Domenica 13 Aprile 2008 a Boston nel main event del PPV TNA Lockdown si affronteranno con in palio il TNA World Heavyweight Championship il campione Kurt Angle e Samoa Joe.
Jim Cornette in sede di presentazione lo ha definito come:” Il main event più atteso della storia TNA”. Non si tratta di mera enfatizzazione per fini pubblicitari. Joe vs. Angle è davvero il main event più atteso della storia della compagnia. E’ una contesa che gli appassionati sperano di (ri)vedere dal 13 agosto 2007, giorno del PPV Hard Justice, durante il quale l’eroe olimpico, grazie all’aiuto fondamentale della moglie(che aveva ingannato tutti fingendo il divorzio), sconfisse scorrettamente il lottatore samoano.
Da allora ogni occasione è parsa buona per sperare in questo match. Prima se n’era parlato per Bound For Glory. “E’ tutto chiaro. Joe ha perso sporchissimo ad Hard Justice perché vogliono far desiderare ancora di più al pubblico la sua vittoria, per rendere più pepato il
feud. Vedrete che a
BFG faranno il
rematch e vincerà finalmente Joe”. Così si diceva sui forum e gli editoriali della rete. Poi dopo la delusione per BFG, iniziò l’illusione per Turning Point. Io stesso in uno dei miei primi numeri su questo sito dedicai un intero articolo alla possibile vittoria di Joe su Angle, pronosticando il rematch tra i due per Turning Point. E come me tanti altri seguirono a ruota. Peccato che il main event di Turning Point fu un 3 vs. 3 tra Joe, Nash e Hall (poi sostituito da Eric Young) e Angle, AJ Styles e Tomko. E lì, dopo quel
promo di Joe, che si temeva potesse essere stato
shoot, con tutte quelle news catastrofiche che parlavano di punizioni in arrivo, di un Joe sempre più lontano da Orlando, si è temuto il peggio (e pensare adesso a quei momenti fa sorridere).
Poi si è sperato che per il primo PPV dell’anno, ci potesse essere un nuovo campione dopo il trionfo nel PPV precedente. Invece niente. Scoppiò la faida Angle-Cage e Joe si trovò coinvolto nella questione con il TNA
Management. Circolarono le voci di un Angle vs. Joe a Destination X, le parole e le promesse di Cornette sembravano andare in quella direzione ma anche stavolta niente di fatto.
E poi l’annuncio, come un fulmine a ciel sereno. Samoa Joe vs. Kurt Angle nel main event di Lockdown. 8 mesi dopo la loro ultima e controversa sfida di Hard Justice.
Dopo 8 mesi di dubbi, di critiche, di cattivi pensieri sul futuro di Joe, di domande inquietanti se la TNA ci credesse o meno, di rabbia per vederlo sempre sfuggire, di paura perché non si facesse, ecco arrivare Joe vs. Angle, il main event più sudato, atteso e invocato della storia della federazione.
La TNA ce lo ha fatto proprio sudare ma ora, che tutto è passato, posso dire che ne è valsa la pena perché se l’
hype per Lockdown è alle stelle, superiore per quanto mi riguarda a quello di Wrestlemania 24, lo si deve solo e soltanto a questo incontro.
Un match che ha una lunga storia alle spalle e che deve il suo fascino non solo alla possibile e probabile incoronazione di Samoa Joe, non solo all’elevatissime qualità tecnico/atletiche dei due contendenti ma soprattutto lo deve alla storia che terminerà dentro la gabbia esagonale. Una storia iniziata un anno e mezzo fa, all’arrivo sconvolgente e sorprendente a No Surrender 06 di Kurt Angle in TNA, il più grande acquisto della sua giovane storia….
Ovviamente l’arrivo di un lottatore di tale importanza e bravura non poteva che solleticare l’immaginario dei fans della federazione di Nashville. “Pensate ad Angle vs. Joe….mamma mia che spettacolo!!” o “ Perché Angle vs. AJ allora? O Angle vs. Christian Cage?” o “Angle vs. Daniels…Già godo al solo pensiero” erano espressioni ricorrenti tra gli aficionados TNA.
