Come direbbero i Bad Influence… "OH MY GOD!" Ma è tornato davvero?! Ebbene sì, non è un sogno (e nemmeno un incubo): non c’è #100 senza #101… Il good ol’ Fantomius vi dà il benvenuto a questa nuova edizione dell’editoriale che fa il punto (esclamativo, interrogativo, esclarrogativo, punto e virgola, punto croce, punto di sutura, Fiat Punto, punto G e tutti gli altri punti possibili e immaginabili) sulla situazione attuale della TNA: this in TNA POINT!
Signori e (forse) signore, è quel periodo dell’anno… Ci stiamo avvicinando al momento in cui le lunghe rivalità che vanno avanti da mesi raggiungono il loro culmine, in cui tutti i cerchi finalmente si chiudono, il giro di boa tra le vecchie storie e degli scenari completamente nuovi: siamo a pochi giorni da Bound For Glory 2013!
Ma… ma… Sono solo io, oppure notate anche voi qualche incongruenza tra la breve descrizione fatta sopra e la costruzione dell’edizione di quest’anno del PPV cardine della TNA? Mmmm, mi sa proprio che c’è qualcosa che non quadra… Proviamo a fare un’analisi delle varie storyline con cui si arriva a BFG va’, così facciamo un po’ di chiarezza (o incasiniamo ancora di più il tutto, ma questi sono dettagli…)
Partiamo dalla storyline principale, il top feud, quello che porta all’atteso main event in cui il titolo massimo verrà messo in palio. Da una parte abbiamo il simbolo della TNA, un uomo che ormai da anni è lontano dal titolo e che ha finalmente la sua occasione di riscattarsi: “The Phenomenal” A.J. Styles! Dall’altra invece abbiamo la sua nemesi, che sta facendo di tutto per impedirgli di riconquistare il titolo in PPV e di tornare sulla vetta della federazione: stiamo parlando di… Dixie Carter!
Aspe’… Dixie Carter?!? WTF?! Non dovrebbe esserci il campione, il top heel, da quell’altra parte? Eppure sulla card di Bound For Glory c’è scritto chiaramente “A.J. Styles vs Bully Ray”… Però durante le puntate di Impact della road to BFG vedo il buon Styles più insieme alla Carter che al suo rivale… Mah, che strano…
Ok, la smetto di fare il finto tonto (anche perché non servirebbe fingerlo). Comunque il problema principale riguardo il main event secondo me è esattamente questo: hanno voluto metterci in mezzo troppa roba. Si intrecciano troppe storyline all’interno di un solo match, storyline anche piuttosto scollegate l’una dall’altra: il turn heel della Carter (con la gentile partecipazione di Hulk Hogan nel ruolo di Mago Merlino che lascia tutto e se ne va a Honolulu), la situazione contrattuale di A.J., la battaglia interna agli Aces & 8s, e chi più ne ha più ne metta… E in tutto questo, cos’è che passa in secondo piano? Proprio la rivalità tra campione e sfidante. Eh sì, perché non basta un pestaggio a dieci giorni dal PPV per animare una rivalità da main event di BFG… Nel PPV a trovarsi faccia a faccia saranno A.J. Styles e Bully Ray, ma nelle settimane che ci stanno facendo avvicinare a questo scontro i veri rivali di A.J. e di Ray sono stati rispettivamente la Carter e i sottoposti degli A&8. Per come è ora la storia, a BFG Ray non lotterà principalmente per impedire a Styles di toglierli il titolo, lotterà per dimostrare agli A&8 (quei due poveri sfigati rimasti…) che lui è ancora il loro leader. E Styles non lotterà per strappare il titolo dalle mani del perfido capo della stable di ribelli e salvare la federazione, lotterà per poter sbattere il titolo in faccia alla presidentessa della TNA e avere un motivo per rimanere in TNA anche se non ha un contratto.
