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Intervista a Salvatore Torrisi

Amici di Wrestling Revolution, dopo l'intervista al conduttore di WWE News su SportItalia, Stefano Benzi, questa settimana abbiamo avuto il privilegio di parlare con Salvatore Torrisi, uno degli uomini di punta, da ormai qualche anno a questa parte, del team di commento wrestling nella redazione di Sky Sport.

- Ciao Salvatore, innanzitutto grazie mille per aver accettato questa intervista, per noi è un onore averti sulle nostre pagine. Per iniziare, non possiamo non chiederti come è nata la tua passione per il wrestling e quando hai cominciato a seguire questa splendida disciplina.

La mia passione per il wrestling è nata nella seconda metà degli anni ’80, quando ero poco più che un bambino e i programmi dell’allora WWE erano trasmessi su Italia Uno e, in seguito, su Tele +. Ricordo che il primo evento importante che seguii fu WrestleMania IV, con il torneo per il titolo e la vittoria di Randy Savage. Da allora scoccò quella scintilla che, pur con fasi alterne, non mi ha mai abbandonato fino al giorno d’oggi.

- Raccontaci un po' la tua "scalata" nell'ambiente wrestling, che ti ha poi portato a essere uno dei commentatori della disciplina più conosciuti in Italia. Cose del tipo esperienze precedenti, provini.

Non c’è stata alcuna scalata e la mia vicenda è molto più semplice, lineare e, forse proprio per questo, entusiasmante di quanto si possa pensare. Ero uno dei tanti giovani laureati in cerca di un’occupazione degna di questo nome, che sbarcava il lunario grazie a traduzioni mal retribuite e saltuari corsi d’inglese; ho semplicemente risposto a un annuncio pubblicato sul sito web gestito da Michele e Luca, sono stato contattato, ho sostenuto un provino e sono stato selezionato. Così da semplice utente e appassionato di wrestling sono diventato un “addetto ai lavori”. Sembra una favola, ma è la pura realtà. Subito sono stato coinvolto nelle febbrili attività per il lancio di WWE 24/7, che sarebbe stato varato pochi giorni dopo il mio arrivo a Sky. Inizialmente il mio ruolo era quasi esclusivamente quello di traduttore del materiale di archivio che ci viene inviato dal Connecticut. Ben presto sono stato inserito nel team di commento, e il mio ruolo è gradualmente cresciuto. A questo proposito devo senz’altro ringraziare i miei due colleghi “anziani” per avermi, di fatto, insegnato da zero una professione della quale non avevo la minima conoscenza. Hanno avuto la pazienza di aspettarmi, e mi hanno elargito preziosi consigli dei quali faccio ancor oggi tesoro.

- Quali sono i tuoi wrestlers preferiti di sempre?

Vado in ordine cronologico: Randy Savage, Ultimate Warrior, Bret Hart, Mr. Perfect, Owen Hart, Stone Cold, Mick Foley, The Rock, Kane, Chris Jericho e Kurt Angle. Tra i contemporanei voglio citare Edge e CM Punk.

- Qual è il momento più shockante avvenuto su un ring di wrestling a cui tu abbia mai assistito?

Il primo che mi viene in mente è il terribile infortunio occorso a Sid Vicious in WCW. Se la memoria non mi inganna si trattava di un match per il titolo contro Scott Steiner nel corso di Sin 2001. Le immagini della sua gamba spezzata letteralmente a metà sono tra le più raccapriccianti che abbia mai visto e non credo le dimenticherò mai.

- Cosa pensi della WWE?

Che sta vivendo un buon momento, nonostante gli ascolti, soprattutto negli States, non siano sempre confortanti. Vado a memoria, ma credo di poter dire che dallo scorso Cyber Sunday in avanti la WWE non abbia più sbagliato un pay-per-view, riscoprendo, peraltro, quel gusto di sorprendere i fan, che si era un po’ perso negli ultimi anni. Tuttavia, rispetto al passato più glorioso, mancano forse delle storyline di ampio respiro e delle rivalità davvero appassionanti, viscerali, ricche di colpi di scena e in grado di tenere gli spettatori incollati alla sedia. Le faide attuali si somigliano troppo l’una all’altra e spesso mancano di quella scintilla che cattura l’interesse del pubblico e può rendere una rivalità memorabile. L’ultima a possedere queste caratteristiche è stata, a mia memoria, quella tra Edge e John Cena, mentre attualmente credo abbia un ottimo potenziale la faida tra Batista e Shawn Michaels: speriamo sia sufficientemente lunga e ben gestita, anche se il match di Backlash non mi ha soddisfatto appieno.

- E della TNA invece? Pensi che un giorno possa fare in modo di rinverdire i fasti della Monday Night War?

