X Division Championship Ultimate X Match
Kenny King © vs Chris Sabin vs Suicide
Paolo: Un ottimo opener, non si discute, ma mi ha comunque deluso un pochettino. Non fraintendetemi, non è che il match non mi sia piaciuto; più che altro non m’ha convinto la fase finale. Grandissime manovre da parte di tutti e tre gli atleti (in particolare Suicide/Puma strabiliante), uno spettacolo molto gradevole; ad eccezione appunto del finale. Suicide viene “costretto” a cadere giù per via della maschera (già di per sé non una gran scelta) e rimane a terra per oltre un minuto come se avesse preso chissà quale colpo. In più la sfida ad alta quota tra King e Sabin non è stata degna del resto del match e la stipulazione è stata sfruttata molto poco nel corso della battaglia. Non un giudizio negativo, certo, ma poteva andare certo meglio.
Voto: 7.5
Fabio: Non c’è modo migliore per iniziare un PPV se non un Ultimate X Match fra tre dei più grandi X Divisioners presenti attualmente in TNA. Il premio di show-stealer del match senza ombra di dubbio va a Suicide (aka T.J. Perkins aka Puma): è stato infatti il mascherato a tirato fuori le migliori manovre dell’incontro e a dare spettacolo con la sua incredibile atleticità e rapidità; dopo la sua prestazione alquanto anonima allo One Night Only “X-Travaganza” mi aspettavo poco da lui, ma ha saputo dimostrare che con la visibilità e la location giusta sa davvero dire la sua. Nulla da togliere ovviamente anche all’ex-campione Kenny King e al neo-campione Chris Sabin, entrambi ottimi; giustissima la vittoria di Sabin. La valutazione di questo match però perde qualcosa per lo scarso utilizzo della stipulazione: praticamente tutte le manovre e gli spot più memorabili dell’incontro non hanno coinvolto in alcuna maniera le corde a X tipiche dell’Ultimate X, di fatto sarebbe cambiato molto poco se fosse stato un 3-way classico (in quel caso gli avrei anche dato di più). E anche il finale ha un po’ deluso, con la caduta prima di Suicide per la presa alla maschera e soprattutto per la caduta che è sembrata quasi fortuita di King; oltre al non rispetto della regola che per vincere un Ultimate X bisognerebbe toccare terra con la cintura in mano… Ma a parte questi aspetti negativi, comunque un gran bel match.
Voto: 7.5
Aces & 8s (Mr. Anderson, Garett Bischoff & Wes Brisco) vs Samoa Joe, Magnus & Jeff Hardy
Paolo: Avevo affermato, nel preview, che questo match era in sostanza una roba tirata su a caso. Ma al random non c’è limite, e infatti la TNA sceglie di occupare cinque minuti di PPV con un segmento relativo a questo match di dubbia utilità e sensatezza. Protagonista il simpaticissimo Hulk Hogan che non solo ruba la scena a Chris Sabin (vincitore del match precedente), ma arriva a sancire un match che era già sancito… Con tanto di facce incredule degli Aces & Eights sul ring! Sorvolando sull’angle, comunque, trattiamo di un three-on-three non indimenticabile, dall’esito scontato e che non avrà grandi conseguenze a livello di storyline. Da segnalare l’incapacità di Wes Brisco nel vendere la Twist of Fate.
Voto: 5
Fabio: Ovviamente l’Ego-maniac per eccellenza Hulk Hogan non poteva fare a mano di rubare un po’ di tempo allo show per prendersi qualche coro… E come se non bastasse, oltre a cercare di oscurare un (apparentemente abbastanza scocciato) Chris Sabin, si prende anche del tempo per attrarre l’attenzione sul match più inutile dell’intera card e per sancirlo una seconda volta. Ma va be’, a parte questo… Un match che ha abbastanza deluso, ciò che sarà maggiormente ricordato sarà l’ennesima messa in mostra dell’enorme incapacità di Wes Brisco, che non solo fa botchare la Twist of Fate per ben due volte di seguito ma alla fine cerca anche di contare l’uomo non legale. Inoltre questo incontro non è nemmeno servito al suo unico possibile scopo, fare da vetrina al ritorno di Jeff Hardy, visto che la prestazione di quest’ultimo non ha affatto lasciato una buona impressione (anche se non è tutta colpa sua…). Unica nota positiva del match è il team Joe-Magnus, con i due che dimostrano ancora una volta una buona alchimia e che probabilmente sarebbero molto più utili e ben utilizzati nella divisione tag team.
