Dispiace aver interpretato lo scomodo ruolo di Cassandra ma i deludenti risultati in termini di ratings degli ultimi due Impact(1.0 nella prima settimana, 0.8 addirittura nella seconda) confermano quanto avevo pronosticato un paio di numeri addietro. Nel 2010 non si può prendere la macchina del tempo e riportare i fans negli anni ottanta sperando non solo di non perdere spettatori ma soprattutto di acquisirne di nuovi. E la TNA sta ora pagando il prezzo salato degli aficionados che stanno facendo sentire la loro voce attraverso l’unico vero mezzo di comunicazione per entrare in contatto con la compagnia: gli ascolti. Per carità, nulla di grave, apocalittico o disastroso. Anzi, si potrebbe dire che questi risultati fossero persino preventivabili. Ricordate quando nell’ultima edizione scrissi che inevitabilmente nel primo mese, in piena Road To Wrestlemania,la TNA avrebbe patito gli ascolti della concorrenza? Per cui non sto assolutamente asserendo che Impact stia già fallendo, che la Monday Night War non inizierà mai e altre banali frasi di circostanza. Anche perché bisogna anche dire che l’ultima puntata è stata trasmessa non in diretta ma registrata da una settimana in contemporanea con il ritorno on-screen di Stone Cold Steve Austin.
Detto questo, fornite le attenuanti del caso alla federazione di Nashville, è anche doveroso fermarsi un attimo, fare un bel respiro e riflettere su quello che sta avvenendo. Nell’ormai noto Impact del 4 Gennaio la TNA realizzò un rating totale di 1.8, record storico e assoluto nella storia della compagnia. Certo gran parte di quell’incredibile risultato fu ottenuto nella prima ora quando Raw non era ancora andato in onda ma nella seconda parte lo show registrò un comunque eccellente 1.1. In diretta con il programma della WWE. I successivi Impact ritornati al canonico giovedì sera riportarono ascolti elevati: 1.3, 1.4 in media. Per un mese la TNA si mantenne a questi livelli per lei inusuali. Dopo piano piano il ridimensionamento, il ritorno agli ascolti di sempre sul 1.1, lo spostamento al lunedì e infine il picco più basso dell’0.8. Questi dati sono particolarmente interessanti perché ci permettono di comprendere che il calo di ascolti non è tanto dovuto al nuovo orario, alla nuova collocazione o allo strapotere della concorrenza, come sarebbe lecito presupporre, quanto nella qualità intrinseca di Impact. La TNA deve fare tesoro di questa osservazione e utilizzarla per ripartire nel tentativo di raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi.
Non bisogna fare gli struzzi, nascondere la testa sotto la sabbia e scaricare la colpa sulla superiorità organizzativa della WWE, sulla poco notorietà della TNA, sulla Road to wrestlemania e tutto il resto. Ragionando così, trovando sempre e comunque giustificazioni e capri espiatori esterni non si migliorerà mai. E’ necessario dunque che il managment e il booking team della TNA si incontrino, si siedano ad un tavolo e si pongano la dolorosa ma necessaria domanda: “Perché? Perché nel giro di un mese, nella concorrenza con noi stessi e non con Raw, abbiamo perso così tanto pubblico?”. La risposta a tale quesito, se permettete, vorrei darla io.
Non si può sconvolgere un prodotto in maniera così brutale, superficiale e anacronistica senza ottenere delle conseguenze negative che puntualmente si sono verificate. Prima del 4 Gennaio, Impact stava vivendo un momento particolarmente florido, fatto di grandi incontri, faide molto intense e/o complesse, PPV di ottimo livello, volti nuovi in rampa di lancio e show dal ritmo alto, divertenti e coinvolgenti. Non ci trovavamo di fronte a quel deserto di idee e di qualità di cui Hogan e Bishoff parlavano al loro arrivo in interviste rilasciate qua e là. Gli ascolti erano stabili, sempre tra l’1.1 e l’1.2, e la fan base della compagnia particolarmente forte e motivata. Dunque la TNA non era nemmeno quella federazione allo sbaraglio, seguita solo da familiari e amici dei wrestlers coinvolti, di cui Hogan e Bishoff pontificavano.
