Il 2005 inizia in maniera particolare per Samoa Joe. Infatti per la prima volta da quando è approdato alla ROH non si ritrova la cintura di campione mondiale attorno alla sua vita. E’ vero che anche nei primi 5 mesi di permanenza era rimasto senza titolo ma la sua attenzione era stata focalizzata fin da subito a quello obbiettivo e gli incontri disputati prima di battere l’allora campione Xavier non era poi stati molti. Quindi la grande domanda che tutti si pongono è: Cosa farà Joe ora che ha perso il titolo? Riuscirà a confermare l’interesse creato attorno a sé pur senza la sua preziosa cintura? Se le perplessità sulle sue qualità di atleta e di wrestler carismatico erano state spazzate via dal suo incredibile regno ora rimanevano solamente da sciogliere i dubbi legati alla sua possibilità d’imporsi anche al di fuori del contesto main event. Dopo un fugace ritorno nella lotta per il titolo finita male con una difesa vincente di Austin Aries, Joe fissa il suo nuovo grande obbiettivo: Diventare ROH Pure
Champion. Sarà una rincorsa lunga e irta di ostacoli ma alla fine il samoano riuscirà nel suo intento. Nel mezzo, due avvenimenti particolarmente importanti.
Il primo è il mini
feud con Mick Foley. L’
hardcore legend aveva partecipato sul finire del 2004 ad uno show della ROH e aveva avuto un battibecco al microfono con l’allora campione indiscusso. Foley se l’è legata al dito e decidere di tornare in federazione per attaccare proprio Joe dopo una sua brillante vittoria contro il giovane Nigel McGuinness. Foley così sfida Joe in un match in cui lui avrebbe scelto il suo avversario. Il samoano ovviamente non può che accettare e il 19 Febbraio 2005 va in scena questa particolare sfida. Il wrestler scelto da Foley si rivela essere tale Vordell Walzer, squassato in meno di cinque minuti dalla samoan
submission machine. Nonostante la sconfitta, Foley continua imperterrito a prendersi gioco di Joe e gli manda contro un altro avversario, stavolta vestito da Cactus Jack. Anche lui viene facilmente abbattuto da Joe che viene poi attaccato alle spalle dal campione Austin Aries, che esce dal ring insieme proprio a Foley,che evidentemente ha trovato un nuovo alleato.
Un feud pronto a decollare che purtroppo si ferma sul più bello. Infatti per motivi contrattuali Foley è costretto a terminare le sue apparizioni in ROH e così la faida che tutti attendevano finisce prima ancora di cominciare. Chissà se un giorno avremo l’opportunità di vedere come andrà a finire… L’altro avvenimento di grande rilevanza per Joe è l’alleanza, se così possiamo definirla, con il promettente Jay Lethal. Lethal,il più giovane lottatore del
roster,si era imposto fin da subito come uno dei migliori talenti e Joe per questo aveva deciso di prenderlo sotto la sua ala protettrice, di diventare il suo mentore e maestro. Così era nata una bella amicizia che aveva visto i due aiutarsi e darsi forza prima di incontri importanti e in altre occasioni simili. Non a caso, Lethal, proprio in questo periodo, riesce a conquistare il ROH Pure title, cintura dal particolare regolamento. Il secondo titolo della federazione prevede solo 3 opportunità di interrompere una sottomissione toccando le corde. Finite queste 3 chances, il wrestler avversario non è più tenuto ad abbandonare la presa anche se la sua “vittima” ha le mani sulle corde. In pratica una tarantula potrebbe portare direttamente alla vittoria.
