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TNA POINT #83: Sole, mare e... TNA!

Torna il TNA Point: in questo numero, Destination X ed i suoi sviluppi, in un'estate torrida anche per Orlando!

Dopo qualche giorno di mare e riposo quasi totale, ritorno nella mia torrida città e riprendo le mie abitudini di sempre.  Mare sì, ma con un occhio puntato verso Orlando: anche lì il clima si è surriscaldato parecchio, nelle ultime settimane, soprattutto grazie ad un PPV, Destination X, che ho avuto il piacere di gustarmi per intero appena tornato, davvero di ottima qualità, a testimonianza che, ultimamente, la TNA sta sbagliando molto poco.

E allora ripartiamo da qua: Destination X ritrova, come ai bei tempi,  la sua definizione originale. Quasi tutti i matches, infatti, sono stati dedicati alla categoria X-Division, ed al torneo per assegnare il nuovo campione, dopo che Austin Aries, campione uscente, aveva abbandonato la cintura per ottenere una shot al titolo del mondo di Bobby Roode. In uno dei numeri precedenti, avevo ipotizzato che, naturalmente, con l’avvento di “A Double” nel main eventing, qualcuno avrebbe dovuto raccogliere un’eredità davvero pesante. Avevo detto che non mi sarebbe spiaciuta una soluzione RVD, invece il management aveva evidentemente un’altra idea, dato che alla fine, il nuovo campione, si è rivelato essere Zema Ion.  Una scelta condivisibile, aldilà del mio gusto personale, che non mi fa amare particolarmente il capelluto atleta di Los Angeles.  Sfruttando il terribile incidente che Zema causò a Jesse Sorensen (che peraltro è tornato, sebbene con tanto di collare, visibilmente emozionato al PPV, sintomo che non manca moltissimo al suo rientro), i booker hanno ricostruito un atleta che proprio a Destination X, un anno prima, aveva ottenuto il suo contratto con la TNA, ma che fin lì non si era mai fatto notare particolarmente, se non per qualche assalto titolato fallito (sconfitto ben tre volte da Aries, quindi non uno status solidissimo) e gli episodi che lo hanno visto protagonista in negativo o uccello del malaugurio ai danni del già citato Sorensen e di Chris Sabin, che contro di lui ci ha rimesso un ginocchio e, praticamente, la carriera, come ha lui stesso dichiarato. Solo il tempo saprà dirci se Zema Ion sarà un valido sostituto di Austin Aries, uno per cui gli elogi si sprecano. Di certo il suo character heel ed il suo continuo ribadire la volontarietà nell’aver rotto il collo a Sorensen (cosa che a qualcuno, me compreso, lo ammetto, ha fatto storcere un po’ il naso), lo stanno già rendendo odiatissimo al pubblico. Nell’ultima puntata di Impact Wrestling ha avuto la meglio di un Dakota Darsow che voleva vendicare l’amico Sorensen. In attesa del rientro di quest’ultimo, con cui penso e spero Ion avrà la possibilità di sviluppare una rivalità con i controfiocchi, il nuovo campione X-Division dovrebbe difendere con successo il suo titolo.

A Destination X abbiamo visto volti nuovi, inoltre, impegnati nel torneo X-Division, che avevamo imparato a conoscere ad Impact Wrestling e che qualcuno, in particolare amante delle indies, avrà sicuramente riconosciuto meglio di me,  di certo non il numero uno degli “indyvidui”.  Mason Andrews (Scorpio Sky in PWG), Kenny King (che ha lottato in ROH fino a poco fa, essendone addirittura campione di coppia), Rashad Cameron (Sabian, per chi seguiva la Chikara), per fare qualche esempio,  sono volti che non mi spiacerebbe affatto vedere a tempo pieno nella federazione di Orlando, per doti atletiche che sono evidenti, e per far sì che la categoria X non ritorni alla condizione tragica pre Austin Aries.

