Perché nessuno può dirmi di smettere. Nessuno. Solo voi potete decidere quando dovrò farlo” Randy “The Ram” Robinson Finalmente è successo. La svolta da me tanto invocata è finalmente giunta. Non a Destination X, come immaginavo, quattro giorni più tardi ad Impact ma poco cambia. Non è stato un
turn heel come si poteva pronosticare, ma una sfida è stata lanciata da Mick Foley verso il campione in carica Sting. A Lockdown sarà dunque Mick Foley vs. Sting con il titolo mondiale TNA in palio.
Chi lo avrebbe mai detto? Pochi, pochissimi, anzi nessuno. Tra le mille ipotesi avanzate e gli innumerevoli scenari immaginati, nessuno aveva mai pensato a questo quasi inedito dream match. Si era pensato a Angle-Foley, ad un
hardcore legend partecipante del Lethal Lockdown, alla scontata faida con Abyss, persino ad un incontro con Jarrett ma uno Sting-Foley nessuno lo aveva pronosticato. E proprio per questo, devo fare i complimenti alla TNA. Per carità, Destination X è stato l’ennesimo fallimento in PPV, un evento che, escluso l’ottimo ultimate X, è stato terrificante e
bookato come peggio non si sarebbe potuto. E nessuno nega i problemi di gestione del
roster ma quando la federazione di Nashville fa una cosa per bene è giusto farlo notare. Foley vs. Sting infatti è un eccellente main event per il secondo PPV più importante dell’anno, decisamente all’altezza del predecessore(Angle vs. Joe). E visto che siamo in periodo di
road to wrestlemania, ritengo che un Foley vs. Sting sarebbe un match di prima fascia anche per il
grandaddy of them all.
D’altronde basta guardare i nomi in gioco. Sting, la leggenda dietro soltanto a Flair e Hogan per importanza nella storia del wrestling, campione del mondo da quasi 6 mesi. Mick Foley, l’hardcore legend, quattro volte campione mondiale, protagonista di alcuni dei momenti più significativi e importanti della storia della nostra amata disciplina. 60 anni di esperienze di wrestling sullo stesso ring. E dal momento che il loro ultimo incontro fu nel lontano 1992, l’
hype non può che essere a livelli elevatissimi. Tuttavia non è questo, che già di per sé basterebbe e avanzerebbe pure, ad avermi attirato di questa contesa. E’ la
storyline, o se preferite la motivazione, da cui è nato questo match ad aver fatto crescere la mia attesa verso questo dream match. Qui mi ricollego all’inizio del mio editoriale. Mi perdonerà Rob se ho ripreso la sua idea di proporre una citazione, cosa già ripresa recentemente dal collega e amico Piero “Kingofkings” Zoccali nella sua rubrica “New Horizons”, ma trovo che sia il modo migliore per ricollegare lo scontro tra Sting e Mick Foley al film recentemente uscito, “The wrestler”. E’ una pellicola che ha fatto molto discutere nel mondo del wrestling, che in WWE è attualmente protagonista di una storyline con Chris Jericho e forse sarà per questo che immediatamente mi è balzato alla mente il collegamento. Ma analizzando quanto detto da Foley ho notato che pur essendo diverse le parole e pur essendo differente il contesto fondamentalmente Mick Foley e “l’Ariete” esprimono lo stesso concetto.
Avverto i lettori che non hanno visto il film. Per forza di cose, dovrò ora citare degli spezzoni dell’opera, compreso il finale,e pertanto chi non ha visto “The wrestler” farebbe meglio a non continuare nella lettura.
Nel film interpretato da Mickey Rourke, il protagonista finisce a lavorare come commesso in un supermercato in seguito ad un infarto che lo costringe al ritiro dal ring. Nei primi tempi Randy prova a convivere con serenità e felicità la sua nuova vita. E’ entusiasta sul lavoro, s’impegna, cerca di recuperare tutte quelle cose che durante la sua carriera aveva trascurato, come ad esempio sua figlia. Ma il legame con una passione forte ed intensa, con il vero unico amore della sua vita, ovvero il wrestling, è troppo indissolubile per finire a causa di una malattia. E Randy per questo continua a presenziare a sessioni d’autografi per i fans, ad assistere ad incontri dal vivo perché non può farne a meno(un po’ come ha fatto Ric Flair da un anno a questa parte dal momento del suo ritiro, continuando a partecipare a Raw e a show indipendenti per non allontanarsi troppo da questo mondo). E’ vero il nuovo lavoro, per quanto umile e mal retribuito, gli offre comunque una paga sicura e una vita tranquilla per quanto comunque problematica, gli ha dato la possibilità di riscoprire il rapporto con la figlia e di approfondire la sua relazione con una spogliarellista ma non è ciò che Randy veramente vuole. E per questo le cose per lui finiscono con l’andare male su ogni fronte, lavorativo e sentimentale.