Il regolamento fa ben capire come si tratti di una cintura per wrestlers prevalentemente tecnici e il buon Lethal, anche grazie ai consigli di Joe, riesce a dimostrare di essere un meritevole campione. I problemi però iniziano quando il samoano fissa il suo nuovo grande obbiettivo per il nuovo anno: Dopo essere stato campione mondiale ROH, vuole essere anche Pure Champion, anche se la cintura la detiene il suo più caro amico. Joe batte Alex Shelley, Colt Cabana e Nigel McGuinness in un 4
corner survival match valido per assegnare una title
shoot al Pure Title. Lo scontro contro Jay Lethal è fissato per il 7 Maggio 2005 a Manhattan Mayhem. Il match è equilibrato e molto bello da un punto di vista estetico e vede prevalere alla fine la maggiore esperienza di Samoa Joe, che diventa così anche ROH Pure Champion. I due non hanno neanche il tempo di poter discutere del match che arrivano i Rotweillers, guidati dal rientrante Low Ki, ad attaccare malamente i due amici e rafforzando in un certo senso la loro amicizia.
Inizia così un altro regno del terrore. Joe prima batte Colt Cabana, quindi Nigel McGuinness e poi contro James Gibson, forse meglio conosciuto come Jamie Noble, regala quello che molti considerano il miglior match per il Pure Title di sempre. Alla lista in estate si aggiungono anche Jimmy Rave e il vecchio “nemico” di sempre, Homicide. Si arriva così a Escare from New York, in data 9 Luglio 2005. La sfida è di quelle che contano: Samoa Joe vs. Austin Aries. Aries è l’unico wrestler del roster ROH che Joe non è riuscito ancora a battere. In palio il titolo Pure. Riuscirà l’allora membro della Generation Next a mettere fine anche a questo regno del samoano? La risposta è no. Joe infatti al termine dell’ennesimo grande incontro sconfigge finalmente Aries e mantiene così la cintura ben salda attorno alla sua vita. Dopo di lui, tocca ad un altro nome importante per la carriera di Joe, Christopher Daniels, che viene sconfitto però senza particolari problemi.
Il 27 Agosto 2005 nello show organizzato insieme con la Dragon Gate è tempo di un
rematch atteso molto dai fans. Infatti si scontrano per il titolo “puro” Samoa Joe e Nigel McGuinness, che già tre mesi prima avevano dato vita ad un intensa battaglia che aveva visto prevalere la samoan submission machine. Il match anche stavolta non delude le aspettative e si rivela violento e tosto come era lecito attendersi. Quello che stupisce è invece il finale, che vede come vincitore e dunque nuovo ROH Pure Champion, Nigel McGuinness, che si aggiunge alla ristrettissima lista di uomini che possono affermare di aver sconfitto Samoa Joe
one on one in Roh. Joe riprova un assalto al titolo il 15 Ottobre ma non c’è nulla da fare. Il campione è McGuinness e niente e nessuno può ora fermarlo(non a caso riuscirà a tenere la cintura per ben un anno). Il samoano capisce l’antifona e decide di dedicarsi a tutt’altro, come ad esempio la sua amicizia con Jay Lethal. Joe che nel frattempo aveva esordito alla grande in TNA incomincia a dedicarsi maggiormente a quest’ultima e preferisce dar spazio ai giovani del roster ben consapevole che il suo futuro sarebbe stato ad Orlando e che la sua carriera in ROH se l’era già fatta. Joe quindi allena pesantemente Lethal, lotta spesso con lui in
tag team match, anche contro avversari di tutto rispetto come Low Ki e Homicide e come L’Embassy(Jimmy Rave e Alex Shelley) e cerca di migliorarlo in tutto e per tutto per farlo diventare il suo erede nel momento in cui dovrà abbandonare la compagnia.
