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TNA POINT #65 - La storia della filosofia TNA - Seconda parte

Era tempo della prima edizione di Bound For Glory, il PPV più importante dell’anno che nelle aspettative della TNA, la federazione avrebbe dovuto ripercorrere le orme della storica Wrestlemania. Un avvenimento importantissimo soprattutto se coinciso con l’approdo su Spike Tv all’inizio di ottobre.
Nella puntata d’esordio sul nuovo canale, non mancarono i fuochi d’artificio e non mi riferisco ai pyros. Infatti fecero il loro debutto ufficiale gli ex Dudley Boyz, ora noti per ragioni di copyright come Team 3D, e l’ex campionessa mondiale WWE, Gail Kim. Erano mesi e mesi, dal loro rilascio da Stamford, che i due “fratelloni” erano accostati alla federazione di Orlando e il loro arrivo regalò entusiasmo ai fans che sognavano già il dream match con gli AMW, il miglior tag team della TNA in quel momento(ma direi a livello generale). Non per niente furono proprio James Storm e Chris Harris le prime vittime del Team 3D.
Quella sera non ci furono solo debutti ma anche ritorni e non sempre graditi. E’ il caso di Kevin Nash, riapparso nell’Impact Zone dopo 6 mesi di stop a causa di un infortunio al ginocchio. Big Sexy ritornò per una precisa ragione: sfidare il campione mondiale Jeff Jarrett per il titolo a Bound For Glory. Come è intuibile immaginare, gli appassionati sul web non presero bene la notizia. Il pubblico si era lanciato per un mese, dallo “screwjob” di Raven in avanti, in contorsionismi mentali degni di un acrobata bulgaro nel tentativo di ipotizzare il main event della prima edizione di BFG. Si parlava di Raven vs. Jarrett come vero rematch dell’incontro mai trasmesso in tv, utile per dare un happy end ad un evento che voleva ricalcare le caratteristiche di WM. Si parlava di Monty Brown come la giovane stella da lanciare nel firmamento della federazione con una cintura così prestigiosa attorno alla vita. Si parlava anche di un triple threat ma alla fine né Raven, il top face del momento, né Brown, il giovane più amato nonostante l’attitude heel, approdarono al main event del PPV.

La TNA evidentemente preferiva puntare sull’usato sicuro e riteneva che un main event tra due nomi storici e famosi come quelli di Jarrett e Nash avrebbe assicurato un discreto numero di buyrates all’evento. Scelta giusta? Scelta sbagliata? A posteriori posso affermare che fu una scelta molto discutibile. Non solo perché poi Nash non riuscì a combattere a causa di un serio problema al cuore, ma anche e soprattutto perché da allora Raven e Brown non riuscirono più a riprendersi e le loro carriere in un certo senso terminarono in quel periodo. Se per l’ex ECW c’è la scusante relativa all’età, lo stesso non si può dire dell’Alpha Male che considero uno dei talenti peggio utilizzati dalla TNA nella sua storia. Quando mi ricapita di risentire uno dei suoi fantastici promo o di rivedere una delle sue espressioni da attore consumato mi chiedo come ad Orlando abbiano potuto bruciare un talento dotato di un carisma così trascinante. In fondo il Pope di oggi così pushato e sponsorizzato non è poi così superiore a livello di entertainment a quel Monty Brown, che poteva contare anche su una finisher, la mitica “Pooooooooooooooooooooounce”, di grande impatto e riconoscibilità per i fans. Misteri della….TNA.

Il post BFG 05 diede comunque inizio ad uno dei periodi migliori della compagnia. A Genesis venne messo sotto contratto Christian, ribattezzato Christian Cage, dopo la scadenza del suo contratto con la WWE, e non fu un acquisto da poco. Nel 2005 si era in piena “Christian-Mania” sul wrestling web e in quell’anno il personaggio del canadese aveva finalmente ricevuto spazio e considerazione anche a Raw, al punto di essere arrivato nel main event a sfidare Cena e Jericho per il titolo mondiale.
Per la prima volta non arrivava in TNA un wrestler a fine carriera o licenziato dalla WWE perché ritenuto inutile(vedi Gunn e Rhino)ma un lottatore sulla cresta dell’onda che scientemente aveva deciso di abbandonare la corte dei McMahon per approdare in quel di Orlando. La TNA era stata preferita alla concorrenza e il canadese sarebbe diventato il primo di una lunga serie di wrestlers pronti ad arrivare in TNA per redimere carriere non propriamente sfruttate a Stamford.
Il mese successivo,a Turning Point, fu la volta di Sting. Lo scorpione decise di ritornare full-time e anche in questo caso la TNA dimostrò di essere passata ad un altro livello di acquisti. Mettere sotto contratto una delle poche leggende viventi fu un chiaro segnale inviato al mondo del wrestling. E il roster incominciava ad acquisire prestigio e importanza.

