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TNA POINT #58 - The horror! The horror!

Against All Odds è passato agli archivi ed è già tempo di giudizi. Che PPV è stato? Ha mantenuto le attese? Ha creato attesa per gli show successivi?

Leggendo qua e là diversi commenti in rete devo constatare come l’evento abbia riscosso in gran parte pareri positivi da parte degli appassionati. Inutile nascondere la mia sorpresa davanti ad un entusiasmo diffuso che mai avrei immaginato appena finito di visionare il PPV. Infatti la mia opinione su “Against All Odds” è molto negativa ed è davvero curioso notare come la mia posizione sia così distante da quella di molti altri fans.
Allora ritengo che la cosa migliore da fare sia approfondire le ragioni del mio disappunto riguardo il PPV in modo tale da chiarire che la mia non è una presa di posizione a priori contro la nuova dirigenza, come potrebbe sembrare dal mio ultimo editoriale, bensì una critica sincera e costruttiva nei confronti della federazione di Nashville.

Uno dei motivi che più mi hanno portato a stroncare Against All Odds risiede nella scarsa qualità del wrestling “lottato” messo in mostra. Non penso di esagerare se affermo che in tema di qualità dei match siamo di fronte ad uno dei peggiori eventi a pagamento nella storia della TNA. Incontri lenti, noiosi, scontati, dai ritmi bassissimi e con troppo poco wrestling di qualità, per il quale intendo near falls, reverse, scambi a terra, high spots etc… Lo avevo già sottolineato dopo Genesis e lo rifaccio ora. Non siamo negli anni ottanta. Concetti come i “comeback”, ovvero i momenti in cui il face, dopo aver subito numerosi attacchi del vile avversario, spinto dal pubblico riprende il controllo della contesa, gli hot tag, le rest holds per dare hype all’incontro o la lentezza della sfide per dargli epicità sono talmente antiquati che persino Jim Cornette, l’uomo più conservatore e meno propenso all'innovazione nel mondo del Pro-Wrestling, li troverebbe anacronistici nel 2010. Non a caso ora Cornette lavora per la ROH, la federazione che offre il miglior wrestling al mondo. Peccato invece che Hogan e Bishoff non abbiano ben afferrato la questione e si ostinino imperterriti a proporre uno stile in-ring degno dell’era gimmick. Prendiamo come esempio il match tra Hernandez e Morgan. Più che un incontro di wrestling è stata una sfilata di trademark moves. Bastava aver assistito a 3-4 incontri di questi due lottatori per sapere con precisione cosa sarebbe successo sul quadrato 10 secondi prima che accadesse. Tutto scontato, tutto prevedibile, come se i due non avessero null’altro da offrire oltre alle loro signature moves. Quantomeno ci hanno risparmiato la scontatissima stretta di mano tra i due campioni di coppia.

Se invece vogliamo essere un po’ masochisti e farci del male ripensiamo a quella cosa, definirlo incontro sarebbe onestamente troppo, partorita da Nasty Boys e Team 3D. Il generale Kurtz in “Cuore di tenebra” di James Conrad prima di morire esclama “L’orrore!! L’orrore!!”. Ora non sappiamo se il generale Kurtz poco prima del suo decesso avesse assistito al match tra Nasty e Team 3D ma di certo le sue parole devono essere quelle che milioni di appassionati devono aver pronunciato dentro di loro guardando il match di Against All Odds. C’è stato un momento in cui sul ring non era presente nessuno e l’unica azione, se così vogliamo chiamarla, era data da Knobs e Sags che prendevano a sberle sul “coppino” Brother Devon. La cosa triste o divertente a seconda dei punti di vista è che andata avanti per un po’. Di wrestling non se n’è visto e se a questo ci aggiungiamo lo spettacolare Botch di Knobs che non ha saputo vendere neanche un half nelson slam di Brother Ray si comprende bene come si possa ritenere, senza paura di essere smentiti, il match tra gli ex Dudley e gli ex wrestlers come il peggior incontro mai visto in TNA. La ciliegina sulla torta all’oscenità offerta al pubblico è stato l’arrivo di Jimmy Hart(un altro grande amico di Hogan…Sarà mica un caso??). L’unica cosa interessante del match infatti non viene neanche mostrata. Scopriamo del suo arrivo solo grazie a Mike Tenay perché il cameraman(probabilmente svenuto per la troppa bellezza alla quale stava assistendo, un po’ come Dante in Paradiso)si era ben guardato dal riprendere il suo ingresso. Insomma è stata la fiera degli orrori dove tutti, anche il regista, ci hanno messo del loro per produrre una schifezza d’altri tempi. Mission accomplished guys, siamo fieri di voi e non vediamo l’ora che Ray e Devon si prendano la loro rivincita in quel di Lockdown. Un altro capolavoro ci attende.

Passiamo ai due grandi protagonisti di Against All Odds: Mr.Anderson e The Pope.
Uno dei pochi pregi della serata è stato il push dato a questi due giovani wrestlers. E’ stato fatto in maniera diversa ma il risultato a cui si è giunti è il medesimo: Anderson e Dinero sono due nuovi main eventers della compagnia.