Tuttavia c’era solo un match, solo un incontro che riusciva a catalizzare l’attenzione più di tutti, che s’imponeva ancora di più: Samoa Joe vs. Kurt Angle. Era questo il sogno proibito che i fans desideravano vedere, al punto che si aveva quasi paura a nominarlo, come se potesse non avverarsi, come i desideri espressi mentre si spengono le candeline della torta di compleanno. Se li dici, poi non avvengono. Un incontro che faceva impressione solo a pronunciare…Samoa Joe vs. Kurt Angle. Suonava imponente, suonava epico, suonava leggendario. Un incontro che pareva troppo bello per essere vero.
Qualcuno storse il naso alla definizione di
dream match degli ultimi 10 anni datagli dalla TNA. Ma se andiamo a guardare bene, la TNA aveva ragione. Dal 1997 (anno di Hogan vs. Sting) nessun altro incontro ha avuto l’attesa, l’importanza e l’interesse suscitato da Joe vs. Angle. Ci sono stati incontri qualitativamente straordinari o sfide attese da tanto tempo (Hogan vs. The Rock o Austin vs. The Rock)ma nessuno ha avuto il plesso di significati e valori di Angle vs. Joe. La colonna portante della WWE fino a pochi giorni prima, il campione mondiale arrivato tale a
WM, un intoccabile di Stamford contro la bandiera, l’uomo simbolo di quella TNA, che aveva dominato in lungo e in largo nei mesi precedenti e che per di più per intensità, stile e rabbia agonistica erano abbastanza simili (e quanti paragoni si erano fatti…). Come se nel 1998 Sting avesse affrontato Stone Cold Steve Austin, stesso grado di importanza.
Non a caso era uno dei match più ricorrenti che venivano citati durante discussioni del tipo:” Quale dream match oggi irrealizzabile vorreste vedere?”. Tra i vari Bret Hart vs. Kurt Angle, Shawn Micheals vs. Eddie Guerrero, Undertaker vs. Sting e AJ Styles vs. Rey Mysterio, Joe vs. Angle aveva grande credito. Al tempo stesso però molti tifosi si auguravano di non vederlo subito perché l’attesa era troppo grande e si voleva gustarla fino in fondo.
Storia vecchia. In fondo come scriveva anche Manzoni, non è tanto il giorno di festa quello che da più soddisfazioni e piacere, ma il sabato, il giorno prima, quello di attesa del giorno di vacanza, in cui puoi sognare di fare mille cose senza possibilità di venire smentito. Come il bambino che ha paura a tirare fuori dalla confezione il giocattolo nuovo tanto agognato temendo di rovinarlo o per l’inconfessabile paura che possa deluderlo.
Allo stesso modo i fans volevano aspettare di vedere Joe vs. Angle per immaginare chissà quali scenari o manovre impossibili. E anche per soffrire un po’ per godere ancora di più al momento di vederli collidere. Come quando si esce per un po’ di appuntamenti e serate galanti con una ragazza o un ragazzo e si attende a dare il fatidico bacio, per averne poi uno indimenticabile dato al momento giusto.
Ma la TNA la pensava evidentemente in maniera diversa e sconvolse tutti proponendolo subito. Immediatamente. Chi già pronosticava un sicuro Kurt Angle vs. Samoa Joe a Bound For Glory 07, rimase deluso. L’esordio di Angle in TNA coincise con la prima collisione con Samoa Joe. Più veloci di così si muore. E quella fu una scena indimenticabile, probabilmente il miglior
segmento della storia della TNA.
Joe era sul ring con Mike Tenay. La federazione gli aveva dato l’ultimatum di restituire la cintura che aveva rubato al campione Jeff Jarrett al PPV precedente. Joe ovviamente aveva rifiutato e aveva risposto a muso duro, preparandosi al combattimento. Ma le luci scesero, l’arena calò nel buio all’improvviso. Mormorii della gente e poi silenzio assoluto. Che stava succedendo?
