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WWE INSIDER #116 - Alea Iacta Est

ALEA IACTA EST


Per la prima volta da quando scrivo questo editoriale, il titolo non è in inglese. E non è in italiano. E non è in tedesco (saprò sì e no sette parole di tedesco, ma mi serviva un’altra lingua e il tedesco è di gran lunga la più faiga). È in latino. Quel latino che al sottoscritto hanno fatto odiare dal profondo del cuore, ma che usato in citazioni del genere si avvicina pericolosamente ai livelli di faigaggine del tedesco.

Ma, in parole povere, che vor dì sto titolo? Vuol dire, molto meno faigamente di quanto sembri in latino, il dado è tratto. Ossia, non si può più tornare indietro. E ad una sola settimana dall’evento più importante dell’anno nel mondo del Professional Wrestling, mi pare abbastanza adatto alla situazione attuale della WWE. Tutto (o quasi) è già deciso. È deciso che il match tra Batista e  Randy Orton diventerà un three-way; che il terzo partecipante al Main Event sarà il vincitore dello scontro tra Daniel Bryan e Triple H; che Brock Lesnar tenterà di conquistare la streak dell’Undertaker (e fallirà com’è giusto che sia); che John Cena sarà impegnato contro Bray Wyatt e la sua famiglia, tagliato fuori dalle questioni che contano; che non vedremo lo Shield crollare in un Triple-Threat tra i suoi componenti, bensì affrontare il giovanissimo -140 anni in tre- trio composto da Kane ed i New Age Outlaws; che avremo un Fatal-4-Way per i titoli di coppia dello stesso appeal di Mark Henry vs Ryback l’anno scorso (e mi viene da pensare che se gli Usos non avevano mai vinto i titoli forse un motivo sotto sotto c’era); che AJ Lee difenderà il suo titolo dall’assalto di chiunque, inclusi Scooby Doo, il Sin Cara originale travestito da donna, Eric Young e quel personaggio dei Simpson che cantava Quella cavalla lì; che ci sarà una Battle Royal in onore di Andrè The Giant perché Hulk Hogan ha deciso così.

Ci rimane solo la puntata di Raw di domani sera per apportare qualche piccola modifica a questa card; ma difficilmente cambierà poi così tanto, al massimo verrà aggiunta fuffa, come direbbe Simone, che ricorderete per commenti al limite dell’umano come quello di… Beh, di ogni puntata di Impact più o meno. Al di là dei match di cui farei volentieri a meno (Divas, Battle Royal) e di quelli che magari potranno essere anche carini ma lasciano un po’ il tempo che trovano (Shield vs Vecchiacci, 4-Way Tag Team), la parte importante della card è occupata da quattro match… Diciamo tre e mezzo.

Perché tre e mezzo? Perché se Undertaker vs Brock Lesnar e Bray Wyatt vs John Cena sono stand-alone, iniziano e finiscono al suono della campana; il Main Event ed il match tra Daniel Bryan e Triple H potrebbero “fondersi” entro certi limiti. Se infatti D-Bry vs Hunter sarà posizionato in card subito prima del Main Event, non ci sarà riposo per uno dei due partecipanti a questa contesa e lo scontro per il WWE World Heavyweight Championship potrebbe sembrare quasi un prosieguo del match precedente. Potrebbe anche tranquillamente trasformarsi in una sorta di angle. Tanto, con un Daniel Bryan (bando alla scaramanzia, do per scontato vinca lui su HHH) stremato dallo scontro con il COO, sul ring vedremmo spesso Batista e Randy Orton. Insomma, nemmeno io mi metterei a criticare una scelta del genere, perché appare chiaro che sul piano del lottato non ci sono prospettive rosee.

