Ci eravamo lasciati con l’esplosione dell’
Attitude Era, mentre tentavamo di comprendere la direzione che i bookers WWE hanno scelto per il loro prodotto negli ultimo anni. E siccome la storia si ripete e un’analisi attenta di essa può spiegare la scelta di certe linee narrative, oltre a evitare di criticare a priori delle scelte, solo perché non rispondono alle proprie esigenze di spettatore, ancora una volta, The Doctor Is In!
Con l’
Attitude Era nasce quindi la figura del
face “cattivo”, senza peli sulla lingua e dalla vendetta facile. Nasce lo Stone Cold Steve Austin che rappresenta quello che ogni dipendente sfruttato e maltrattato vorrebbe dire e fare al suo capo e che è il simbolo dell’adattamento del programma al suo target. Coloro che erano bimbi durante l’Era
Gimmick e che, con l’adolescenza, avevano perso appeal verso il prodotto, si ritrovano nuovamente rappresentati dalla ribellione di Austin quando vengono sbattuti a destra e manca tra contratti a progetto e di collaborazione. Allo stesso modo si consolida quella figura di Vince McMahon padrone sfruttatore e senza scrupoli, nata con lo Screw
Job e che, negli anni a seguire, lancerà anche Triple H e The Rock. Infatti i problemi fisici, prima di Shawn Michaels, poi dello stesso Stone Cold (infortunato prima di Survivor Series 1999 e costretto a quasi un anno di stop), costringono ancora una volta la WWE a rinnovare il suo parco di Main Eventers. Vince McMahon, in un breve
stint face, porta quindi in auge Triple H come top
heel, poi, alleandosi proprio con gli Helmsley, a Wrestlemania 2000 consacra The Rock a top face (dopo che si era distinto l’anno precedente come
Corporate Champ).
Il prodotto resta estremo anche se l’Attitude Era è prossima alla conclusione, la WWE (allora ancora
WWF) infatti si rende conto che il pubblico di giovani tra i 20 e i 30 anni, sta maturando, e anche la ribellione totale ormai è superata. Mentre con l’alleanza McMahon-Helmsley si è già chiusa l’avventura DX, i personaggi di The Rock e Triple H sono qualcosa in più dell’Attitude Era. Hunter non è più il Corporate
Champion, raccomandato da Vince, ma è l’arrivista che guadagna potere sposandosi la figlia del boss. Non è cattivo di riflesso in quanto raccomandato da Vince, ma è uno degli sfruttati che ha fatto strada in modo vile e disdicevole. The Rock al contrario è colui che ha fatto strada per le sue capacità, che ormai è un divo e se ne vanta, ma proprio per questo è il modello da seguire per ogni spettatore. Ancora una volta i personaggi si sono modificati assieme al pubblico, che ormai vanta molti ultratrentenni. A Wrestlemania X-Seven, si decide di fare quello che molti vorrebbe oggi veder fatto con John Cena: si turna heel un face storico, perché il suo personaggio è ormai vecchio e consumato. L’alleanza di Stone Cold con Vince è però un mezzo fallimento, perché, seppur superato, il personaggio di Austin è comunque nel cuore di tutti i tifosi. Pochi mesi dopo, attraverso la
storyline WWE vs Alliance, i due vengono prontamente divisi, e, a fine 2001, Stone Cold torna face, senza però riuscire più a lasciare il segno. In sostanza, a Wrestlemania X-Seven termina definitivamente l’Attitude Era.
Mentre il personaggio di Stone Cold è in crisi, la WWE è in difficoltà per l’infortunio grave di Triple H e per l’assenza di The Rock nel post-Wrestlemania a causa del film “Il Re Scorpione”. L’intreccio WWE vs ECW/
WCW è un disastro, i
turn continui dello stesso Austin e di superstars emergenti come Chris Jericho e Kurt Angle rendono eccessivamente caotica una storyline già difficile da comprendere. Nonostante tutto però, questi nuovi personaggi (quello di Kurt Angle per certi versi vicino a The Rock, in un senso leggermente diverso) fanno buona presa sul pubblico, soprattutto per le loro ottime abilità nel wrestling lottato. Dopo un breve ritorno (fallimentare) del nWo, una serie di cambi di titolo (volti principalmente a concedere ad Hulk Hogan un ultimo titolo in carriera) alquanto discutibili a metà 2002, Vince McMahon lancia la
Brand Extension con l’obiettivo di moltiplicare i guadagni. Il defilarsi di figure importanti come The Rock e il sostanziale ritiro di Stone Cold permette un nuovo ricambio generazionale e i bookers recepiscono i messaggi degli anni precedenti.
