Introduzione:
Bentornati cari lettori e care lettrici ad un nuovo numero di TNA Point. Oggi, come anticipato settimana scorsa, ci occuperemo di X-Division, ma lo farò in un modo diverso e particolare. Una delle mie grandi passioni oltre il wrestling è il cinema e per questo ho deciso oggi di prendere spunto dalla struttura narrativa di un film che adoro, Kill Bill del mio regista preferito Quentin Tarantino, per parlare di questo problema raccontando la storia dell’X-Division in questo modo. Quindi ho diviso il lavoro in due parti (volumi) divisi a loro volta in tanti capitoli intitolati. Alla fine si tratta solo di un impostazione un po’ particolare, quindi non preoccupatevi, i temi li tratterò come faccio di solito(non che questo sia per forza un bene, perdonate la battuta). Ovviamente si tratta di un esagerazione dato che l’X-Division è ben lungi dall’essere morta ed è probabile che risorga dalle sue ceneri come l’araba fenice con l’avvento delle due ore, ma è altrettanto evidente che sia in crisi, o perlomeno, inferiore al suo glorioso e storico passato. Per questo prima di giungere nella seconda parte alla spiegazione dei motivi per cui per me la categoria è in crisi, voglio partire con il primo volume raccontando brevemente la storia dell’X-Division, i suoi protagonisti, cosa sia e cosa rappresenti. Se non capiamo il passato, come pretendiamo di capire il problemi del presente e cercare di prevedere il futuro? Perciò diamo inizio alle danze, anzi pardon: “Ciak si gira….”
Chapter One: La filosofia dell’X-Division
Ma che cos’è l’X-Division? Ancora oggi mi capita di vedere poca chiarezza su questa definizione. C’è chi la considera una categoria cruiser, chi una cintura intercontinentale e così via ma pochi ne hanno capito lo spirito di base. “X-Division is not about weight, it’s all about no limits”. Questo è il motto della divisione che spiega perfettamente di cosa si tratti. Mosse spettacolari, rischi assurdi, ritmi frenetici e azioni velocissime, questa è la X-Division, che si fonda su uno stile, quello da high-flyer tipico della lucha libre, e non su una questione di peso (altrimenti Joe non sarebbe mai potuto diventare campione). Puoi essere grosso quanto vuoi ma se sai essere spettacolare in X-Division sei il benvenuto. Questo spiega bene come l’X-Division non sia solo una categoria, non sia una semplice cintura ma qualcosa di più, una vera e propria filosofia di wrestling. Una filosofia che mette al centro di tutto lo spettacolo, il divertimento, l’atleticità dei suoi protagonisti, che si devono confrontare ogni volta con se stessi prendendo rischi e facendo cose altamente pericolose in un eterna sfida con i propri limiti e le proprie paure. Al diavolo le gimmick strampalate o le storielle da Novella 2000, l’X-Division vuole essere pura adrenalina, puro godimento visivo. Ed è questo ciò che affascina lo spettatore. I rischi presi da questi atleti e le loro manovre straordinarie fanno sognare, lasciano a bocca aperta facendoci pensare” Ma come accidenti fanno a fare queste cose?”. E non è forse questa la magia che dovrebbe avvolgere ogni spettacolo? L’incredulità e l’ammirazione per ciò a cui si assiste?
