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Lettera di un (ex) appassionato

 

Cara redazione di Wrestling Revolution, devo ammettere di non seguire più la WWE, e il wrestling in generale, da un bel po’ di tempo, a parte qualche sporadico interessamento nella Road to Wrestlemania, ma le notizie che ho letto in sequenza quasi per caso nell’ultima settimana sono talmente sconcertanti che necessitano di un ritorno alla penna… o meglio alla tastiera.

Mi era già capitato tra il 2010 e il 2011 di perdere la passione per lo sport-entertainment, annoiato da storyline scontate e da match di qualità indecente. Dallo schifo del Nexus, osannato da tutti, e, peggio, del nuovo Nexus, osannato da nessuno, fino alla monnezza dei match tra Miz e Cena, la misura era decisamente colma e pian piano mi ero trovato da non guardare più gli show, a perdere tranquillamente i PPV, fino a non leggere neanche più i risultati. Nelle notti di primavera non mi era certo difficile scegliere tra Over the Limit e un’appassionante gara 3 Chicago-Miami (22 maggio 2011 NdR), o tra un qualsiasi show e le finali NBA più belle di sempre (quelle appunto 2011, Dallas all’ultima corsa, Nowitzky e l’influenza, il Jet e la redenzione, LeBron e il quarto quarto, le rimonte e le partite all’ultimo tiro: tutte storyline migliori di quelle di Vince!). Scopro addirittura ora, cercando le date degli show, che è esistito un evento chiamato Capitol Punishment, proprio pochi giorni dopo quelle finali, evento che io, e credo non solo io, non rimpiango di aver perduto. Anche considerando che spesso mi era capitato negli anni precedenti, in primavera e in estate, di perdere un po’ di interesse, almeno i risultati mi ero sempre curato di leggerli, giusto per sapere a cosa andavo incontro quando in autunno avrei ripreso a seguire, in vista della Road to Wrestlemania. Stavolta era diverso, avevo decisamente mollato, quando una notizia sconcertante mi obbligò a scaricare il RAW del 20 luglio… devo aggiungere altro?

C’è quindi un solo motivo se ogni anno seguo la Road to Wrestlemania. C’è un solo motivo se ancora ogni tanto scarico uno show. C’è un solo motivo se mi curo ancora di leggere i risultati, per sapere a cosa vado incontro tra gennaio e aprile. Ha un nome, anzi due: Phillip Jack. Ha un cognome: Brooks. Ha una caratteristica: è il migliore al mondo in quello che fa, ovvero fare sport-entertainment.

Quest’anno qualcosa mi pareva però cambiato e, dopo oltre due anni e mezzo da quel promo che, oltre a cambiare la storia del Wrestling, mi riaccese la fiamma, mi sono ritrovato, ancora una volta, più che dubbioso se seguire nuovamente il percorso verso il Grandaddy of them all. Da troppi mesi eravamo tornati al piattume pre Money in the Bank 2011, stranamente con Orton campione e Punk affossato, con le storyline progettate per gente che lotta col gettone come Lesnar e anche Bryan e Cena usati decisamente male. E già la voglia di vedere la Royal Rumble mi era passata totalmente, sapendo già che avrebbe vinto uno che, oltre a lottare col gettone, è uno dei peggiori al mondo in quello che fa. Batista è il principale motivo per cui non ho visto la rissa reale, evento che non perdevo esattamente da 10 anni, ma di cui mi sono premurato di leggere i risultati, speranzoso di trovare qualche stimolo per seguire il resto della Road to Wrestlemania. E invece, incredibile ma vero alla Rumble, pronostici confermati! Una goccia, due gocce, bicchiere decisamente colmo, quando… breaking news: CM Punk ha lasciato la WWE. A questo mi sorge un solo pensiero: mettiamo quindi da parte Orton, Batista e le storyline fatte con il culo.

C’è un solo motivo se quest’anno NON guarderò Wrestlemania. C’è un solo motivo per cui NON scaricherò neanche uno show. E c’è un solo motivo se NON leggerò neppure i risultati. Ha un nome, anzi due: Phillip Jack. Ha un cognome: Brooks. Ha una caratteristica: è il migliore al mondo in quello che fa, ovvero fare sport-entertainment. Addio Vince, addio Steph, addio Paul (Paul Levesque, aka Triple H, NdR), dopo oltre 10 anni abbandono definitivamente, come Phillip Jack, indignato da tutto. Il 6 aprile c’è il derby di Los Angeles, c’è Miami-New York e nel Main Event Sacramento-Dallas (e chi segue spero si renda conto di quanto sia una partita scadente!): imperdibile! A mai più rivederci.

 

Luca ‘Joe Cool’ Bolognesi


 

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