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TNA POINT #81 - Dieci anni e non sentirli.

E' tornato il TNA Point ! Nuova conduzione, stesso soggetto: la TNA. In questo numero, i dieci anni della federazione di Orlando e gli scenari attuali.  

Amiche ed amici di WrestlingRevolution, ditelo in giro: è tornato il “TNA Point”, editoriale giunto al numero 81, che ritorna sulle pagine del vostro sito preferito con lo scopo di discutere, analizzare, fare il punto della situazione sulla federazione di Orlando. Un appuntamento che avrà cadenza settimanale e che il sottoscritto, Alessandro “itstimetoplaythegame” Pedroni,  curerà, sperando di allietare i vostri lunedì pomeriggio.

Partiamo da un presupposto: sarebbe perfetto ed utile fare un brevissimo resoconto di quello che è accaduto mentre questo editoriale era fermo ed i feuds, le storylines erano, al contrario, in continuo susseguirsi.  Farlo,  però, mi risulta abbastanza difficile, perché rischierei di dilungarmi troppo,  temendo di farvi confondere, in quanto le cose accadute sono state davvero molte. Quindi, resettiamo, e partiamo da una data: 10 giugno 2012.

Forse non tutti sanno che in quel giorno la TNA ha raggiunto un traguardo importante e, non ce ne vogliano ad Orlando, non facilmente pronosticabile, festeggiando i suoi primi dieci anni di vita con uno dei suoi eventi a pagamento più importanti, Slammiversary.  Chi l’avrebbe mai detto, che una federazione nata praticamente dal nulla, sarebbe potuta crescere in maniera così evidente, proponendosi, anche  se non in maniera così importante, per una serie di motivi, come alternativa alla major per eccellenza, la WWE?

Dai Jarrett a Dixie Carter, da “Cross the line” a “Wrestling matters”, da six a four sides, ne abbiamo viste di tutti i colori. Con l’avvento di Hulk Hogan poi, la federazione, lo sappiamo, ha probabilmente fatto il salto in avanti che l’ha consacrata a vera e propria major e ciò, è evidente, ha fatto storcere il naso a molti tifosi “originals”, che hanno forse smesso di seguirla. Tuttavia, nemmeno l’hater più accanito potrebbe negarlo,  l’obiettivo dei dieci anni di sopravvivenza raggiunto in un business difficile come il wrestling è, senza ombra di dubbio, da sottolineare e da elogiare.

Slammiversary non è stato, però, solo una storica data, ma anche, ovviamente, un PPV del quale analizzare i risultati, per capire, in ottica futura, quello che la TNA potrebbe offrirci nel suo domani. Ed a questo proposito, la conferma di Bobby Roode come campione del mondo, dopo la sua vittoria su Sting (tra l’altro, il primo, storico, indotto nella Hall of Fame targtata TNA), ci ha dato l’idea di come Orlando abbia sfornato un campione serio, credibile, che ha sbaragliato ogni sfidante che gli si è parato davanti.  Altro personaggio da elogiare, per come è stato gestito e per lo status che ha raggiunto da un anno a questa parte, è, secondo la mia opinione, il campione della X-Division, Austin Aries.  Indiscutibili le sue capacità atletiche, si è dimostrato col passare del tempo una certezza, arrivando, ormai, ai vertici della piramide, come si è visto chiaramente nell’Impact Wrestling successivo al PPV,  quando, dopo un Triple Treath Ultimate X da lui vinto, dopo aver dichiarato di voler passare allo step successivo, Hogan gli ha fatto intendere di essere pronto a concedergli una title shot, chiarendogli però che per lanciarsi in un’impresa come quella di insidiare Roode dovrebbe rinunciare alla sua attuale cintura, rendendola vacante.  La risposta del “Greatest man who ever lived”  la avremo giovedì e credo proprio sarà affermativa, anche se non sono altrettanto certo sull’esito positivo della sua sfida all’ex Beer Money, che, con ogni probabilità, ci godremo a Destination X.