La molla che lo fa scattare è quando un fan lo riconosce mentre serve al bancone dei salumi. Invece di essere contento di questo riconoscimento, Randy nega spudoratamente vergognandosi di mostrarsi così ridotto agli occhi di un appassionato che se lo ricordava nel suo momento migliore quando si esibiva al Madison Square Garden. Ma quando il fan gli dice: “Sì sei proprio uguale a lui, solamente più vecchio”, Randy perde la pazienza. Impazzisce. Si ferisce profondamente al dito tagliandosi con la macchina per affettare i salumi, distrugge mezzo negozio,si auto-licenzia e accetta di disputare il
rematch con lo storico avversario che aveva rifiutato poche settimane prima per problemi di salute. Quando ha sentito leso il suo orgoglio, Randy ha reagito con forza. Non importa quale sia il prezzo da pagare, non importa se il cuore probabilmente non reggerà, Randy capisce che per quanto potrà cambiare lui rimarrà sempre un wrestler, nonostante gli avvenimenti esterni. Ebbene non vi ricorda proprio nulla? Non trovate dei punti in comune con il
character di Mick Foley in questa storia(anche Sting lo sostiene….”Mick non so che film o libro ti abbia ispirato”)?
Anche Mick aveva trovato un nuovo “lavoro”. Era diventato lo shareholder della TNA, un membro del managment della federazione. Il suo compito era di far sì che i talenti del roster venissero valorizzati e che gli show offerti fossero all’altezza. Doveva proteggere il capitale investito. Spesso era anche chiamato a fare da arbitro speciale o special guest
enforcer per aiutare a risolvere pericolose divergenze o addirittura a fare proprio da wrestler qualora l’occasione lo richiedesse.
Ma era davvero ciò che voleva? Quando Sting nell’ultimo Impact ha parlato per lui, sostenendo che fosse ormai ritirato e che avesse già combattuto il suo ultimo incontro, sottintendendo che non fosse più all’altezza di un incontro di certo livello, ha risvegliato l’orgoglio sopito del campione. Foley, che negli ultimi tempi era sempre stato più vicino al ring, a quella torta, come dirà lui stesso con una quantomai azzeccata metafora, che per troppo tempo gli è stata messa davanti agli occhi senza che potesse assaggiarla, ha finalmente realizzato che era un wrestler e che come tale rimane tutta la vita. Come Randy The Ram, anche lui ferito nell’orgoglio da quella considerazione del fan. E anche lui ha reagito violentemente, colpendo duramente Sting con una sedia. Per mandare un messaggio, per far capire allo scorpione che non è finito come pensa e che è pronto per la “guerra”.
Certo ora rischia di farsi seriamente male(Sting ha promesso di terminare la sua carriera), è fuori forma e rischia una magra figura, potrebbe uscire definitivamente dalla TNA quando avrebbe potuto arricchirsi da shareholder proprio ora che i
ratings sono in continua crescita. Ma Foley, come Randy, ha deciso di rischiare di perdere tutto per il thrilling della performance(parafrasando Piper), per l’emozione di sentire i fans incitare il tuo nome, per il dolore e le botte del ring, per la scarica di adrenalina che solo questo folle sport-entertaiment ti può dare. Foley lo ha fatto per amore verso il wrestling. Basta vederlo a fine puntata. E’ un Foley pazzo, fuori controllo, più vicino a Cactus Jack, perché finalmente libero di esprimere le sue vere emozioni, libero di sfogare la sua voglia di ring ed emozioni forti. Desideroso di violenza perché, come insegna sempre Randy, fa più male stare fuori dal ring a fare qualcosa che non si ama che prendere sediate e colpi di filo spinato sull’esagono. E a spingerlo è stata anche l’ispirazione di Sting, un lottatore più vecchio di lui eppure campione del mondo in carica, sulla cresta dell’onda da tanti anni ormai. E’ tutto ciò che Foley non è, Sting è riuscito laddove Foley ha fallito: continuare a rimanere ad alti livelli nonostante l’avanzare dell’età, nonostante gli acciacchi e il cambio generazionale. E Foley, un po’ individioso, un po’ sinceramente ammirato, un po’ attratto dalla possibilità che lo scorpione possa rilanciare la sua carriera come fece già nel 1992, ha sfidato la sua nemesi/ispirazione.