Premetto che, purtroppo, soprattutto negli ultimi mesi, seguo la TNA solo saltuariamente, sia per mancanza di tempo che per evitare una “saturazione da wrestling”. Tuttavia cerco sempre di vedere almeno i pay-per-view, dato che trovo la qualità media del wrestling lottato piuttosto elevata. Per qualche mese, fin quando ne ho avuto la possibilità, ho seguito con costanza anche gli show settimanali e l’impressione che ne ho ricavato è di una certa frammentarietà e confusione di idee, come se si puntasse più sull’accumulo di situazioni che non su una strategia coerente e oculata. A volte il ritmo era talmente frenetico e travolgente da risultare indigesto, e questo nonostante il talento di molti elementi di un roster che poco ha da invidiare a quello della WWE. In ogni caso, non credo sia possibile, almeno a breve termine, una riedizione della Monday Night War, perché la TNA attuale non può contare né sulle infinite risorse economiche di un Ted Turner, alle quali attingeva la WCW dei tempi d’oro, né sul prestigio, la tradizione e il radicamento sul territorio americano garantiti dal retaggio della vecchia NWA. Ciò nonostante penso sia auspicabile, e anche possibile, che la TNA continui a crescere diventando un concorrente più concreto per la WWE. Ne avrebbero da guadagnare tutti, innanzitutto i fan.

- A proposito, come è stato (e com'è) per te, rivivere quei momenti grazie al commento di WWE 24/7?

Commentare i Raw e i Nitro di quel periodo storico è una delle esperienze più entusiasmanti garantitemi dal lavoro di telecronista per WWE 24/7. Anche se il “packaging” televisivo era meno lussuoso e scintillante, la qualità dei contenuti, mi duole dirlo, era decisamente superiore rispetto agli show contemporanei. Rivalità come quella tra l’NWO e la WCW da una parte e tra la Hart Foundation e i wrestler statunitensi dall’altra avevano davvero il sapore delle sfide epiche, in grado di regalare emozioni e stupore ogni settimana. D’altro canto, va anche riconosciuto che il carisma di soggetti come Sting, Hulk Hogan, Bret Hart, Stone Cold Steve Austin, gente in grado di smuovere le folle con un solo cenno, non si compra al mercato, e forse sono proprio personaggi di questo spessore a mancare alla WWE attuale, senza nulla togliere ai vari John Cena, Triple H, o Edge.

- Hai qualche aneddoto simpatico o curioso cui sei stato protagonista con i wrestlers WWE?

Pur svolgendo questo lavoro da un periodo relativamente breve, ho avuto la fortuna di accumulare diversi aneddoti gustosi legati a questa o quella “superstar”. Ne racconterò un paio, inerenti agli ultimi due tour primaverili della WWE in Italia. Aprile 2006, siamo a poche ore dall’inizio dello show di Raw e, in un Forum d’Assago ancora privo di spettatori, si aggirano le stelle WWE che confabulano amabilmente come amici di vecchia data, senza tenere conto di distinzioni tra cosiddetti “babyface” e “heel” o del rispetto della famigerata “kayfabe”. Ci sono Carlito e Chris Masters, il sempre cortesissimo John Cena, Shelton Benjamin, e, isolati rispetto agli altri, Lance Cade e Triple H, che chiacchierano fittamente insieme al responsabile della security WWE e a un paio di giovani e piacenti hostess. Incuriosito dalla situazione, timidamente mi avvicino, cercando di non dare troppo nell’occhio e non suscitare le ire di nessuno. Riesco a percepire che la conversazione ruota attorno alle richiesta, da parte delle fanciulle, di scattare una foto con quei due marcantoni, dei quali peraltro conoscono molto vagamente l’identità, respinta con solerzia e determinazione dall’integerrimo capo della security, un colosso di colore sul quale nemmeno le lusinghe femminili sembrano avere alcun effetto. Ciò nonostante, riesco a intuire alcuni commenti decisamente “da caserma” proferiti dai due wrestler e non posso fare a meno che abbozzare un sorriso; il popolare “The Game” evidentemente lo nota e mi fa cenno di avvicinarmi, chiedendomi di tradurre a una delle ragazze in questione che, a dispetto dei divieti del responsabile della security, avrebbe potuto scattare loro tutte le foto che voleva, a condizione che esponesse integralmente le sue grazie. La hostess replica che non può concedere una simile visione, dato che il gelosissimo fidanzato è nei pressi; il King of Kings, però, non si lascia scoraggiare e pronuncia più o meno le seguenti parole: “Spiega al tuo fidanzato chi è che te lo chiede e vedrai che non avrà più nulla da ridire!” Passiamo all’anno successivo, e in particolare al giorno dello show di Smackdown e ECW al Forum d’Assago. Non appena varco i cancelli dell’arena, un agent WWE di nome Mark (non chiedetemi di cosa si occupasse esattamente) nota che indosso la nuova t-shirt di CM Punk, acquistata la sera prima. Subito gli si illuminano gli occhi, e mi ferma dicendomi: “Grande, cercavo proprio te!” Prima che io possa chiedermi a cosa si riferisca, l’agent mi spiega come lo stand del merchandising sia rimasto privo di magliette del profeta dello straight edge e mi chiede di prestare la mia al suddetto wrestler, in cambio di una (bruttina) t-shirt ufficiale del tour italiano di Smackdown e ECW. Ovviamente, a spettacolo concluso, la t-shirt mi sarebbe stata restituita con tanto di autografo e dedica del ragazzo di Chicago, magari accompagnata, secondo quanto lasciatomi balenare dallo stesso dipendente WWE, da altro merchandising ufficiale. Superato un breve momento di shock, procedo alla svestizione e consegno la mia t-shirt a questo Mark senza pensarci due volte. Guardo lo show della ECW, notando come la mia maglietta stia particolarmente attillata a CM Punk (ed è andata ancora bene, pensate se fosse servita a un Lashley o a uno Snitsky, col cavolo che gli sarebbe entrata!) e ne attendo fiducioso la conclusione… be’, alla fine la maglietta non l’ho più rivista, ma almeno ci ho guadagnato un aneddoto simpatico da raccontare!

