“Sara Amato è la migliore lottatrice americana che io abbia mai visto. E parlo di tutte le persone che hanno lottato nella tv nazionale e lottato in ogni Era. Sara è così tanto brava”.
Queste sono le parole di Dave Prazak, uno dei capi della Shimmer Women Athletes, per descrivere Sara Amato, meglio conosciuta nel mondo del pro wrestling come Sara Del Rey. Per chi l’ha vista lottare almeno una volta queste parole non dovrebbero sorprenderlo. E non le ho scelte a caso per cominciare questo nuovo numero del Wormhole.
Sara Amato, nata il 13 novembre del 1980, si è appassionata al pro wrestling in giovane età citando più volte come idoli d’infanzia Hulk Hogan e The Ultimate Warrior. Dopo aver perso di vista il pro wrestling per alcuni anni, nel corso della sua adolescenza torna in lei questa passione e decide di abbandonare gli studi per dedicarsi al suo desiderio di diventare una professionista; decisione presa malgrado sia, a sua detta, una persona veramente timida e socialmente “strana”. Dopo le prime difficoltà e le ore passate in palestra cercando di smussare i suoi limiti fisici e caratteriali decide di abbandonare gli Stati Uniti e di andare in Giappone ad allenarsi nei dojos più prestigiosi.
Ben presto i suoi duri allenamenti cominciano a dare risultati. Nel 2005, circa 3 anni dopo aver abbandonato gli Stati Uniti nel 2002, diventa la campionessa femminile della Impact Zone Wrestling; da lì cominciò un tour in Giappone e successivamente andò a lottare in Messico per la Lucha Libre Femenil con il nome di “The American Angel” lottando mascherata; lottò mascherata anche nella Wrestling Society X come Nic Grimes, la federazione che spopolò per qualche settimana nel 2005 sotto la produzione del canale televisivo MTV.
Il 2005 può essere definito come l’anno di Sara Del Rey: debutta nel primo show di sempre della Shimmer Women Athletes nello stesso anno, dove combatté contro Mercedes Martinez in un match finito per time limit dopo 20 minuti ottenendo una standing ovation dal pubblico lì presente (la stessa Martinez successivamente le infliggerà la prima sconfitta in federazione). Da lì partecipò consecutivamente per ben quarantotto eventi organizzati dalla federazione; divenne ben presto una leader nello spogliatoio dispensando critiche e consigli alle colleghe su come migliorarsi ed era un punto di riferimento per le nuove arrivate. Cominciò la sua Leggenda in Shimmer che la portò ben presto a conquistare il titolo femminile e detenere successivamente anche il titolo femminile di coppia contemporaneamente. Pur non avendo un palmares così impressionante in federazione, Sara Del Rey è considerata una delle migliori lottatrici del panorama americano e mondiale regalando ai fan del mondo indipendente match e momenti indimenticabili; le sue sfolgoranti apparizioni in Shimmer la portarono ben presto a lottare anche in altre realtà affermate quali Chikara e Ring Of Honor nel suolo statunitense, continuando a lottare molto spesso come face con uno stile di lotta sempre più vario grazie alle influenze avute nel suo training mondiale.
Nel 2010 si unì alla Jersey All Pro Wrestling e partecipò al loro show di debutto sconfiggendo la sua nemica di lunga data Daizee Haze. Nel secondo show combatté, sconfiggendo, la mastodontica Amazing Kong (conosciuta come Kharma in WWE), con il quale avrebbe dato vita ad altri match importanti nel corso della loro carriera.
Dopo quasi 10 anni passati a lottare in giro per il mondo portando sempre qualità sul ring decide che è il momento di lasciare la vita attiva di pro wrestlers e dedicarsi a questo mondo come allenatrice firmando un accordo con la WWE il 9 luglio 2012 diventando la prima allenatrice di sempre ad esser messa sotto contratto con la federazione di Stamford. Da quel momento si occupa dell’allenamento delle nuove Divas di NXT e lavora a pieno tempo nel Performance Center aperto in Florida dalla federazione.
Per chi l’ha vista lottare almeno una volta capirà meglio perché voglio dedicare questa edizione del Wormhole alla Regina nel wrestling femminile indipendente. Nel piccolo mondo delle indy femminili si possono considerare storiche le sue immagini contro Amazing Kong o lo scambio di headbutt contro Manami Toyota in Giappone, con la quale si è allenata molto nei dojo del paese del Sol Levante.
“La persona che gli stava facendo un Back Body Drop è caduta mentre lo eseguiva, facendola cadere malamente sulla spalla tanto da fargliela uscire. È uscita dal ring, si è sistemata da sola la spalla lussata ed è tornata sul ring per allenarsi”. La descrive così dura e ligia all’allenamento Daniel Bryan, che è considerabile come una delle maggiori fonti di ispirazioni per Sara Del Rey fin da quando lo ha incontrato in una delle sessioni di allenamento svolte negli Stati Uniti. La descrive così tenace che una volta, dopo due lussazioni nella stessa sessione dell’allenamento, intervenne lui in persona per farla smettere. Il giorno dopo lei era di nuovo sul ring pronta per una nuova sessione di allenamento.
Ben presto Bryan Danielson la prese sotto la sua ala protettiva e spesso i due si allenavano in sessioni private provando diverse prese e diversi stili di combattimento. Sara approfittò di questa importante occasione per ampliare il suo stile di lotta, ma continuò a prendere fonte di ispirazione dalle lottatrici giapponesi Toyota, Bull Nakano e Aja Kong, che definisce spesso come la sua fonte maggiore di ispirazione. La sua voglia di apprendere le apre tutte le porte e la fa diventare una wrestler sempre più completa rendendola il punto di riferimento di sue tante colleghe.