Il punto focale del discorso rimangono però i fans. Foley rispondendo male a Sting, accusandolo di non poter essere lui colui che è in grado di decidere chi deve lottare e chi no, e anche a Jarrett, che ha dichiarato di averlo preso di certo non per lottare e tutto questo mentre i fans continuavano ad invocare a gran voce il suo nome, ha chiarito le sue priorità, cosa davvero conta per lui. Foley sentitosi mancato di rispetto dai suoi colleghi e al tempo stesso incitato da coloro che per lui sono più importanti, attaccando Sting e decidendo di tornare a lottare a tempo pieno ha espresso lo stesso pensiero di Randy The Ram. Sono i fans e solo e soltanto loro a potermi dire quando io mi devo ritirare e per loro io, non importa la forma fisica o i problemi, sarò sempre un eroe. I fans lo volevano ancora sul ring e Foley li ha accontentati in pieno.
Non è dunque un caso che uno dei momenti più importanti della carriera di Foley sia stato un
segmento con protagonista anche The Rock che ha fatto registrare il più alto ascolto nella storia del pro-wrestling. E sapete come si chiamava quel segmento? “This is your life”, questa è la tua vita, come a ribadire il concetto fin qui espresso. Il wrestling è e sarà sempre la sua vita. E non può che essere così per un uomo che per passione e amore di questa disciplina ha quasi perso un orecchio intero e rischiato di morire cadendo dalla cima dell’Hell in a cell in quello
spot ormai entrato di diritto nella leggenda.
Certo non mancano anche le controindicazioni alla vigilia di questo match. Una su tutte: le condizioni fisiche di Mick Foley. L’ultimo incontro di un certo rilievo combattuto dall’hardcore legend risale all’agosto del 2006, all’I Quit match contro un'altra grandissima leggenda del ring: Ric Flair. Fu un grandissimo match, anche se non un capolavoro, in cui i due veterani non si risparmiarono in nulla e si massacrarono senza pietà. Da allora però Foley ha combattuto solo in incontri a più uomini(sia in WWE che in TNA) e lo ha fatto molto raramente. Questo con Sting sarà dunque il suo primo importante incontro
one on one in quasi tre anni, il suo vero esordio in TNA non considerando tale quell’insulso 3 vs. 3 visto a Genesis.
E’ chiaro che viste le sue condizioni fisiche, sia legittimo dubitare della qualità del match ma a mio avviso si sottovaluterebbero tre fattori. A) Ci sarà la gabbia e probabilmente pure qualche foreign objects(qualcuno ha detto le puntine?) e questo aiuterà molto Sting e Foley a migliorare la qualità e la drammaticità dell’incontro B) Foley vs. Sting non è un
dream match per quello che i due possono offrire sull’esagono manco stessimo parlando di Kurt Angle ed AJ Styles, ma per quello che rappresentano, per la storyline in corso, per la loro capacità unica di raccontare una storia e di coinvolgere il pubblico. E queste sono doti che vanno oltre l’età, i kg di troppo e gli acciacchi. C) L’atmosfera e l’importanza della sfida faranno passare in secondo piano tutto il resto.
Ecco perché ritengo che comunque vada sarà un successo. Non ho dubbi sulla buona riuscita dell’incontro ma anche se dovesse andare male rimarrà comunque la soddisfazione dell’attesa di un dream match di tale portata. In fondo come diceva Giacomo Leopardi nel “Sabato del villaggio”, a volte l’attesa e la speranza sono superiori anche all’evento in sé.
Mi dispiace non aver potuto parlare degli altri importanti avvenimenti in vista di Lockdown. Per questo ho deciso di dedicarvi un numero speciale che invece che uscire tra due settimane uscirà sabato prossimo per discutere in questo modo di temi ancora caldi e attuali.
Vi ringrazio, come al solito, per la vostra attenzione. A tra sette giorni.
Ciao a tutti.