Voto: 5-
Gut Check Tournament Final
Jay Bradley vs Sam Shaw
Paolo: Soporifero. Un incontro davvero scialbo che non lascia intravedere grandi abilità in nessuno dei due contendenti. Mi viene facile immaginare a questo punto che il ruolo di Jay Bradley nelle BFG Series sia quello di regala-punti, insomma che perderà praticamente tutti i match.
Voto: 4.5
Fabio: Match alquanto scialbo, degno al massimo (ma proprio al massimo) di una puntata settimanale di Impact. Nessuna particolare manovra degna di nota, niente da sottolineare: Bradley ha confermato la scarsa e noiosa impressione che mi aveva dato nelle precedenti occasioni; Shaw mi ha sorpreso in negativo stavolta, mi aspettavo di più da lui. Be’, ora Bradley è pronto a jobbare ad 11 atleti nelle BFG Series…
Voto: 4
Television Championship Match
Devon © vs Abyss
Paolo: Ripeto quanto detto nel preview: una pagliacciata. Devon prima attacca Joseph Park nel backstage per evitare di affrontarlo… E poi sfida Abyss?! Un avvocato che finora ha vinto solo cadendo addosso agli avversari ti spaventa a tal punto di doverlo far fuori prima del match; un mostro che può arrivare in qualsiasi momento no, anzi addirittura lo sfidi. Geniale, caro Devon, davvero geniale; non mi sorprende che sia tu il “Sgt. In arms” -Il che?- degli A&8. Il match tra lui e Abyss, in ogni caso, non è stato esaltante. Sarebbe forse sulla sufficienza, ma le modalità con cui ci si è arrivati fanno perdere quotazioni a questo incontro.
Voto: 5
Fabio: C’è una sola spiegazione a tutto ciò: il segmento dell’attacco nel backstage e quanto successo nel ring erano due cose totalmente staccate, senza collegamento l’una all’altra. Altrimenti non si spiega perché Devon ha bisogno di far fuori nel backstage un non-wrestler come Park ma poi sfida apertamente e manda anche a quel paese un mostro come Abyss; non si spiega perché lasciano chiaramente intravedere che Park nel backstage ha sanguinato in stile horror-movie ma poi, invece di presentarsi infuriato sul ring come fa sempre quando sanguina, non si fa vedere e si presenta invece (in veste di) Abyss. Dopo il sanguinamento mi aspettavo che Park uscisse fuori ancora sanguinante, magari (perché no?) anche indossando la maschera di Abyss e rivelando così finalmente la sua doppia identità… Invece niente. Il match non è stato nemmeno così tanto malvagio in fondo, ma i vari non-sense a livello di storyline e costruzione pesano abbastanza.
Voto: 5.5
Tag Team Championship Four Team Elimination Match
Chavo Guerrero & Hernandez © vs Bad Influence vs Austin Aries & Bobby Roode vs James Storm & Gunner
Paolo: Un bel match che mi ha divertito e che è stato esattamente quello che mi auguravo che fosse. Sul piano del lottato si è vista della buona azione; così come ottime (o quasi) sono state a mio parere le scelte di booking. Prima eliminazione per i Bad Influence, che oggettivamente avevano pochissime speranze di vincere i titoli, ma che non escono tanto ridimensionati da Slammiversary in quanto fatti fuori per DQ. Si procede poi con Austin Aries che schiena Chavo Guerrero in maniera sporca (Daniels l’aveva colpito con la cintura), ottimo anche questo: i campioni sono fuori dal match ma non sono stati battuti nettamente. Infine lo stesso Austin Aries protagonista del match fino a quel punto viene sottomesso alla Gun Rack. Mah, questo mi lascia un po’ perplesso. D’accordo che si sta cercando di dare a Gunner un bel push, lo testimonia anche il fatto che sia uscito dal pin post Running Dropkick/Spinebuster/450; ma Austin Aries è pur sempre The Greatest Man That Ever Lived, un ex World Champion. Vederlo sottomesso da Gunner che, per quanto io veda qualcosa in lui di particolare, è un atleta mediocre non è il massimo. Avrei preferito venisse schienato, magari dopo una combo Superkick-Side Slam, sarebbe stato meno “umiliante” per A-Double. In conclusione c’è da dire che parliamo di un ottimo match gestito in maniera più che sufficiente e che perde qualcosa solo nel finale; supportato tra l’altro da una costruzione discreta.
