WIND OF CHANGE.
Siamo alla fine della puntata di Raw del 27 Giugno 2011. CM Punk, microfono in mano, si siede a gambe incrociate sulla cima della rampa e, indossando una quanto mai appropriata maglietta di Stone Cold Steve Austin, si lascia andare in uno sfogo clamoroso. Un monologo tagliente, al confine tra realtà e storyline, un momento che rimarrà nella mente degli appassionati per lungo e tempo, e che entra dritto nella storia.
Ma quel discorso è solo un preludio a ciò che segue nelle settimane successive. Frustrato per la direzione presa dalla compagnia che ama sin da quand'era bambino, lo Straight Edge decide di prendere in mano la situazione personalmente, esortando il "WWE Universe" a riunirsi in nome di una sola parola: "change". Vuole che sia una nuova, giovane generazione a salire in cattedra, e fa di tutto per tramutare questo desiderio in realtà.
Ed una settimana fa, a WWE TLC, il "cambiamento" di cui Punk parlava ha finalmente iniziato a prendere forma. Infatti, non solo lo Straight Edge ha difeso con successo il suo titolo di campione WWE in un emozionante Main Event: Zack Ryder ha conquistato il titolo degli Stati Uniti, e Daniel Bryan è diventato campione del mondo dei pesi massimi. Qualcosa si è mosso.
Pallido, con la barba incolta ed evidenti borse sotto gli occhi, CM Punk non ha esattamente il look per essere "il volto" della WWE, ma il volto è l'elemento meno distintivo di questo campione. Ciò che differenzia il Second City Saint da Hulk Hogan, John Cena e gli altri marcantoni che hanno condotto la compagnia, è il suo stile alternativo, il suo aspetto rozzo, la felpa incappucciata e i blue jeans, le braccia piene di tatuaggi. Anche The Rock e Steve Austin erano diversi dall'ordinario, ma in una maniera troppo distaccata dal fan medio della disciplina. Erano personaggi "larger-than-life", irreali, quasi caricature, che sapevano sempre cosa dire e fare al malcapitato di turno prima di prenderlo a calci.
CM Punk non è "larger-than-life", ma è proprio questo il suo fascino. Non è un personaggio, è semplicemente Phil Brooks, se stesso, un ragazzo innamorato del professional wrestling, il tipo di persona con il quale i fans possono identificarsi.
Lo stesso si può dire di Zack Ryder. Un giovane talento che, ottenuti i suoi primi successi nel 2007 come lacchè di Edge, si è visto sprofondare nei bassi fondi dalla compagnia per il resto dalla sua carriera... fino a quando non ha preso la situazione in mano, costruendosi da solo un impressionante seguito di tifosi tramite i Social Network. Invitando il pubblico a "diventare suo fan" su Facebook e "seguirlo" su Twitter tramite il suo show divertente e sopra le righe che tutt'ora pubblica ogni settimana su YouTube, il ragazzo di Long Island ha dato inizio alla "Ryder Revolution", una vera e propria campagna popolare per ottenere l'attenzione della WWE. Così, ciò che era iniziato con una telecamerina all'interno dell'appartamento di Zack Ryder, è diventato in un men che non si dica un fenomeno internazionale. I fan inneggiano il suo nome constantemente, la WWE non può nè ignorare nè evitare la rivoluzione, ed ecco che Zack Ryder dopo una lunga rincorsa si ritrova finalmente United States Champion.
Ma il più grande, quanto impensabile successo è quello di Bryan Danielson: un umile ragazzo di 90 chili, maestro delle sottomissioni e assoluto fenomeno del ring, che si è fatto strada per dieci anni tra le federazioni indipendenti di tutto il mondo, guadagnandosi l'appellativo di "Best In The World" e venendo riconosciuto come uno dei migliori wrestlers tecnici di sempre... Ma, nonostante questo, e nonostante sia stato allenato da lottatori dal calibro di Shawn Michaels e William Regal, Bryan non è mai sembrato adeguato allo stereotipo del "campione del mondo WWE". E' minuto, pallido, non mangia nemmeno carne, non viaggia su jet di lusso o limousine, e sempre per citare il Nature Boy, di sicuro le sue scarpe non costano più delle nostre case.
Ma è un grande wrestler. E a TLC, ha incassato la sua valigetta del Money In The Bank schienando Big Show e laureandosi World Heavyweight Champion, In un men che non si dica, due talenti che si sono fatti le ossa nelle scena indipendente sono ora in cima alla WWE, assieme ad un Broski arrivato al successo sfruttando solo le sue capacità ed il suo spirito d'iniziativa. Ed il pubblico, ovviamente, è tutto dalla loro parte.
Nonostante qualche incidente di percorso (vero Kevin Nash?), a sei mesi di distanza dall'indimenticabile sermone di CM Punk, cambiamento fù.
I detentori attuali di tutte le cinture WWE: il futuro è qui.