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TNA POINT #57 - Come montagne russe

Pascal diceva: “Né la contraddizione è indice di falsità né la coerenza è segno di verità”. Una citazione che descrive perfettamente l’attuale situazione della federazione di Orlando. Diventa difficile per il sottoscritto criticare aspramente quanto successo tra Genesis e oggi perché l’ultima volta che ci eravamo lasciati avevo esaltato la TNA per la puntata del 4 gennaio e per come aveva saputo creare attesa e interesse per le puntate successive. Sono bastati due giorni dall’uscita dell’ultimo numero del TNA Point per farmi rimangiare lodi sperticate e complimenti. Mi rendo conto che la lettura di questa rubrica possa risultare frutto di una mente schizzofrenica. Negli ultimi mesi sono passato dal criticare duramente la federazione per la gestione dei Main Event Mafia e del caso Jarrett ad applaudirla per aver puntato sui giovani e sui TNA orginals dopo Bound For Glory, ad esaltarla per quanto aveva saputo costruire a livello di storyline con l’arrivo di Hogan e ora ad attaccarla per gli eventi post-Genesis. Ma vi assicuro che sono una persona sanissima. Non è dunque mio il problema, quanto della TNA che non sembra decidere mai la direzione giusta da prendere e che continua a cambiare nella speranza che i ratings germoglino come fiori primaverili. Seguire la compagnia della Carter è come andare sulle montagne russe (o Russo se mi concedete la triste battuta): quando si è in alto e si è felici perché si può ammirare tutto il panorama sottostante immaginando quante cose belle si potranno fare una volta discesi, subito e senza preavviso, si scende in picchiata,in modo violento, dritti verso il suolo e a velocità supersonica. E quando si teme il peggio, quando l’impatto con il terreno pare inevitabile, subito ci si rialza e si evita lo scontro iniziando nuovamente una salita verso la cima carica di speranze e attese che puntualmente saranno disattese nel momento più bello.

A Genesis si può dire che sia iniziata l’era Hogan-Bishoff. Ci eravamo illusi che fosse iniziata già il 4 gennaio, che i due Impact ai quali avevamo assistito avrebbero rappresentato la regola e non l’eccezione e invece siamo stati brutalmente smentiti solo due giorni dopo. Quei due show erano un tributo alla gestione precedente, un omaggio concesso a Russo e soci per terminare quanto iniziato prima del PPV, quando il nuovo corso avrebbe avuto inizio. Così si spiega, ad esempio, la risoluzione del caso del misterioso assalitore di AJ Styles. Troppo strano che il tutto si fosse consumato in un Impact qualsiasi e ora sappiamo il perché. La nuova gestione aveva in mente altro per il campione e la vicenda approvata dalla precedente gestione andava chiarita prima del PPV. Con buona pace di Tomko.

A Genesis si parte subito con il botto. Il six-sided ring non c’è più, al suo posto un normale ring tradizionale a quattro lati. Molti fans sulla rete hanno criticato questa scelta ritenendo il ring a 6 lati un tratto distintivo della federazione. Probabilmente è così, inutile negarlo, ma non bisogna dimenticare che per i primi due anni della sua storia la TNA ha avuto un ring normale e che il 90% della federazioni di tutto il mondo usa il quadrato pur offrendo uno spettacolo eccezionale. Sarebbe superfluo citare la ROH, che anche senza due lati in più riesce ad offrire il miglior wrestling del mondo. Per cui ben venga il ring a quattro lati se questo significa maggior visibilità(anche se qui i dubbi aumentano). Il vero problema è la pacchiana,inutile e anacronistica rampa in stile WCW di primi anni novanta. A che cosa dovrebbe servire? Se l’obiettivo era generare claustrofobia negli spettatori a casa, allora missione compiuta. L’Impact Zone è passata in 48 ore dall’essere un arena spaziosa ad una sorta di disordinato scantinato con al centro un ring. Come pensano che wrestlers come AJ Styles, Hernandez, Samoa Joe, MCMG,Daniels e soci possano eseguire le loro trademark moves al di fuori del quadrato? Si sono resi conto che a momenti Bishoff ed Hogan avevano difficoltà a raggiungere gli spogliatoi tanto era poco lo spazio tra le transenne e la rampa? Hanno visto che AJ e Amazing Red hanno rischiato di infortunarsi eseguendo manovre fuori dal ring? Evidentemente no dato che per i due Impact successivi la rampa è rimasta al suo posto. Benvenuti dunque nella “Claustrozone”!!
Ma il meglio deve ancora venire. Hogan ci regala uno dei promo più ipocriti, falsi e revisionisti che la storia del Pro-Wrestling ricordi. “ Sono stufo di sentire chiamare il wrestling sport-entertaiment. Vince non usa la parola wrestling perché ha paura ma io no. Io voglio il wrestling e sono in TNA per riportarlo ad alti livelli.