Nel frattempo la TNA continuava ad offrire PPV di elevatissima qualità caratterizzati da match X-Division di eccellente fattura(AJ vs. Joe vs. Daniels), incontri hardcore degni della miglior ECW(il feud Abyss vs. Sabu che riportò in main stream dopo dieci anni la stipulazione “No ropes barbed wire”, ritenuta troppo violenta da WWE e WCW)e anche da incontri nel main event finalmente interessanti, grazie al rilancio di Rhino, allora in forma straordinaria, e al recupero fisico di Jarrett,dopo un anno da dimenticare per performance in-ring. Ancora oggi è difficile trovare un PPV che abbia messo in scena una qualità e una varietà di wrestling così buona come avvenne a Turning Point 2005. Un evento che consiglio caldamente a coloro che si fossero persi questa deliziosa perla.
Nella prima parte del 2006 si iniziò a notare un serpeggiante ma comunque evidente nuovo trend nella costruzione di Impact. Se fino ad allora le puntate settimanali su Spike si erano basate su incontri dell’X-Division, veloci e divertenti, che avrebbero dovuto presentare al pubblico cosa fosse la TNA e cosa avesse di nuovo da proporre, nella prima parte del 2006 si incominciò a dare maggior peso alle storylines.
Basti ricordare che nel primo speciale da due ore andato in onda a novembre 2005 su Spike Tv la maggior parte del tempo fu impiegata da incontri e solo una minima parte a segmenti e interviste. Ricordo ancora uno spettacolare ed esaltante 3 vs. 3 dell’X-Division che fece innamorare il wrestling web e raccolse applausi e lodi anche tra il pubblico indy, notoriamente più selettivo e più severo nei giudizi.

Invece con l’inizio del nuovo anno la TNA decise, anche in base a ratings non esaltanti sul 0.5/0.6, di cambiare marcia e intraprendere un nuovo percorso. La prima storyline seria e approfondita della compagnia fu quella tra Jeff Jarrett e Sting che sarebbe durata ben 9 mesi e avrebbe coinvolto numerosi wrestlers con svariati colpi di scena. Ancora adesso la considero una delle migliori storie mai viste in TNA.
Ma non ci fu solo quella. Piacque molto alla “critica” anche il feud tra Abyss e Christian Cage basato sui video rubati alla vita privata del wrestler canadese dal “paparazzo” Alex Shelley, assunto da James Mitchell, allora manager del mostro, per minacciare Cage e costringerlo a firmare per il match. E come non citare a proposito di Shelley, la stupendamente comica storyline di Kevin Nash contro l’X-Division? I triple moonsault eseguiti in federazioni indipendenti del Madagascar rappresentano una delle tante battute efficaci sfornate durante questa faida da un Kevin Nash che dopo un biennio molto deludente incominciò a rilanciarsi come personaggio. E sempre in quella storyline Chris Sabin e Alex Shelley crebbero moltissimo a livello di character. Inoltre in quel periodo non va dimenticato il simpatico feud tra Team 3D e VKM, con una imitazione riuscitissima degli ex della DX ai danni dei fratelli Dudley,e quello tra Samoa Joe e Scott Steiner per stabilire chi fosse il vero “badass” in TNA.
Il periodo positivo si estese a tutta l’estate e per le ragioni sovraesposte continuo a ripetere che i mesi tra l’aprile e il dicembre 2006 rappresentano l’era migliore mai vista nella storia della federazione. Qualcuno potrebbe non concordare o proporre altri momenti ma dubito che vi sia qualche TNA fan in grado di sostenere di essersi annoiato durante quei mesi. Vi erano grandi feud e grandi storyline, grandi incontri ad ogni PPV, ottimi promo e grandi personaggi, superstars del passato e nuove stelle in rampa di lancio. Un mix perfetto di entertainment,doti atletiche, entusiasmo e carisma che aveva riscosso successo a livello di giudizi presso i fans ma che a livello di ascolti non aveva cambiato di molto la situazione.

