Uno dei temi più scottanti tra i fans TNA dell’ultimo periodo riguarda il raffronto tra la TNA di una volta, in particolare del periodo 04/06, e quella attuale. Un dibattito che era nell’aria da tempo, che aspettava solo di essere innescato ma che un elevata qualità dei PPV, l’esordio entusiasmante delle due ore di Impact e una serie di feud appassionanti erano riusciti ad allontanare. Ma quando una miccia è innescata, la corda può essere lunga quanto si vuole, ma prima o poi si arriva alla dinamite. E così sono bastati due PPV deludenti e alcuni Impact con sempre più spazio dedicato all’entertaiment per far definitivamente scoppiare la discussione tra gli aficionados della federazione di Nashville: Meglio la TNA di una volta o quella presente?
Domanda ostica e complessa, soggetta a infinite variabili, che si presta a mille interpretazioni e altrettante possibili soluzioni. Sarebbe facile tentare di intraprendere la sicura strada del relativismo, di affermare “per me….” e offrire una soluzione della questione di natura personale. Tuttavia il problema richiede una visione oggettiva onde evitare di criticare o esaltare il prodotto a seconda dei propri umori. Per carità operazione legittima in democrazia ma che però non fornirebbe valutazioni oggettive con cui considerare il periodo attuale, anche per meglio comprendere la mente di chi ha apportato fondamentali e incisivi cambiamenti. Non sarà operazione di facile riuscita, perché distinguere tra influenze personali, simpatie e antipatie e analisi obbiettiva è impresa ardua, ma tenterò di riuscirci per cercare di capire come si è giunti ad una certa situazione,e perché, e se questa sia positiva o negativa(ma questo toccherà a voi lettori).
I fans di vecchia data rimpiangono con amarezza i tempi in cui TNA non era un mero acronimo, ma una constatazione di realtà. Una federazione dove era il wrestling, con i suoi valori, le sue immagini e i suoi eroi, a farla da padrone, in contrapposizione con l’odiato e nemico sport-entertaiment di casa McMahon. Una TNA meno major, meno WCW e più ECW, più vicina al concetto di indy(e puta caso, molti fans indies erano anche fans TNA e adesso molta gente che sui forum prima seguiva la TNA, ora segue con la stessa passione la ROH, che propone un prodotto in PPV molto simile, con grande wrestling e wrestlers più tecnici e spettacolari protagonisti assoluti, a quello offerto dalla TNA in PPV tra il 04 e il 06 e anche parte del 07). Ricordo ancora le numerose frecciatine lanciate da quella TNA nei confronti della WWE. L’obbiettivo era appunto creare una sorte di guerra ideologica tra i fans, facendo capire al nuovo pubblico che si trovavano di fronte a qualcosa di realmente diverso. Non a caso la TNA s’impose anche per l’abbattimento di certi dogmi indiscutibili made in Stamford, come ad esempio la contrapposizione di heel e heel e face contro face, quasi a volere sottolineare quanto fossero anacronistiche certe visioni e concezioni. Una vera e propria alternativa che puntava forte, in virtù di una politica di differenziazione dalla concorrenza, su quelle caratteristiche ingiustamente sottovalutate dalla WWE: Il wrestling, inteso come lotta e confronto tecnico/spettacolare, i cruiser, i lottatori più leggeri e specializzati nell’high flying, l’hardcore, inteso nei suoi aspetti più estremi e brutali, con spot realmente terrificanti e non banali voli da turnbuckle presentati come cadute mortali(vedi WWE), la divisione tag team, considerata allo stesso di livello d’importanza e degna della stessa attenzione dell’heavyweight division. In generale c’era un attenzione alla sportività, come dichiarato dallo stesso fondatore Jarrett nel 2002, agli aspetti che formarono il wrestling di una volta dopo gli anni della bulimia dell’entertaiment estremo e spesso scadente dell’era attitude.
