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WWE INSIDER #18

Dopo anni e anni torno a scrivere un editoriale, stavolta in via eccezionale. Come ben sapete il WWE Insider si occupa della settimana in casa World Wrestling Entertainment, che si sta dirigendo a grandi passi verso l’edizione numero 25 di WrestleMania. L’attenzione, come detto, è tutta rivolta verso il Grandaddy Of Them All e di conseguenza non posso far altro che analizzare i feud in questo momento a pochi giorni dall’evento.

Partiamo per ordine cronologico dalla puntata di Monday Night Raw, una puntata non eccelsa a livello qualitativo ma che ha portato a termine l’obiettivo primario al momento, ovvero aumentare l’hype verso l’evento dell’anno. Lo show si è aperto in modo brutale con l’assalto ai danni di Ric Flair da parte di Chris Jericho, che vedo sempre più sprecato nel ruolo che la WWE gli ha assegnato per WrestleMania. Il feud è senza dubbio ben costruito, ben sviluppato e ha attorno a se diverso interesse, ma l’annuncio ufficiale della sfida a Jimmy Snuka, Roddy Piper e Ricky Steamboat ha fatto calare a picco l’attesa verso questo angle dal potenziale inespresso. Nessuno di noi può attendere con trepidazione un match che sarà osceno viste le condizioni delle Leggende in gioco, con Piper che ha sconfitto da poco un brutto male e con Snuka che ha l’anca distrutta da anni ormai; non so davvero cosa la WWE voglia ricavare da tutto ciò, ma la sensazione che l’angle fosse destinato a ben altra fine è ormai forte in me. Non capisco però perché le Leggende maggiori del business si siano rifiutate di lavorare con Chris Jericho, che non è di certo il primo che passa per la piazza. Tuttavia il massacro a Flair e la distruzione dell’orologio lasciano aperte diverse strade percorribili anche dopo WrestleMania, ma la draft ci chiarirà meglio le intenzioni che la WWE ha verso alcune sue stars.

Proseguono anche le scaramucce tra i contendenti del Money In The Bank con i soliti match a più uomini che riempiono la puntata, anche di SmackDown, senza far aumentare, comunque, l’interesse verso una stipulazione che non ha bisogno di build up visto cosa c’è in palio. Rimango sempre perplesso però dell’inserimento di Mark Henry e Finlay all’interno della stipulazione, sperando che il loro ruolo sia solamente quello di rendere il Ladder Match una roba meno da spotfest regalando momenti importanti, anche se i precedenti per Finlay dimostrano che l’irlandese non ha poi tutta questa utilità in una situazione tale. In ECW sono invece salite le quotazioni per una vittoria possibile di Kane, che senza proferir parola ha avuto alla fine tutta l’attenzione verso di lui dopo che gli altri lottatori si erano “scannati” per un 10 minuti buoni al microfono durante il VIP Lounge. Speriamo solo che Christian, MVP e CM Punk vengano gestiti bene la prossima settimana aumentando il loro status perché al di fuori di loro 3 non vedo nessun altro possibile vincitore, anche se il primo rimane quello che ha il pronostico dalla sua parte, un po’ per il ritorno, un po’ anche per la vittoria di 12 mesi fa di CM Punk, che altrimenti sarebbe stato il perfetto candidato alla vittoria finale.

Anche la Battle Royal tra le Divas ha avuto comunque un po’ di build up con la storia di Santino Marella, sempre divertente ma sempre più macchietta, ma alla fine l’attenzione del pubblico non sarà di certo rivolta verso questa “trovata” della WWE. E poi anche il ritorno prepotente di Gail Kim, che difficilmente troverà la vittoria in quel di WrestleMania.

Iniziano invece le prime scaramucce, con ritardo notevole, tra John Bradshaw Layfield e Rey Mysterio, ma costruire qualcosa di interessante e con solide basi risulta ormai impossibile per il poco tempo a disposizione. Di certo la cosa positiva è il ritorno del titolo Intercontinentale a WrestleMania, dove non veniva difeso da moltissimi anni malgrado ce ne fosse stata l’occasione nelle scorse edizioni. Speriamo di assistere a qualcosa di buono, ma la location fa calare comunque l’interesse attorno allo scontro per via della vittoria un po’ “annunciata” del Texano in casa propria.
Finalmente inizia a ingranare Shawn Michaels vs. Undertaker, sicuramente uno dei pochi match di cartello della card grazie a due splendidi angle che ha visto coinvolti entrambi i lottatori. Un Undertaker più “canterino” del solito ci delizia con un promo di buonissimo livello, mentre Shawn Michaels sfrutta la carta del mind games imitando uno dei classici promo che ha reso così grande la figura del Deadman in WWE. I ratings hanno premiato la qualità eccelsa di questo segmento segnando il momento più alto, assieme al main event, degli ascolti della puntata di Raw di questa settimana. A SmackDown invece Shawn ha tirato fuori un bel promo in-ring con una buone dose di sfottò verso l’Undertaker, gettando qualche parola “pesante” verso il suo nemico che per poco non gli stava restituendo la finisher che subì 2 settimane fa a Raw. C’è comunque amarezza per una costruzione un po’ avventata dato che c’erano tutti i presupposti per far nascere questo scontro epico, ma scontato, già dalla Royal Rumble sfruttando magari un’eliminazione doppia dei due, andando quindi a ripescare nel tempo le eliminazioni delle ultime due Royal Rumble, versione 2009 esclusa.