Ecco perché ho portato il ring a 4 lati. Perché il vero wrestling si fa così”. Questo il discorso, in sintesi, dell’Hulkster. Ora qualunque persona che conosca la storia della nostra amata disciplina non potrà non essersi sorpreso udendo queste parole. E’ come se nella serata di gala del Sundance Film Festival Christian De Sica, nuovo presidente di giuria, iniziasse la serata dicendo: “Sono qui perché amo i film d’autore. Odio i cinepanettoni, quelli li fa Boldi. Io ho sempre amato il cinema indipendente e per questo sono qui. Lasciamo il cinepanettone a De Laurentis e Boldi”. La contraddizione del discorso sarebbe la medesima. Hulk Hogan, il wrestler più carismatico di sempre, l’intrattenitore per eccellenza, il personaggio che ha dato vita a Wrestlemania e all’era gimmick, il gigante con i baffoni biondi che si strappava la maglietta e lottava con attori di Hollywood odia lo sport-entertaiment? Lui che ha avuto successo con i “Gremlins” e “Rocky III”? Lui che ha sempre dichiarato di aver contribuito quanto McMahon alla nascita di quel fenomeno? Ecco perché trovo stupide dichiarazioni di questo tipo. Già il pubblico era imbufalito per la perdita dell’amato six sided ring, ci manca solo di proclamarsi difensore di qualcosa che si è combattuto per anni. Sì perché mentre il paladino del wrestling si strappava t-shirts e affrontava attori e giganti, Flair e Steambot in NWA regalavano perle di grande wrestling. E allora che credibilità ha quest’uomo di dire che è venuto in TNA per portare il wrestling? Perché forse prima di lui non c’era? Casomai il contrario, come il PPV e le due puntate successive hanno dimostrato. Non a caso il pubblico lo ha fischiato e Hogan, persona democratica e civile, ha pensato bene prima dei tapings del giorno dopo di mandare fuori dei dirigenti a spiegare al pubblico come comportarsi e come se questo non bastasse, ad aggiungere fischi e applausi finti negli Impact mandati in onda, come solo la peggior WWE ha fatto in passato. Watch gonna do TNA fans, when democracy runs wild on you in Orlando?

Quanto andato in scena in seguito è stato figlio degli ideali espressi nel promo iniziale di Hogan e Bishoff. “Se vuoi battere la concorrenza, non devi proporre qualcosa di nuovo, non devi essere diverso, ma devi cercare di assomigliare il più possibile al prodotto che vuoi sconfiggere, deve ritornare indietro nel tempo perché l’innovazione è sbagliata mentre il classico piace sempre”. Questa deve essere l’Hogan pensiero e tale filosofia è trasudata da tutti i pori di Genesis. PPV che si candida ad essere il peggior evento a pagamento della storia TNA grazie ad innumerevoli porcate, tra le quali ricordiamo: Daniels, un wrestler fenomenale e simbolo TNA, ridotto a jobbare pulito e senza discussioni ad un “wrestler” il cui punto più alto raggiunto in carriera è stata la sua evirazione in diretta tv, Brooke e Nick Hogan a bordo ring e inquadrati continuamente come se fossero qualcuno, rest holds a volontà per rendere soporiferi gli incontri(ma Hogan dice che servono per creare pathos. Certo cresce l’attesa che il match finisca…), un match X-Division tra due high-flyers bookato come se sul ring ci fossero Road Dogg e The Godfather tanto era puro brawling e tanto old school da non poterne più, con big men face portati al top(qualcuno mi spieghi perché la British Invasion ha battuto tutte le coppie del roster per poi perdere contro due wrestlers singoli)con uno stile da anni ottanta e un assenza pesante e ingiustificata come quella di Samoa Joe. A proposito la sua famiglia vuole sapere come sta. Se è vivo, morto, se lo hanno rapito o se è scappato in Svezia con una bella bionda. Per favore TNA, rispondi alle richieste dei fans e dicci che fine ha fatto Joe. E’ da tre settimane che non compare e sarebbe bello sapere come se la passa.