- Chi è stato il più disponibile tra i lottatori con cui hai avuto modo di avere a che fare e chi lo è stato di meno?

La palma del più disponibile spetta senza ombra di dubbio a John Cena. Sempre educato, gentile e rispettoso del lavoro altrui. Ma in generale tutte le stelle WWE che ho incontrato sono sempre state professionali e disponibili, certo c’è chi è stato più espansivo e simpatico (come Mr. Kennedy, Jeff Hardy, o la spiritosissima Trish Stratus) e chi più timido e riservato (come Kane o Batista), ma, almeno per quanto concerne la mia esperienza personale, la professionalità e la cortesia mi sono sembrati dei tratti comuni a tutte le stelle WWE che ho conosciuto.

- Una curiosità, per quanto possibile. Come preparate nei dettagli uno show WWE? Gli script che avete sono in lingua originale? Dopo quanto, dalla messa in onda in USA, arrivano le puntate dei vari shows?

Per quanto riguarda gli show settimanali e i pay-per-view riceviamo delle sintetiche scalette della puntata in lingua originale, per WWE 24/7 dobbiamo invece arrangiarci da soli. I feed satellitari arrivano uno o due di giorni dopo la trasmissione o (nel caso di Smackdown, Experience e Heat) la registrazione negli USA. Io mi occupo di tutte le traduzioni di WWE 24/7 e, dall’estate scorsa, anche di Raw e di Smackdown, mentre per quanto concerne ECW e pay-per-view, Luca e Michele provvedono da soli, e più che bene, devo aggiungere. Fabrizio invece si occupa del montaggio di Raw e dello Smackdown integrale, coadiuvato dai tecnici del settore. Come potete notare, si tratta di un lavoro di squadra che richiede più fasi e procedure di quante non se ne possano immaginare dall’esterno.

- Com'è la tua vita da commentatore e la tua giornata tipica?

Solitamente lavoro dal lunedì al venerdì, eccetto che nelle settimane dei pay-per-view, quando sono impegnato 7 giorni su 7. Il mattino e il primo pomeriggio di lunedì, martedì e mercoledì è dedicato al commento degli show settimanali affidati a me e Fabrizio e di vari programmi di WWE 24/7. In genere doppiamo circa una dozzina di ore settimanali. Tra mercoledì sera e giovedì mattina traduco Raw Domestic, il venerdì mattina Smackdown, mentre praticamente tutti i pomeriggi sono consacrati alle traduzioni per WWE 24/7. La settimana dei pay-per-view i commenti di Raw International, Heat ed Experience vengono anticipati al sabato, mentre la domenica io e Fabrizio ci occupiamo del Free For All. Sono giornate lunghe e intense, ma sempre interessanti e ricche di stimoli.

- Quale giovane talento vedi bene come prossimo trascinatore della WWE?

Penso che i più accreditati ad assumere questo ruolo possano essere CM Punk, MVP e Mr.Kennedy, quest’ultimo a patto che limiti gli infortuni e, soprattutto, non ricada in certi errori. Comunque penso che i vari Cena, Edge e Randy Orton saranno protagonisti ancora a lungo, senza dimenticare i veterani come Triple H o Undertaker che mi paiono ben poco propensi a cedere lo scettro.

- La Draft pare essere imminente. Quali spostamenti di roster ti piacerebbe vedere?