Chapter Two: Le origini e i suoi profeti
Come ogni scuola filosofica che si rispetti per diventare realmente importante ha bisogno di grandi maestri ed interpreti, e questi, per fortuna, all’X-Division non sono mai mancati. Infatti poco dopo la nascita della TNA nel 2002, nacque una faida destinata ad entrare nella storia della federazione e a far conoscere l’X-Division in tutto il mondo: AJ Styles vs. Jerry Lynn vs. Low Ki(che forse oggi conoscerete meglio come Senshi). AJ fin dal primo show fece capire che talento naturale fosse regalando spettacolo e offrendo sempre incontri di altissimo livello. Il suo feud con un veterano come Lynn fu molto importante per farlo crescere e maturare ma l’apice si raggiunse quando alla faida fu aggiunto Low Ki (anche se inizialmente aveva già feudato con AJ), che portò al famoso ladder a tre valido per il titolo X. Quell’incontro, che ancora oggi molti ricordano, fu assolutamente straordinario, uno dei più bei match a cui abbia assistito. Azione realmente non stop, spot su spot(e tutti originali o quasi), azione adrenalinica e grandi manovre resero quell’incontro il manifesto della nuova categoria. Fu proprio quel match incredibile a far parlare dell’X-Division, a renderla famosa e a portare numerosi nuovi fans alla federazione di Nashville. Ovviamente mantenere i livelli straordinari del 2002 non era semplice anche perché si era puntato su pochi uomini anche se di grandissimo valore e non sempre di giovane età: In quell’anno pure Sean Waltman aka X-Pac vinse la cintura e lo stesso Lynn non era più un ragazzino, ergo servivano nuove leve per portare avanti la nuova concezione onde evitare che il tutto si trasformasse in un fuoco di paglia, per quanto molto bello, e nulla più. Così con il nuovo anno, il 2003, incominciarono a venire lanciati ragazzi giovani e facce nuove per consolidare la struttura della nuova divisione: Il primo fu Sonny Siaki, poi fu la volta di Kid Kash, già noto ai tempi dell’ECW e non giovanissimo, ma lottatore di grande caratura, il folletto rosso Amazing Red, Chris Sabin alla verdissima età di 21 anni, Micheal Shane, nipote di Shawn Michals, e Kazarian, così bravo e talentuoso da essere soprannominato the future. Cambiavano gli ingredienti ma non la sostanza perché rimanevano gli incontri spettacolari e gli spot da “Holy Shit!!”e la presenza di giovani arrembanti non faceva altro che aumentare l’adrenalina della nuova categoria che sempre più si consolidava tra i wrestling fans come sinonimo di grande wrestling. Ma non solo. Infatti le faide del 2003 incominciavano ad essere più elaborate anche dal punto di vista dell’entertaiment, con tradimenti, turn e controturn, infedeltà di vallette e simili, in modo da attirare anche il cosìdetto fan casuale. Insomma non c’è da sorprendersi se all’epoca interessava di più sapere se Trinity avrebbe mandato a quel paese Kash per aiutare a vincere Amazing Red che vedere contro quale cariatide Jarrett avrebbe difeso la sua cintura da campione del mondo.
Chapter Three: La sadica struttura dell’Ultimate X
Ora all’X-Division mancava solo una stipulazione che ne rappresentasse lo spirito e permettesse ai suoi uomini di esprimersi al meglio. Detto fatto, quel pessimo booker di Vince Russo inventò la più innovativa e spettacolare stipulazione degli ultimi anni: L’Ultimate X Match. Due corde incrociate a forma di X alte sopra il ring a cui è appesa una cintura o una grande X da raggiungere senza l’uso di scale ma solo arrampicandosi o saltando. Inutile dire che il gimmick match divenne in poco tempo un “cult” per via degli spot incredibili che poteva offrire. Ecco che allora la divisione era pronta per il grande salto. Nel 2004 l’obbiettivo era di migliorare l’unico difetto che rimaneva a questa categoria: I personaggi. Se gli atleti sarebbe stato folle metterli in discussione, i personaggi non sempre erano interessanti e carismatici. Nessuno pretendeva di vedere gimmick estreme alla Doink The Clown o alla Hacksaw Jim Duggan in una divisione che puntava tutto sull’atleticità ma almeno un po’ di caratterizzazioni toste e interessanti era lecito attendersele anche per elevare ulteriormente l’interesse attorno alla cintura e acquistare sempre più fans, magari non avezzi allo stile dell’X-Division, ma che in presenza di grandi personalità avrebbe assimilato più velocemente la nuova idea.