Per il resto, la situazione post PPV mi è parsa piuttosto rassicurante, se devo essere onesto. Mi è piaciuta molto l’ultima puntata di Impact Wrestling, che, come non mi capitava da tempo (anche perché, lo ammetto, avevo preso anch’io una pausa di riflessione dalla TNA, fino a poco fa), mi ha sorpreso in positivo. Oltre al già citato Aries, sono rimasto abbastanza intrigato anche dalla situazione attorno ai nuovi campioni di coppia (Kurt Angle ed AJ Styles), Dixie Carter, Christopher Daniels e Kazarian. Faccio un breve recap: nelle scorse settimane, Daniels e Kazarian avevano accusato Styles di avere una relazione segreta con la presidentessa TNA, cosa che, oltre ad aver scatenato l’ira del di lei marito Serge (che ha colpito con un gancio degno del miglior Floyd Mayweather il Phenomenal One), ha fatto sì che AJ, nelle ultime settimane, ne abbia combinate di cotte e di crude (ai danni soprattutto del buon Angle), sicuramente  distratto per la spiacevole situazione. Pare che, effettivamente, qualcosa tra i due ci sia, quindi, anche in questo caso, il mio consiglio è quello di gustarvi il prossimo episodio di Impact, dove avremo un chiarimento del caso.

Tutt’altro che chiaro, ma non per questo meno coinvolgente, è invece ciò che è accaduto nell’ultimo angle della trasmissione, quando Sting, chiamato sul ring per un ringraziamento, dopo essere stato introdotto nell’arca della gloria di Orlando per primo, è stato brutalizzato da tre uomini a volto coperto. Per l’Icon, dopo la sconfitta sacrosanta rimediata contro Roode a Slammiversary, potrebbe, secondo me, aprirsi una nuova rivalità contro un personaggio che potrebbe essere rimasto scottato nel vedersi passare davanti Sting per un’onorificenza sicuramente enorme. Tutto, al momento, mi farebbe pensare che il mandante possa quindi essere stato Jeff Jarrett, se dovessi fare una previsione, uno che, il diritto di rivendicare quel posto, lo avrebbe, eccome.

Da segnalare, perché importanti, l’ingresso di Brooke Hogan a pianta stabile nella federazione, come responsabile delle Knockouts, il grandissimo ritorno di James Storm, che è tornato con il botto sia a Slammiversary, dove ha disintegrato la striscia d’imbattibilità di Crimson (che durava da ben 16 mesi, ndr), sia ad Impact, dove ha vinto un Gauntlet Match valido per le Bound For Glory Series, aggiudicandosi i primi 20 punti a disposizione.  Sì, avete letto bene, non avete problemi di vista: anche quest’anno assisteremo (o ci toccherà subire, che dir si voglia) per il secondo anno consecutivo, alle serie che da qua a Bound For Glory, quindi ottobre, ci diranno chi sarà il contendente numero uno al titolo del campione del mondo in carica per quel periodo, attraverso una classifica a punti che da qui alle prossime puntate ed ai futuri house shows  verrà via via stilata. L’obiettivo, e la speranza di tutti, è sicuramente la chiarezza: lo scorso anno l’assegnazione dei punti non fu proprio così limpida, soprattutto perché gli atleti in gara non disputarono lo stesso numero di match (!).

Ci sono, è ovvio, anche i punti negativi, in una situazione, mi ripeto, secondo me buona: innanzitutto la situazione Abyss-Joseph Park-Bully Ray, che mi pare stia riscuotendo indifferenza nei più, me compreso. Inoltre, la condizione in cui stagnano molti atleti, sinceramente, mi preoccupa:  RVD, Mr. Anderson, Jeff Hardy, Crimson stesso, sono personaggi da rilanciare dopo sconfitte parecchio brutte. Il Whole F*n Show, dopo aver perso con Roode a Sacrifice, è stato eliminato come se nulla fosse nel Gauntlet Match dello scorso Impact, così come Hardy. L’impressione è che la dirigenza non stia puntando su di loro come un tempo. Lo stesso Anderson, che si era guadagnato a Slammiversary una shot per il titolo TNA, utilizzata poi giovedì, è stato sconfitto in maniera pulita in un match durato non più di 6-7 minuti. Crimson, invece, come si diceva prima, ha perso la sua incredibile streak di imbattibilità: certo, un modo per rilanciare alla grande James Storm, ma nello stesso tempo lo sbriciolamento di un personaggio costruito, sostanzialmente,  solo su di essa.  Mi auguro che una federazione che, ultimamente, sta facendo cose piuttosto buone (mi ripeto per la terza volta, per sottolineare che, in definitiva, va comunque bene così), sappia trovare per loro soluzioni adeguate.

Un pensiero va, infine, allo sfortunatissimo Chris Sabin, che, nell’ultima puntata, si è gravemente infortunato al ginocchio sinistro, dopo essere da poco rientrato da un infortunio all’altro ginocchio.  Macabra coincidenza, sembra la presenza di Zema Ion che, non ce ne voglia, è stato il protagonista in negativo di due gravissimi infortuni: quello appunto dell’ex MCMG ed il ben più grave occorso a Jesse Sorensen.

Il TNA Point torna lunedì, alla prossima!

  


 

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