Il 1 Ottobre 2005 gli si presenta un occasione più unica che rara, un vero e proprio
dream match per cui molti wrestlers affermati farebbero follie di ogni genere. Infatti per quella sessione di show di quel week-end la leggenda vivente e mostro sacro del wrestling giapponese, Kenta Kobashi, tra i più grandi di ogni epoca, aveva deciso di venire in ROH, federazione con cui la NOAH aveva stretto rapporti di collaborazione. Non era la prima volta che una leggenda giapponese facesse capolinea negli show della ROH ma un nome di tale calibro non era mai arrivato. Non ci volle molto per pensare al suo avversario migliore…Il nome di Samoa Joe venne scelto all’unanimità di colleghi, fans ,dirigenti e di Kobashi stesso, dichiaratosi estimatore del samoano. Joe non può crederci. Quel Kobashi che aveva sempre ammirato in tv, che aveva preso come punto di riferimento, che vedeva così inarrivabile avrebbe condiviso con lui lo stesso ring. Joe poteva dimostrare ad una leggenda come lui e ai fans di tutto il mondo, una volta per tutte, il suo immenso valore. L’evento viene fissato ovviamente a New York e denominato semplicemente “Joe vs. Kobashi”, tanta è l’importanza di una sfida che vale un intero show, l’intero prezzo del biglietto. Come nelle grandi occasioni, c’è il tutto esaurito e il pubblico newyorkese, già sempre caldo, in questa occasione si supera, diventando letteralmente bollente. L’
hype è alle stelle, l’attesa snervante, tutti non vedono l’ora di assistere allo scontro tra la vecchia e la nuova generazione, tra due animali del quadrato che hanno scritto e potranno scrivere la storia di questa disciplina.
L’epica battaglia inizia subito furiosa, dura e cattiva. Lo scambio violentissimo di chop che rende rosso vivo il colore dei loro petti che manda in visibilio il pubblico presente, per non parlare poi dei colpi davvero al limite dello shot, dell’intensità, della grinta, della rabbia che i due contendenti mettono sul ring. I due non si risparmiano neanche un po’, regalando una prestazione che dire egregia è dire poco e dopo poco più di mezz’ora di epica battaglia Kobashi, spinto oltre ogni limite dal suo avversario, riesce a prevalere. Joe esce sconfitto secondo il referto arbitrale ma in realtà è lui il vincitore della contesa. Tiene testa e riesce quasi a battere uno dei più grandi di sempre del wrestling del Sol Levante e lotta come un autentico leone per più di mezz’ora. Kobashi non a caso gli rende onore a fine incontro e quella scena entra di diritto nella storia del wrestling, come la tremenda, quanto mai sentita e folle standing ovation del pubblico per questi due straordinari atleti. Meltzer, ancora una volta, tira fuori per Joe le 5 stelle, nessuno in USA ha fatto di meglio, e moltissimi ancora sono concordi nel definirlo il miglior match della storia della federazione. Sicuramente chi ha avuto l’immenso piacere di averlo visto non lo potrà dimenticare facilmente.
Joe dunque decide che è arrivato il momento di tastare i reali progressi del suo pupillo. Il 3 Dicembre 2005, nell’evento Steel Cage Warfare, in un “mentor vs. protege” Joe affronta Lethal a 6 mesi dalla loro prima sfida. L’incontro è ancora equilibrato e ben combattuto da entrambi fino a quando succede l’impensabile: Lethal attacca violentemente il suo maestro con una sedia e lo ferisce gravemente al ginocchio. Lethal porta così a casa un importante vittoria ma nonostante questo continua ad infierire sul corpo del samoano. Ad inizio 2006 in uno dei primi show dell’anno, Joe rilascia un
promo commovente e inedito per un personaggio come lui. Un promo in cui Joe parla in maniera disincantata e amareggiata per quanto accaduto. Joe che da sempre ama il pro-wrestling, che ha dato tutto se stesso per questa disciplina, non può credere che Lethal abbia gettato via per motivi non ben precisati un amicizia così profonda in un ambiente in cui coltivare rapporti è molto difficile. Joe è profondamente deluso, molto di più che se avesse perso una cintura, e sfoga così la sua rabbia sul malcapitato BJ Whitmer, che batte proprio per KO. In qualche modo Lethal ha risvegliato il Joe animale, quello brutale e violento dei primi tempi, quello con cui è meglio non scherzare.