Chapter Four: La malvagia e oppressiva tirannia di Petey Williams
Ecco che allora si decise di puntare pesantemente su un giovane ragazzo canadese proveniente dalla scuola di Scott D’Amore che già si era fatto le ossa in federazione nel 2003: Petey Williams. Il giovane era arrogante e sfrontato, aveva una irresistibile faccia da schiaffi e atteggiamenti strafottenti(come quando al paletto, saltando sui piedi dell’avversario, cantava l’inno canadese) ma soprattutto era il capitano della stable più odiata della TNA, il Team Canada. Questo era un fattore molto importante perché avendo a che fare con un pubblico prevalentemente smart che tifava o fischiava in base alle prestazioni in ring era difficile trovare un heel realmente odiato e al tempo stesso in grado di regalare spettacolo sul quadrato. Williams invece era in grado di farlo poiché la sua gimmick così anti-americana e i suoi promo così odiosi lo rendevano impossibile da idolatrare, senza contare che aveva alle spalle l’odiatissimo D’amore e il Team Canada che ogni due per tre interveniva a regalargli la vittoria. Il personaggio funzionava alla grande e sul ring Petey offriva prove eccellenti. Da ricordare le sue faide contro Amazing Red, Sonjay Dutt, AJ Styles, Chris Sabin etc… Insomma non fu un caso che Petey fu capace di resistere per ben 6 mesi da campione, allora record di detenzione della cintura. Ma nel frattempo era successo un altro fatto straordinario per la TNA e che era destinato a cambiare le sorti della federazione e di conseguenza della divisione X: L’approdo in PPV. E ovviamente nel PPV d’esordio, Victory Road 2004, grande spazio fu dato a questa categoria che fu usata come biglietto da visita della federazione: Siete stanchi del vecchio e noioso wrestling di casa stamford? Volete novità? Ecco la nostra X-Division. Infatti quella sera assistemmo ad un pazzesco gauntlet match che ridicolizzò ulteriormente quello di WMXX e un fantastico incontro valido per il titolo tra Williams ed AJ. Un mese più tardi forse ci si superò offrendo con il match tra Sabin e Williams, due che sono cresciuti assieme nella palestra di D’Amore, uno spettacolo ancora migliore che fece parlare molto di sé attirando la curiosità di molti fans del main stream.
Chapter Five: L’Avvento dell’angelo caduto
Il regno di Williams stava giungendo però al termine nonostante i grandi successi e si decise per non rischiare e andare sul sicuro di puntare su una certezza, su una colonna portante della divisione, AJ Styles. Così a Final Resolution il titolo cambiò di mano dopo il miglior ultimate x di sempre tra lo stesso Styles, Sabin e Williams. AJ era dunque campione per la quarta volta ma chi avrebbe affrontato? Ecco che allora la federazione decise d’inserire nella lotta per il titolo uno straordinario cavallo di razza che fino a quel momento era stato impegnato nella battaglia per le cinture di coppie, ovvero Christopher Daniels. La notizia fu molto importante e coinvolse parecchi wrestling fans che da tempo sognavano di vedere questo fantastico dream match: Infatti i due si erano scontrati solo una volta in Inghilterra in un match non ripreso dalle telecamere ma mai c’era stato un reale incontro one on one tra i due, considerati dei del mondo indipendente e non solo. La grande sfida andò in scena ad Against All Odds in un 30 Minutes Iron Man match. L’incontro fu semplicemente straordinario, uno dei più belli non solo della storia TNA, ma credo della storia del pro-wrestlling americano. In 30 minuti i due non si fermarono un momento, si fecero di tutto con una pulizia d’esecuzione e un eleganza fuori dal comune lasciandoti in ogni momento a bocca aperta a chiederti:”Ma questi sono umani?”. Tutto questo dando anche grande psicologia e drammaticità alla contesa, rendendo tutto molto credibile. Come dimenticare infatti quella bellissima scena, che ha ricordato quella celeberrima di Austin a WM13, di AJ sanguinante intrappolato dalla Koji Cluth del fallen angel ad un minuto dalla fine resistere fino allo svenimento praticamente pur non di perdere, pur di rimanere in gioco. Cederà o meno? Ce la farà? Questo si chiedevano tutti in quei momenti. Emozioni fortissime impossibile da scordare. Finisce in pareggio e c’è il bisogno del sudden death. Prima sembra che sia vicino alla vittoria Daniels,poi è il turno di AJ, l’incertezza regna sovrana e alla fine trionfa AJ grazie alla sua styles clash. Dopo un match del genere il valore del titolo X-Division schizzò alle stelle diventando il vero fulcro della TNA visto che il main event di quel PPV fu un Nash vs. Jarrett che nessuno era interessato a vedere. Il mese dopo Daniels sconfisse in modo sporchissimo AJ in ultimate X a 4 con anche Skipper e Killings diventando così per la prima volta campione. Il suo regno si rivelò ottimo perché aveva tutte le caratteristiche di quello di Williams, solo elevate al cubo. Il suo personaggio e il suo attire intrigavano e le storyline non mancarono: Prima quella contro l’ex-compagno di coppia dei XXX Elix Skipper, poi quella che lo vedeva affrontare i migliori X-Divisioners provenienti da tutto il mondo(Shocker-Messico, Sabin e Shane-USA,Williams-Canada)e addirittura quella di farsi scegliere dai fans lo sfidante come avvenne a Sacrifice 05 con Austin Aries. Non a caso sconfisse il record di Williams e divenne il campione X-Division più longevo con 6 mesi e mezzo di regno, primato che resiste ancora oggi a distanza di due anni.