Come se non bastasse questo intreccio di storie, mettiamoci anche un altro fatto: la caoticità (scusate per il neologismo) delle varie storyline. Bully Ray in un segmento fa fuori un membro degli A&8, nel segmento dopo cerca di mantenere l’unione nella stable, poi minaccia tutto il gruppo, poi ancora discorso d’incitazione, e così via… E non è nemmeno questa la storia con maggiori problemi, è nella storyline principale che si concentra il caos maggiore. Dixie Carter tutt’a un tratto si scopre essere un capo arrogante, aggressivo, che a suo dire non ha bisogno di nessuno (nemmeno dei wrestler), perché A.J. non è così fenomenale come pensa di essere e lei sa come gestire lo show e sa capire cosa è “meglio per il business” [ogni riferimento ad altre storyline è puramente casuale]. Esatto, Dixie non ha bisogno di nessuno. Poi però si attacca come un cagnolino alla gamba di Hogan e lo invita non troppo velatamente a farsi un giro con lei pur di impedirgli di abbandonare la TNA… Anzi, a pensarci meglio preferisce licenziarlo. Cosa ne esce, quindi? Un personaggio allo stesso momento arrogante, ammiccante e molto insicuro, non l’ideale per interpretare il grande capo cattivo che incute timore. Poi c’è l’altro protagonista, A.J. Nella sua carriera ormai più che decennale il Phenomenal One si è guadagnato questo soprannome e la sua enorme fama sul campo, grazie alle sue (appunto) fenomenali doti e abilità nel wrestling lottato. A.J. è diventato il simbolo della TNA senza bisogno di aprire bocca, cosa più che adatta per una federazione che, stando al loro motto “Wrestling matters”, mette o almeno dovrebbe mettere il wrestling puro al primo posto. A quanto pare però in TNA non l’hanno ancora capito tutto ciò, visto che ora hanno pensato bene di mettere A.J. nel ruolo del promo-man d’eccellenza, di quello che lancia le pipe-bomb contro la dirigenza [anche qui ogni riferimento ad altre storyline è puramente casuale]. Styles non ha le abilità per fare lunghi promo per trascinarsi dietro il pubblico; ma soprattutto, Styles non ha bisogno di fare lunghi promo e di storyline troppo intricate per trascinarsi dietro i fan, come dimostrano 10 anni di carriera.
Tornando comunque al main event di BFG, ribadisco quanto detto sopra: non servivano tutti questi intrecci per attirare l’attenzione dei fan su questo match. La storyline c’era già un mese fa dopo No Surrender, e avrebbero dovuto proseguire su quella strada: Bully Ray è il campione che con il suo gruppo di ribelli (anche se un po’ in rotta) continua a dominare sulla TNA, mentre A.J. Styles è l’eroe che deve salvare la federazione ma anche (e forse soprattutto) dimostrare a sé stesso di poter uscire dal baratro del No One e tornare al top della federazione come campione e come “The Phenomenal”, così da chiudere il cerchio del suo anno di allontanamento forzato dal giro titolato. Basta, sarebbe stata una storyline molto lineare e soprattutto incentrata sui due protagonisti del match, che sono convinto con una storia così avrebbero potuto esprimersi decisamente meglio di quanto stanno facendo nel caos attuale. Poi, se proprio si voleva fare questa storyline di A.J. vs Dixie, la si poteva benissimo iniziare la puntata dopo di BFG,con Styles che dice tutto quello che gli passa per la mente alla presidentessa con il titolo già ben saldo sulla spalla e con un capitolo ormai chiuso alle spalle.