Il 25 Febbraio 2006 nello show per il 4° anniversario è la volta del
grudge match tra Jay Lethal e Samoa Joe, i due ex amici, uno contro l’altro per la resa dei conti finale. Il match è di ottima qualità ma Joe è troppo motivato, troppo infuriato per poter perdere e infatti porta a casa pure questa vittoria dando una lezione di stile e di vita al suo ex allievo. Chiusa questa amara parentesi, Joe viene subito impegnato nel più importante feud nella storia delal ROH: La guerra contro la
CZW. Una battaglia tra federazioni dal sapore storico dal momento che pochi avrebbero potuto pensare che un giorno due federazioni apparentemente così distanti e concorrenti avrebbero potuto collaborare per regalare ai fans qualcosa di realmente indimenticabile. Joe la fa da protagonista fin da subito e non potrebbe essere altrimenti dato il suo status. Il primo vero scontro che lo vede protagonista avviene il 13 Maggio 2006. Joe se la vede contro Necro Butcher, rappresentante della CZW,e già avversario di mille battaglie in altre
promotion. La sfida è terribilmente
stiff e violenta ma non riesce a decretare un vincitore per via di una certa confusione tra i due arbitri delle due federazione. Come spesso si vedrà in questa faida, ne scoppierà una grande rissa.
La sfida decisiva viene fissata per il 15 Luglio a Death Before Dishonor 4 in un Cage Of Death Match. 5 uomini ROH contro 5 uomini CZW. Joe vuole chiudere la faccenda al più presto non solo per aiutare la compagnia che ama, ma anche per evitare infortuni gravi dal momento che ha ricevuto una title shoot per il mese successivo al titolo mondiale ROH detenuto da Bryan Danielson. Joe entra per primo nella gabbia e va subito contro a Castagnoli, poi ad Hero e a tutti gli altri lottatori CZW creando grande scompiglio. Joe sembra lanciatissimo, addirittura esegue delle mosse in coppia con il “nemico” storico Danielson ma poi….viene selvaggiamente attaccato proprio da quest’ultimo!! Danielson infischiandosene delle sorti della sua federazione, attacca malamente Joe mettendolo così KO e abbandonando anche lui il ring.
La ROH riuscirà comunque a trionfare ma Joe non aspetta altro che la sua vendetta… Vendetta che arriva a Figh of the century, il 5 Agosto. Nel main event Samoa Joe contro il campione Bryan Danielson per il titolo mondiale ROH. Joe e Danielson tirano fuori un'altra delle loro stupende perle e combattano dando tutto ciò che hanno. I due sono troppo bravi e nessuno riesce a prevalere sull’altro…Finisce come con CM Punk: Pareggio dopo 60 minuti di grandissimo wrestling e di grandissima intensità. Sarà uno degli ultimi capolavori che Joe farà nella federazione che lo ha reso famoso. L’autunno e l’inverno che seguono sono un po’ poveri rispetto al passato. Joe è sempre più uomo immagine anche della TNA, sempre più protagonista dello show e in lotta nel main event. La TNA si sta espandendo e necessita che i suoi uomini di punta siano sempre più presenti per
house shows,PPV ed Impact. A Joe non rimane molto tempo da dedicare alla ROH. Certo qualche soddisfazione se la riesce comunque a togliere, come la vittoria su Claudio Castagnoli o quella contro i Briscoes Brothers insieme all’amico Homicide, con cui stringe un ottimo rapporto di amicizia dopo anni di “odio”, ma Joe comprende bene che prima o poi il suo rapporto con la ROH dovrà terminare. La notizia arriva con l’anno nuovo. La TNA comunica ufficialmente ai suoi atleti che se vorranno continuare a rimanere nel roster della compagnia non dovranno lottare per altre federazioni che vanno in PPV, come la ROH che da poco aveva presto questa decisione.
