rotola fuori dal ring. Cade a terra. Il vincente Undertaker è portato via in barella sotto gli occhi di Hunter, che invece è in piedi, segno che le cose tra loro due non sono finite.

L’incontro di Wrestlemania XXVII è un classico, un capolavoro assoluto. Triple H ed Undertaker hanno fatto la storia quella notte, mettendo su un match non ricco di manovre, ma veramente leggendario. La storia di un Taker che si aggrappa con tutte le sue forze all’unica cosa che lo manda avanti, la Streak, e la conserva pur subendo un massacro da parte del King of Kings, è stata raccontata in maniera epica da tutti e due i lottatori, arrivando ad emozionare non solo nel 2011, ma in qualsiasi momento si decida di rivedere quel match.

Come appena detto, è storia, mai nessuno era riuscito a mettere così in difficoltà Taker, mai nessuno l’aveva costretto a uscire in barella. Solo Triple H.


 

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