Questo non significa che quella TNA disdegnasse il passato e fosse una sorta di puroresu all’americana. C’era l’entertaiment, c’erano i personaggi storici, c’erano gli incontri psicologici ed epici ma non erano la sola prerogativa principale. Si fondevano e univano in maniera sincretica agli incontri dei più giovani creando un prodotto che sapeva unire perfettamente nuovo e vecchio, glorie passate e stelle future in un mix armonioso di entertaiment di livello(il trash era assolutamente bandito) e wrestling di qualità altissima. Tutto ciò che uno show di wrestling dovrebbe avere. Una TNA che affascinava e ammaliava anche per il suo carattere underground, con quelle scenografie futuriste e un po’ fantascientifiche, quasi venissero da un romanzo di Phil K. Dick, dell’Impact Zone, e quell’atmosfera da “Fight Club”, da incontri clandestini che portava lo spettatore a capire che si trovava davanti a qualcosa di realmente diverso, di più “autentico”, che andava contro il lusso sfrenato e le ampollose e pompose scenografie monumentali della WWE. Era come se si sapesse di partecipare ad un circolo dai limitati seguaci che potevano godere di qualcosa ignoto o non gradito ai più. Un microcosmo che sarebbe superficiale definire di nicchia, anche se probabilmente da un punto visto economico-commerciale è così. Questa mia descrizione così ricca di iperboli e peana nei confronti di quella TNA non deve trarre in inganno e portare a pensare che fosse esente da critiche, difetti o problemi. Le storyline non erano sempre realizzate nel modo corretto. Capitava talvolta che fossero o inutilmente troppo lunghe o troppo brevi e fugaci. Certo i luoghi comuni dei suoi detrattori abbondavano e spesso veniva descritta un immagine della TNA estremizzata e caricaturale, quasi fosse buona solo per inutili spotfest di lottatori anonimi, ma non si può dire neanche affermare che la qualità delle storie di allora sia paragonabile a quella attuale.
Anche i personaggi lasciavano a desiderare. Se, bene o male, si riuscivano comunque a creare feud interessanti, purtroppo su molti personaggi non si era lavorato bene dal punto di vista del character. Le prestazioni in ring non sono in discussione. La libertà d’espressione era assoluta e le qualità tecnico/atletiche sotto gli occhi di tutti. Quello che non convinceva era la caratterizzazione, soprattutto a livello psicologico, di alcuni wrestlers. Abyss ne è un perfetto esempio. Per anni lo abbiamo visto distruggere tutto e tutti, subire bump pericolosissimi, offrire grandi prove in contesti hardcore ma nessuno ci ha mai spiegato perché lo facesse, da dove venisse, come mai indossasse una maschera o chi rappresentasse. Giusto nel feud con Sabu, concentrato sulle paure del mostro, si lavorò di più sulla sua psicologia ma senza approfondire più di tanto il discorso. Lo stesso si potrebbe dire di molti altri talenti del roster, che in alcuni casi non erano neppure caratterizzati. In questo caso il raffronto con la situazione attuale è imbarazzante: La ricchezza di personaggi, pregni di significati e sfumature psicologiche, di oggi non è minimamente paragonabile a quella basilare ed elementare di tre anni fa.
Un altro grande difetto era rappresentato dalla costruzione della card dei PPV. Si preparavano 3, massimo massimo 4 incontri di rilievo e il resto dei match era annunciato poche ore prima dell’evento sul sito o erano disputati a sorpresa. Oppure si annunciava un incontro per il PPV un mese prima e poi non si portava avanti una faida. Ora invece ci sono così tanti feud contemporaneamente che alcuni wrestlers finiscono fuori dal PPV(vedi Steiner e Williams a Final Resolution)e TUTTI, e dico TUTTI, gli incontri in card hanno una storia alle spalle e un perché. Un passo in avanti notevole sotto questo punto di vista. Si potrebbe citare come ulteriore punto debole il fatto che il main event di allora sia imparagonabile a quello attuale ma non è colpa della federazione se prima aveva più difficoltà economiche per reperire talenti di livello assoluto e soprattutto se gente come Sting,Kurt Angle e Christian Cage era impegnata con altre federazioni(WWE) o altre attività. Anzi, questo presunto difetto, potrebbe diventare un punto di forza per come la compagnia ha saputo regalare cose egregie pur con wrestlers non sempre all’altezza della situazione(o con uno status certamente non di grande livello).
