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WWE INSIDER #86

WADE.

 

È tornato. Finalmente Wade Barrett è tornato. A primo impatto, rivederlo sul ring mi ha fatto davvero molto piacere, e poi anche il promo post-match mi ha davvero emozionato. A mente fredda, però, devo dire che non è stato certo il ritorno che mi aspettavo. È proprio questo il motivo di esistenza di questo numero dell’Insider; il ritorno di Barrett. Di solito per commentare i ritorni mi prendo sempre del tempo, così come è successo ad esempio per un ritorno molto più in pompa magna come quello di Y2J Chris Jericho. Questa volta però ho deciso di scrivere subito dopo il suo ritorno a SmackDown, di parlare specificatamente solo del momento del suo ritorno. Scrivere un intero editoriale –anche se i miei non sono certo chilometrici in genere– su cinque minuti di show? Potreste trovarla un’idea non troppo felice; ma da fan sfegatato del Bare-Knuckle Brawler di certo quest’oggi sarò più ispirato del solito.

Partiamo dalla cosa apparentemente più irrilevante: la theme song. Quanto rimpiango End Of Days e, ancor di più, We are One. Già dalla Royal Rumble Barrett usa una theme che io (e non solo) detesto. A Gennaio, infatti, i fan si erano fatti sentire numerosi su twitter, esprimendo il loro disappunto per la scelta di cambiare musica d’ingresso. Il sottoscritto era speranzoso, si aspettava che l’avessero cambiata nuovamente; invece è stata mantenuta la stessa theme di prima (leggermente modificata, ma in sostanza è quella). Se siete tra quelli che dicono che la theme non è importante perché conta ciò che fa sul ring, mi trovate in disaccordo. È senza alcun dubbio molto più importante l’abilità sul ring ed al microfono per una Superstar, ma anche la theme song secondo me gioca il suo ruolo. Pensate ad esempio ad Alex Riley; il Super-Mega-Iper Direttore ha fatto notare giorni fa sul forum che i pop che si becca A-Ry potrebbero derivare anche da Say It To My Face, la sua musica d’ingresso. Certo, è un personaggio che può risultare simpatico e, dopo la sua lite con John Cena, avrà ottenuto sicuramente i consensi di tutti gli haters del Marine; ma al microfono e sul quadrato non è un fenomeno, e dall’utilizzo che ne fanno dubito la WWE sia interessata a pompare i pops di A-Ry.

Ma non è di Alex Riley che si parla oggi, bensì di un nome che, sebbene non ancora affermato ai piani alti, è sicuramente di tutto altro spessore rispetto al lottatore annunciato da Washington D.C.
Dopo la sua theme song, vorrei parlare di quello che è stato il ritorno vero e proprio: uno squash.  Possibile che, in uno Smackdown dove da mesi e mesi Del Rio è il contendente #1/jobber personale di Sheamus, non si sia riusciti a pensare a qualcosa di originale per far tornare in scena un personaggio che in questo momento potrebbe imporsi come figura dominante dello show blu? Doveva tornare a Luglio inizialmente, vincere il Money In The Bank e poi… Beh, una storyline con in mezzo la valigetta si scrive praticamente da sola. Tuttavia il buon Wade si è ripreso un po’ più tardi dal suo infortunio, ricevendo l’ok dei medici più o meno un mese fa oramai. Un mese passato così, combattendo in house show e niente spazio in TV. Servirà a fargli ritrovare la condizione, pensavo io. Ma più che alla condizione, pensavo che se non lo avevano ancora fatto tornare era perché avevano in mente qualcosa; qualcosa di grosso. In rete giravano le ipotesi più disparate, ma naturalmente la più accreditata era quella di un feud con Sheamus per il titolo del mondo. La mia sensazione è che prima o poi questi due avranno un feud come si deve ma, a giudicare dal ritorno di Barrett, quel momento non è vicinissimo. In ogni caso, ciò che voglio dire è che tutti si aspettavano un ritorno curato. Venerdì –sabato per me che ho guardato SD un giorno dopo– la triste scoperta: uno squash. La tesi “fargli recuperare la condizione” va a donne di facili costumi, perché non serve alcuna condizione per squashare Yoshi Tatsu in mezzo minuto; quella del “Hanno in mente qualcosa”, ovviamente, anche. Tralasciando che un ritorno contro un jobber non mi va tanto giù, perché non farlo tornare direttamente quando aveva ottenuto l’ok dei medici? Se deve prima squashare e poi arrivare a lottare per qualcosa, tanto vale iniziare da prima, non perdere un mese così, a buffo –imploro pietà per aver citato il buon Sasha–.

