BELIEVE IN EVOLUTION
Sono ormai passate tre settimane da Wrestlemania XXX, si è avuto il tempo di metabolizzare quanto più possibile l’accaduto ed è ora il momento di guardare avanti, al futuro che in questo caso ha un nome ben preciso: Extreme Rules. Dopo un’edizione a dir poco sorprendente dello Showcase of Immortals si sta costruendo solidamente il prossimo PPV in programma tra sette giorni all’Izod Center di East Rutherford, celebre arena del Raw post-Wrestlemania XXIX, luogo di nascita del Fandango-ing. Certo, il pubblico di quella puntata dello show di punta della federazione era composto in larga parte da “stranieri”, gente che si trovava lì a causa di Wrestlemania; risulta dunque difficile credere che l’audience del 4 Maggio possa ripetere la performance di circa un anno fa, ma ciò che conta davvero alla fine è quanto accade sul ring.
Il primo match di Extreme Rules che vorrei prendere in considerazione è quello con stipulazione omonima, ovverosia lo scontro a regole estreme tra Kane e Daniel Bryan valido per il WWE World Heavyweight Championship. È vero, come prima difesa titolata per l’American Dragon mi aspettavo qualcosina di più, ma con Triple H, Batista e Randy Orton impegnati nel three-on-three contro lo Shield il Big Red Monster era semplicemente l’unico avversario in grado di affrontarlo. Tuttavia, il suo status è parecchio inferiore a quello di Daniel Bryan ed è francamente impossibile immaginare uno scenario in cui il fresco quarantasettenne -Auguri con un giorno di ritardo, Kane!- detenga l’alloro massimo della federazione, specie con i nomi appena citati ad inseguirlo. Ciò nonostante, quantomeno ci troviamo di fronte ad un match titolato sensato.
Vorrei porre l’accento anche sul segmento che di fatto ha sancito questo match, quello che ha aperto l’ultima puntata di Raw. Daniel Bryan, malgrado abbia appena saputo della morte del padre, sceglie lo stesso di esibirsi per come può. Il Dazzler non è esattamente nelle migliori condizioni per tagliare un promo, perciò tocca a Stephanie McMahon parlare e semplicemente annunciare il match contro Kane ad Extreme Rules. Dopodiché, lo stesso Kane arriva di soppiatto e rifila tre Tombstone al suo avversario in PPV. Non è, ovviamente, l’angle migliore in cui si potesse sperare, ma in queste circostanze comunque si può già essere parzialmente soddisfatti del build-up di questo match, soprattutto considerando l’altro match attorno al quale ruota l’evento…
Evolution vs Shield. Solo a scriverlo mi sento carico. Non fraintendetemi, non faccio parte di quella cerchia di persone che sono diventate improvvisamente fan di Batista e Randy Orton non appena hanno udito Line in The Sand dei Motorhead; le stesse persone che ne dicevano di tutti i colori su questi due fino a pochi giorni fa. Al contrario, è da qualche tempo che dico che Randy Orton è effettivamente un buon wrestler, sebbene non rappresenti un’eccellenza né sul ring né al microfono; inoltre ho provato a illudermi che Batista fosse messo un po’ meno peggio di come ce lo si aspettava. Comunque, nessuno dei tre componenti dell’Evolution… Sì, ho detto tre anche se in principio si narra ve ne fosse un quarto: Ric Flair. Onestamente, sarà perché ai tempi della stable originale non seguivo e quanto ho visto di loro l’ho visto solo ad anni di distanza, non sento la mancanza di Ric Flair in una storia del genere. Per come la vedo io, non c’entra assolutamente nulla con quanto si sta vedendo in queste settimane sugli schermi e faticherei a trovare un ruolo adatto al sessantacinquenne (scusatemi, non riesco proprio a esimermi dallo scrivere l’età degli over-40 quando ne parlo).
Ad ogni buon conto, stavo scrivendo che nessuno dei tre membri dell’Evolution mi fa impazzire in singolo, neanche il caro vecchio Hunter, ma averli insieme è qualcosa di entusiasmante. Dopotutto, parliamo di una delle stable meglio riuscite della storia della WWE, atleti che hanno fatto la storia della federazione. Sarà difficile rivedere momenti come quelli che hanno caratterizzato il gruppo nei primi anni 2000, ma in ogni caso non credo che si rimarrà delusi da questa reunion.
