Amici di Wrestling Revolution, in vista di This Means War, il nuovo grande evento ASCA che si terrà ad Almenno S. Bartolomeo il prossimo 25 giugno, abbiamo deciso di proporvi un ciclo d’interviste con i protagonisti dello show, che vi terrà compagnia da qui fino alla viglia dello show. Il primo ad essere raggiunto dalle nostre domande non poteva che essere l’icona della promotion, l’uomo che guiderà il team ASCA nella battaglia contro Arcadia, Iceman!
Ecco quello che ci ha raccontato.
1) Prima di arrivare all’attualità facciamo un passo indietro. Parlaci dei tuoi inizi nel wrestling; dove hai cominciato, chi sono stati i tuoi maestri?
Ho iniziato in TCW polo Marche nel 2008, anno in cui mi ritirai dalle competizioni della muay thai. Da allora ho girato le varie academy della TCW, ho seguito diversi stage e seminari non solo in TCW, poi tra il 2009 e il 2010 decisi di seguire una volta al mese dei seminari in Germania in WXW, tutto ciò per quasi 1 anno. Ho imparato tanto da chiunque potessi imparare qualcosa, diciamo che sono allievo delle mie esperienze.
2) Forse non tutti sanno che sei anche un marzialista esperto, vincitore di prestigiosi titoli a livello italiano ed europeo. Quanto è stato/è utile un background del genere per la tua carriera da pro-wrestler? E in che modo?
Ho vinto svariati titoli dilettantistici di muay thai e kick boxing e diversi titoli professionistici. Inoltre ho praticato grappling, ju jitsu e mma. Direi che tutte queste esperienze sono state fondamentali, non solo sul lato tecnico (il mio stile si basa sullo strong style), ma anche a livello di apprendimento: grazie all’esperienza maturata negli anni, imparavo in fretta. Infine, ultimo aspetto, ma non meno importante, le arti marziali mi hanno donato disciplina ed umiltà, quindi diciamo che quando iniziai a praticare pro wrestling ero già impostato, ero (e sono) un allievo rispettoso e che riga dritto.
3) Nel 2011 hai fondato l’AWL, la promotion da cui sarebbe poi nata l’ASCA. Raccontaci quest’avventura.
Tutto nacque da alcuni appassionati abruzzesi che non potevano (o non volevano) far sacrifici per allenarsi costantemente fuori dalle proprie mura, mi pregarono di allenarli, avendo io esperienza da coach nelle arti marziali ed essendo laureato in scienze motorie (e non solo) per questo nutrivano fiducia nelle mie competenze e capacità, dopo 1 anno e mezzo di allenamenti notando la pochezza del wrestling italico di allora, decisi di fondare AWL. Nessuno ci avrebbe mai chiamati…eravamo ribelli e nullità agli occhi di tutti coloro che allora organizzavano show (tutti), cosi volli provare con questo azzardo, proponendo quello che fu l’antenato delle indy italiane. Fondai AWL, comprai il ring (di mia tasca, senza rubare nulla a nessuno, a costo di mangiare scatolette tutti i giorni, con l’aiuto fondamentale di Luca Arosio e Andrea Tagliabue) e presi accordi con WXW e con il Westside Dojo. Inizialmente raccogliemmo consensi, avevo ogni settimana molti trainee, avevamo un buono stile (il mio sogno era quello di accostarmi alla Dragon Gate) facemmo dei discreti show, 3 in totale, ma qualcosa non funzionò: la mia poca esperienza da trainer mi fece sfuggir di mano il controllo che avevo di alcuni miei allievi, non li resi abbastanza umili cosi credettero che avrebbero potuto spaccare il mondo e mi boicottarono… anni dopo trasformai AWL in ASCA, una ASD per gli allenamenti di wrestling ed arti marziali. Avevo solo voglia di allenare (anche perchè era il mio lavoro), ma un gruppo di folli visionari ebbero un’idea folle, e iniziarono a credere in un sogno, come feci io allora… Cosi nacque ASCA Wrestling una stupenda realtà, ed io sono orgoglioso di esser stato tra quei folli che credette a tutto ciò.
4) 2013, nasce ASCA Wrestling, e sin dal primo show sei stato una delle sue bandiere, forse LA bandiera, il primo wrestler che viene in mente quando se ne parla, nonché il più vincente. Come ci si sente?