E questo per quanto riguarda lo storyline principale e il main event di Bound For Glory. Un’edizione di BFG quella di quest’anno che, paradossalmente, dalla riduzione a 4 PPV live ne è uscita con una costruzione peggiore rispetto a quando c’era un PPV live a mese… Sono passato più di quattro mesi e mezzo dal PPV precedente (Slammiversary XI, il 2 giugno), e con tutto questo tempo ridursi ad annunciare ma soprattutto a costruire i match per l’evento più importante dell’anno a dieci giorni dal PPV mi sembra una cosa a dir poco ridicola. E la colpa di tutto ciò non può essere affibbiata completamente alle BFG Series, non prendiamoci in giro. Anche questi ultimi due anni c’erano le Series, eppure i match di BFG (non dico tutti, ma almeno la maggior parte) avevano una loro storia e una costruzione degna del PPV più importante dell’anno. Tralasciando il main event, il match che quest’anno ha più storia alle spalle è Magnus vs Sting, e con “storia alle spalle” si intende Magnus che arriva sempre a un passo dalla svolta decisiva e per questo è frustrato e Sting che per consolarlo gli concede un match amichevole contro di lui… Wow che storia, eh? Quasi degna di Storm vs Roode dell’anno scorso, direi… Ma diamo un’occhiata anche agli altri incontri:
- L’Ultimate X Match per l’X Division title sarà senza dubbio un match fantastico, probabilmente lo show-stealer del PPV. Ma a prescindere dal lottato, come è stato costruito questo incontro? Aries dal nulla inizia ad avere degli screzi con Sabin, quindi (facendolo quasi sembrare una punizione per Chris a Impact…) sancisce un 4-way match per il titolo (detenuto da Manik, tra l’altro) mettendoci in mezzo anche (ovviamente) Manik e Hardy (Kenny King no, gli sta antipatico e puzza…), e Hardy decide che sarà un Ultimate X. Quindi seguendo la regola dell’”ognuno fa quello che gli pare” anche Joe si mette da solo tra i partecipanti del match, visto che i suoi compari della MEM stanno bisticciando tra di loro e lui non ha di meglio da fare…
- Angle vs Roode: anche questo potenziale grande match, ma deciso la settimana scorsa solo perché Roode (in un divertentissimo segmento candidato per gli Award di fine anno) è stato introdotto nella fittizia Hall of Fame degli E.G.O., mentre Angle sarà introdotto nella reale (ma di valore paritario a quella degli E.G.O.) Hall of Fame della TNA.
- Knockouts Championship: mettiamo le poche Knockouts che ci sono rimaste (tranne Velvet Sky, che serve per fare da porta-borse a Sabin) in un match random per il titolo, così almeno compaiono in PPV e non si lamentano.
- Titoli di coppia: l’apice della costruzione. Un Gauntlet Match (che in realtà si chiamerebbe Tag Team Turmoil, ma a parte questo…) random nel Pre-show, con il team vincitore che sfiderà i campioni-fantasma Storm & Gunner durante il PPV. Speriamo almeno vincano (Gauntlet e titoli) i Bad Influence.
E basta. O almeno per il momento basta, domani c’è ancora un’altra puntata di Impact prima del PPV e anche se mancheranno solo tre giorni a BFG si fa sempre in tempo ad aggiungere altri match, no?
La costruzione di Bound For Glory 2013 può essere descritta solo con due espressioni: “caotica” per quanto riguarda il main event, l’unico match che aveva una buona storia se non fosse stava sconvolta e riempita di troppa roba, e “last minute” per quanto riguarda tutto il resto. L'unico scenario che potrebbe dare un senso a questa edizione (dal punto di vista delle storyline, niente da dire sulla sicura qualità degli incontri) di BFG, salvandola e rendendola anche un qualcosa di memorabile, sarebbe questo: un completo reboot della TNA. Tabula rasa, si riparte da zero: gli originals TNA dominano tutti i loro match a BFG e vincono tutti i titoli, poi fa anche il suo ritorno Jeff Jarrett, manda a quel paese i vari Carter, Hogan o Bischoff di turno e riprende il controllo della compagnia. L'unica soluzione plausibile e duratura a questo punto secondo me è proprio questa, ricominciare dalle origini.
E con questo anche per stavolta abbiamo concluso. L’appuntamento è al #102, ma prima ancora è a Bound For Glory! Da Fabio “Fantomius” Broggi è tutto, linea allo studio.
Alla prossima, TNA-maniacs!
Bye!