Voto: 8
Fabio: Probabilmente il match più interessante dell’intero PPV, come ci si poteva aspettare: incerto fino alla fine, con molta azione e una buona dose di caos (caos giusto e ben gestito, non caos a random). Grandi protagonisti dell’incontro sono stati Aries & Roode, che oltre ad aver probabilmente tirato fuori le migliori manovre del match sono stati coinvolti in praticamente tutte le eliminazioni: hanno di fatto opportunisticamente “voltato le spalle” ai loro compari farabutti Bad Influence, attirando l’attenzione dell’arbitro sulla cinturata di Daniels; poi hanno schienato gli ex-campioni, i messicani; e alla fine va be’, hanno perso. Per quanto quindi la sconfitta decisiva sia arrivata proprio ai loro danni, e anche in maniera alquanto e forse troppo netta (addirittura una sottomissione di Gunner su Aries), avendo fatto loro buona parte del match i due ex-world champions non ne escono troppo ridimensionati. Lo stesso (più o meno) dicasi per i Bad Influence e i messicani, che visto il modo saggio in cui sono state gestite le loro eliminazioni (DQ per i BA e schienamento post-cinturata in mezzo al caos per i messicani) escono da questo incontro con una buona possibilità di rilancio imminente. Leggermente azzardata la scelta dei vincitori: certo, ci sta tutto il far vincere Storm e il fattore sorpresa dato dal neo-team che da apparente sfavorito sorprende tutti e si porta a casa le cinture… Il problema però a mio avviso sta nel fatto che questo team mi pare troppo incentrato sulla figura del solo Storm, con Gunner messo lì giusto perché (di solito) serve un partner per essere campioni di coppia; un Gunner che, accanto a uno Storm face e iper-acclamato, non si capisce bene quale ruolo abbia e quale sia la sua posizione. Ma ciò c’entra poco con l’incontro, per lavorare su questo ci sarà tempo in queste settimane; per il momento questo è stato senza dubbio un match da promuovere a pieni voti.
Voto: 8
Last Knockout Standing Match
Gail Kim vs Taryn Terrell
Paolo: C’ho sperato fino alla fine, ma non c’è stato nulla da fare: Taryn Terrell ha vinto e si è praticamente presa anche il posto di #1 Contender al titolo femminile di Mickie James. Non è che sia una scelta sbagliata, effettivamente: Mickie James ha effettuato un turn heel su Velvet Sky e questa, una volta incassata (chiaramente perdendo) la sua clausola di rematch, dovrà essere sostituita da un’altra lottatrice. Di face pronte a farlo, nel roster, non ce n’erano. E allora si lancia Taryn Terrell, dandole una vittoria di spessore contro Gail Kim. Quest’ultima, d’altro canto, esce parecchio ridimensionata dalla sconfitta: la Terrell era al suo primo match a stipulazione speciale (almeno secondo le storyline TNA) e aveva comunque iniziato a combattere da poco. Non è il massimo perdere in maniera così netta in un Last (Wo)man Standing dove non ci si può appellare a nulla per “giustificare” la sconfitta. Si è insomma sacrificata la canadese per costruire la Terrell. La cosa, da sostenitore di Gail Kim, non mi esalta, ma è una decisione comprensibile. Quanto al match in sé, non penso sia stato bellissimo. Poche manovre interessanti e quelle più decisive sono state mutilate dalla bionda di New Orleans: la Figure-4 al paletto indecorosa e la manovra conclusiva alla quale fatico ad assegnare un nome, giusto per citarne due. Nel complesso non è stato poi neanche così male, ma credo si potesse fare di più, vista anche la stipulazione.