L’Impact successivo non ha fugato i dubbi né ha rassicurato. Se il job di Daniels aveva inorridito, quello di Pope D’Angelo Dinero nei confronti di Orlando Jordan è andato oltre l’immaginazione. Non tanto per la sconfitta in sé, visto che è stata condizionata dall’infortunio alla gamba e che probabilmente porterà ad un rematch vincente di Pope, quanto per il nome del vincitore. Orlando Jordan, un wrestler il cui punto più alto raggiunto in carriera è rappresentato da una serie di sconfitte in meno di un minuto da parte di Chris Benoit. Se vi state chiedendo: “Ma OJ è quel tizio che Benoit sfotteva facendo angles in cui mostrava che una sua pisciata durava di più che una sfida contro di lui?”, la risposta è sì. E’ lui quel mediocre, perdente, senza talento e senza star power wrestler la cui assenza dai ring è stata una delle cose più belle degli ultimi anni. Non poteva allora Dinero jobbare ad un Lethal turnato heel perché stufo del suo personaggio simil Savage? O non poteva jobbare ad un Daniels incazzato con lui in quanto ex WWE? O nuovamente contro Wolfe?

Come se questo non bastasse, si sono messi i Nasty Boys, due wrestlers che non combattono da dieci anni. Va bene portarli in TNA per fare un match “storico” contro il Team 3D, va bene che sono abbastanza famosi ma non si può metterli su un ring e fargli sconfiggere Eric Young, un altro veterano TNA e uno dei wrestlers più in rampa in lancio a fine 2009. Young prima di Hogan e Bishoff era il leader elegante della stable N°1 in TNA, la World Elite, e ora, vestito come un lottatore qualunque, jobba a due cinquantenni inguardabili e ha visto la sua stable sciogliersi senza una spiegazione o una parola. La World Elite non esiste più. Non viene nominata e non se ne parla. Evidentemente ad Hogan e Bishoff non piaceva e dunque via. Lavoro di mesi e mesi, preso e buttato nel cesso. E come ciliegina sulla torta…durante il tour in Galles, Terry ha conquistato il legends title ai danni di Young, che ora si trova con niente in mano.

Val Venis, Orlando Jordan, Nasty Boys e Ken Anderson. Tutti vincenti tra Genesis e Impact e tutti ai danni di veterani TNA: Abyss, Eric Young, Daniels. Non si tratta di coincidenza. Infatti tutti questi wrestlers hanno preso parte all’Hulk Hogan Tour in Australia o sono amici dell’Hulkster. Come Hall e Waltman, come Flair, il quale ha trasformato il campione mondiale in suo clone(ne parleremo nel prossimo numero), personaggi che hanno più spazio ad Impact di Joe,Beer Money e compagnia. Hogan sta trasformando la TNA in casa sua. Ha cambiato l’arredo(four sided ring), ha invitato gli amici, ha invitato la famiglia(Brooke e Nick), sta maltrattando i vecchi padroni di casa(TNA originals)e ha zittito i condomini(pubblico TNA) che stavano lamentandosi del casino che sta facendo. E ha imposto le sue regole. Negli ultimi due Impact si sono viste numerose rest holds, “si è volato” di meno , ci sono stati diversi comeback stile anni ottanta(vedi Jarrett nel main event) e cosa ancora peggiore si è abbattuto il concetto di “Cross the line”, con ruoli di face e di heel fin troppo definiti rispetto a sole due settimane fa. Vedere Angle e Hogan ringraziarsi a vicenda e farsi i complimenti mi ha un po’ intristito ripensando al finissimo gioco di work/shoot, reale/finzione del 4 Gennaio, dove il “Cross the line” raggiunse il suo apice. Gli unici talenti TNA ad essere pushati sono stati Morgan ed Hernandez, guarda caso i due che più si avvicinano alla concezione antiquata di wrestling di Hogan. Purtroppo tra la rampa, tra lo stile nel ring, tra Hogan stesso e i face e gli heel tornati ad essere quelli di un tempo sembra davvero di aver compiuto un viaggio a ritroso nel tempo di 20 anni. O forse di 12 se si pensa alla “geniale” idea di riproporre lo screwjob di Montreal. Si diceva che avrebbe portato a chissà quale storyline e invece si è ridotto ad un semplice tentativo di corruzione di Ric Flair. Qui c’è il marchio di Bishoff, l’idea di provocare la WWE tanto per farlo, con una mossa fine a sé stessa.