Una musica che sembrava uscita da un film di star trek. Sul
titantron le immagini ben note di un uomo in allenamento su un ring. La musica che da aliena diventa quasi metal. Una rampa che lentamente saliva da chissà dove da sotto lo
stage. Un uomo capo chino con un cappuccio a coprirgli il volto. Uno scoppio di
pyros e finalmente l’uomo che alzava la testa e mostrava al mondo il suo volto…Kurt Angle!! Un esplosione pazzesca, mai sentita prima, colpiva come un gancio l’Impact Zone che tremava e rimbombava per rendere omaggio al nuovo guerriero e al solo pensiero di cosa stesse per accadere davanti ai loro occhi, probabilmente tenendosi stretto il biglietto d’ingresso ben sapendo che presto sarebbe stato un cimelio storico.
Joe si preparava, Angle arrivava, lo sguardo di fuoco, intenso, tremendamente intenso e violento. Il silenzio irreale del pubblico che sembrava sparire davanti al confronto di questi due titanti. E poi….all’improvviso eccola. Una testata violentissima, tremenda, realissima e dolorosa. Joe abbattuto come un albero nella foresta e l’esplosione della gente, incredula ed esaltata allo stesso tempo. Angle esultava, festeggiava, si gasava perché giustamente sapeva cosa era riuscito a fare, sapeva l’impresa di buttare a terra Joe quanto sia ardua. Ma come nei film horror dove l’eroe esulta sempre prima del tempo, dove il terribile mostro non è mai domo nonostante i colpi durissimi subiti, eccolo spuntare alle sue spalle minaccioso e sanguinante, con uno sguardo trasudante odio e cattiveria pura, in una scena che pareva uscita da un opera di Quentin Tarantino, Samoa Joe. Angle si girava ma era troppo tardi. Un terribile enzeguri kick lo stordiva e faceva andare lui al tappeto stavolta.
Quella che seguiva fu una delle più brutali, intense, esaltanti e realistiche risse mai viste in uno show di wrestling. E se il pubblico già prima era in estasi, dopo averli visti contro era finito direttamente in paradiso.
L’incontro di Genesis, definito il dream match degli ultimi 10 anni, fu un match di cui si parlò, come presentabile, per lungo tempo.
Molti lo definirono una delusione e dissero di essere rimasti con l’amaro in bocca, altri addirittura parlarono di fallimento. Non mancarono però le critiche positive che lo nominarono fin da subito candidato a match dell’anno. Una disparità così evidente di giudizi che probabilmente fu dovuta alla particolare e inusuale formula di incontro scelta.
Personalmente inizialmente fui tra la schiera dei delusi perché avevo sognato così tanto quell’incontro che vederlo ridotto ad un confronto di 10 minuti mi aveva lasciato perplesso e la vittoria pulita di Angle mi aveva lasciato sconcertato non solo perché ero e sono fan della samoan
submission machine(motivo non valido per giudicare negativamente un incontro), ma perché ritenevo che un neo arrivato, per quanto importante e nome prestigioso, battendo così il miglior uomo TNA svalutasse un po’ il lavoro della federazione svolto nei mesi precedenti.
Poi però lo riguardai a mente fredda, a faida terminata, sapendo già come sarebbe andato a finire. E l’ho rivalutato completamente, quasi stessi assistendo ad un altro match. E su nessun altro incontro ho avuto un così grande ripensamento ma la molteplicità di interpretazioni di questa contesa aveva fatto sì che potesse accadere. Angle e Joe avevano costruito un incontro perfetto per il tipo di faida che stavano proponendo. Era una faida sportiva, tosta, violenta, per stabilire chi fosse davvero il migliore tra i due. Non c’entravano storie personali, tradimenti o mogli. Era “solo” una sfida per vedere chi era il più forte. E se la faida era stata violenta, tosta e realistica, tremendamente intensa, fu giusto proporre un incontro violento,tosto e realistico, tremendamente intenso. Coerenza di
storyline. E per rendere un incontro del genere, con queste caratteristiche, con un Angle con numerosi problemi fisici, non si poteva che optare per un incontro da 10 minuti, perché in mezz’ora proporre quell’intensità continuamente sarebbe stato impossibile e l’incontro ne avrebbe risentito parecchio. Invece in quei 10 minuti abbiamo assistito alla più brutale e shoot battaglia vista negli ultimi anni in una
major, molto realistica e vicino allo stile MMA, con un Kurt Angle che mai aveva sanguinato così tanto e mai lo avrebbe rifatto in futuro(e dopo 5 minuti). Un Angle che mai in carriera fu così dominato e annientato, incapace di reagire, ma che trovò la forza, alla seconda ankle lock, di far cedere il samoano per la prima volta nella sua carriera in TNA.