Chapter Six: L’era dei magnifici tre:
Intanto aveva esordito un uomo che era destinato a cambiare le sorti della federazione: Samoa Joe. Il samoan squassò e massacrò ogni X-Divisioner che gli capitasse a tiro, gente di grande valore come Sabin, Dutt, Delirious, Shelley e tanti altri, fino ad arrivare alla vittoria del prestigioso torneo X Cup battendo in finale niente meno che la più grande stelle della categoria, AJ Styles, seppur con l’aiuto fondamentale di Daniels. Questione che portò ad Unbreakable 2005ad un triple threat valido per la cintura: Il campione Christopher Daniels contro Samoa Joe ed AJ Styles(main event del PPV, davanti anche all’incontro per il titolo mondiale NWA, altro traguardo storico della divisione). Fu l’incontro più bello della storia TNA, uno dei migliori di sempre in generale, a titolo personale lo considero il mio preferito in assoluto. Inutile descrivere quella meraviglia, quello spettacolo e quella goduria per gli occhi che fu quel triple threat. Un autentico capolavoro che non avrebbe sfigurato al Louvre tra la Gioconda di Leonardo Da Vinci e la Venere di Milo. Mi fermo qui perché le parole non possono minimamente rendere cosa fu quel match, posso solo dirvi che se non l’avete ancora visto, correte a farlo.
Chapter Seven: Le crudeli leggi di Samoa Joe:
Il tt fu vinto da AJ che tornò così campione schienando Daniels ma l’appuntamento con Joe fu solo rimandato. Dopo un altro bellissimo ed intensissimo 30 minutes iron man match contro Daniels a BFG e un incontro ancora più bello di quello dell’anno precedente contro Williams, AJ, vittorioso in entrambi i casi, si trovò ad affrontare di nuovo l’ancora imbattuto Joe, che nel frattempo aveva sconfitto la leggenda dei pesi leggeri Jushin Thunder Liger, vinto da solo un elimination match a 8 uomini e massacrato Daniels mettendolo KO per quasi due mesi. I due diedero vita ad un altro capolavoro, che se non fosse capitato nello stesso anno del meraviglioso main event di Unbreakable, sarebbe stato probabilmente il moty. Se il tt fu da 9,5, questo fu da 9. Ma nonostante la grande prova di coraggio mostrata da AJ, capace di rialzarsi a tutti durissimi colpi del samoano, capace di lottare con un labbro spaccato e di reagire colpo su colpo, in un momento “meravigliosamente” drammatico, alla violenza della samoan submission machine, la vittoria andò al samoano che si laureò per la prima volta X-Division champion. Una nuova era era iniziata. E il primo avversario non poteva che essere quel Christopher Daniels in cerca di vendetta. I due si affrontarono a Final Resolution in un altro match stupendo e avvincente, con un finale che ritengo tra i più drammatici a cui abbia assistito: Joe in totale dominio che massacra a colpi di ginocchiate Daniels sotto lo sguardo impaurito e pietrificato di AJ che scosso dalla scena getta la spugna per terra per salvare l’amico/rivale. Daniels ovviamente orgoglioso e pensando ad uno sbeffeggiamento del rivale non ci stette e questo portò al secondo triple threat tra i magici tre: Altro incontro straordinario, ma con il vincitore cambiato: Non AJ, bensì Joe, in grado di confermarsi campione. I due vollero però un ultima chance visto il loro palmares e la ottennero in una stipulazione che avrebbe sfavorito e non poco il campione: L’Ultimate X Match. Se Joe era imbattibile in un normale