Non mi preoccupo più di tanto. Come detto in apertura, ne ho viste tante di versioni di TNA. Ricordo la TNA del 2005 con Dusty Rhodes head booker. I PPV inguardabili come Destination X 05,i troppi gimmick match, cadaveri come Savage e Hall nel main evente low-carders come Billy Gunn presentati come superstars. Arrivò Scott D’Amore al suo posto e iniziò il periodo migliore nella storia della compagnia. Ricordo i primi PPV dell’era Russo ad inizio 2007. Orribili. Sembrava l’inizio della fine e invece bastarono ratings bassi e show orrendi con fans che invocavano la testa di Russo per costringere la compagnia a richiamare come booker Jeff Jarrett. Ricordo la TNA di Kurt Angle, dove l’eroe olimpico vinceva contemporaneamente tutti e tre i titoli della federazione e appariva per un ora dei primi Impact da due ore e sua moglie veniva assunta senza motivo. Anche lì, il backstage si rivoltò e richiamò Jarrett, allontanatosi per la morte della moglie, e ci fu il rientro di Scott D’Amore. Ricordo la TNA di inizio 2009, con puntate fotocopia e i MEM dominanti sempre e comunque. Anche in questo caso, dopo la cacciata di Jarrett, la Carter fu costretta a riaffidarsi a Russo come head booker ottenendo in cambio show davvero eccellenti tra settembre e gennaio e tre PPV di altissimo livello(BFG, Turning Point e Final Resolution).

Sono caduti tutti. Hogan e Bishoff non saranno diversi. Per ora i ratings gli stanno dando ragione(ma ciò dipende dallo star power che prima non c’era, non dimentichiamolo) ma se a lungo andare non riusciranno nella loro impresa di sfidare la WWE, se la qualità calerà e sei fans faranno sentire pesantemente la loro voce, allora non basterà chiedere al pubblico di non urlare e fischiare quando non dovrebbe. La Panda Energy guarderà Hogan e Bishoff negli occhi e dirà loro: “Grazie di tutto ragazzi, è stato bello. Alla prossima”. Il contratto che hanno firmato non è eterno. Dura solo un anno e il countdown è iniziato. Per ora si sono limitati ad imporre il loro potere e a richiamare amici e parenti. Peggio per loro. L’orologio scorre e il “tic-tac” che tanta paura faceva a capitano Uncino potrebbe risultare ben più pericoloso di un leg drop of doom. Hogan, Bishoff….Watch gonna do guys when TNA Fans will run wild on you??

P.S.: Non so se è un work o meno, ma in ogni caso non cambierebbe la sostanza. Lashley lascerà la TNA per dedicarsi alle MMA. Cosa che io vi dico sarebbe successa da quest’estate. Non trovate a questo punto che sia ridicolo aver buttato via mesi e mesi di vittorie contro wrestlers TNA, di cui una a BFG contro un main eventer come Joe, quando si è sempre saputo che difficilmente Bobby sarebbe potuto rimanere a lungo? Dixie Carter lo ha tanto voluto e pushato e ora ne sta pagando le conseguenze. A volte mi chiedo se non sia proprio lei il motivo per cui la TNA non riesce ad aumentare i suoi ratings….

E con questo è tutto. A settimana prossima. Ciao ragazzi!!

 

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