Voto: 6
Fabio: Ragionandoci su a mente fredda questo era l’unico possibile epilogo per questa storyline: una vittoria piuttosto netta di Taryn Terrell ai danni della sua arci-rivale Gail Kim, così da lanciare la bionda nella divisione in vista di una (nemmeno troppo) futura rivalità per il titolo. Per come è stato gestito il tutto in questi mesi, però, la vittoria di Taryn è sembrata un po’ forzata: Gail infatti arriva al PPV in pompa magna, rilanciata in queste ultime settimane come ragazza più pericolosa del roster anche con alcuni infortuni all’attivo; Taryn invece ci arriva come neo-wrestler che ha vinto sempre (e dico sempre) con dei Roll-up fortuiti, senza mai ottenere una vittoria che dimostrasse la sua superiorità in costruzione, e inoltre tornava anche da un piccolo infortunio procuratole proprio dalla Kim. E fino a qui ci potrebbe anche stare, è la classica storia della novellina maltrattata che si prende una rivincita sulla veterana bulletta. L’unico particolare è che tutto ciò è successo in un Last Knockout Standing Match, e quindi una vittoria così netta di Taryn risulta un po’ forzata vedendo lo status in cui le due arrivavano al PPV… Ma va be’, qualcuno doveva pur prendersi l’onere di jobbare a Taryn per lanciarla, e Gail si è immolata per la causa da novella Jericho. Riguardo il match in sé nonostante qualche errore anche consistente non è stato male, con dei colpi e delle cadute molto dure (da notare i lividi con cui ne uscita la Terrell) e anche alcune buone manovre, soprattutto per la canadese. Azzeccato il finale con Taryn che, per provare a portare a casa il match, tenta il tutto per tutto sacrificando anche sé stessa e si getta nel vuoto portandosi dietro la rivale; peccato che abbia cannato la manovra…
Voto: 6.5
A.J. Styles vs Kurt Angle
Paolo: Non il miglior Angle vs Styles che abbia mai visto. Non un brutto match, per carità, ma neanche una di quelle robe epiche alle quali questi due grandissimi ci hanno abituato. Sarà stato anche il fatto che il match era, detto senza giri di parole, inutile; ma non ho provato grandi emozioni nell’osservarlo. Forse solo la parte finale è stata davvero “accesa”; per il resto dell’ottimo Wrestling, quello sicuramente, ma poco pathos, per così dire. Anche la decisione di chiudere lo scontro con un roll-up non m’entusiasma. Non si poteva certo sperare in una vittoria di Styles, dopo l’introduzione dell’Olympic Hero nella Hall Of Fame TNA; ma a questo punto avrei preferito una vittoria di Angle “classica”. Styles ne esce ridimensionato sia se perde dopo una Angle Slam che dopo un Roll-Up, secondo la mia opinione. Tanto vale chiudere il match come si deve o, ancora meglio, evitare di introdurre (per il secondo anno) wrestler in attività nella Hall Of Fame e dunque far vincere Styles.
Voto: 7
Fabio: Match un po’ penalizzato dall’assenza di una posta in palio e anche (e forse soprattutto) dall’assenza di una vera e propria storyline o rivalità alle spalle. E certo, c’è anche da ammettere che non è stato il miglior Angle vs Styles, ne abbiamo visti di migliori… Ma nonostante ciò si tratta pur sempre di un Angle vs Styles, e in fondo mi sento di ammettere che non è stato nemmeno troppo inferiore ai loro classici standard. Più che altro è stato diverso, differente da quello che siamo abituati a vedere. Diverso perché da quando è tornato e a ripreso a lottare A.J. ha praticamente reinventato buona parte del suo arsenale di manovre e del suo stile, puntando a un attacco più diretto, più studiato. Ed è esattamente questo ciò a cui abbiamo assistito al PPV: un match studiato, quasi una piccola partita a scacchi tra due grandi specialisti, con continui cambi di fronte e momenti in cui sono state messe in mostra le grandi abilità tecniche di entrambi, sia di Angle sia del nuovo Styles. Avrei qualcosa da ridire sul finale, non tanto per il fatto che sia arrivato con un Roll-up (Roll-up comunque uscito fuori da un ottimo scambio di reverse, non dal nulla) quanto più che altro per il vincitore: come avevo già detto nel Preview, questo match doveva servire per rilanciare Styles in vista delle Series, non per dare un’ulteriore vetrina al neo-Hall of Famer TNA. I vari punti negativi analizzati pesano quindi un po’ sul voto finale, voto che comunque rimane abbastanza elevato.
Voto: 7.5
World Heavyweight Championship No Holds Barred Match
Bully Ray © vs Sting
Paolo: Come sopra: non così coinvolgente. Iniziare con un promo inutile di Bully Ray che, per qualche oscura ragione, sente il bisogno di dire a tutti (Sting compreso) che ha intenzione di colpirlo con un Piledriver non è il top; se poi ci si aggiunge un risultato veramente molto prevedibile il match perde parecchio appeal. La contesa di per sé non è stata poi brutta: s’è visto qualcosa di interessante e la durata è stata degna. Una grande pecca è forse quella di aver fatto di Sting un “Superman” sminuendo quello che alla fine è il Piledriver. Da come ne aveva parlato Bully Ray nel promo sembrava una manovra risolutiva alla quale ricorrere se tutto il resto del proprio arsenale non è bastato; invece è stata utilizzata come una manovra pressoché ordinaria e Sting è uscito dal successivo pin sia quando il Piledriver è stato eseguito sul tappeto del ring sia quando la testa ha impattato contro le tavole di legno al di sotto di esso. Bully Ray alla fine è dovuto ricorrere all’oramai classico martello per chiudere le ostilità; un finale questo comunque degno di nota. Se devo dire la verità, mi aspettavo di peggio. Non è stato il match dell’anno, sia chiaro, ma non è stato così brutto questo Main Event.