Un Angle che,in ottica mark, sapeva di essere stato fortunato a vincere, di essere riuscito a trionfare solo con la forza della disperazione e che in un secondo ipotetico incontro sarebbe stato annientato senza tanti problemi. Per questo, impaurito e nervoso per aver trovato un avversario di suo pari livello se non superiore, rifiutò la stretta di mano, andando contro ad un pubblico che lo aveva sostenuto anche durante l’incontro. Fu il primo caso di un
booking così ben fatto e curato nei particolari e nelle sfumature psicologiche, che permise di
pushare all’interno dello stesso match tra due stelle affermate entrambi i contendenti senza svalutare nessuno. Motivo in più per apprezzarlo.
Le settimane seguenti continuarono quella storia. Angle talmente spaventato dalla forza del samoano tastata sulla propria pelle accettò il rematch solo in cambio di un patto di non belligeranza fino al PPV successivo, salvo poi tradirlo e colpirlo alle spalle a soli tre giorni da Turning Point essendo ben conscio che Joe non avrebbe potuto vendicarsi prima. Molto suggestivi furono i video mandati in onda dei due, in particolare quello di Angle che disse che sarebbe stato l’ultimo incontro contro Joe indipendentemente dal risultato perché la sua salute rischiava troppo e che era conscio che forse dopo Turning Point non avrebbe più rivisto sua moglie e le sue figlie. Frasi che sembravano uscite dalla bocca di Rocky prima di affrontare Ivan Drago.
E così si arrivò al rematch dei rematch a Turning Point. Quello che viene unanimemente riconosciuto come il capolavoro dei due, il miglior incontro della serie accettato da tutti.
C’è poco da dire su un incontro di questo livello. Grande tecnica, ottime riverse al tappeto e non solo, belle manovre e azione letteralmente non stop, epicità e
psicologia, incertezza(chi non pensò a Angle vincente dopo il
low blow?) furono gli ingredienti vincenti di quella sfida.
Uno stile in grado di essere più apprezzato da tutti, rispetto a quello più elitario e da Pururesu del primo confronto. Un incontro che pushò enormemente Samoa Joe, non solo per la vittoria, ma anche per il modo in cui avvenne(Angle fatto cedere due volte e resistenza a sediate e low blow).
E le settimane seguenti continuarono ad andare in quella direzione. Angle disperato per la sconfitta che impazzì e massacrò tutto e tutti nel
backstage pur di ottenere un rematch che Joe non voleva dargli. Un Angle che arrivò persino a rompere la caviglia della fidanzata dal samoano per ottenere da questo l’incontro che così ardentemente desiderava. Le risse brutali effettuate stavolta nel parcheggio aumentarono ulteriormente l’hype e l’importanza decisiva della “bella” tra i due che si sarebbe svolta a Final Resolution in un 30 Minutes Iron Man Match.
L’incontro si rivelò probabilmente come il peggiore dei 3(e dei 4 considerano pure Hard Justice).
Ciò fu dovuto al fatto che Angle arrivò al match molto stanco e fuori forma. C’erano momenti in cui Joe pur vendendo le mosse subite si riusciva ad alzare prima di Angle che in teoria sarebbe dovuto essere già in piedi avendo eseguito la manovra.
