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Nov10

STRAIGHT EDGE #9 - L'usato sicuro nel 2013

(Questo numero è dedicato al grande Lou Reed, leader dei Velvet Underground e stella fra le più brillanti del firmamento rock, recentemente scomparso dopo una dura lotta col cancro. Grazie di tutto quello che hai rappresentato per la musica alternativa, e per me.)

L'usato sicuro nel 2013.
Colonna sonora: Vampire Rodents - Trilobite

Gli anni ’10 di questo millennio sono gli anni dei Classici. Fossili di altri tempi come Bob Dylan e Neil Young si permettono il lusso di pubblicare dischi sfiatati, e di essere accolti dalla critica come i garanti qualitativi della musica moderna. L’industria cinematografica si alimenta sempre più di remake, reboot, prequel, sequel, alternate e simili, dandosi una patina di modernariato con il 3D ed altre stupide tecniche di produzione. La letteratura... meglio che passi sopra all'ennesima riproposizione del Beat e dell'Esistenzialismo.

Cari lettori, lo dico e lo ripeto ormai da anni, la  nostra è una generazione -una società- che ha nostalgia di epoche che non ha mai vissuto, del Vintage, del Retrò, del Beatnik: ed è facile per chi sta nelle alte sfere capitalizzare questo amarcord per nascondere la mancanza d’idee e la paura d’osare. Ci si affida all’usato garantito, quello propinabile da un qualsiasi venditore d’auto, con un sorriso fasullo e un orribile blazer di plastica fucsia.

Il mondo del wrestling ancora una volta non differisce, seppure in scala estremamente ridotta e ‘terra-terra’. Risvegliate il bambino che c’è in voi, quello che nel 2003 guardava il wrestling su Italia 1, e ditegli che –nel 2013- Big Show è nel main event, e lotta per il titolo nella storyline più importante della WWE. E voi più grandicelli che guardavate l’Attitude su Stream o su D+, avvertite il vostro fanciullo interiore che il personaggio di Kane ha subito una nuova evoluzione, e che Triple H ha ancora più spazio on screen di chiunque altro.

L’evoluzione della storyline della Corporation inebria come qualcosa tirato fuori dalla naftalina. McMahon-Helmsley Regime 2.0, il mezzo per la Great Family e per Triple H di prendersi un ruolo dominante nella WWE senza doversi neppure sporcare le mani. Il fine sembrava pure accettabile: tutta la federazione si muoveva per lanciare il nuovo, grande talento (che nuovo non è, anzi, sa di Vintage pure lui): Daniel Bryan. Quattro, cinque mesi di inseguimento per l'American Dragon, un supporto dei fan come non lo si vedeva da tempi inenarrabili (dal famoso promo di CM Punk, ma nel wrestling i tempi sono dilatati), vittorie su vittorie contro le top star della federazione… per cosa? Due regni brevissimi e la storyline si è incartata, i buyrates sono crollati e la WWE ha deciso di parKeggiare Danielson. Come colmare il vuoto, se non con il culo più imgombrante di tutto il Pro Wrestling? Ed ecco che Big Show torna nel main event, per un feud di transizione per Orton certo, ma che porterà ad un match titolato a Survivor Series. Ed in quel match, converremo tutti che dovrebbe esserci Bryan, possibilmente con la cintura alla vita e con chiunque-altro-da-Orton come avversario.

Io adoro Big Show, lo ritengo uno dei performer più sottovalutati: ottima mic skill, selling stellare (in genere i Big Men sono sacchi di sabbia), insomma, una garanzia di qualità media, discreta, senza punte né verso l’alto, né verso il basso. Inoltre è un veterano, un atleta incredibilmente affidabile, l’unico  che –per ovvie ragioni fisiche- possa incutere terrore nella solidissima cordata HHH-Stephany-Shield-Orton. Ma anche se la storyline giustifica ampiamente la presenza di Show nel feud, non posso fare a meno di storcere il naso.  Il Grande Paul non desta certo più interesse, non è un atleta che ha bisogno d’essere lanciato (e quindi tutto lo sforzo fattogli attorno è completamentamente inutile), e probabilmente avrà solo un altro paio d’anni di carriera d’avanti. Bryan intanto sottomette un'altra cariatide come Shawn Michaels, ed è incastrato con Punk in una situazione degna delle peggiori storyline di WR Revolution.

Bryan: “La Wyatt family mi sta proprio sui coglioni!”
Punk: “Già, anche a me!”
Bryan: “Li potrei affrontare, se solo avessi qualcuno a guardarmi le spalle!”
Punk: “A chi lo dici, se avessi un alleato, li spazzerei via!”
Bryan: “Anche io… ma chi mi aiuterebbe mai?”
Punk: “Già… neanche io troverò mai un alleato…”
(sguardo timido ed imbarazzato tra i due)

Avete ancora dubbi su fatto che la storyline della Corporation sia quella dell’usato sicuro? Triple e Big Show non vi convincono abbastanza? Allora guardate chi ha la cintura di campione di coppia alla vita, ed è l’artefice principale della visibilità di Cody Rhodes. Esatto, Goldust. Per lanciare Cody Rhodes, non un fuoriclasse, ma neppure l’ultimo della serie, serviva Goldust. Ed ha funzionato alla grande perchè noi fan accogliamo come leggendario tutto ciò che sia vecchio.

Tanti personaggi sono bloccati in gimmick che non funzionano, come Del Rio o il poverissimo, miserrimo Ziggler, che ha perso il treno, la coincidenza del bus per la stazione, non gli è suonata la sveglia ed il biscotto gli s’è spappolato mentre lo pucciava nel caffellatte. Per rispondere a questo problema di stagnanza del roster, i Creatives propongono un radicale cambiamento a… Kane. Kane, 20 anni di carriera all'attivo, che ora si presenta con la gimmick di Joseph Park, ehm, di Glen Jacobs. Un mutamento che sembra fatto apposta per sminchiare i miei due scorsi editoriali, in cui elogio la Big Red Machine come uno dei migliori personaggi dark del wrestling.

La mia delusione, ancora una volta, sta nel fatto che al posto di Big Show e Kane (salvo Goldust in quanto non è invasivo ed è in forma eccellente) ci sarebbero dovuti essere altri atleti, magari più giovani, magari più inesperti e forse inaffidabili… ma futuribili, e nuovi.  Il problema però è che la WWE queste 'giovani alternative' non le ha costruite, perchè è restia a 'fidarsi' dei giovani.  Troppi atleti sono sfruttati poco e male, altri invece pagano il non avere alcun tipo di gimmick, come Antonio Cesaro lo strongman pelato da circo svizzero: perchè osare un tag team dominante con Chris Hero sarebbe troppo nuovo, e non sia mai che siano due 'volti nuovi' a dominare le scene. A questo punto, meglio licenziare direttamente Hero (oh... nooooo!) con la scusa che è troppo grasso.

Non è insopportabile quando ci propongono qualcosa con la pretesa d’essere innovativo, ed invece ci troviamo la solita vecchia storia, con i soliti vecchi interpreti e la solita Sigourney Weaver in un fantascientifico con gli alieni? E la WWE vuole Goldberg per mandarlo contro Ryback: il vecchio contro l'emulazione del vecchio. Mai metafora fu più azzeccata per definire il wrestling attuale.

 
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