Ed è proprio a partire da questo dato che Dixie Carter iniziò a pensare ad un cambiamento drastico per la sua compagnia proprio nel suo momento migliore. Le prime avvisaglie si erano avvertite a Slammiversary 2006. In quel PPV esordì Jim Cornette, non solo come DOA on screen ma anche come booker nel backstage. Una scelta che aveva tolto potere decisionale a Scott d’Amore, l’artefice del successo X-Division e dei PPV di qualità dei mesi precedenti. Tuttavia la TNA si rese conto che visti i bassi ascolti era necessario un cambio drastico di rotta e probabilmente per questa ragione si rivolse a Vince Russo. L’ex writer WWF e WCW era il simbolo di un wrestling quasi antitetico rispetto alla compagnia di Orlando, un wrestling basato sui personaggi e sulle storyline estreme e provocatorie, sui promo e sui gesti eclatanti e poco,pochissimo sul wrestling “lottato”. La Carter decise di rimetterlo sotto contratto e di affidargli completamente la federazione nella speranza che potesse ricreare storyline di successo e trasformare i talenti del roster in superstars affermate e apprezzate dal pubblico. La virata verso una TNA più major televisiva e meno indy concettualmente era stata compiuta. Anche la fortuna aiutò Dixie e soci in questa transizione fondamentale.

Infatti nel settembre 2006, proprio quando la TNA stava per firmare con Russo, arrivò la clamorosa notizia che Kurt Angle si era svincolato dalla WWE a causa dei suoi problemi di salute. O almeno è così che la federazione dei McMahon presentò il caso al pubblico. La TNA comprese l’importanza del momento e capì che assicurandosi le prestazioni dell’eroe olimpico la compagnia avrebbe potuto davvero spiccare il volo. Kurt dal canto suo si sentiva offeso dal comportamento della federazione che non gli aveva mai concesso un periodo di vacanza e ora si rifiutava di farlo lavorare anche solo part-time. Quando arrivò la proposta TNA non ebbe dubbi e firmò immediatamente desideroso di nuove sfide e nuove traguardi da raggiungere. L’ufficialità che shockò il mondo del wrestling arrivo a No Surrender 2006. Il wrestling web letteralmente impazzì. Kurt Angle in TNA. Pazzesco. Impossibile anche solo immaginarlo poche settimane prima. Un simbolo della WWE alla corte di Dixie Carter. Non tardarono ad arrivare gli entusiasti esperti a predire un imminente monday night war o i gufi della malasorte ad augurare ogni tipo di infortunio o malattia a Kurt per aver osato abbandonare la sacra patria della WWE. Fatto sta che mai la TNA ottenne maggiore attenzione mediatica di quel periodo, tra l’arrivo a sorpresa di Angle e il ritorno ostracizzato di Vince Russo, salutato da tutti come una sciagura e presagio di sicuro fallimento.

L’edizione di BFG che si sarebbe disputata di lì a poco risentì ovviamente di questi cambiamenti epocali ma la sua card sarebbe stata comunque solidissima potendo contare su un main event costruito nel corso di un anno(Jarrett vs. Sting) e su una serie di incontri di grande qualità supportati da ottime storylines(Cage vs. Rhino,AJ/Daniels vs. LAX etc…). Ci fu poco da stupirsi quando il PPV si rivelò di ottimo livello e non è un caso che ancora adesso dai più sia considerata la migliore edizione di BFG. Tra l’altro in quell’occasione ebbe ufficialmente inizio il dream feud tra Kurt Angle e Samoa Joe. I due si erano già fisicamente sfidati ad Impact con la celeberrima testata dell’eroe olimpico ai danni del samoano ma è a BFG che la storyline tra i due ebbe ufficialmente inizio.
Una scelta, quella di farli subito affrontare, che aveva riscosso pareri contrastanti. C’era chi la riteneva una buona mossa perché avrebbe permesso alla TNA di cavalcare l’onda dell’entusiasmo per l’acquisto di Angle e chi invece avrebbe preferito che il dream match si fosse fatto più attendere ai fans, magari con una costruzione epica a lungo termine da portare in un PPV maggiormente importante.