incontro di wrestling, storia diversa sarebbe stata in un ultimate x in cui per vincere si sarebbe dovuta afferrare la cintura appesa in alto sulle corde, impresa abbastanza complicata per uno della sua stazza, nonostante la sua grande agilità, e che mai si era confrontato con questo tipo d’incontro. E infatti Daniels ed AJ nelle settimane precedenti giocarono psicologicamente su questo fatto. E al PPV avvenne ciò che si pensava: Nonostante gli sforzi e i tentativi, Joe fu fregato da Daniels che lesto riuscì a prendersi la cintura e tornare così sul tetto del mondo. Gloria che durò assai poco visto che Joe invocò la clausola di rematch e sconfisse Daniels ad impact in un incontro magnifico, il migliore visto in uno show settimanale nel 2006, diventando per la seconda volta campione. Al PPV successivo la sua cintura sarebbe stata in palio nella gabbia dato che si trattava di Lockdown ma Zbyszko che avrebbe voluto vedere Joe fuori dalla divisione(infatti non fosse stato per la clausola di rematch il samoano non sarebbe tornato campione)gli mise incontro un avversario atipico per l’X-Division, “esterno”: Il leggendario Sabu. I due si affrontarono in un match breve ma intenso, duro dato lo stile dei due in cui però Joe ebbe la meglio facilmente. Un altro grandissimo era caduto di fronte all’irresistibile e dominante campione samoano.
Riflessione:
E qui si chiude la prima parte della nostra storia. Come avete avuto modo di vedere ho raccontato questi fatti ai più noti in un modo diverso, evidenziando la qualità dei match, i fattori, come la competizione, “la rabbia agonistica”, le storyline, la e la drammaticità, che rendono importante una cintura agli occhi dei fans, e l’importanza, raffrontata anche ad altre cinture, della divisione all’epoca per la federazione e il suo sviluppo. Leggendo questo righe, dopo anche aver parlato all’inizio di cosa sia l’X-division e quale sia la sua natura e il suo spirito, penso sia chiaro capire perché ora si trovi in crisi. AJ resistette al dolore molto intenso fino a svenire perché si sarebbe ammazzato per la cintura X-Division, Daniels si fece massacrare a sangue da Joe per lo stesso motivo e il samoano non aveva rimorsi morali tanto era accecato dalla voglia di confermarsi campione, Williams si faceva aiutare da tutto il Team Canada per mantenere il titolo ed AJ,Lynn e Low Ki si odiavano a morte perché si ostacolavano a vicenda nel tentativo di essere campioni, così come era questione quotidiana veder scoppiare faide infuocata per questa cintura tanto era voluta e fortemente desiderata, poiché tutti volevano dimostrare di essere i migliori e per farlo dovevano essere campioni X-Division, al costo di affrontare situazioni pericolose e insolite, come l’ultimate X, nel caso di Joe. Sono queste le cose che rendono grande una cintura e io mi chiedo:
Oggi abbiamo tutto questo, L’X-Division ha lo spazio che merita ed è promossa e considerata come un po’ di tempo fa? Assolutamente no ed è qui che nascono i problemi di oggi. Ma di questo parleremo più approfonditamente settimana prossima quando analizzeremo direttamente i problemi attuali della divisione partendo dalla storia della cintura degli ultimi 15 mesi. Quindi vi auguro una buona settimana e vi do appuntamento a mercoledì prossimo con Kill X-Division: Volume 2.
Ciao a tutti!!
To be continued...