Non fu neanche un brutto incontro, lo avessero fatto due “normali” magari se ne sarebbe parlato anche benissimo, ma qualche bello scambio tecnico al tappeto e una buona azione non possono bastare per due fenomeni del genere. Nell’ottica della storia, la vittoria di Angle non fu molto significativa o problematica per Joe. Angle vinse infatti 3-2, dopo aver passato gli ultimi 5 minuti praticamente sempre fuori dall’esagono per non dare la possibilità a Joe di schierarlo, e dopo che sul
gong Joe fece cedere Angle davanti ad Hebner. A norma di regolamento il fall sarebbe stato valido(e se non ci fosse stata in palio una
title shot probabilmente così sarebbe finita) ma l’arbitro incredibilmente non fu dello stesso avviso.
Seguirono mesi di sfrecciatine, di piccoli scontri, di litigi e dichiarazioni al vetriolo tra i due. Prima Angle accusò Joe di essere l’allenatore segreto di Christian Cage(si rivelerà essere poi Scott Steiner), poi entrambi si promisero reciprocamente di vincere la cintura contro il canadese per darsi un rematch stavolta titolato, Joe criticò aspramente Angle per aver arruolato Jarrett nel suo team a Lockdown, Angle fissò in Joe e nella cintura i suoi obbiettivi per il KOTM e a Slammiversary fu proprio l’eroe olimpico a costare la vittoria a Joe, per poi completare l’opera eseguendo su di lui un Angle Slam dopo che il samoano gli aveva offerto una stretta di mano. I due si trovarono
tag team partner, con mille incomprensioni ed insulti, a Victory Road dove nonostante i colpi bassi dell’eroe olimpico fu Joe, allora X-
Division champion, a far cedere il Team 3D e conquistare da solo le cinture di coppia. Joe propose ad Angle di mettere tutte e tre le cinture in palio ad Hard Justice e nelle settimane successive non si fece scrupolo ad utilizzare il suo divorzio dalla moglie e la sua depressione per giocare sadici mind games con lui. Peccato che al PPV tutto si rivelò un triste inganno e la moglie aiutò il marito a battere, anche se sporchissimo, Samoa Joe.
Un incontro che se escludiamo un booking invadente e troppo concentrato su quanto accadeva fuori dal ring, non fu affatto male(sicuramente superiore al match di Final Resolution) e mostrò una buonissima azione, forse dovuta anche ad un Angle finalmente in buonissime condizioni fisiche.
Certo il finale non contribuì a fargli trovare i favori del pubblico ma d’altronde mostrare Joe che fa cedere Angle non visto dall’arbitro, Karen aiutare il marito e la sediata finale decisiva erano gli unici modi per lasciare il titolo a Kurt e non rovinare troppo la credibilità del samoano, che da allora non ha mai davvero avuto, nonostante vari battibecchi e qualche scontro fisico, un serio rematch e una seria possibilità di rifarsi. Fino a Lockdown….
Dunque a Boston, il 13 Aprile, sarà tempo dello scontro finale tra questi due grandissimi campioni, due tra i migliori, per tecnica e intensità, wrestlers attualmente in circolazione. Sarà il simbolo della nuova generazione, il suo lottatore migliore, che ha portato lo
strong style e lo stile
stiff al grande pubblico, contro il rappresentante di quella appena passata, colui che ha portato la tecnica ad alti livelli in una major. Sarà o la definitiva consacrazione di Samoa Joe nell’Olimpo del Wrestling mondiale, la realizzazione di un sogno che dura una vita o la definitiva affermazione di superiorità tra i due di Kurt Angle.
Stavolta la gabbia toglierà alibi, scuse e interventi esterni. Saranno solo Kurt Angle e Samoa Joe sul ring, Uno contro l’altro nel più atteso, invocato, sofferto e importante main event della storia TNA.
Sarà scritta la parola fine ad una storia infinita, a due anni di continui scontri. Sarà in messo in palio il TNA World Heavyweight Championship. Sarà scritta, comunque vada, la storia. Sarà in sole tre parole: Kurt Angle vs. Samoa Joe.
A settimana prossima, intanto vi auguro un buon proseguimento di settimana e tanti auguri di una Felice Pasqua, a voi e i vostri cari. Ciao a tutti!!