L’ex Mr. Kennedy è stato lanciato sin dal suo arrivo allo scorso PPV Genesis con la vittoria su Abyss, un trionfo ai danni di Jeff Jarrett e tanto spazio televisivo.
Ad Against All Odds Anderson è riuscito ad ottenere una vittoria importantissima contro Angle, un wrestler che in TNA ha perso veramente contro pochi eletti e che da mesi è presentato come il migliore del mondo. E’ vero che Ken non lo ha sconfitto in maniera pulita ma lo ha fatto grazie ad una serie di furbate che hanno dimostrato la sua intelligenza sul ring, che è la caratteristica peculiare con la quale lo hanno fin qui presentato ad Orlando. In ogni caso sconfiggere il migliore del mondo significa essere già tra i top players del roster. Stessa scena si è ripetuta contro Abyss dove l’ex Kennedy ha ottenuto un’altra vittoria grazie all’ennesima astuzia. A coronare questi importanti risultati bisogna sottolineare i suoi promo, nel backstage e nel ring, che hanno attraversato tutto l’evento e che hanno fatto di Anderson il vero protagonista di Against All Odds. Ha perso la finale dopo averla dominata in lungo e in largo ma la sua scalata al successo non ne risentirà. Anderson è infatti un vero personaggio ora, ha già conquistato una certa credibilità e tutto fa presagire che il futuro sia dalla sua.
In fondo ha un carisma fuori dal comune, una capacità unica di interagire con il pubblico, straordinarie doti di mic-skills ed è un grande personaggio. Ha il marchio della superstar, le “stigmate” del grandissimo. Infatti forse vi ricorderete quando a fine agosto auspicavo l’arrivo di Kennedy in TNA e ne parlavo come l’uomo che avrebbe potuto riscrivere la storia della disciplina come fece Austin dieci anni prima. E la mia idea non è cambiata, anzi si è rafforzata. Allora è tutto rose e fiori il futuro del biondo di Green Bay? Non propriamente.

Il suo difetto principale è facilmente individuabile e consiste nella sua poca spettacolarità sul ring. Anderson non è Bryan Danielson per potersi permettere di essere così old school, con una ring psycology agli arti così ripetuta e ostinata da risultare spesso noiosa o pesante. Nessuno pretende che diventi un novello AJ Styles ma è fondamentale saper intrattenere e divertire anche per ciò che si fa durante un incontro e non soltanto al microfono. Per ora Anderson non c’è riuscito. AAO ha dimostrato chiaramente che se l’incontro lo deve condurre lui, il ritmo si abbassa vertiginosamente e la qualità della contesa ne risente. Sono certo che Anderson ha i mezzi per poter migliorare anche sotto questo punto di vista e la speranza è che lo faccia perché la sensazione è che in ogni caso, spettacolare o meno sul quadrato, la TNA lo pusherà comunque. A ragione sia chiaro ma ritengo di parlare a nome di tutti nel dire che si spera che in futuro i suoi match siano decisamente migliori di quelli che lo hanno visto protagonista ultimamente.
Il vero eroe dell’evento è stato Pope D’Angelo Dinero. Già nelle ultime settimane il Papa nero aveva attirato l’attenzione dei fans grazie ad un character sempre più accattivante, un look azzeccato e una serie di promo efficaci e pungenti che hanno divertito il pubblico. Tuttavia nessuno si aspettava che Dinero potesse vincere un torneo così importante dopo solo un mese di push(inframezzato comunque da una sconfitta, seppur sporca, contro Orlando Jordan) e invece è avvenuta la sorpresona. Dinero ha conquistato l’8 Men Stud Tournament e sfiderà il campione AJ Styles al PPV Lockdown per la cintura mondiale. Detta così sembrerebbe una soluzione positiva e in effetti lo è. Il problema è rappresentato dalla modalità attraverso la quale si è giunti a questa conclusione felice per la TNA e lo stesso Dinero. Infatti Pope è stato dominato in tutti e tre gli incontri a cui ha preso parte. Nel primo contro Desmond Wolfe(protagonista di un discutibile “depush) ha subito per tre quarti della sfida per vincere improvvisamente grazie alla sua finisher. Contro Morgan il dominio subito è stato ancora più schiacciante ma in questo caso giustificato dalla forza e dalla stazza del suo opponente. Anche contro il campione di coppia il finale è stato molto simile, con la DDE(D’Angelo Dinero Express) che lo ha salvato e gli ha permesso di portare a casa la preziosa vittoria. Come se non bastasse, prima della finale viene aggredito da Hall e Waltman nel backstage durante un intervista e viene così infortunato e ferito che a malapena riesce a presentarsi sul ring per disputare l’incontro. Anderson ovviamente ne approfitta e lo massacra per larghi tratti della contesa. L’ex Burke però esce da qualsiasi manovra, persino la finisher di Anderson e alla fine riesce a conquistare la finale ancora una volta grazie alla DDE.