Quindi la base di partenza su cui lavorare era ottima, l’argilla da plasmare fornita agli artisti Hogan e Bishoff di prima qualità. Si trattava solo di seguire le delicate forme e i contorni visibili già tracciati da coloro che in precedenza avevano iniziato a sgrezzare il materiale e che da tempo avevano iniziato a dargli una forma ormai definita. Hogan e Bishoff, da artisti superbi e narcisi quali sono, sono stati di parere opposto. Hanno preso il bel e raffinato vaso in fieri, lo hanno deriso e lo hanno sbattuto a terra, senza rimorso e senza ripensamenti. “Al diavolo l’eleganza, la raffinatezza, la complessità. Realizziamo un vaso grande, grosso, vistoso e pieno di colori, di forme immediatamente riconoscibili e di uso pratico. Noi sappiamo davvero cosa vuole la gente e il pubblico è troppo stupido per comprendere i dettagli”, così devono aver pensato gli artigiani di periferia Hogan e Bishoff mentre riprogettavano il vaso rendendolo volgare, dozzinale, inutilmente vistoso, scontato e tristemente pratico.
La TNA è quel vaso in eterna costruzione, alla cui realizzazione si sono alternati negli anni vari artisti, ognuno con le sue idee e la sua filosofia e ognuno con il suo stile. E proprio quando pareva che si fosse giunti ad una forma definitiva, quando si iniziava a pensare che non mancasse poi così tanto alla conclusione dell’opera, ecco arrivare gli ultimi due artigiani, appartenenti alla vecchia scuola, che ignorando il lavoro svolto da chi li ha preceduti stravolgono tutto e ripartono per l’ennesima volta da principio. Mi perdonerete la metafora ma l’ho trovata quanto mai pertinente per spiegare l’attuale situazione in TNA. Perché Impact faceva ascolti “bassi”(ma niente è più relativo al mondo degli ascolti televisivi…bassi rispetto a Raw,ok, ma non erano forse alti rispetto alle aspettative di Spike Tv?)? Per la qualità di Impact? Ragionando in questo modo dovremmo ritenere Raw il miglior show di wrestling al mondo e nessuna persona sana di mente lo sosterebbe. Allora si potrebbe pensare che sia per la pubblicità, per la sua collocazione al giovedì sera, per la poca notorietà della TNA, per l’organizzazione televisiva etc… e a quel punto sarei anche d’accordo ma questo vorrebbe dire che la qualità in sé e per sé di Impact non sarebbe messa in discussione. Il problema non sarebbe Impact, ma da ricercare altrove. Dunque perché modificare qualcosa che funziona? Non sarebbe stato meglio partire proprio dai punti deboli, ovvero pubblicità, notorietà del brand TNA, produzione televisiva e collocazione nel palinsesto?
Aspettate, so già quello che state pensando pur senza essere un mago. “Ma Hogan e Bishoff che ne capiscono di queste cose?”. Obiezione accolta, si direbbe in tribunale, e che ci permette di risalire infine alla fonte. Era davvero necessario portare in TNA Hogan e Bishoff quando sarebbe bastato investire in altri settori e spostarsi comunque al lunedì sera per essere nella stessa posizione dove ci troviamo oggi? D’altronde la Carter è la stessa che pushò all’inverosimile Lashley facendogli sconfiggere mezzo roster, ivi compreso un simbolo della federazione come Samoa Joe nel PPV più importante dell’anno(BFG), per poi ritrovarselo fuori dalla federazione in 4 mesi, cosa che tutti, e dico tutti, avevano ampiamente preventivato. Ok, Hogan ha portato vari wrestlers importanti(Anderson e RVD su tutti) ma ha anche portato Val Venis, Orlando Jordan, Bubba Love e i Nasty Boys. Ok Bishoff è il miglior general manager di sempre ma è un prezzo giusto da pagare per ritrovarci di fronte un prodotto così vecchio e stantio?
