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Giu05

PARALLEL LIVES 29 - Triple H: forse sarebbe meglio se il re abdicasse?

 

TRIPLE H: FORSE SAREBBE MEGLIO SE IL RE ABDICASSE?

Prima dell’ ultima puntata di RAW, quella del  3 giugno 2013, non avevo nessuna intenzione di dedicare il nuovo numero di questa rubrica, il Parallel Lives, a HHH. Poi tutto è cambiato. Ho registrato il primo passaggio in Italiano che Sky ci offriva della puntata, e ieri sera verso le 23.30 circa, mi sono spaparanzato sul divano e ho schiacciato play. Non sempre guardo la puntata in lingua italiana, questa volta invece si. Uno dei tanti temi portanti della puntata, oltre a Daniel Bryan, che ha dimostrato ancora una volta al mondo intero quanto sia sottoutilizzato, d’altronde questa è una cosa che non capita solo a lui in WWE, è stato la discussione tra la famiglia McMahon (Vince e Stephanie) e HHH. I primi hanno proibito al “Re dei re” di tornare sul ring, anzi gli hanno quasi consigliato di appendere gli stivali al chiodo. Questo è stato il primo punto di riflessione per questo editoriale.

Il secondo punto di riflessione è arrivato dalle parole di Franchini e Posa, che invitavano a riflettere se la decisione di HHH di continuare a combattere sia quella giusta, il fisico e l’età non sono più dalla sua parte, ed in ogni contesa esce conciato sempre peggio.

Al termine della puntata il mio cervello si è messo in moto (cosa che succede molto di rado), ed ha partorito idee, le idee hanno dato vita alle parole e quest’ultime hanno concepito questo articolo. Parliamoci chiaramente la condizione fisica/aerobica di HHH si è abbassata drasticamente, questo è uno dei tanti fattori che avrebbe potuto convincerlo a ritirarsi. Arrivati alla sua età, i grandi eroi del ring, si trovano d’avanti ad un bivio: ritirarsi da eroi plurimedagliati e ancora sulla cresta dell’onda, come Steve Austin e Shawn Michaels, oppure continuare a combattere fino a quando dei pivellini neo wrestler non ti mettono con la schiena al suolo per più di tre secondi. Capisco che scegliere la via del ritiro non sempre è la più facile, rinunciare al boato del pubblico, a fare quello che si ama, per cui si è nati, per cui si è lavorato così a lungo e costantemente, non è mai facile. Però, non è meglio uscire dalla scena quando si è ancora sul carro dei vincitori?

È lo stesso discorso che vale per i grandi campioni del calcio, arrivati alla soglia dei 35 anni, con acciacchi e l’età che avanza, non è meglio appendere gli scarpini al chiodo, piuttosto che scendere di categoria e vedere il giovane medianaccio di turno soffiarti il pallone dai piedi, solo perché corre il doppio di te?

Altro motivo per cui molte Superstars non si ritirano, giunte ad una certa età, è perché non sanno cosa altro fare della loro vita. Sanno solo lottare, quindi se smettono di farlo, cosa faranno? Questo però non è il problema di HHH, che essendosi accasato con la futura proprietaria della WWE, non dovrebbe conoscere nemici come la povertà e l’anonimato, anzi questo gli dovrebbe garantire ancora un lungo futuro sulle scene della WWE.

Tutto sommato HHH, designato da molti come il futuro Vince McMahon, potrebbe regalarsi comunque qualche apparizione sul ring, come ha fatto il buon Vince, senza pretese ovviamente.

Ma allora perché HHH non si ritira? Semplice ha un’ ego così grande che nemmeno la muraglia cinese potrebbe contenere. Al buon Hunter  piacciono le luci della ribalta, piace essere al centro dell’attenzione, piace il main event, piace sentir dire in giro che il pubblico è andato all’arena per vedere lui, un po’ come succedeva ai tempi della DX e dell’ Evolution.

Facciamo una piccola analisi. HHH ha combattuto quasi regolarmente fino al giugno 2010, quando dopo aver perso con Sheamus, al Ppv Extreme Rules, uscì dalle scene per un po’, per guarire dagli acciacchi e girare un film con i WWE studios. Torna in pompa magna nel 2011, solo per affrontare l’Undertaker a Wrestlemania, uscendone sconfitto. Si sostituisce poi al timone della compagnia, al posto di Vince McMahon, e le cose sembrano andare per il meglio, HHH ha trovato la sua nuova dimensione, è passato dal ring alla scrivania. Ancora una volta però il suo “Super Io” non riesce a restare sepolto, e questo lo porta ad un feud con Cm Punk, nel quale viene coinvolto anche Kevin Nash, feud che per inciso porta solo a 3 match, tutti in Ppv, di cui uno solo è una sfida uno contro uno con Cm Punk. Fatto ciò HHH decide che la sconfitta della scorsa Wrestlemania, non era poi una sconfitta così definitiva e decide di tornare a Wrestlemania. Non si accontenta di un match semplice ma di un Hell in a Cell contro Undertaker, match dal quale uscirà di nuovo sconfitto. Poi dal 2012 al 2013 ci sono solo altri tre match: con Brock Lesnar. Ed ancora una volta il suo Ego lo “costringe” a prendersi uno dei main event di Wrestlemania, questa volta riuscendo a vincere, perché non avrebbe mai potuto perdere per tre Wrestlemania di fila.

Dopo questa breve analisi, e riallacciando la memoria ai match sopra elencati, forse HHH avrebbe potuto evitare di “lottare” per tutto questo tempo sul ring e uscire dalle scene ancora sul trono da re, piuttosto che uscire dalle scene senza la corona al capo. Parliamoci seriamente HHH non è quel genere di Superstar navigata, che verso la fine della carriera decide di sacrificare, alcuni dei momenti importanti della sua carriera, per fare da trampolino di lancio alle giovani e rampanti Superstars del futuro; per capirci, non è come Chris Jericho che ha accettato di Jobbare a Fandango nel palcoscenico più importante della WWE, HHH vuole le luci della ribalta tutte per se quindi o vince oppure perde con un altro colosso della WWE, ma solo dopo aver strappato una Standing Ovation al pubblico. Non so se per i suoi fans più accaniti è l’ideale vederlo farsi strapazzare in giro per il ring dai nuovi arrivati, perché se si continua così, credetemi è questa la fine che farà. La domanda finale è: “HHH, siccome la scrivania del capo ti attende, perché non raggiungerla ora, ancora da campione, piuttosto che tornare dietro le quinte con la coda fra le gambe?”. Con ciò levo fiato alle trombe e cedo a voi la parola… 

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