Benvenuti al classico appuntamento con il WWE Insider, curato in questa sua nuova versione dal vostro Madcap.
La strada verso WrestleMania prosegue al solito in leggera salita, ma quest’anno la pendenza è meno ripida del previsto. Come profilato nello scorso numero dell’Insider le rivalità che coinvolgono i nomi di spicco sono già perfettamente delineate e si trascinano senza sussulti, Raw dopo Raw, Smackdown dopo Smackdown, in direzione dello Showcase of Immortals.
Ma per amor di dialettica, se nello scorso numero si è lodata la buona gestione di Miz e Alberto Del Rio, in quello odierno si devono necessariamente muovere delle critiche riguardo all’uso che la WWE sta facendo di molti dei suoi talenti considerati di “seconda fascia.”
Dato per assiomatico che tutti Main eventers non si può essere, fa perlomeno storcere il naso il fatto che gente come Sheamus, Kingston, Daniel Bryan, Morrison, Ziggler, Bourne e Barrett non abbiano alcun match sul palcoscenico più importante dell’anno.
Per certi versi si è corso ai ripari, cercando di coinvolgere qualche ragazzo nelle faide dei veterani. E il caso di Cody Rhodes che, salvo imprevisti incrocerà le armi con Rey Mysterio in quello che con tutta probabilità sarà l’opener dell’evento; oppure della sfida improbabile tra Big Show e il Corre; o ancora di Jack Swagger, ritrovatosi suo malgrado a fare da Trainer a Michael Cole contro Jerry Lawler.
Ma dispiace sinceramente che per i sei nomi sopra citati non si sia profilato ancora nulla.
Un Money in the Bank con tali nomi sembrerebbe una facile risposta, purtroppo però a Stamford non sembrano particolarmente intenzionati a riproporre la stipulazione nella cornice di ‘Mania, vista l’esistenza di un PPV omonimo più in la, nel corso dell’anno.
E allora come impegnare questi baldi giovani bisognosi più che mai di un posto al sole?
Nei forum di tutto il mondo si è fatto un gran vociare circa la possibilità di uno Sheamus-Bryan: un incontro francamente interessantissimo dal punto di vista del lottato, specialmente considerando che la card di WM non offre poi moltissime garanzie di qualità in-ring. Eppure, nonostante sia un grandissimo estimatore di Bryan (attualmente il mio atleta preferito in WWE) sono fortemente deluso per Sheamus, che si ritroverebbe così in un incontro ben al di sotto delle sue possibilità. Il ragazzone rossocrinito, del quale sono un estimatore sin dalle primissime apparizioni in ECW, aveva infatti raggiunto uno status tale da poter ambire a qualcosa in più che ad un semplice match per lo U.S. Title.
Sin dall’esordio si è pensato che il destino di Stephen Farrelly fosse ben delineato: campione assoluto a pochi mesi dall’esordio a Raw, feud vinto (!) contro HHH, secondo regno titolato, main eventing: una escalation perfetta, una gestione ottimale… interrottasi miseramente dopo la conquista da parte del Nostro del titolo di King of the Ring. Per King Sheamus non c’è stata alcuna idea, alcun successo, solo una serie di job evitabilissima culminata con l’umiliazione patita per mano del rientrante HHH, che non solo non ha degnato il suo ex rivale di alcun interesse ma è andato subito a muso duro contro Undertaker, dimostrando così scarsissima considerazione dell’Irlandese. Quello stesso Irlandese che, si diceva, il King of Kings avesse celebrato come suo erede.
E sempre in tema di eredi, che dire dell’ennesimo presunto successore di HBK, ovvero Morrison? Pochi wrestler negli ultimi anni hanno mostrato una curva di miglioramento sì lenta, ma tanto costante come lo “Shamano”. E seppure il buon John sia ancora carente dal punto di vista della mic skill, con le sue ultime buone prestazioni (specialmente quelle col succitato Sheamus) sta scrollandosi a poco a poco di dosso la nomea di Spot Monkey e affermandosi come worker su cui puntare per dare qualità ad un match. Per questo stupisce il fatto che Morrison, dopo una Elimination chamber che lo ha visto protagonista, sia ancora tagliato fuori da Wrestlemania.
Le tristezze degli ultimi mesi di Sheamus sarebbero da imputarsi alla scarsa stima che godrebbe presso Kevin Dunn, ovvero il Vicepresidente della Produzione televisiva, uno degli esponenti di maggiore spicco del creative team della WWE.
Enigmatico invece è il caso di Morrison: il giovane da sempre tutto sé stesso in ogni incontro, mettendo a rischio anche la propria incolumità. La federazione spreme il povero John come una arancia, eppure non ha ancora premiato la sua dedizione.
Sheamus e Morrison, due grandi talenti dalle diverse capacità, ai quali il management fornisce supporto a corrente alternata, che porta a ridosso dall'affermazione per poi arrestarsi, che sospinge in alto come farebbe una brezza calda con due piume, per poi lasciarle in preda alla legge di gravità. Un discorso questo che può essere esteso ai capacissimi Bryan, Ziggler e Kingston, e seppure in seconda battuta a McIntyre, a Bourne. Una generazione di buoni ed ottimi worker, che di certo meriterebbe una collocazione migliore rispetto ad una anonima Battle-Royal Pre-PPV!
Per questa settimana è tutto, abbiamo riflettuto abbastanza mentre lo specchio di Chuck Norris non riflette ma trae conclusioni. L’appuntamento è tra sette giorni, con un numero che sarà dedicato interamente, con tutta probabilità, alla Hall of Fame del 2011.
Saluti!