Questo per quanto riguarda la TNA di una volta. Ma quella attuale? E’ una TNA completamente cambiata. Credo che nessun altra federazione nella storia sia sia così modificata per concezione e stile in così poco tempo. Forse la WWF quando iniziò l’era attitude ma fondamentalmente sempre sport-entertaiment era, per quanto diverso e per quanto diretto ad un pubblico differente. E questo spiega anche come mai sia nata questa grande contrapposizione tra i fans della TNA del passato e i fans di quella presente. Altrove sarebbe pure follia, ma in questo contesto ha perfettamente senso. E’ come se la TNA fosse diventata un prodotto diverso ed è chiaro che prodotti diversi portino a fans con gusti diversi. La TNA di oggi è dunque una major a tutti gli effetti. Non solo da un punto di vista formale, ma anche per stile e tipo di show proposti. Ricorda molto, per caratteristiche, la WCW e non è un caso che molti fans della federazione di Atlanta si siano avvicinati al prodotto attuale. Ciò non vuol dire però che sia uguale alla WWE come molti sostengono. Condividono il genere di wrestling(sport-entertaiment) da proporre, ma non lo fanno nelle medesime modalità e non lo interpretano nella stessa maniera. Per fare un paragone letterario, sarebbe come affermare che Simenon, Arthur Conan Doyle e Agatha Christie siano autori identici perché scrivono tutti e tre gialli. Quando invece sono totalmente differenti tra loro.
I suoi pregi principali li ho elencati prima parlando dei difetti della TNA “vecchia”. Riassumendo potremmo dire che la TNA di oggi è una federazione che è stata capace di superare la WWE per qualità dell’entertaiment offerto(cosa impensabile anche solo due anni fa), abilissima nel creare personaggi e feud interessanti e a costruire con senso le card dei PPV. Una federazione più completa dunque e probabilmente in grado di accontentare il maggior numero di fans. Ma anche questa TNA non è certamente perfetta. La qualità del wrestling “lottato” si è abbassata notevolmente e spesso l’entertaiment prende eccessivamente il sopravvento, facendo quasi dimenticare che stiamo assistendo ad uno spettacolo di natura sportiva. Infatti le cinture “secondarie”(come quella X-Division e quella di coppia), che erano state il fiore all’occhiello della passata gestione, sono finite nel dimenticatoio e hanno perso il valore che si erano conquistate negli anni passati. Ma anche il titolo del mondiale ha avuto i suoi problemi. La lunga faida tra Angle e Cage ha riguardato tutto fuorché la voglia di conquistare la cintura e queste sono cose che alla lunga rischiano di rovinare l’immagine di un titolo. Anche la vendita dei PPV presenta problemi. Se i ratings sono in netta salita(grazie a storyline interessanti che portano il pubblico a seguire settimana dopo settimana) , i byrates arrancano e non sono certamente esaltanti. Il motivo è presto detto: La TNA gestisce benissimo le storyline, soprattutto se a lungo termine, ma non da hype agli incontri in PPV perché pur con due ore a disposizione non si possono fare entrambe le cose.
E dunque preferendo puntare sulle storie, si perde qualcosa nella costruzione dei match. Prendete Final Resolution come esempio: Tutti erano interessati a sapere chi avrebbe scelto AJ tra Angle e Cage, cosa avrebbe fatto Joe per portare avanti la sua guerra al managment e quale fosse il segreto di Abyss, e per questo si sintonizzavano su Spike Tv, ma a nessuno importava qualcosa di Angle vs. Cage, Joe/Nash vs. AJ Styles e Tomko e Abyss vs. Judas Mesias, a cui si era solo accennato durante le puntate. Non aiuta in questo senso neanche il fatto che da BFG abbiamo assistito solo a PPV di transizione che non hanno chiuso faide e sono stati spesso interlocutori. E se un PPV si presente non decisivo e importante, chi glielo fa fare allo spettatore che si diverte con Impact gratuitamente di spendere 40 dollari per un prodotto di cui non si fida completamente dal momento che la qualità dei PPV TNA si è molto abbassata? Qui sta infatti l’unico passo indietro rispetto al passato. I PPV TNA 05/06 erano eventi eccezionali, dove salvo rare eccezioni, si assisteva a wrestling di ottimo livello anche nel low-card. Certo erano incontri “improvvisati”, annunciati sul sito e senza storia, ma tecnicamente superbi, altamente spettacolari. E se devo spendere 40 dollari, personalmente preferisco vedermi un Shelley vs. Sabin senza storia dietro che un Kaz vs. Black Reign o Mrs. Banks vs. Mrs. Brooks con mesi di preparazione. Questi potrebbero essere considerati gusti personale se non fosse che i buyrates di allora, pur senza gente come Angle,Cage e Sting, pur con 45 minuti a settimana invece che 2 ore, erano superiori. Dunque la TNA attuale in questo caso dovrebbe rivedere questo aspetto per diventare davvero completa e recuperare forse una fetta di pubblico.
Questa è la descrizione delle due TNA, con pregi e difetti, che ho cercato di rendere più oggettiva e il più imparziale possibile. Ma cosa ha spinto la compagnia ad una così radicale trasformazione?