In ogni caso l’incontro venne fissato per il PPV di novembre Genesis e l’hype fu alle stelle. Mai un incontro era stato così atteso in TNA. D’altronde si sfidavano quello che era ritenuto all’epoca il miglior wrestler in TNA(Joe) e quello che era considerato il wrestler più tecnico nel panorama americano(Angle). Un incontro che sui forum di tutto il mondo era sognato da un anno e mezzo e che sembrava impossibile tramutare in realtà. Invece lo scontro ebbe luogo davvero e suscitò come d’attesa grandi dibattiti. Il match di Genesis fu breve(10 minuti)ma dannatamente intenso e vide prevalere Angle che così pose fine alla winning strak di Joe che durava da 18 mesi.
A molti fan TNA non andò giù che l’uomo più rappresentativo della federazione fosse stato sconfitto per la prima volta da un simbolo WWE ma oggi possiamo anche affermare che tale sconfitta era comprensibile. La streak prima o poi sarebbe dovuta terminare e allora meglio perderla all’interno di una faida epica che in un match anonimo contro un avversario non all’altezza.
La compagnia comunque ebbe molti meno dubbi sulla riuscita dell’evento dal momento che le fruttò il record tutt’ora imbattuto di vendite in PPV. Un risultato straordinario che diede conferma alla TNA dell’importanza di avere Angle tra le proprie fila. Inoltre era giunta un’altra buona novella. La TNA a partire da metà novembre 2006 sarebbe passata in prima serata il giovedì sera. Un annuncio importante che avrebbe permesso alla federazione di collocarsi in una fascia oraria più adatta per lanciare il guanto di sfida ai McMahon che era ed è il sogno nel cassetto di Dixie Carter.

Purtroppo per lei, nonostante un finale di 2006 eccellente grazie all’ottimo PPV Turning Point e il feud in corso tra Joe ed Angle, il 2007 non iniziò affatto bene per la compagnia. Prima a Final Resolution ci fu la sconfitta di Joe ai danni di Angle nel 30 minutes iron man match che sancì la vittoria dell’eroe olimipico nel feud. Se la sconfitta di Genesis era accettabile per far proseguire la faida e togliere la streak al samoano, questa batosta era già meno chiara e rischiava di affossare uno dei personaggi chiave della TNA. Come se le critiche del wrestling web non bastassero, arrivarono le proteste dei ragazzi del backstage. Molti wrestlers dell’X-Division erano infuriati per il trattamento ricevuto da Vince Russo che aveva sì migliorato notevolmente le storylines e i characters del roster ma aveva sminuito l’X-Division e offriva troppo entertainment anche in PPV. Basti dire che i segmenti di Roode e Young occuparono una bella fetta di tempo all’interno del PPV “Final Resolution” così come i siparietti tra Nash e Lethal che poi avrebbero dato vita alla gimmick di Black Machismo. L’eccessivo spazio riservato a Bob Backlund e ai suoi deliri completava il quadro. E poi a molti di loro non andava giù che Angle andasse in giro a dispensare consigli su come sviluppare i personaggi anche a wrestlers che non avrebbero lavorato con lui e pochissimi vedevano di buon occhio la sua vicinanza al booking team. Jarrett allora pensò d’intervenire per cercare di migliorare la situazione e dopo altri due PPV(Against All Odds e Destination X) conditi da troppo entertainment(come l’orribile Tuxedo match tra Christy Hemme e VKM) e da assurde stipulazioni speciali come il Prison Yard o il Last Rites match(l’elevation X fu un fallimento ma fu da apprezzare il tentativo di replicare il successo dell’Ultimate X)Double J fu re-inserito all’interno del booking team per dare una mano ad un reparto creativo in evidente difficoltà.

I risultati non tardarono ad arrivare e dal periodo pre-Lockdown iniziò una nuova era di splendore per la federazione di Nashville. A difesa di Russo bisogna però dire che Vince fu l’autore di una delle più belle storyine degli ultimi 10 anni di wrestling: la vicenda Sting/Abyss. Una storia psicologica,misteriosa,profonda e così diversa da quelle che eravamo e siamo abituati a vedere nel mondo del wrestling. Un intreccio così ben orchestrato e gestito che seppe tenere alta la tensione degli spettatori per diversi mesi e che avrebbe ridato vita e lustro ad un personaggio(Abyss) caduto in miseria nell’ultimo periodo della precedente gestione. Se ancora oggi Abyss è al centro di appassionanti storylines lo si deve a quel feud.
E non bisogna neanche dimenticare che sempre con Russo assistemmo a svariate buonissime puntate di Impact(tra tutte quella da due ore per festeggiare l’arrivo in primetime a novembre) e ad un PPV fantastico come Turning Point. Certi errori,anche grossolani,invece sono sempre stati parte dello stile di “scrittura” del newyorkese e ne hanno determinato la fortuna o la sfortuna a seconda dei casi.

A tra due settimane per il proseguo della grande storia TNA….

Ciao a tutti!!

 

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