Non a caso quando la TNA annunciò l’arrivo di entrambi io scrissi che ne ero felice, a patto che Hogan si limitasse a lottare e che Bishoff si limitasse a fare il GM e ad occuparsi delle produzioni televisive. Così sarebbe stata una mossa intelligente da parte della Carter: acquisire il wrestler più famoso di ogni epoca(Hogan) e anche un esperto di produzioni televisive e monday night wars per pianificare al meglio lo spostamento del lunedì de quale si parlava ormai da un anno e mezzo. Invece dal 4 gennaio in avanti ci siamo trovati davanti, de facto, ai due nuovi padri e padroni della TNA. Bookers, organizzatori, uomini mediatici, wrestlers e GM, amministratori. Hogan e Bishoff in TNA fanno veramente tutto e controllano ogni cosa. Russo che avrebbe dovuto godere di massima libertà si trova costretto a passare il vaglio di Bishoff sulle puntate che scrive e poi anche quello di Hogan. Chi arriva, chi parte, chi viene pushato o depushato viene deciso da loro e loro soltanto.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Hogan e Bishoff hanno ucciso senza pietà il Cross the line. Immagino i loro ragionamenti: “Cross the line? Ma che è? Un film di guerra? Una canzone? Come? Non esistono heel e face, ma solo persone con i loro pregi e difetti? In uno show di wresling? MAI!!!! Adesso raddrizziamo questa compagnia, riportiamo in piedi gli heel di una volta, quelli cattivi cattivi che sputano sulla bandiera americana e insultano i soldati, e gli eroi veri, che amano il paese e prendono le vitamine prima di andare a dormire”. Dentro dunque heel e face degni forse dell’era gimmick. Prendete il feud tra Anderson e Kurt Angle. Una storyline così patetica, involontariamente ridicola e paracula non la vedevo da tempo immemore. Angle eroe senza macchia che viene portato in trionfo dai soldati e Anderson che sputa pure su chi difende il suo paese sono personaggi che sono certo che non avremmo visto fino ad un mese e mezzo fa, con Russohead broker in piena libertà(uno che ama i telefilm moderni e che non ama i personaggi troppo “puliti”) . Dentro anche storie più semplici, perché se no il pubblico(che per Hogan e Bishoff deve essere composto da idioti e bambini di 5 anni)non capisce e cambia canale. Dentro personaggi da era gimmick. Abyss ogni volta che lo vedo mi fa tristezza e mi fa venir voglia di tifare contro chiunque affronti, fosse anche Satana in persona. Ma si può far entrare un personaggio dark,complessato e maledetto come lui con la versione remix di Real American e fargli fare “You!!”?? E’ come fare un remake de “Il Corvo” e trasformare il personaggio interpretato da Brandon Lee in un vendicatore simpatico, spiritoso e pieno di battute dando la parte ad Eddie Murphy.
Dentro anche il ring quadrato, che quello esagonale causava attacchi di panico ed epilessia come neanche la cassetta di “The ring” sapeva fare. Dentro anche la rampa che non permette di fare nessuno spot fuori dal ring, che ha dimezzato le trademark moves di metà roster e che crea un fastidioso senso di claustrofobia perché Bishoff e Hogan sentono nostalgia della WCW e pensano che i fans la vedano come loro(come se il ricordo di una federazione si esaurisse in una rampa). Dentro anche ogni genere di superstars del passato, in primo piano e con importanti minuti televisivi, e fuori coloro che la TNA l’hanno costruita per davvero come Daniels,Joe e i Beer Money perché evidentemente non sono compresi dai dinosauri Bishoff e Hogan e perché troppo diversi da loro. In fondo Hogan con Nash e altri main eventers WCW chiamava i vari Jericho,Rey Mysterio,Eddie Guerrero e Chris Benoit(tutti campioni mondiali e stelle in WWE) vanilla Midgets. Fate vobis.