CM Punk e Batista a Raw, Jericho e Umaga a Smackdown, Finlay e Burchill alla ECW. Questi sono i primi che mi vengono in mente…

- Domanda secca, la diva più gnocca?

Vi dirò che viste dal vivo molte divas perdono parecchio, soprattutto perché viene svelata impietosamente la loro scarsa naturalezza. Comunque direi Maria, Kelly Kelly e Maryse.

- Come giudichi la nuova "politica" della WWE, secondo la quale il target viene modificato verso un pubblico ancor più giovane?

Credo che un ripensamento del prodotto in senso sia già in atto da qualche anno, le tematiche sono decisamente meno scabrose e “spinte” rispetto a quelle a cui ci aveva abituato l’Era Attitude. Finché si tratta di un’evoluzione graduale non ci vedo nulla di traumatico, certo la WWE deve stare attenta a non tirare troppo la corda in una sola direzione, per non rischiare di perdere i fan più affezionati e di vecchia data, che spesso sono i più fedeli e preziosi.

- Come ti spieghi il fatto che apparentemente la WWE non verrà in Italia nemmeno a Novembre?

Allo stato attuale non vi è alcuna notizia ufficiale, quindi aspettiamo e vedremo…

- Come vedi la scena italiana al livello di federazione e dei vari siti d'informazione?

Le federazioni italiane non le seguo, i siti web ovviamente li osservo con molta attenzione, e ritengo che alcuni di essi siano davvero ben fatti e curati da persone straordinariamente appassionate e competenti. Tuttavia, non apprezzo il clima di saccenza che a volte si percepisce nei vari forum; molti credono di sapere tutto di tutti, usano, spesso a sproposito, un gergo imparato di seconda mano per sembrare più competenti e giudicano a destra e a manca ripetendo acriticamente i luoghi comuni imperanti nel web. Ora, so che è anche grazie a questi fan che io posso fare il mio lavoro, però a volte un po’ più di umiltà e di apertura mentale da parte di tutti non guasterebbe, anche perché permetterebbe di godersi pienamente il wrestling per quello che è.

- Domanda un po' atipica. Il tuo commentatore di wrestling preferito? Italiano ovviamente!

Sarò di parte, ma mi sembra oggettivo affermare che i commentatori di Sky Sport sono di gran lunga i migliori sulla scena italiana, per competenza, professionalità e conoscenza dell’ambiente in tutti i suoi risvolti. Non mi sembra il caso di indicare un mio “preferito” tra i colleghi, ma posso dirvi cosa apprezzo maggiormente in ciascuno di loro; Michele ha saputo creare un linguaggio del tutto personale e sempre in evoluzione, tra riferimenti culturali alti e strizzate d’occhio al trash, che lo rende immediatamente riconoscibile, un privilegio riservato a pochi eletti; il Frank è una persona di gran cuore che mette una straordinaria passione in tutto ciò che fa, e questo si riflette nel suo stile di commento; non ha paura di schierarsi e di prendere posizione, anche quando rischia di risultare impopolare; il Reda faccio più fatica a giudicarlo dall’esterno, dato che è colui col quale condivido la cabina di commento quasi ogni giorno. Posso comunque dire che è un acuto osservatore, che a volte nota dei particolari in un match, o in una situazione, che a me, di primo acchito, sfuggono.

- Associazione parole: per ogni nome, un solo aggettivo!

Rispondere con un solo aggettivo a volte è davvero impossibile… cercherò di fare il mio meglio per essere conciso.

- The Undertaker: leggendario, ma ultimamente un po’ ripetitivo.
- Triple H: potente, in ogni senso.
- Shawn Michaels: unico, nel bene, ma anche nel male.
- Edge: poliedrico
- Randy Orton: in ascesa
- John Cena: professionista doc
- Kurt Angle: Michelangelo del wrestling.
- Samoa Joe: forza della natura.
- Ric Flair: simbolo del wrestling old school che ha saputo sempre rinnovarsi.
- Sting: dotato di un’aura mistica senza pari.
- Ultimate Warrior: meteora, accecante ma passeggera.
- The Rock: showman a tutto tondo
- Stone Cold: rivoluzionario
- Mick Foley: il cuore e le palle più grandi del wrestling.
- Rob Van Dam: spumeggiante
- Eric Bischoff: situazionista
- Paul Heyman: visionario ma poco lungimirante
- Mr. McMahon: l’uomo o il personaggio?
- Franchini/Posa: istituzione del wrestling italiano

- In ultimo, saluta i nostri lettori di Wrestling Revolution!

Spero non vi siate annoiati a leggere questa lunga intervista… grazie a tutti voi per la passione e l’attaccamento con cui tenete alto il vessillo del wrestling in italia. Io vi aspetto su Sky Sport 2 e sul canale 264, insieme a tutti i miei colleghi, per condividere questa passione con voi!


 

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