Per Joe, e anche per altri, è una mazzata incredibile. Abbandonare un gruppo di persone con cui ha condiviso 5 anni fantastici non è facile, così come abbandonare quel pubblico che lo considera e lo tratta come un Dio. Ma Joe non ha scelta. Decide quindi di spendere gli ultimi mesi prima dell’addio per togliersi un ingombrante e fastidioso sassolino dalla scarpa. Joe infatti viene a conoscenza del rapporto di collaborazione stretto tra la NOAH e la ROH. Joe non può dimenticare come venne trattato in quella federazione, le sconfitte che da giovane inesperto dovette subire e le seguenti umiliazioni. Coloro che lo consideravano poco più che un mid-
card dovevano capire una volta per tutte chi era realmente Samoa Joe. Così nello show del 23 Dicembre, Joe lancia la sua sfida verso la NOAH. Il 16 febbraio avrebbe affrontato un lottatore della NOAH e invitava chiunque appartenesse alla federazione a farsi avanti. La sfida non cade a vuoto e viene invece raccolta da Takehi Morishima, gigantesco e giovane colosso da tutti definito come il futuro della federazione giapponese. Prima però Joe si prende altre soddisfazioni: Il 26 Gennaio 2007 batte un altro membro del roster NOAH, Nigel McGuinness, e la sera seguente, il 27, affronta il suo grande amico Homicide, nel frattempo diventato campione, in un match valido per il titolo.
Joe ben sa che questa è la sua ultima vera opportunità di diventare campione per la seconda volta, cosa che rappresenterebbe un record storico, ma non è facile farlo contro un compagno di mille avventure. Joe dà tutto se stesso e va vicino alla vittoria ma non riesce a trionfare. Homicide fatica e per batterlo deve somministrargli 4, e dico 4, lariat consecutivi per riuscirlo a schienare. Alla fine Joe e Homicide si abbracciano e nel
backstage mentre vengono medicati insieme si scambiano parole di reciproco rispetto. La mente di Joe ora è finalmente libera da altri pensieri e pronta a concentrarsi su un unico obbiettivo chiamato Takeshi Morishima. Arriva il giorno tanto atteso. 16 Febbraio 2007. New York, come al solito teatro di grandi eventi. Joe e Morishima danno vita ad un incontro non particolarmente lungo ma dannatamente intenso e violento. I due non si risparmiano e lottano in uno stile molto vicino a quello del
puroresu. La sfida resta abbastanza in equilibrio, poi Joe innesta il turbo e riesce a chiudere nella letale cokina clutch il suo opponente. Morishima soffre, soffre enormemente ma è troppo orgoglioso per poter sbattere la mano e cedere. Così poco dopo, perde i sensi e l’arbitro assegna in questo modo la vittoria a Samoa Joe, che raggiunge così il suo ultimo grande obbiettivo in ROH: Battere uno dei top player NOAH e dimostrare che su di lui si erano sbagliati.
Il giorno dopo, in seguito alla vittoria su Jimmy Rave, è tempo del triste annuncio, di ufficializzare ciò che tutti sapevano: Joe lascerà a Marzo la Ring Of Honor. Joe pronuncia un discorso commovente, parlando della sua storia nella federazione, di come la compagnia lo abbia migliorato e gli abbia dato tutto, di come quando pensa alla parola wrestling pensi immediatamente alla parola ROH, di come per sempre si considererà parte del roster e di come sia stato costretto a prendere questa scelta. Joe da a tutti appuntamento per il suo “farewell” tour che si terrà ad inizio Marzo in Inghilterra. Dalle sue parole dette quasi in lacrime, parole commoventi, si può evincere l’amore sincero e totale di un wrestler che nonostante i successi ha saputo rimanere umile e “umano”. Si arriva così alla prima delle due serata d’addio, il 3 Marzo, contro Nigel McGuinness a Liverpool. I due tirano fuori un altro grande match, nonostante il tentativo di furto dell’inglese, che in teoria dovrebbe essere l’eroe di casa,ma che fin da subito si trova tutto il pubblico contro. Joe porta a casa la vittoria tra il tripudio generale. Anche a Km e Km di distanza la fama di Joe è saputa arrivare.