Bene invece dal mio punto di vista la decisione della WWE di imbastire un feud quasi comico per il World Heavyweight Title, che dopo il segmento finale della cinquecentesima puntata di SmackDown ha avuto una degna prosecuzione con il promo di John Cena contro Big Show e Edge, sempre più alla fine uno contro l’altro come ha dimostrato proprio il finale del loro scontro, con la povera Vickie che si ritrova in una posizione scomoda. Fortunatamente la base “comedy” della rivalità rende lo scontro più interessante rispetto ad una situazione amorosa più “reale”, di cui Michael Hayes ha già abusato fin troppo con la storia tra Edge e Vickie, che va avanti ormai da 2 anni sebbene in estate fossimo arrivati al punto di rottura, poi clamorosamente accantonato senza spiegazioni in autunno.
Il feud tra i fratelli Hardys è invece in una situazione di stallo perché non c’è più niente da raccontare. Il booking è stato buono per tutta la durata della rivalità, ma la qualità non eccelsa dei confronti al microfono non ha fatto spiccare la qualità del feud rilegandolo a un ruolo di “seconda scelta” quando invece questa è una storia pensata per esser un match di cartello. Tuttavia, la decisione della WWE di mettere le regole estreme per il loro scontro fa si che ci sia la speranza di uno scontro d’alto livello a metà card, mancanza che rese WrestleMania 23, per fare un esempio, un evento non del tutto riuscito.

Prosegue anche il feud per i titoli di coppia tra i fratelli Colon e Miz e Morrison, ma purtroppo qui il booking team di SmackDown non ha idee “brillanti” per mandare avanti la rivalità, così ci siamo ritrovati con un match a SmackDown terminato con una vittoria dei Colons, che di rimando aumentano le possibilità di successo per Miz e Morrison allo Showcase Of The Immortals. Pessima invece la scelta di trasformare il match in un Lumberjack, stipulazione che personalmente non mi è mai piaciuta e che in questo caso non trovo per nulla pertinente, visto che i Lumberjacks saranno un ammucchiata di lottatori fuori dalla card che non entreranno mai e poi mai nel giro dei titoli di coppia.

Dopo averci girato attorno direi che è il momento di parlare del feud di punta della WWE per questa edizione di WrestleMania, con un Randy Orton vs. Triple H sempre più crudo, bastardo, violento e anche “insano” sotto certi punti di vista. Randy Orton è salito in cattedra questa settimana e ha organizzato un pestaggio in piena regola per Triple H, ferito sia fisicamente che, soprattutto, psicologicamente. I 10 minuti finali hanno salvato una puntata intera con un segmento molto crudo e ricco di pathos malgrado il ritmo veramente basso del suo sviluppo. Terrificante la DDT di Orton, incredibile la scena del bacio a Stephanie McMahon davanti al marito e davvero terrificanti le espressioni che Orton ha riservato a Triple H poco prima di colpirlo con lo Sledgehammer. La caratura del personaggio di Randy Orton si fa sempre più spessa, è sempre più il punto focale del flagship show della federazione, ma l’ombra che aleggia attorno a lui, quella di Triple H, dopo questa settimana si fa molto, molto pesante in vista di WrestleMania. Il lavoro che la WWE ha fatto su Orton negli ultimi mesi è stato encomiabile, ha creato un vero e proprio pazzo che attacca tutto e tutti senza remore, ma che allo stesso tempo ha bisogno della consacrazione definitiva dopo la vittoria della Royal Rumble e questa consacrazione potrebbe giungere solo e soltanto con una vittoria ai danni di Triple H. Però ho paura che la WWE si sia spinta troppo oltre calcando troppo la mano questa settimana; ora come ora non vedo proprio come The Game non possa vendicarsi nei confronti di Orton a WrestleMania dopo quello che ha dovuto subire lunedì e soprattutto vedo una difficoltà immensa per quanto riguarda il booking dello scontro, soprattutto se rimarrà un match classico in singolo. La faida tra i due dovrà essere ricordata in toto nella notte del cinque aprile, senza lasciare nulla al caso. Il livello psicologico dovrà essere altissimo e il livello della violenza molto, molto elevato perché la storia questo richiede, la storia questo ci ha detto. Avere un match normale, senza sangue e senza violenza inaudita andrebbe contro la narrazione che la federazione stessa ci sta mostrando da settimane. Le carte per un classico ci son tutte, così come per un feud di spessore da ricordare per anni e anni, ma è altissimo anche il rischio di fallire miseramente e mandare in fumo mesi di lavoro, soprattutto qualora The Game uscisse vincitore dal Grandaddy Of The All.

Con questo direi di aver concluso gli argomenti della settimana televisiva della WWE. Appuntamento quindi a domenica prossima quando sarà il giorno del grande evento, sperando di aver assistito a una settimana ricca di spunti, e soprattutto di attesa e pathos, in modo di arrivare carichi verso la venticinquesima edizione di WrestleMania, sperando che la basse aspettative siano il preludio per un grande show come fu per il 2001.


 

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