“Lei non lotta come una donna, lotta come un uomo e lo dico nel senso positivo della parola. Ha uno stile molto fisico sul ring; è tecnicamente molto dotata e ha probabilmente una tecnica migliore di molti lottatori col quale ho lottato. Inoltre calcia più forte di un mulo!”. Così la descrive Cesaro con il quale ha collaborato e lottato durante il suo stint in Chikara.
“Ha vissuto nove mesi in Giappone e dormito sui pavimenti dei dojo. È andata a vivere in Messico in posti orribili e spaventosi soprattutto per una donna. È andata in posti dove tanti lottatori non volevano andare per diventare una migliore lottatrice”. Daniel Bryan non smette mai di tesserne le lodi visto che ha assistito in prima persona dal vederla nascere come un seme fino a vederla sbocciare completamente diventando la Regina del ring incontrastata negli Stati Uniti.
“La diversità per me è divertente e spero che le altre persone avvertano la mia stessa sensazione. Tutte queste ragazze sono state messe sotto contratto per una specifica ragione o per uno specifico talento e questo è fantastico. Se vuoi essere sexy non ti dirò di non esserlo. La cosa importante è dare il meglio che hai da offrire e col quale ti senti più a tuo agio. Penso che quando ti senti veramente felice e bravo in quello che fai lo riesci a mostrare e questo ti rende un performer migliore”.
Questa è la filosofia di vita che Sara ha da sempre applicato nel corso della sua carriera come lottatrice professionista e sin dal primo momento che ha accettato il ruolo di allenatrice ha cominciato ad applicarlo ed insegnarlo alle sue allieve nel Performance Center.
“La divisione femminile finirà sotto il microscopio con il WWE Network. La categoria ha bisogno di dare altro e diventare più competitiva e penso che la gente sarà sorpresa di vedere come può diventarlo. Sarà più piacevole per gli spettatori e ci sarà grande wrestling e grande intrattenimento grazie a questo”.
Queste sono le parole che Sara ha utilizzato in una piccola intervista rilasciata a WWE.com e su questa ultima frase anche io voglio concentrarmi perché ritengo che la sua impronta sulle Divas di NXT si vede ogni giorno di più.
Abbiamo ancora tutti negli occhi la prestazione delle quattro ragazze che hanno partecipato al Fatal 4 Way Match a NXT Takeover: Rival, rubando indubbiamente lo show grazie a manovre stilisticamente perfette e complesse, mostrando un perfetto tempismo nei ritmi e negli spot del match e mettendo una intensità che ci ha lasciato per un quarto d’ora senza la possibilità di rifiatare.
Quello che però mi ha impressionato di più ogni volta che ho visto un match femminile in uno special event di NXT è “l’occhio di tigre” che le ragazze hanno. Sara Amato è riuscita a trasmettere tutta la sua voglia di apprendere, di migliorarsi, la voglia di voler creare una maggiore consapevolezza nel pubblico delle qualità che una ragazza può esprimere nel quadrato e metterle in risalto sul ring riuscendo talvolta a superare le prestazioni di un collega maschile. Gli sguardi di Charlotte, di Paige, di Bayley, di Becky Lynch o di Sasha Banks sono lì a testimoniare la voglia di queste ragazze di emergere, di far carriera e di sdoganare la mentalità del fan WWE riguardo all’incapacità di una donna di saper lottare bene, soprattutto nei fan di nuova data che non hanno avuto la fortuna di vedere all’apice Trish Stratus e Lita a inizio anni 2000 e che sono dell’idea che il top che il movimento WWE può offrire sia quello che attualmente vediamo ogni settimana nel main roster.
La UFC ha capito le potenzialità della lotta femminile da un paio di anni ed ora la categoria viene vista con occhi diversi grazie all’apporto di abilità, carisma e determinazione di Ronda Rousey che può essere considerata un po’ la pioniera femminile in un mondo dominato da uomini, diventando in poco tempo una delle attrazioni migliori che la UFC ha a disposizione, tanto da ritenere valido come main event il suo scontro con Cat Zingano a UFC 184 (senza nulla togliere nulla alle varie Miesha Tate, Sara McMann ecc). Vedo quindi in Sara la “Ronda Rousey” della WWE, che lavora nel backstage per trasmettere tutta la sua conoscenza con ragazze vogliose di imparare, di essere più di una modella adatta a fare del Cat Fighting o match nel fango come avviene da anni nella federazione di Stamford.
È possibile il connubio tra abilità e bellezza come ha già dimostrato la Shimmer, come sta dimostrando la Empress Pro nel Regno Unito o come anche la stessa TNA ha dimostrato portando per alcuni mesi come fiore all’occhiello la divisione Knockouts. Solo la WWE era rimasta ancorata ad un’idea ormai antica e superata che la donna può essere usata quasi solamente come immagine o per photoshots con i magazine di tutto il mondo.
In pochi mesi di lavoro stiamo già assistendo a qualcosa di diverso negli schermi televisivi della federazione, anche se tutto è ancora limitato a NXT; Sara è stata in grado di trasmettere alle lottatrici il suo credo ed è già riuscita a cambiare in modo netto e definitivo il volto della categoria di cui si occupa nella speranza che questo ben presto si espanderà anche nel main roster in modo da colpire, entusiasmare e stupire anche il grande pubblico rimasto ancora ignorante di quello che queste ragazze tramite passione, duro lavoro e dedizione, possono dare.
Chapeau, Queen.