Quest’ultima osservazione ci porta ad una riflessione oggi più che mai attuale: I grandi nomi del passato attirano ancora?E’ un dubbio legittimo dal momento che WWE e TNA stanno patendo ascolti bassi in relazione alle loro (elevate) aspettative nonostante la massiccia presenza di grandi stelle e leggende del passato(Austin e Bret Hart a Raw, Hogan,Flair,Sting,Foley etc… in TNA). Io non penso che il pubblico sia stufo di loro perché davanti a personaggi così carismatici, così in grado di coinvolgere e trascinare come Austin,Hogan o Flair non si può rimanere indifferenti né provare fastidio. Io ritengo che sia un problema di utilizzo. Se fai occupare ad Hogan e Flair un ora di show su due allora la loro presenza diventa invasiva e se invece di valorizzarli per le loro qualità li metti a nudo mostrando i loro limiti sul ring ormai non più bilanciabili con carisma e personalità allora commetti un errore madornale che rischia di cancellare l’effetto starpower di queste leggende. Lo stesso discorso potrebbe essere applicato a Raw per quanto concerne la storyline Bret Hart/Vince McMahon, una delle più worked-shoot che si potesse mai immaginare ridotta ad un triste feud senz’ anima e senza energia in una marea di noia e scontatezza. Ora ad esempio la TNA ha con Sting l’opportunità di creare qualcosa di storico e veramente importante. Questo suo clamoroso e inatteso turn heel potrebbe renderlo un personaggio estremamente interessante e particolare e aprire gli scenari più vari e accattivanti. Spero che la TNA percorra la strada meno facile ed immediata e costruisca una storia d’ampio respiro che possa coinvolgere il pubblico e tutto il roster della federazione per lungo tempo ma temo si finirà nella solita banalità tipica dell’era Hogan/Bishoff dell’heel che diventato tale attacca a gratis e senza ragione il face di turno solo in quanto tale.
E se proprio ci vogliamo affidare ai nomi, se proprio la Carter non può resistere e vuole andare in guerra ad ogni costo non accontentandosi dell’ottimo prodotto che fino a pochi mesi fa riusciva a mostrare, allora che investa le sue risorse economiche e cerchi di fare di tutto per strappare alla concorrenza un nome importantissimo ormai da 7 anni fuori dal giro del wrestlng e quindi salvo dal rischio di usura televisiva che forse ha colpito personaggi come Hogan e Flair, in un modo o nell’altro sempre on-screen, e che può contare fans che vanno oltre l’ambito del wrestling. Un uomo che si può considerare il miglior entertainer di sempre e dotato di un carisma unico e inimitabile. Il suo nome è The Rock e pur non conoscendo con esattezza la natura del contratto che lo lega con Vince McMahon, se la TNA vuole davvero fare il grande salto non con le idee e la programmazione ma solo con i nomi, è lui che deve prendere per cercare di aumentare sensibilmente i suoi ascolti. Impossibile certo, puro fantawrestling vero ma è per questa ragione che sostengo che le stelle si debbano costruire in casa e che i ratings si debbano aumentare con qualità a lungo termine, grandi idee e innovazione. Ma se si vuole proprio tutto e subito, questa è la strada da seguire, per quanto difficile da intraprendere. E meglio di The Rock in questo senso non c’è nessuno. Come si dice….Tutto il resto è noia.
E con questo è veramente tutto. Un grazie sentito a voi lettrici e lettori che mi avete permesso di arrivare fino a ben 60 TNA Point grazie alla vostra disponibilità nel leggere i miei articoli e grazie a tutto lo staff di WrestlingRevolution che mi permette di esprimere le mie idee su questo fantastico sito. A tra due settimane!! Ciao a tutti!!