Il giorno dopo, il 4 Marzo 2007, è una serata emozionate. E’ l’ultima data che Joe farà nella Ring Of Honor. Suo avversario? Semplice semplice: Homicide, il suo grande amico e collega per ben 5 anni. L’atmosfera è quella delle grandi occasioni. Il pubblico di Liverpool tributa ovazioni a Joe fin dal suo ingresso. Il samoano tiene a stento le lacrime e Homicide non è da meno. I due sono terribilmente emozionati ma riescono a mettere in scena un match bellissimo, di grande intensità e con un azione semplicemente fantastica. Forse il loro miglior incontro della loro lunga serie. Joe dopo aver perso tre mesi prima, riesce a rifarsi e sconfigge il suo grande amico con la sua muscle buster, inimitabile marchio di fabbrica. Appena terminato l’incontro iniziano i festeggiamenti. Joe abbraccia Homicide e il suo
manager Jules Smokes, dagli spogliatoi esce tutto il roster della federazione a salutarlo, il pubblico è tutto in piedi ad applaudirlo alternando i canti “Please don’t go” e “Thank you Joe”. Il samoano si commuove,e fa effetto vederlo così,e chiede un microfono. Joe stavolta non dice molto, ringrazia tutto il roster, il presidente ROH Gabe Sapolsky, tutto il pubblico presente e i suoi avversari storici. Poi s’inginocchia e bacia il simbolo ROH al centro del ring, tributandogli rispetto. Quando un gesto vale più di mille parole….Un immagine da pelle d’oca, già iscritta di diritto tra le più belle della storia della ROH. La fine di una bellissima e appassionante storia chiamata Samoa Joe.
Spero che questo racconto non vi abbia annoiato e spero di essere riuscito a trasmettervi le mille emozioni di questa incredibile avventura. Ritengo ne valesse la pena, anche per celebrare una vittoria che ha fatto particolarmente piacere al sottoscritto. Devo dire che era moooolto tempo che non mi esaltavo così per una vittoria di un wrestler. Non solo perché probabilmente farà il bene della TNA e perché meritevole, ma perché si trattava di un wrestler a cui sono legato da tanto tempo, uno dei pochissimi, per non dire l’unico, che posso affermare di “tifare”, nel senso positivo del termine. Qualcuno potrebbe storcere il naso davanti a questa mia affermazione ma ho sempre pensato che ogni cosa vada vissuta oltre che con il cervello anche con “la pancia”, provando emozioni, lasciandosi un po’ andare, divertendosi.
Ad essere troppo
smart ci si rovina il gusto di guardare il wrestling. Se non ci si entusiasma più per un grande e spettacolare incontro, se non ci esalta più per la vittoria di un wrestler che amiamo o se non ci arrabbiamo più per la sconfitta di un altro beniamino, almeno durante la “diretta”, allora vuol dire che c’è qualcosa che non va. Sono il primo ad analizzare nei minimi particolare un evento dal punto di vista smart, come faccio in questa rubrica, ma l’essenza mark è vitale per andare avanti ad appassionarsi, sorprendersi e divertirsi, altrimenti il rischio è di abbandonare questa disciplina, come ahimè molti eccessivi smartoni hanno fatto recentemente(e non c’entrano i periodi negativi, che ci sono sempre stati,e che finiscono prima o poi). D’altronde è dai tempi di Aristotele, che paragonava l’uomo ad Auriga che doveva tenere a bada due cavalli di razza come la razionalità e l’istinto, che si afferma che l’uomo deve essere entrambe le cose. Razionale certo ma anche e soprattutto “passionale”. Lunga vita dunque al nuovo re, lunga vita a Samoa Joe!!
A settimana prossima…ciao a tutti!