È lapalissiano dire che non verremo mai a conoscenza di cosa frulli nella testa dei dirigenti, pertanto passerei oltre, alla nota forse più dolente di tutte. Che caspita di finisher ha usato?! Capisco la gimmick più da duro, in stile fight club, ma quell’elbow smash è un’indecenza. A parte il fatto che è parecchio simile alla finisher di Kassius Ohno –altra roba indecente quella lì– è proprio inguardabile. La Winds Of Change mi convinceva più da signature che da finisher, ma comunque faceva la sua figura. La manovra conclusiva della quale davvero sento la mancanza tuttavia è la Wasteland, mandata a riposo  già poco prima del suo infortunio per motivi oscuri a noi comuni mortali. Essendo abbastanza potente fisicamente, Wade può utilizzare benissimo una manovra che includa un sollevamento “a pompiere”; basti pensare che una volta ha anche tenuto sulle spalle Mark Henry –sorvoliamo sul botch che ha avuto luogo in quell’occasione–. Inoltre, da non sottovalutare è la duttilità della Wasteland: può essere esplosa dalla terza corda (magari in uno steel cage), verso fuori ring, su un tavolo etc. Un po’ come la Attitude Adjustment, insomma, manovra che abbiamo visto eseguita davvero da ogni posizione immaginabile. L’elbow smash invece, finisce là; è praticamente una clothesline che però colpisce con il gomito e non con il braccio.

Come per la tempistica del ritorno, purtroppo, il mistero rimane irrisolto ed il sottoscritto può limitarsi dunque solo ad esprimere la sua opinione. Andando avanti con l’editoriale si giunge all’ultimo “punto” del ritorno dell’atleta di Preston: il promo post-match. Quello che riaccende la speranza. Non è tornato come un semplice squasher, assolutamente no. Mette subito le cose in chiaro: “Wade Barrett is open for business” è una frase che per me significa che ha obiettivi concreti . Non è un Ryback qualsiasi interessato solo a squashare il malcapitato di turno. Yoshi Tatsu in quest’ottica serve forse quasi come un esempio, una dimostrazione. Per capire come si evolverà la faccenda, è necessario attendere. Quale sarà il futuro per Wade Barrett? Per il sottoscritto, Wade Barrett è il futuro. È un wrestler forgiato dalla WWE con buone capacità sul ring ed al microfono, ed un fascino forse senza eguali all’interno del roster di Stamford –ma qui son di parte-. Tuttavia, bisogna anche considerare che il Leader del vero ed unico Nexus che sia mai esistito ha trentadue anni.  Non sono tantissimi, considerando che gente come Christian (’73) e R-Truth (’72) se la cavano ancora bene. Certo Christian è cento spanne sopra Truth, ma comunque anche il rapper pazzoide non ha subito particolari cali fisici. Wade poi, non essendo uno che punta molto sul dinamismo, sentirebbe di meno il passare degli anni. Non sono neanche pochi però, se consideriamo che c’è chi già a trentaquattro si sente vecchio (non altri che il campione WWE ed auto-proclamato migliore al mondo CM Punk). Quello che sto cercando di dire è che si deve lavorare, non bisogna sprecare tempo prezioso. Anche da un ritorno del genere, che se preso singolarmente è abbastanza scialbo, si può arrivare in poco tempo al top con Barrett. Basterebbe inserirlo subito in un feud, non per un titolo a questo punto, e farglielo vincere in maniera decisa. Non deve essere una roba in stile Mahal vs Ryback –ammesso che lo si voglia chiamare feud quello– dove vince sempre lui, ma comunque deve vederlo vincitore indiscusso al termine dello stesso. Avversari? Il primo nome che viene in mente è Randy Orton e forse sarebbe anche la soluzione migliore: i due hanno già la base per un feud e sconfiggere The Viper è un lasciapassare per il Main Event. Cercando un altro nome, mi viene da pensare a Christian, ma ai tempi dell’infortunio lui e Wade erano abbastanza “amici”, avevano anche fatto coppia contro Sheamus per un breve periodo. In ogni caso, serve un feud a Barrett. E serve a Barrett a Smackdown. Da troppo tempo si va avanti con Super-Sheamus che sconfigge chiunque e che non perde mai neanche sporco. Ma non temete, la situazione si risolverà presto, perché…

Wade Barrett is open for business.


 

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