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Dic19

PARALLEL LIVES 21 - The Shield: resisterà a lungo o si distruggerà al formarsi delle prime crepe?

 

THE SHIELD: LO SCUDO RESISTERÀ A LUNGO O SI DISTRUGGERÀ AL FORMARSI DELLE PRIME CREPE?

Un vecchio proverbio dice: “l’unione fa la forza”, parole saggie, che trovano riscontro non solo nella vita di tutti i giorni, ma anche nello sport. Nel calcio quando si vince di solito tutti sottolineano l’importanza del gioco di squadra  e dell’ unione dello spogliatoio, della sincronia che si crea fra i vari componenti della squadra. Nel basket è vero che contano il numero di canestri, ma senza una buona difesa e degli ottimi schemi, nemmeno un fenomeno da 30 punti a partita ti può far vincere l’incontro da solo (domandate ai Los Angeles Lakers e a Kobe Bryant, cosa pensano della loro stagione attuale in NBA).

Anche nel mondo del Wrestling questo proverbio trova applicazione. Infatti spesso le Superstars tendono a fare squadra per raggiungere intenti comuni oppure per rilanciare carriere che come singolo non sono riuscite a trovare successo. Un caso che mi viene in mente di questo tipo, senza andare a scavare troppo nel passato, è quello di Edge e Randy Orton. Nessuno avrebbe potuto immaginare che i due avrebbero mai fatto squadra nella loro carriera, eppure i due lo hanno fatto per contrastare la rinata D-Generation X. Tutti sanno che squadre del genere non possono durare a lungo in WWE, ma questa non è la regola, infatti ci sono Superstars che hanno incentrato la loro carriera sulla categoria di coppia: come ad esempio i Road Warriors, i Demolition e i Dudley Boyz.

Poi infine ci sono altre due categorie di squadre da considerare. La prima categoria riguarda le cosiddette Stable, ovvero squadre formate da più di sue persone. Queste però di solito non rispondo proprio al proverbio sopracitato perché tendono a fare più l’interesse del loro leader che quello di tutti i membri: un esempio su tutti è l’ “Evolution”, una squadra che ha fatto la storia della WWE, ma che fondamentalmente perseguiva l’interesse di Triple H. L’ ultima categoria riguarda invece quelle Stable che nascono e si sviluppano sul concetto fondamentale di risolvere le “ingiustizie”. Ovviamente la parola “ingiustizia” è virgolettata poiché spesso queste Stable hanno un concetto di questa parola molto diverso da quello quotidiano, ovvero alla fine tendono sempre a perseguire i loro obiettivi personali. Di questa categoria fanno parte il Nexus, gli Aces & 8s e lo Shield. Proprio su quest’ultima stable si concentra questo editoriale.

Lo Shield è una Stable salita da poco alla ribalta della WWE, formata da tre persone: Dean Ambrose, Seth Rollins e Roman Reigns. Queste tre Superstars esordirono al Ppv Surivor Series di quest’anno, attaccando Ryback e consentendo quindi a Cm Punk di mantenere il titolo nel match che lo vedeva coinvolto, oltre che con il sopra citato Ryback, con John Cena. Lo Shield replica la cosa la sera successiva a RAW quando slava Cm Punk da un aggressione di Ryback. A questo punto tutti iniziano a pensare che lo Shield sia lo scudo personale del campione WWE Cm Punk, o meglio un gruppo di mercenari ingaggiati da quella volpe di Paul Heyman per salvaguardare il regno titolato di Cm Punk.

Il 26 novembre 2012 il gruppo viene intervistato da Michael Cole. Da questa intervista, oltre ad emergere le buone doti al microfono di Dean Ambrose, emerge il fatto che i tre si dichiarano non affiliati a Cm Punk, ma si dichiarano lo “scudo contro le ingiustizie” della WWE. Quella stessa sera i tre attaccano Kane, dopo il suo match con Cm Punk. Questo, complice l’assenza di Cm Punk dalle scene per infortunio, porterà ad un match, al Ppv TLC, tre contro tre: lo Shield contro Ryback e il Team Hell No. Lo Shield, seppur con qualche difficoltà, riuscirà ad imporsi nel match ed ad ottenere la vittoria. Nella puntata di RAW di questa settimana, quella degli Slammy Award, lo Shield attacca Ric Flair (dopo che questi ha avuto un acceso dibattito, degenerato nella violenza, con Cm Punk), il Team Hell No e successivamente nel backstage Tommy Dreamer e Ricardo Rodriguez.

Ci sono un paio di riflessioni da fare sullo Shield, una su tutte: al momento la cosa che appare evidente è che lo Shield non sceglie le proprie vittime in maniera casuale ma attacca tutti coloro che o hanno un conto aperto con Cm Punk, o ne ostacolano il suo regno da campione WWE. Forse questo è un segnale che ci porta a vedere nel breve futuro Cm Punk come leader dello Shield? Francamente la cosa sembra molto probabile, ma non certa. Secondo il mio misero parere lo Shield sotto la guida di Punk potrebbe fare la fine del “New Nexus”, ovvero che dopo poco temp o i suoi membri potrebbero trovarsi licenziati o relegati ai margini della WWE.

Altro interrogativo da porsi riguarda la durata dello Shield. La partenza con il botto di certo li ha favoriti nel farsi un nome, ma secondo me, attualmente non possono essere presi ancora in considerazione per la categoria singola. La loro forza risiede appunto nella compattezza e nell’unione del gruppo. È però palese il fatto che i tre non potranno continuare per tutta la carriera a limitarsi solo ad attaccare Superstars, senza cimentarsi in match e sfide titolate.

La cosa che provoca preoccupazione risiede nel fatto che ad oggi lo Shield è uscito quasi sempre vittorioso da ogni confronto avuto sul ring. Quindi nasce spontaneo l’interrogativo: alla prima battuta di arresto come reagirà lo Shield? Non li abbiamo ancora visti cimentarsi con una sconfitta, quindi non sappiamo come possano reggere alla cosa. In conclusione l’interrogativo finale è: “Shield: meteore o Superstars affermate?”. Con questo levo fiato alle trombe e cedo a voi la parola…

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