Nel Giugno del 2004 la TNA esordisce in tv su FOX Sport con Impact e fin da subito si presenta come un alternative, con tutte quelle caratteristiche che i pseudo-esperti da web sostengono dovrebbe avere ora la federazione. Era una federazione con molti giovani e qualche lottatore glorioso importante, qualche feud e qualche promo ma soprattutto tanto wrestling di qualità. Gli ascolti non si può dire che salgano subito alle stelle. Anzi. Le cose vanno così bene che a fine 2004 si parla insistentemente di una TNA prossima al fallimento e sono in molti a sostenere che l’ingresso nel mondo dei PPV mensili sia un modo per incrementare le entrare e cercare di salvarsi.
Questi sono rumours, ma resta il fatto certo e incontrovertibile che la politica dei PPV settimanali basati su grandi incontri e tanto wrestling aveva fallito. Forse perché a pagamento ma i bassi risultati ottenuti pure in chiaro lasciavano pochi dubbi. Le cose andarono male per tutto l’anno fino a quando nel Maggio 2005 la TNA si trovò senza contratto tv perché FOX Sport decise di non rinnovare a causa ascolti troppo bassi. E in quell’anno Impact raggiunse forse le sue vette più alte proponendo incontri di grande livello ad ogni puntata ed è paradossalmente a quel periodo che molti fans vorrebbero tornare. Eccellente qualitativamente,e non si può discutere, ma con ascolti disastrosi che misero in serio rischio la vita della TNA. Impact finì sul sito della federazione e nel frattempo si riuscì a trovare un accordo con Spike Tv. La Carter pensò che l’insuccesso fosse dovuto alla poca esposizione mediatica data da un canale non molto noto come FOX Sport news. Sperava che su un canale famosissimo come Spike Tv, dove era appena stata la WWE, e con l’aggiunta di nomi famosi come Rhino e il Team 3D, qualcosa potesse davvero cambiare. Pertanto per farsi conoscere si puntò sempre sulla vecchia formula, proponendo tanta X-Divisi0n(e ci sono stati dei 3 vs. 3 assolutamente memorabili) e incontri di alto livello e con poche limitazioni. Risultato? Un lieve miglioramento dei ratings ma che non bastava per quelle che erano e sono le ambizioni della dirigenza. Neanche gli acquisti onerosi di Cage e Sting erano serviti in questo senso. Si provò a cambiare orario. Non più il sabato sera perché i giovani, maggiori fruitori del programma, uscivano e si passò al giovedì in seconda serata. Ma niente da fare, i ratings non ne volevano sapere di salire nonostante all’epoca sul web la TNA fosse lodata a tutte le latitudini.
La Carter in estate riuscì a portare a casa Kurt Angle con un ingente esborso economico. A questo punto visti i continui sforzi economici era doveroso avere un riscontro in termini di ascolti. Perciò pensò di cambiare completamente politica. Basta alla TNA alternativa, basta ad un booking team affidato ad un giovane con idee più da indy che da major, basta alla guerra alla WWE. Se la differenziazione era fallita, allora si sarebbe tentata la strada dell’omologazione. Il bello è che molti hanno definito comoda questo mossa quando è una legge economica fondamentale a dire che costa molto di più acquistare nuovi consumatori che conservare quelli vecchi. La TNA avrebbe potuto tranquillamente continuare a vivere con una nicchia di seguagi(tanto Spike Tv era contenta) ma avendo avuto l’ambizione di allargarsi ha certamente rischiato, altro che scelta comoda. Così la Carter analizzò i punti di forza e i punti di debolezza del suo prodotto e vide subito che ciò che molti rimproverano alla sua compagnia era la mancanza di grandi storyline e grandi character. E dunque richiamò quel Vince Russo, autore della rivoluzione dell’era attitude, che tanto bene aveva fatto nei primi due anni in TNA. All’epoca, molti fans che si erano stufati di D’Amore esultarono pur conservando dei dubbi su Russo, giusto per far capire come sia pazzesco leggere ora inni a D’Amore e insulti a Russo quando nel settembre 2006 era esattamente l’opposto. I primi due mesi, senza controlli, della gestione Russo furono straordinari, con show di altissima qualità(vari siti americani parlarono dello show di due ore per il debutto in prima serata come del miglior show di wrestling visto in tv da anni)e due tra i migliori PPV dell’anno(con l’inizio della meravigliosa storia tra Abyss e Sting). Nonostante questo, gli ascolti si alzarono di pochissimo. Così lentamente si cambiò sempre più il prodotto, fino all’esplosione definitiva a metà 2007, quando avviene il passaggio finale tra la TNA di un tempo e la nuova.