Contro di loro, come scritto in precedenza, lo Shield. Seth Rollins, Dean Ambrose e Roman Reigns, ancora insieme. Proprio quando si pensava, me per primo, che i tempi fossero maturi per la loro definitiva separazione, ecco i tre ritrovano l’unità scagliandosi prima contro Kane e poi in generale contro l’Authority, Triple H e Stephanie McMahon inclusi. Questa svolta, come già affermato dal sottoscritto in passato, ha rinnovato in me l’interesse (mai perso completamente, ma inevitabilmente calato) per i mastini della giustizia e ha dato loro un nuovo scopo. Inoltre, i tre sono tornati ad essere dominanti come agli albori. Ne è un esempio il loro match di Wrestlemania, dove hanno annientato in meno di tre minuti Kane e i New Age Outlaws; oppure l’ultima puntata di Smackdown, completamente incentrata sul Main Event che li vedeva impegnati contro 11 lottatori. Cos’hanno fatto gli Hounds of Justice? Hanno decimato i loro avversari uno ad uno, arrivando alla fine della puntata a lottare in un 5vs3 e a distruggere Ryback, Titus O’Neil, Damien Sandow ed Alberto Del Rio, ma non Wade Barrett. Quest’ultimo, siccome ormai è un Main Event Player paragonabile a Brodus Clay, è scappato senza ritegno prima di fare la fine degli altri malcapitati lottatori.
Con un’Evolution appena rispolverata e uno Shield così in forma, la sfida della prossima domenica assume connotati di grande spessore.
Di spessore è anche il secondo match a stipulazione speciale dell’evento: lo Steel Cage Match tra John Cena e Bray Wyatt. Inizio col dire che, come alcuni sanno, non sono un fan degli steel cage. Un po’ perché vedo i partecipanti “limitati” dalla struttura (sebbene né Cena né Wyatt usino molto l’apron o la zona intorno al ring), un po’ perché finisce quasi sempre con qualcuno che riesce ad entrare nella gabbia, ref bump al limite del ridicolo e roba del genere… Insomma, è difficile mettere su uno steel cage che mi convinca. Nel caso in esame, tuttavia, sono particolarmente fiducioso. I motivi sono principalmente due: il primo è che se già a Wrestlemania Cena e Wyatt non se la sono cavata affatto male, confezionando uno dei migliori match della serata, ad Extreme Rules potranno ripetersi prendendosi anche uno spazio più di rilievo in card. Se a ‘Mania la loro contesa è passata in secondo piano a causa della vittoria di Daniel Bryan e, soprattutto, della fine della Streak; difficilmente ad Extreme Rules vedremo accadimenti di portata anche lontanamente paragonabile. Con un Main Event che pare già scritto (fossimo in TNA punterei tutto sulla vittoria di Kane, ma fortunatamente in quel di Stamford non sono ancora così disperati) e un 3vs3 che, per quanto causi parecchio hype, non mette in palio nulla di concreto; Wyatt e Cena potrebbero esprimersi al meglio regalandoci una prestazione degna di nota.
Quanto al resto della card di Extreme Rules, in queste settimane stiamo assistendo ad una costruzione tutto sommato di buon livello anche per i match “di contorno”. Il torneo per la #1 Contendership al titolo intercontinentale sta procedendo bene, proponendoci un Wade Barrett come sfidante credibile per Big E Langston e alimentando la rivalità tra Cesaro e Jack Swagger, così come quella sempre dello svizzero con Rob Van Dam. Mi piacerebbe vedere lo scontro tra Big E e, senza scaramanzia stavolta, Barrett con una qualche stipulazione speciale, per rendere più particolare la contesa e tenere fede al nome dell’evento, ma anche di un normale one-on-one non credo ci si possa lamentare.
C’è poi Paige, neocampionessa della divisione femminile, che affronterà Tamina Snuka. Naturalmente avrei preferito assistere ad un rematch contro l’ex detentrice del titolo, AJ Lee, ma quest’ultima ha chiesto e ottenuto un periodo di pausa per cui ci ritroviamo una delle divas più inutili del roster a combattere in PPV. Altra cosa che non mi fa gioire è come verrà probabilmente gestito l’incontro: ci stanno proponendo una Paige che le prende da chiunque, pur vincendo, e credo che anche contro Tamina andrà così. Per una con le sue abilità, penso sia un peccato; si rischia inoltre di danneggiare il personaggio della Britannica proseguendo per questa strada.
Infine c’è Alexander Rusev che squasha Xavier Woods ed R-Truth. Che bello.
Sei match dunque sono stati annunciati per l’evento, facciamo cinque e mezzo (quello di Rusev durerà spero non più di tre minuti) e probabilmente ne verrà aggiunto almeno un altro. È facile pensare, infatti, che Cesaro occuperà un posto nell’imminente PPV, e magari non entrerà con quell’orribile sirena -ah, ho scritto "sirena" nel numero 118 dell'Insider- che mi ha fatto rimpiangere le settimane precedenti nelle quali non aveva theme song. Ad ogni buon conto, le cose stanno procedendo bene, c’è ancora un’altra puntata di Raw prima di Extreme Rules e l’evento già promette bene.