Questo tipo di booking a lui riservato non mi è proprio piaciuto perché mi ha pericolosamente ricordato quello del primo John Cena in WWE. Ricordate quando la federazione di Stamford Pushò pesantemente il rapper di Boston nel suo primo stint da WWE Champion con vittorie in cui il campione soffriva dall’inizio alla fine le manovre del suo avversario per poi riuscire a trionfare grazie alla “terribile” FU? Sarebbe banale riportare alla vostra attenzione le conseguenze di quella gestione scriteriata, ovvero fischi e insulti in tutte le arene d’America per quello che avrebbe dovuto essere l’indiscusso top face della compagnia. Purtroppo il modo in cui è stato trattato Dinero durante l’ultimo PPV non mi è sembrato così diverso. Pope ha subito troppo e mostrato troppo poco e le sue vittorie ottenute solo grazie alla sua finisher lasciano l’amaro in bocca. Questa versione del face superman è veramente retrograda e poco si addice ad un cool heel da strada come Dinero. Per carità ci può stare che il face del momento regali gli occhialini ai ragazzini in prima fila come faceva Bret Hart 15 anni fa ma davvero queste mosse sono consone per un personaggio come quello in questione, quello di un predicatore delle strade di Harlem? Ricordiamoci che il suo motto è “Pope is pimpin’” che non è propriamente un affermazione tipica del face tutto vitamine e preghiere prima di andare a dormire.

Inoltre Burke sul ring è anche abbastanza bravo(in questo superiore all’altro finalista Anderson)e sa come divertire il pubblico anche durante un incontro e proprio per questo non può essere ridotto a qualche comeback e alla DDE per interpretare l’anacronistico ruolo del face che subisce e alla fine trionfa. Speriamo solo che questo push poco graduale al quale è stato sottoposto Dinero per acclamazione popolare non rovini un’altra potenziale stella del futuro che ha davvero tutto per sfondare.

Infine vorrei spendere due parole sul match titolato tra AJ Styles e Samoa Joe. Uno dei peggiori sprechi che io ricordi. La TNA aveva a disposizione due dei migliori atleti nel pro-wrestling americano di oggi, due fenomeni in grado di lottare per oltre un ora ad altissimi ritmi, due con una chimica incredibile e come ha deciso di utilizzarli? In un incontro dal ritmo blando e rallentato, con continue interferenze di Flair, con un AJ ridotto a copiare il repertorio e le movenze del Nature Boy e Joe a portare a segno una manovre ogni dieci minuti, sempre per mettere in scena il personaggio del face sofferente. Il paragone con AJ vs. Daniels(scomparso dalla circolazione dall’arrivo di Hogan) di Final Resolution è imbarazzante e fa rabbia pensare che non si parla di anni e anni orsono ma solo di neanche due mesi fa. La presenza di Bishoff come special gust referee non ha aggiunto molto alla sfida e anzi non ha portato assolutamente a nulla. AJ è rimasto campione e lo ha fatto anche senza l’aiuto di Bishoff. Così Joe ora non può incazzarsi con Easy E e il fenomeno ha mantenuto la sua cintura. Tutto come prima e niente di interessante all’orizzonte. Il colpo di grazia finale al peggior AJ Styles vs. Samoa Joe di sempre.

In definitiva Against All Odds è stato un PPV con livelli di wrestling davvero bassi e scadenti e che si candida ad essere ricordato come uno dei peggiori eventi a pagamento nella storia della compagnia. E’ vero che lo avevo già detto di Genesis ma se Bischoff e Hogan si sono ripetuti nell’impresa non è colpa mia che sono soltanto un appassionato che giudica lo show. Piuttosto dovrebbe spingere ad un attenta riflessione il “mitico” duo sulla loro effettiva capacità di costruire eventi di qualità nel 2010 e sull’attualità delle loro visioni di wrestling. Da quello che si può dedurre da questo primo mese di loro gestione è che Hogan e Bishoff siano rimasti bloccati ad almeno una quindicina d’anni fa. Di questa concezione vetusta si hanno ripercussioni non tanto nelle storylines(anche se l’eccellente e moderno cross the line è stato abolito in favore di un più classico face vs. heel)quanto nell’azione in ring, troppo “WWEizzata” per i gusti dei fans TNA che hanno scelto il prodotto della federazione di Dixie Carter proprio in quanto abbastanza diverso dalla concorrenza. Forse solo Vince Russo, progressista e sempre in linea per quanto riguarda nuove mode e nuovi trend emergenti, può aiutare la TNA a portare negli show un altro punto di vista, più moderno e accattivante.
Incredibile pensare che l’8 Marzo la TNA inizierà quella Monday Night War che agognava da tempo immemore e che arriva in un momento qualitativo non certamente esaltante e in piena corsa per Wrestlemania per quanto concerne la WWE. Se ad Orlando vogliono abbattere l’impero di Vince McMahon, è meglio che si sveglino e tornino ad offrire eventi di qualità e a puntare su chi davvero le merita e non sui propri amici o partner lavorativi(vero Nasty Boys? Vero Orlando Jordan ?).

Come disse Alessandro Manzoni….Ai posteri l’ardua sentenza.

A tra due settimane. Ciao a tutti!!

 

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