E guarda caso, pochi mesi dopo, gli ascolti si alzano, si fa un nuovo record(1.3) e si sta stabili sul 1.1(un tempo punta massima toccata raramente). Addirittura Febbraio viene fatto quasi tutto sulle media di 1.2. C’è poco da fare. Si può contestare la qualità, e spesso sono il primo a farlo, dispiacersi per la poesia e la bellezza della TNA di una volta, ma i risultati parlano chiaro: La TNA fino a metà 2006 se prendeva 0.9 festeggiava(anche se il suo picco fu un 1.1, ma fu un episodio sporadico e mai più ripetuto) e lo considerava un ottimo risultato, con picchi negativi che potevano toccare però anche il 0.6. La TNA attuale fa di MEDIA 1.1./ 1.2 e ha toccato l’apice con con l’1.3(sarebbe un 1.288… quindi per arrotondamento). Un 0.4 che in un anno e mezzo vale tantissimo. Per chi fosse interessato qui è presenta la lista degli ascolti TNA degli ultimi anni, a dimostrazione che non sto inventando nulla visitate questo link. Invece con la politica del wrestling duro e puro, la TNA si è trovata senza un contratto tv nel 2005, a rischio fallimento, ha visto andare male la politica dei PPV settimanali e andare male o comunque non benissimo i ratings su Spike Tv per un anno e mezzo(non si può dire che non gli abbiano dato tempo). A supportare questa tesi arrivano i dati relativi ai PPV ROH(la miglior federazione per wrestling offerto al mondo): Assolutamente disastrosi, al punto che forse la compagnia non ne produrrà più. Se a questo si aggiunge che Global Impact, prodotto molto vicino alla TNA vecchia, ha fatto registrare un misero 0.8, quando 5 minuti prima la normale puntata di Impact aveva fatto 1.2. 0.4 spettatori scomparsi in pochi minuti. E lo stesso si potrebbe dire del Raw pre NWO, ricco di bel wrestling, ma che in ascolti è stato il peggiore degli ultimi tempi. Insomma purtropo il wrestling puro, il wrestling più classico sembra non trovare più i consensi(vuoi anche per le vicende Benoit e steroidi) presso il grande pubblico. E finchè si è un indy e si ha un pubblico di nicchia si può infischiarsene della questione, ma se sei la TNA e punti a battere la WWE(motivo per cui Jarrett fondò la compagnia, ricordiamolo), allora devi per forza tenerlo in considerazione.
In definitiva è giusto e anche bello che i vecchi fans rimpiangono i tempi andati, si arrabbino a vedere AJ idiota e la X-Division allo sbando, che si lamentino per il cambiamento radicale del prodotto. Sono il primo a farlo e spesso ho discusso dell’argomento sul forum. Sarebbe superficiale definirli come i soliti laudatores tempori acti, come direbbe Orazio. Non si tratta di amare il passato tanto per farlo. Semplicemente si tratta di preferire un prodotto ad un altro, di avere un'altra visione di wrestling e di essere legati, anche dal punto di vista delle emozioni, che sono il sale di questa disciplina, ad un certo periodo storico. Così come al tempo stesso sarebbe sbagliato tacciare di superficialità chi apprezza l’attuale prodotto. Si tratta semplicemente di gusti, che in alcuni casi possono essere semplicemente più condivisi. E’ fondamentalmente una guerra “ideologica” su cosa sia il wrestling e quali aspetti si preferisca e ritenga importanti. Ecco perché si discute tanto e così animatamente, ma sempre per passione, per amore verso il wrestling in generale e la TNA in particolare. Ma se si ragiona con la mente, e non con il cuore, allora non si può discutere e contestare questa politica economica e commerciale della TNA che ha dato solo esiti positivi per ora. D’altronde è la grande dicotomia dell’epoca moderna in tv: Tra qualità e audience, visto che le due cose raramente vanno a braccetto. A molti farebbe piacere vedere AJ vs. Joe ad Impact senza restrizioni di sorta, ma se per restare a certi livelli e non vedersi fallire miseramente, come ha fatto Heyman con l’ECW, bisogna accettare dei compromessi, è giusto farlo. Preferisco vedere una TNA distorta e modificata che vederla fallire per stupido e inutile orgoglio.
In poche parole: No TNA for old fans.
Vi auguro un buon fine di settimana. Ciao a tutti.