Favoloso, è questo l’aggettivo che utilizzerei, per introdurre proprio Aries. Sorpresissima la sua vittoria su Roode, con cui si è laureato campione TNA,  ma non per questo meno bella e soprattutto meritata. In un match davvero molto godibile, i due hanno mostrato perché sono ai vertici della federazione. Giù il cappello per Bobby Roode, tecnico sul ring e particolarmente bravo al microfono (vedasi segmento con Aries stesso nell’ultima puntata di Impact Wrestling), campione come non se ne vedevano da tempo ad Orlando. Non escluderei affatto una sua possibile riconquista della cintura, in tempi non lunghissimi. C’è infatti un cerchio da chiudere tra lui e James Storm, lanciatissimo nelle BFG Series: il titolo potrebbe esaltare ancora di più una rivalità che già di per sé sarà bollente. Intanto, l’ex Beer Money, si è assicurato la possibilità di sfidare AA nel main event della prossima puntata, anche se il titolo non sarà in palio. Il cammino di Austin Aries in un anno di militanza in TNA è allo stesso modo esaltante. Rivitalizzare una categoria intera, come la X-Division, con prestazioni convincenti sul ring ed al microfono, caricarsela sulle spalle riportandola su alti livelli, e quindi battere colui che quasi nessuno era riuscito a fermare, strappandogli il titolo del mondo, è davvero tanta roba, come si suol dire di questi tempi.  Un push davvero mostruoso, per uno che, a detta dei rumors interni allo spogliatoio di Orlando, non è particolarmente amato, soprattutto, e questo è evidente, per la sua personalità smisurata, che lo porta spesso su livelli di arroganza piuttosto elevat, ma che è, nello stesso tempo, una delle chiavi del suo successo. Basterebbe aver sentito l’ultimo promo in ordine di tempo, il primo da campione assoluto, nel quale, oltre ad aver lanciato una frecciatina a una sua vecchia conoscenza, CM Punk, che dopo la sua vittoria si era fatto sentire, a sua detta, con un messaggio di congratulazioni, e che lo stesso Aries ha però definito “campione” (sì, virgolette comprese), ha dichiarato di essere il miglior atleta dell’industria del wrestling. L’ostacolo Bobby Roode, col quale Aries presumibilmente avrà a che fare già ad Hardcore Justice, non dovrebbe, per ora, rappresentare una minaccia, anche se il feud tra i due, a maggior ragione ora che quasi tutti gli altri sono impegnati nelle Series, potrebbe essere davvero lontano dalla conclusione. E se il buon giorno si vede da Destination X, direi che siamo sulla buona strada.

Una rivalità che, al contrario, spero finisca, ma mi sa che dalla fine ci siamo davvero distanti, è invece quella tra AJ Styles e Daniels/Kazarian. Chiariamoci, il Last Man Standing di Destination X tra i primi due è stato un match incredibilmente piacevole, del resto come al solito quando si sono sfidati i due, ma dopo un anno, e dico un anno, di feud, non sarebbe l’ora per i due (Styles in particolare, ché mi sembra molto zavorrato dalla situazione), di concentrarsi su altro? In fondo il Phenomenal One sarebbe nelle Series, se qualcuno se lo fosse comprensibilmente dimenticato, mentre Daniels e Kazarian sono campioni di coppia TNA, quindi trovare nuove rivalità per i tre non sarebbe affatto difficile. Purtroppo, invece, e lo dico più per loro due che per un fatto di mia stanchezza, perché comunque sfornano sempre matches paurosi, il feud è ben lungi dal terminare, anche perché la pantomima Claire, ahimè, prosegue. La ragazza, stando alle ultime puntate, aspetta un figlio da AJ, come ha lei stesso confermato ad un sorpresissimo Phenomenal One. Completamente no sense, consentitemelo, l’esternazione del fenomenale che alla domanda “Sei tu il padre?”, risponde “ Non lo so!” inveendo contro l’intervistatore. Io non sono stato, AJ, ed a meno che non tu non ti fossi trovato sotto l’effetto di un fungo messicano, dovresti sapere con chi hai recentemente avuto un rapporto sessuale. Da questa situazione, ormai, sembra davvero difficile uscirne bene: il  pubblico presente nella Impact Zone ha più volte intonato il coro “Boring, boring”, nell’ultima puntata, in un segmento davvero mal eseguito da tutti i protagonisti, tolto forse Daniels. Lo stesso Kazarian continuava, spero involontariamente, a frapporsi tra la telecamera e chi parlava, coprendo più volte Claire e mostrandoci invece il suo coppino in primo piano.  Aspettatevi, quindi, l’inaspettato: non stupitevi se la settimana prossima, quando AJ dovrà dire se è effettivamente il padre o meno, la faccia di Claire si sbricioli e la donna diventi una marionetta, come nella pubblicità della Vigorsol…

Per concludere, accenni qua è là: è la volta buona per Samoa Joe? Dopo secoli di buio, lo spero di cuore. Il samoano, che ha perso davvero in maniera stupida ad Impact, volendo sottomettere RVD (peraltro, perché tentare una Figure Four quando hai un fior fior di submission come finisher?) e finendo col perdere in seguito a Roll Up, guida la serie con 37 punti, anche se alle sue spalle il buon James Storm lo incalza, a 36 punti. Vedo ancora lui favoritissimo per la vittoria finale, anche se le quotazioni di Angle ed Hardy, oltre al Cowboy ed a Joe, mi paiono in rialzo. Hype a garganella, invece, per i misteriosi “Aces & Eights”. Nell’ultimo Impact Wrestling addirittura più numerosi del solito hanno massacrato sia Hogan che Sting, senza però rivelare le loro identità.  Sento puzza di stable e sento puzza di Jeff Jarrett, magari con qualche nuovo ingresso in federazione (Chris Masters?), e qualche atleta da rilanciare, o che non si vede da tempo, come Crimson ed Hernandez (che mi pare di aver beccato durante il pestaggio a Sting per movenze famigliari, ma vedremo).  Solo il tempo saprà dirci chi sono e cosa vogliono, speriamo, in generale, che la TNA continui ad infiammarci, come sta facendo, tolto qualche aspetto negativo, come questa torrida estate italiana.

Alla prossima!

Ritorna il TNA Point: in questo numero, Destination X ed i suoi caldi strascichi, in un'estate rovente, anche in quel di Orlando.

 

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