Sono lusingato di tutto ciò. Mi fa piacere avere la fiducia del booking e dello staff, E’ uno dei motivi per cui ancora non mi ritiro dal pro wrestling.
5) Basandoti anche sulle tue esperienze extra-ASCA ( in KOX ed FCW le ultime, in Rising Sun la prossima) qual è a tuo avviso lo stato di salute del wrestling italiano oggi? Siamo sulla buona strada? Che ne pensi dell’impressionante fioritura di promotion delle ultime settimane? E dove collochi l’ASCA all’interno del panorama?
Non mi aspettavo minimamente che il movimento italiano potesse crescere cosi. Direi che siamo in crescita, è utile avere varie federazioni che non solo sopravvivano, ma che fanno utili, tutto ciò fa bene soprattutto alla crescita dei nostri atleti, che possono cosi maturare professionalità. C’è da dire che alcune federazioni sono mentalmente più evolute di altre, ma sono fiducioso che le varie dirigenze possano crescere intellettualmente e trasformarsi in promotion a tutti gli effetti. Ogni federazione ha uno stile ed ognuna pian piano incarna un’idea, ASCA è l’indy wrestling italiano ed europeo, ormai la conoscono in tutta Europa.
6) Nel corso della tua militanza in ASCA hai avuto modo di confrontarti con alcuni tra i migliori atleti italiani ed europei, ed a dicembre, alla Super 8 Cup, ti sei trovato di fronte nientemeno che Zack Sabre Jr., in quello che tu stesso hai definito un tuo dream match. Cosa hai provato? E ci sono altri avversari che sogni di affrontare?
E’ stato il culmine della mia carriera, nel pre show confessai a Kyo che quella sera sarebbe stata l’ultima… Poi è andato tutto splendidamente e un po’ i miei amici un po’ le prestazioni mi han fatto cambiare idea. Ancora oggi con Andrea pensiamo a quella sera e a ciò che mi balenava in testa e ci facciamo grasse risate.
7) Siamo arrivati alla nota dolente: Kyo. Insieme stati protagonisti di diverse sfide all’ultimo respiro, culminate nel match di Kick ‘Em All l’anno scorso, ma nel contempo siete stati anche grandi amici ed avete dato vita al duo Spaghetti Strong Style. Non ti chiedo come ti sei sentito quando ti ha tradito, perché credo che tutti possiamo immaginarlo, ma voglio sapere cosa lo ha spinto secondo te ad agire così; forse gelosia perché in ASCA non ti ha mai battuto?
Ragazzi… Sono troppo smart per rispondere a questa domanda, mi limito ad un semplice no comment.
8) Qualsiasi siano i motivi del suo comportamento, devono essere tanto forti da farlo unire ad Arcadia, che ha apertamente dichiarato guerra all’ASCA. Perché tanto accanimento da parte di quegli individui? Che senso ha distruggere la federazione che ha dato loro l’opportunità di mostrare il loro valore?
No comment. Spaghetti Strong Style non è morta, attendo solo un buon partner per ricostruirla.
9) A This Means War avremo la resa dei conti. Sarai alla guida di una squadra molto eterogenea che tenterà di sbarazzarsi di Arcadia una volta per tutte. Hai avuto voce in capitolo riguardo alle scelte dei tuoi compagni? Pensi che le diverse anime del team ASCA riusciranno a coesistere? E, tenendo presente che con il Pick Your Poison Havoc & co. hanno già dimostrato di poter stupire, hai qualche idea su chi possa essere il vostro quinto avversario?
Io sono onniscente ed onnipresente per questo so tutto di tutti. Quindi anche questa volta mi limiterò a rispondere con un no comment.
10) Per finire, spiega a chi ci legge le ragioni per cui non può mancare a This Means War.
Per l’aria che si respira ad ogni show, per i brividi che provoca ogni match, per lo spettacolo che ASCA ogni volta offre, il meglio del meglio in Europa e non solo. Un vero appassionato non si farebbe scappare l’occasione di presenziare ad uno show ASCA, e i neofiti impareranno ad amarla.
Ringrazio dunque Iceman per la grande disponibilità e tutti voi per la lettura, e vi do appuntamento alla prossima settimana, quando il nostro ospite sarà l’arbitro Jhonny Puttini! Alla prossima!