Voto: 7.5
Fabio: Anche in questo main event, come in buona parte degli altri match, ci sono state alcune pecche da porre in evidenza, sia precedenti all’incontro sia durante il match stesso: intanto il vincitore finale era altamente scontato, ma su questo si può anche passare sopra; come se non fosse già abbastanza scontato, durante tutto il PPV hanno mostrato le varie occasioni in cui Sting ha vinto il titolo nella storia, come a dare già prima del match un ultimo saluto alla sua carriera titolata; il promo di Ray che rivela a tutti la sua strategia mi è sembrato alquanto inutile e insensato; infine ci sono state alcune piccole pecche tecniche durante il match, come Ray che deve andare nel backstage per trovare una sedia. Nonostante ciò, contrariamente a quanto si potrebbe pensare leggendo il pezzo prima, non boccio affatto questo match; anzi, mi sento di promuoverlo. È stato proprio quello che doveva essere: un incontro duro e crudo, non incentrato sul wrestling lottato ma più una rissa da strada, con uno Sting che se l’è giocata fino alla morte senza mai arrendersi (forse anche un po’ troppo) e un Ray che è ricorso a tutte le armi presenti nel suo arsenale pur di sconfiggere il temuto rivale. Mi è piaciuta anche l’idea di far tagliare via a Ray la copertura in gomma del ring per creare una superficie più efficace su cui fare le manovre, non è una cosa che si vede tutti i giorni e rende l’incontro più originale. Alla fine Ray l’ha spuntata, anzi gli Aces & 8s come gruppo l’hanno spuntata; e nonostante la vittoria hanno anche fatto vedere di non essere così tanto indistruttibili, aprendo la via per la loro futura disfatta. Questo match apre inoltre vari scenari per il prossimo futuro: come prenderà Ray il fatto di essere stato l’unico del suo gruppo a vincere in PPV mentre tutti gli altri hanno fallito? Inizierà a crearsi qualche crepa all’interno della stable, in vista di BFG? Cosa farà Brooke Hogan, intervenuta sulla rampa durante il match e visibilmente preoccupata per Ray?
Voto: 8-
PPV
Paolo: Che dire? È un po’ una delusione questo Slammiversary XI. Ci sono stati dei bei match, su tutti quello per i titoli di coppia; sono cambiati ben tre titoli, però tutto sommato è stato un PPV povero di colpi di scena. Inoltre le fasi finali dei match, un po’ di tutti quanti, sono state poco azzeccate. Son cose che fanno la differenza, a mio parere, e che rovinano un prodotto altrimenti molto buono. Certo, comunque non si può parlare di Slammiversary come fosse un evento da due soldi, però c’è rammarico; si poteva fare di più. Sono comunque ottimista per il prossimo PPV della federazione nonché il più importante dell’anno: Bound For Glory. Slammiversary rappresenta un’ottima base da cui partire per BFG sfruttando al massimo i prossimi tre mesi.
Voto: 7
Fabio: Come spesso capita, è stato un PPV di alti e bassi. Abbiamo avuto dei match interessanti e molto avvincenti sia dal punto di vista del lottato (in particolare il match per i titoli di coppia, l’Ultimate X e anche Angle vs Styles) sia per la storia raccontata durante l’incontro (su tutti il main event, ma in maniera minore anche il match delle Knockouts). A fare da contraltare ci sono però degli errori: per quanto riguarda l’andamento di alcune storyline spicca in negativo il doppio match di Park/Abyss vs Devon, situazione che è stata gestita alquanto male, o perlomeno non sfruttata a pieno; poi abbiamo assistito a un paio di match decisamente non degni di uno dei quattro PPV l’anno rimasti, i due rookie del Gut Check e il 3 vs 3 random; infine si vanno anche ad aggiungere delle vittorie non troppo sensate che lasciano un po’ di amaro in bocca (vedi Angle) e alcuni segmenti parlati molto discutibili, su tutti quello di Hogan & co. Nonostante ciò, sono dell’idea che gli aspetti positivi siano superiori dei negativi; un PPV da promuovere, quindi.
Voto: 7 |
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