Triple H continua a essere il dominatore a RAW, mentre a Smackdown si comincia a lanciare la cosiddetta
Ruthless Aggression Era: Kurt Angle è il mattatore del biennio tra Wrestlemania X-8 e Wrestlemania XX, assieme a lui trovano spazio altri wrestler tecnici come Chris Benoit ed Eddie Guerrero, oltre al talento emergente Brock Lesnar. Il pubblico “maturo” gradisce il buon lottato e a Wrestlemania XX arriva il definitivo trionfo della
Ruthless Aggression, con il famoso abbraccio tra i campioni. Il prodotto è ormai completo, tra intrecci sentimentali (Edge-Matt Hardy), politici (JBL-Eddie/Messicani) e buon wrestling, ma, come al solito, l’apice del successo è anche l’inizio della caduta.
È diventato infatti quasi impossibile seguire le esigenze e le volontà di un pubblico che, con l’età, ha perso unicità, ed è ormai costituito da molti padri (e madri) di famiglia. La mazzata definitiva arriva con le morti in circostanze sconvenienti di quelle che erano state le
top star della Ruthless Aggression. Coloro che da bambini si erano appassionati alla WWE, avevano amato le Gimmick altamente caratterizzate di fine anni ’80, avevano intravisto una rivalutazione della loro posizione sociale attraverso la ribellione dell’Era Attitude a cavallo del nuovo millennio per poi ammirare i grandi wrestler tecnici nella maturità dei trent’anni, hanno ormai perso totalmente l’appeal verso il prodotto e il tentativo di rilanciare una nuova ECW risulta totalmente inutile. Nel 2005 esplode il fenomeno John Cena, lanciato come nuovo top face alla The Rock, ma, visti gli scarsi risultati, subito portato su un personaggio “a tutto tondo”; una nuova idea di face, nel vero senso della parola buono, che divide radicalmente il tifo, ma attira indubbiamente l’attenzione. Neanche questo però è sufficiente per il rilancio, forse perché la profondità del personaggio non verrà mai compresa fino in fondo. Accade però che John Cena faccia presa sui bambini, sui figli di quei padri di famiglia che non hanno più tempo e voglia di seguire la WWE.
A questo punto è difficile parlare di storia, perché in sostanza siamo nella cronaca vera e propria. Per la prima volta dal boom degli anni ’80, non si insegue più il target di fan accanati, ma la scelta è di creare un’altra generazione di fan WWE. La scelta è il
PG, sono i bambini, che per altri 20 anni potranno comprare biglietti, magliette ed eventi. La cronaca non ci permette certo di dire se sarà stata una scelta azzeccata o meno, ma ci permette di prendere atto di questa, di capirne le motivazioni e magari evitare di criticarla ciecamente. Anche perché quelli della mia generazione, cresciuti nell’era degli Anime Giapponesi e che hanno scoperto il Wrestling solo in periodo post-Attitude, non sono mai stati un target preso in considerazione dalla WWE, ci siamo trovati di fronte al prodotto “maturo” (commentato come fossimo ottenni da Recalcati e Valenti) e ci è piaciuto perché ci ha fatto sentire più grandi, ora dobbiamo ritrovare la condizione spirituale del bambino, anche se il bimbo di oggi non è certo come noi da piccoli. Del resto il wrestling in generale fa parte di un mondo lontano, non solo geograficamente, come è l’Universo Americano (chissà se qualcuno s’è accorto che in almeno il 50% delle puntate di RAW, Smackdown! o Impact si può trovare almeno un riferimento a Football NFL, Basket NBA o Baseball MLB).
Voglio quindi chiudere con l’invito a tutti, criticoni e non, a vedere, non solo RAW o Smackdown!, ma anche il mondo, con gli occhi del bambino che è in tutti noi. Inoltre, quando si commenta e si pretende di giudicare uno show, ma anche un libro o un film, non si può prescindere dal conoscere e aver analizzato cosa sta dietro a quel copione. Anche perché non tutti sono come Collodi, capaci di scrivere una storia per bambini, che contenga significati per ogni età (e anche simboli massonici) come Pinocchio. La storia che vi ho raccontato, seppur sicuramente piena di lacune e imperfezioni, contiene però certamente il significato di ogni scelta, la guida per seguire ogni storyline, passata, presente e futura, per quanto riguarda l’universo WWE, ed è stata scritta con l’unico scopo di farvi ragionare attraverso un altro punto di vista. Sperando di non aver tediato, come spesso, purtroppo, fanno, al liceo, gli insegnanti di storia (per fortuna non la mia ex prof, a cui dedico il pezzo!), arrileggerci presto, The Doctor Is Out!