“Tre e mezzo” ha anche un’altra chiave di lettura: Taker vs Lesnar e i due scontri legati al WWE Championship sono di indubbia importanza, mentre quello tra John Cena e Bray Wyatt, beh… Diciamo che è più importante del resto della card, ma neanche così tanto alla fine. La rivalità tra Johnnyboy e l’Eater of Worlds non mi ha preso tantissimo e soprattutto la vittoria di uno piuttosto che dell’altro atleta non sarebbe uno di quegli eventi che cambiano radicalmente le gerarchie. Se vince Cena, come credo, amen. Ha vinto il lottatore più affermato, ha sconfitto un degno avversario, ordinaria amministrazione tutto sommato. Ammesso che invece vinca Bray Wyatt, avremmo sì un esito sorprendente, ma questo non proietterebbe il vicino di casa di Alec Holland -conoscetelo, ve ne prego- da nessuna parte. Non può andare per il titolo massimo, perché 1) non è ancora maturo e 2) penso ci siano già abbastanza cani all’osso, tra Bryan, Batista e Orton, che si scontreranno con tutta probabilità anche nei prossimi mesi. D’altro canto, Bray non potrebbe neanche concentrarsi su uno dei titoli secondari. Che senso avrebbe sconfiggere John Cena, il vero volto della federazione (lo è.), per poi affrontare gente come Big E Langston o Dean Ambrose i quali, per quanto non siano i primi due che passavano per strada, hanno uno status decisamente inferiore a quello del Marine? A dirla tutta, poi, Bray Wyatt mi sembra un po’ estraneo dalla questione di titoli e cinture. Lo scriveva Sasha in uno Straight Edge qualche tempo fa: è forse troppo differente dagli altri personaggi WWE, sembra un character a sé stante non integrato pienamente nella cornice di uno show di Wrestling.

Anche ad NXT /FCW, il caro Wyatt non ha mai lottato per alcun titolo. Non c’è rimasto poi così tanto con la gimmick del santone della Louisiana, certo, però comunque se è riuscito Bo Dallas ad arrivare all’NXT Championship pare strano che suo fratello più bravo non abbia mai avuto neanche una shot, pur mantenendo un ruolo importante all’interno della federazione di sviluppo. Si potrebbe dire che non ci si sia mai impegnati a metter su una rivalità titolata per lui, che l’infortunio abbia complicato i piani qualora queste fossero le intenzioni, ma la sostanza è che non riesco ad immaginarlo con una cintura alla vita. Sarebbe stata forse una buona idea un regno ad NXT, se non altro avremmo avuto un riscontro sulla questione sollevata in questa sede. Inoltre, una storyline che risulti forzata con un Wyatt che esce in un certo senso dal suo personaggio per inseguire un alloro sarebbe accettabile in territorio di sviluppo; un po’ meno nei main shows.

Continuando a parlare di personaggi “oscuri”, anche quest’anno la storyline che coinvolge The Undertaker non mi ha preso tantissimo. C’è quel senso di epicità che è d’obbligo per un incontro di tale portata, ma c’è anche la consapevolezza che questo match può finire solamente in un modo: con la vittoria del Deadman. La vera croce dei match di Taker è questa. Ormai il Becchino ha battuto chiunque, ma veramente chiunque, anche quel personaggio dei Simpson che cantava Quella cavalla lì, e ormai non c’è più neppure la più piccola possibilità che qualcuno diverso da John Cena possa porre fine alla streak. Datemi pure del fanboy, ma se qualcuno deve essere quell’-1 nel ruolino al Grandaddy of ‘em all di Undertaker, quel qualcuno è John Cena. Di certo non Brock Lesnar, un part-timer che arriva, si prende i suoi bei milioni, fa i suoi match coi contrococomeri (a meno che non lo mandi contro Big Show, i miracoli ancora non ha imparato a farli), e se ne va. Non ce l’ha fatta Triple H, non ce l’ha fatta Shawn Michaels, non ce l’ha fatta un Edge di cui sento tremendamente la mancanza, non ce la farà neanche Brock Lesnar.

È difficile dire che avrei preferito non avere Taker a ‘Mania, perché comunque i suoi match vale sempre la pena ammirarli, specie quest’anno che le alternative non sono di prim’ordine; però c’è anche da pensare che non si potrà fare affidamento sul Phenom in eterno. Bisogna crearle le Superstar di calibro comparabile a quello di Taker, bisogna lavorarci seriamente, una cosa che a quanto pare alla WWE non interessa in questo momento.

Sul Main Event non mi esprimo. C’è solo da sperare a questo punto nell’unica cosa che può salvare Wrestlemania: 80000 persone in piedi a gridare YES! E di questi 80000, spero ce ne saranno cinque che urleranno più forte degli altri. Buon viaggio!


 

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