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I DIARI DI BILL BANKS: La nascita dell'era Austin

Prima di entrare nel business, ricordo di aver visto “Stunning” Steve Austin lottare in WCW nei primi anni ’90. Insieme a Brian Pillman, componeva gli “Hollywood Blondes”, un promettente tag team WCW. Dopo un litigio con Bischoff, Austin se ne andò dalla WCW e dopo un breve periodo in ECW fu assunto dalla WWF. Il primo impiego in WWF fu come “Ringmaster”, con manager Ted Di Biase. Il personaggio era quello di un wrestler tecnico, che parlava solo con una voce monotona: non so perché, ma Vince adorava quel personaggio. Dopo che Di Biase lasciò la WWF, Austin intraprese una nuova carriera da singolo col nuovo soprannome di “Stone Cold”. Era un lottatore talentuoso, ma non veniva mai coinvolto in match o in storylines all’epoca. La prima volta che incontrai Austin fu a una chat live della AOL nel backstage del Madison Square Garden nel 1996. Durante l’evento, i lottatori venivano portati lì dopo i match per parlare un po’ con i fans e rispondere alle loro domande. Durante la chiacchierata, Austin disse ai fans che voleva una grande opportunità in WWF e che era solo questione di tempo prima che l’avrebbe ottenuta. Proprio quella notte al Madison Square Garden sarebbe accaduto ciò che gli avrebbe permesso di ottenere quell’opportunità.

Quella fu infatti la stessa notte del famigerato “Kliq Incident”, uno dei momenti più controversi nella storia della WWF. Circa una settimana prima di quella sera al Madison, la WWF annunciò che Kevin Nash e Scott Hall avevano firmato con la rivale WCW, e che la serata del Garden sarebbe stato l’ultimo loro match. Dietro le quinte in WWF Scott Hall, Kevin Nash, Shawn Michaels e Triple H erano molto amici. Il resto del locker room li chiamava la “clique”, con i quattro che così negli ultimi tempi cominciarono a farsi chiamare la “Kliq”. Al Madison Square Garden sarebbe dunque stata l’ultima serata che avrebbero trascorso insieme prima che Hall e Nash andassero in WCW e Shawn Michaels e Triple H restassero invece in WWF. Durante la serata, Triple H (allora ancora Hunter Hearst Helmsley) sconfisse Scott Hall. Nel main event, Shawn Michaels sconfisse Diesel (Kevin Nash) in un cage match. Fu dopo il main event che la Kliq ruppe una regola non scritta del wrestling uscendo dalla keyfabe. Shawn aiutò Nash a rialzarsi, i due si abbracciarono e posarono per i fans. Pochi momenti dopo furono raggiunti da Hall e Hunter. La Kliq stava dando il suo addio ai fans senza averne chiesto il permesso al management.

I fan amarono quel momento, ma la reazione nel backstage fu molto diversa. Ricordo di aver sentito Jim Cornette urlare da un’altra stanza, ovviamente arrabbiato perché nessuno li stava fermando. Vidi Vince e Shane McMahon che guardavano la scena da dietro la tenda d’entrata allo stage. Credo che Shane volesse uscire e fermarli lui stesso, ma Vince ragionò in modo freddo. Dovevano esserci delle ripercussioni per l’incidente, ma Hall e Nash se ne erano andati e Michaels era una delle top star della compagnia. Così, Triple H fu punito per tutti, e per parecchi mesi fu relegato a perdere ogni singolo match.

La ragione per cui ho fatto questa lunga prefazione è questa: prima del “Kliq Incident”, Triple H era stato designato a vincere l’incombente torneo in PPV del King of the Ring, considerato da sempre una tappa importante per raggiungere il main event. Tuttavia, quei piani furono stracciati. Il risultato fu che al suo posto venne designato come vincitore per giugno Steve Austin. Austin avrebbe dunque avuto finalmente la sua opportunità e avrebbe fatto del suo meglio per sfruttarla. Dopo aver battuto Jake Roberts in finale, Austin fu intervistato da Dok Hendrix durante il PPV, un’intervista che è passata alla storia per aver contrassegnato la nascita dell’”Austin 3:16” nel wrestling. “Jake Roberts, tu puoi insistere sulla tua Bibbia quanto vuoi, ma Austin 3:16 dice che ti ho appena preso a calci in culo”.

Il fenomeno Stone Cold nacque lì. A Summerslam due mesi dopo a Cleveland, Ohio, Austin doveva affrontare Yokozuna nel PPV. Io ero con Russo a guardare i fan che stavano riempiendo l’arena, ed entrambi notammo che molti di loro avevano dei cartelli con su scritto “Austin 3:16”. Ricordo che Russo si girò verso di me e disse “li vedi? Lui sta per diventare la più grande cosa del business”. Il resto è storia…

 

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